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In tema di omicidiologia in famiglia

Centro Studi Prevenzione e Cura dei Disturbi Depressivi nella Donna A.O. Fatebenefratelli Oftalmico, Milano. Dott.ssa Alessandra Bramante. In tema di omicidiologia in famiglia. Lezione Master di Psicopatologia Forense Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

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In tema di omicidiologia in famiglia

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Presentation Transcript


  1. Centro Studi Prevenzione e Cura dei Disturbi Depressivi nella Donna A.O. Fatebenefratelli Oftalmico, Milano Dott.ssa AlessandraBramante In tema di omicidiologia in famiglia Lezione Master di Psicopatologia Forense Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Direttore: Prof. Vincenzo Mastronardi Roma, 29 Novembre 2007

  2. La famiglia in quanto luogo dei rapporti primari, rappresenta quello spazio dove vengono condivisi l’amore e le gioie ma anche dove vengono svelati i disagi e le frustrazioni: e questo ne fa un sistema complesso dove gli individui legati da vincoli affettivi creano ambienti di grande protezione ma anche di potenziale pericolo per l’integrità fisica e psichica dei soggetti che ne fanno parte.

  3. Anthony Storr scrive: “Ad eccezione dei roditori, nessun vertebrato distrugge abitualmente altri membri della sua stessa specie. In genere nessun altro animale prova un piacere particolare nell’esercitare la crudeltà su un suo simile … in natura è impossibile trovare un equivalente del trattamento riservato ai propri simili dagli esseri umani”

  4. Morris e Blom-Cooper riferendosi agli Usa hanno scritto: “nel nostro paese l’assassinio è soprattutto un delitto di tipo domestico, in cui gli uomini uccidono la moglie, l’amante, i figli e le donne uccidono i figli”

  5. Carrà Mattini (2000) scrive: “se la relazione tra generazioni è problematica, la famiglia funziona da cartina di tornasole, ed è il luogo dove i nodi vengono al pettine”

  6. Un dato significativo è rappresentato dal fatto che questi delitti non sembrano legati ad ambienti degradati, ma spesso maturano in famiglie culturalmente evolute e agiate economicamente.

  7. Poiché la famiglia dovrebbe essere il luogo degli affetti e della sicurezza e le relazioni familiari la base del benessere individuale di ciascun membro della famiglia, la violenza in ambito familiare tradisce e trasgredisce la fiducia che si instaura nei primissimi rapporti affettivi, e come tale viene considerata inaccettabile, inspiegabile

  8. Da qui la tentazione di ingabbiare il fenomeno della violenza in famiglia nella rigida ma in qualche modo rassicurante cornice della psicopatologia: un gesti tanto gratuito ed innaturale, contro natura non può essere che opera di un folle

  9. Ci troviamo di fronte al meccanismo difensivo solo un malato può averlo fatto … Che promuove non solo l’assioma: Violenza in famiglia = non punibilità Colpevole = Malato

  10. Dipende dai casi, spesso, ma non sempre, certi comportamenti nascono e si alimentano in un clima ammalato da condizioni socio-economiche disagiate, dipendenza da alcol o droga, rapporti conflittuali. Non siamo dunque di fronte ad una patologia psichiatrica ma è l’ambiente familiare e le sue dinamiche interne che sono patologici

  11. Omicidio in famiglia Luogo comune da confutare in materia di omicidio è quello secondo cui saremo in balia di assassini ignoti ed inattesi Raramente è così semmai è dai familiari che conviene guardarsi. Tendiamo a vedere il male il più possibile lontano da noi e così quando il reato è efferato e violento ecco che la nostra mente si crea “il mostro estraneo” o “il folle” per poi proiettarlo il più possibile lontano da noi

  12. Ma se pensiamo ai maltrattamenti, agli abusi e all’omicidio in famiglia, casi che riempiono le cronache dei giornali, ci rendiamo conto che si verificano sempre tra persone legate da stretti vincoli affettivi e che sono fenomeni sempre esistiti (primo omicidio quello di Caino)

  13. Gli omicidi in famiglia non sono certo una novità, sono semmai la quotidianità, ed una breve disamina degli studi casistici italiani lo dimostra

  14. Ma gli omicidi in famiglia sono una costante diremmo quasi fisiologica del panorama omicida italiano (e non solo), al punto che la domanda non è “perché tanti omicidi domestici?” ma “perché si dà così tanta attenzione agli omicidi domestici?”

