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Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007-2012

Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007-2012. Impostazione, obiettivi e strategie. La governance. L’impostazione. I ruoli. Componenti sociali. Amministrazione provinciale. Tavolo di confronto permanente. Convenzioni tra Provincia e ATC. Coordinamento con i Parchi. La governance.

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Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007-2012

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Presentation Transcript


  1. Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2007-2012 Impostazione, obiettivi e strategie

  2. La governance L’impostazione I ruoli Componenti sociali Amministrazione provinciale Tavolo di confronto permanente Convenzioni tra Provincia e ATC Coordinamento con i Parchi

  3. La governance L’impostazione Fauna Territorio - Ungulati Piano di Sviluppo Rurale Densità obiettivo Risorse economiche Caccia Controllo Catture Aziende agricole Opportunità d’impresa - Piccola selvaggina stanziale Multifunzionalità Gestione ecocompatibile Miglioramenti ambientali Rapporto con i Parchi - Specie di interesse conservazionistico Coinvolgimento volontariato Promozione di progetti

  4. La governance L’impostazione La caccia e il rapporto con le diverse componenti sociali Filiera carne Turismo venatorio Danni alle colture Possibilità d’impresa per il mondo agricolo Introiti economici da fuori provincia Migliore gestione pratica ed economica del fenomeno Pari trattamento tra aziende Valorizzazione di un prodotto locale Valorizzazione del servizio locale Realizzazione di una Camera di Conciliazione Sicurezza sanitaria Istituzione del Comitato danni Valorizzazione del valore sociale della caccia

  5. I 10 principali obiettivi 1) Rispetto dei reciproci ruoli tra Provincia e ATC 2) Istituzione del Tavolo permanente di confronto 3) Migliore efficienza degli ATC 4) Reale partecipazione delle componenti dei Consigli Direttivi 5) Condivisione degli obiettivi di pianificazione anche con le Aree Protette 6) Aumento delle opportunità venatorie all’interno dell’ATC sperimentale 7) Regolamenti vari degli ATC il più omogenei possibile 8) Gestione attenta degli ungulati con il raggiungimento delle densità obiettivo 9) Valorizzazione dei CPRFS e degli allevamenti locali per la piccola selvaggina stanziale 10) Sperimentazione del modello di caccia ecocompatibile per la piccola selvaggina stanziale

  6. Strategie in ambito faunistico-venatorio La strategia Piccola selvaggina stanziale Sperimentazione del modello ecocompatibile Perimetrazione di distretti di gestione Individuazione di aree sperimentali ove avviare la gestione Percorso di formazione per i cacciatori Valorizzare i CPRFS e gli allevamenti locali Rivisitazione del sistema delle ZRC per valorizzarne la produttività Valorizzare economicamente una percentuale di catturato

  7. Strategie in ambito faunistico-venatorio La strategia Ungulati cervidi Monitoraggio esaustivo Raggiungimento delle densità obiettivo in tre anni Raggiungimento del 100% dei piani di abbattimento Riconoscimento del referente agricolo Cinghiale Contenimento numerico della specie Cacciabile nella forma della caccia di selezione a sud della via Emilia-Bazzanese Aree speciali a nord della linea rossa ove praticare caccia in girata Riconoscimento del referente agricolo di distretto e di parcella Scelta esclusiva del tipo di caccia collettiva da praticare

  8. Strategie in ambito faunistico-venatorio La strategia Specie di interesse conservazionistico Progettualità differenziate Lupo Continuazione monitoraggio Monitoraggio del randagismo canino Campagne di sensibilizzazione e informazione Banca dati dedicata sui danni e sulla prevenzione Avvio di monitoraggio attraverso radio-tracking Cicogna Incremento del nucleo riproduttivo Monitoraggio delle coppie nidificanti Rapaci Ricerche scientifiche finalizzate Misure dirette di tutela Miglioramento degli habitat Vigilanza finalizzata Attività divulgativa ed educativa

  9. Strategie in ambito faunistico-venatorio La strategia Specie oggetto di piani di controllo Cinghiale (mantenimento dell’attuale indirizzo) Ungulati cervidi (mantenimento dell’attuale indirizzo) Volpe (fino alle 24.00 e corsi di formazione) Nutria (miglioramento dell’organizzazione territoriale per gli interventi) Corvidi (mantenimento dell’attuale indirizzo) Storno (caccia in deroga/piano di controllo) Ittiofagi (caccia in deroga per il cormorano eattivazione di nuovo piano di controllo) Piccione (attivazione di nuovo piano di controllo) Istrice (attivazione di un nuovo piano di controllo) Silvilago (attivazione di un nuovo piano di controllo)

  10. Strategie nell’ambito degli Istituti di gestione La strategia Aree Protette Condivisione degli obiettivi di pianificazione provinciale Coinvolgimento nelle attività di censimento Interventi di riequilibrio faunistico anche all’interno dell’area protetta Oasi Istituzione dei Comitati di gestione Istituzione dell’Oasi di Gandazzolo e della Rondanina Rifugi Utilizzo appropriato di questo istituto Confronto con la componente agricola in caso di nuova istituzione

  11. Strategie nell’ambito degli Istituti di gestione La strategia Zone di Ripopolamento e Cattura Conferma del ruolo e verifica della produttività delle ZRC attuali Assenso anticipato del 60% dei conduttori dei fondi agricoli Convenzione tra Provincia e ATC per una valorizzazione economica della fauna prodotta e per la gestione generale Centri Privati di Riproduzione di Fauna Selvatica Viene destinato l’1,23% di SASP (4119 ha) alle nuove istituzioni Nel caso di trasformazione di ZRC in CPRFS potranno per un anno continuare le azioni di cattura degli ATC all’interno del centro: la quota prevista di catturato per la Provincia verrà rilasciata all’interno del centro medesimo Raggiungimento degli obiettivi di produzione entro 4 anni Nella aree sature nuovi CPRFS in corrispondenza di ZRC poco produttive

  12. Strategie nell’ambito degli Istituti di gestione La strategia Aziende Faunistico Venatorie 0,90% della SASP (3014 ha) a nuove istituzioni Domande possono essere presentate entro il 31 marzo di ogni anno Priorità ai soggetti che esercitano l’attività agricola (art.2135 CC) L’istituzione di nuove AFV dovrà avvenire prioritariamente al di fuori delle aree sature Lo 0,90% di SASP destinato all’istituzione di nuove Aziende Faunistico Venatorie si intende ripartito sostanzialmente in modo equo tra gli ATC

  13. Strategie nell’ambito dei danni, prevenzione e interventi ambientali La strategia Privilegiare ovunque possibile le misure di prevenzione Incentivare i miglioramenti ambientali finalizzati a una migliore distribuzione della fauna sul territorio Tendere a risarcire il 100% dei danni subiti a causa della fauna selvatica Adottare una metodologia che renda equo il trattamento tra le Aziende Agricole collocate nei diversi ambiti Istituzione della Camera di Conciliazione per risolvere i contenziosi Istituzione del comitato danni

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