  15. La famiglia non è sempre il luogo dell’amore e della sicurezza, al punto che parliamo del “ruolo criminogeno della famiglia”, e addirittura si può affermare che la violenza in famiglia è “prescritta piuttosto che proscritta” ma si sente odore di tradimento quando si sa che qualcuno è stato colpito proprio nel luogo dove si aspettava riparo, che è stato oggetto di tanto odio là dove avrebbe dovuto esserci amore

  16. Dati EURES su omicidi in famiglia

  17. Vicende come quella di Pietro Maso e di Erika suggeriscono un altro motivo che potrebbe essere alla base dell’inquietudine sociale, ed è quello della – reale o apparente- normalità sociale e psicologica di taluni degli assassini familiari L’idea che “queste cose accadano agli altri”, a quelli diversi da noi, ai folli o in ambienti di tale miseria economica, culturale, sociale da rendere tutto possibile è un’idea che tranquillizza, che allontana da noi il pericolo. E ancora, quelle della follia o della deprivazione sono o paiono spiegazioni, e le spiegazioni quietano un po’ l’ansia

  18. “Va dunque vinta la tentazione che sia da presumere comunque un disturbo psichiatrico o una sua gravità in chi compie azioni così lontane dal buon senso comune, e dalla comune modalità di agire. E ciò significa superare una tendenza per cui un comportamento anomalo conferma ex post un'anomalia psichiatrica, asserendo che il delitto ne è un test diagnostico di assoluta certezza. Sempre maggiori sono oggi i casi di comportamenti 'folli' e persino mostruosi che si generano in personalità non inquadrabili in sindromi psichiatriche” Andreoli – consulente PM caso Maso

  19. Categorie di omicidio in famiglia All’interno dell’omicidio in famiglia è possibile distinguere due categorie: quella in cui l’aggressività viene espressa orizzontalmente che prevede l’uxoricidio fratricidio(peraltro categorie molto diverse tra loro) quella in cui l’aggressività si esprime in modo trans generazionale figlicidio parricidio/matricidio nonni che uccidono i nipoti nipoti che uccidono i nonni

  20. Parricidio L’uccisione del padre rappresenta dai tempi più antichi il reato in famiglia considerato più “grave”. In passato si sanciva l’autorità del padre e si santificava la famiglia, attribuendo la massima pena alla più grande inviolabilità. Tra il XVI e il XVII secolo era prevista la pena capitale per l’autore di tale reato. Nel c.p. emanato da Carlo Alberto nel 1859, l’art.531 stabiliva che” il condannato per parricidio sarà condotto al luogo del patibolo a piedi nudi e col capo coperto da velo nero”.

  21. Motivazioni “parricidio riparatore” in cui il padre è ucciso per aver fatto sì che fossero vilipesi i valori morali della famiglia Il “delitto liberatorio”, dove il padre viene ucciso in quanto ostacolo al raggiungimento o alla conservazione della felicità “Parricidio per liberarsi dal controllo familiare” “Parricidio per guadagno economico”

  22. Matricidio Il matricidio, cioè l’uccisione della madre agita da figlio/a, risulta il meno frequente fra gli omicidi dei familiari in quasi tutte le casistiche, e, cosiccome l’incesto madre/figlio, trova spesso radici psicopatologiche, tanto che Gillies lo definisce “il crimine schizofrenico”. Il caso storico più famoso è sicuramente quello commesso da Nerone nei confronti della madre Agrippina

  23. Genitoricidio Uccisione di entrambi i genitori per mano del figlio/a. Numerosi dono stati i casi di cronaca De Pasquali parla di 53 casi (1975 al 1995) Pietro Maso, Montecchio di Crosara (VR), aprile 1991

  24. Pietro Maso nella sua confessione ai Carabinieri “Nel novembre del 1990 mi è venuto in mente di condurre una vita brillante e quindi mi servivano molti soldi. Non volevo lavorare. Per avere questi soldi l’unica soluzione possibile era quella di avere subito l’eredità che mi spettava dai genitori qualora fossero morti. Mi sarebbe piaciuto di averla intera dovendo così essere costretto ad uccidere anche le mie sorelle”

  25. Parenticidio Uccisione dei genitori, eventuali fratelli o sorelle o altri parenti. Viene anche chiamata Strage Familiare e fa parte dei Mass Murder Ferdinando Carretta, Parma, agosto 1989 Doretta Graneris e Guido Baldini, Vercelli, 1975

  26. Fratricidio E’ compreso nella categoria in cui l’aggressività si esprime in maniera orizzontale e consiste nell’uccisione del fratello o della sorella per mano della persona posta sullo stesso livello generazionale. Esempio più “famoso” è sicuramente quello di Caino che uccide il fratello Abele, omicidio spinto dall’invidia e dalla gelosia

  27. Infanticidio Art.578 c.p. “Uccisione del neonato dopo il parto o del feto durante il parto, quando il fatto è determinato da condizioni di abbandono materiale e morale connesse al parto”

  28. Figlicidio OMICIDIO Art.575 c.p. Con applicazione delle norme aggravanti, nel caso in cui un genitore, e non solo la madre, uccida il figlio non più neonato oppure neonato ma in assenza delle predette condizioni spesso complesse da ricercare dal punto di vista legale

  29. Condizioni differenti e differente motivazione La più frequente motivazione al neonaticidio è quella di impedire l’inizio della vita ed è paragonabile psicologicamente ad un aborto tardivo verificatosi prima che il legame affettivo, derivante dalla convivenza con il figlio, si sia instaurato. La madre ha spesso sentimenti di estraneità o di ostilità nei confronti del neonato che può essere visto dalla stessa come “oggetto” o come una parte del suo corpo che necessita di tempo per essere investito di “istinto materno”. Differente dal punto di vista psicologico è il figlicidio in cui il bambino viene ucciso dopo che si è instauratoe consolidato quel rapporto affettivo ed emotivo, caratterizzato da sentimenti, convivenza e anche da contrasti, che caratterizzano il rapporto mamma-bambino.

  30. Uccisione dei nonni Lanza ricorda che nel 1988 in Italia vi sono stati 8.646 incidenti domestici con esito mortale, nel 75% dei quali la vittima contava più di 64 anni, e osserva: “tale cifra deve anche porre un piccolo problema criminologico, essendo ragionevole pensare che qualche riferito 'incidente mortale domestico’ sia invece frutto di un'azione criminosa di qualche familiare della vittima, in qualche modo poi protetto dagli altri membri del gruppo (...)”

  31. “Per suggerire un'immagine quantitativa del fenomeno stesso, basti pensare che se si ipotizzasse che solo il 5 per mille dei morti 'anziani' per incidente domestico debba l'inizio della catena causale che ha poi prodotto l'evento letale all'azione illecita di un familiare (una spinta, un tentativo di percosse o di lesioni etc.), il valore degli omicidi domestici aumenterebbe subito in valore assoluto di 40 unità all'anno”.

  32. L’omicidio volontario in Italia:dati EURES 2006

  33. 1.600 1.437 1.400 1.136 1.200 993 897 1.000 702 800 653 516 600 438 425 400 200 0 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90-94 95-99 00-04 Omicidi dolosi in Italia (1960-2004)medie quinquennali Dati EURES 2006

  34. Andamento degli omicidi in famiglia e incidenza sul totale Dati EURES 2006

  35. Omicidi di prossimità in Italia (2002-2004) Dati EURES 2006

  36. Ambito omicidio in Italia (2002-2004) Dati EURES 2006

  37. Geografia omicidio in famiglia Dati EURES 2006

  38. Omicidio in famiglia per regioni Dati EURES 2006

  39. Profilo vittima Dati EURES 2006

  40. Sesso autore Dati EURES 2006

  41. Età autore Dati EURES 2006

  42. Relazione vittima-autore Dati EURES 2006

  43. Vittime in base alla relazione con l’autore Dati EURES 2006

  44. Movente principale Dati EURES 2006

  45. Movente principale/convivenza autore-vittima Dati EURES 2006

  46. Arma utilizzata Dati EURES 2006

  47. Comportamento dopo il reato Dati EURES 2006

  48. L’omicidio a Milano e provincia dal 1990 al 2004 Merzagora, Haggiag, Pleutieri Hanno analizzato 830 omicidi volontari avvenuti a Milano e provincia dal 1990 al 2004 Scopo era quello di verificare l’andamento degli omicidi in famiglia in relazione agli omicidi in generale I dati si basano sulle informazioni degli organi di stampa e da quelle fornite dalle forze dell’ordine

  49. Andamento omicidiario(numeri assoluti) Andamento omicidiarioMilano e provincia 1990-2004(numeri assoluti)

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