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CeRSAA Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola

CeRSAA Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola. Introduzione.

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CeRSAA Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola

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Presentation Transcript


  1. CeRSAACentro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola

  2. Introduzione • Lo stage al CeRSAA, che è il centro regionale di sperimentazione e assistenza agricola, si eseguono diverse attività. Quest’ultime si possono svolgere sia nella serra dove si fanno rilievi sullo sviluppo e sulla crescita di varie piante, sia orticole sia ornamentali, per individuare eventuali muffe o malattie e sia nel laboratorio dove si svolgono isolamenti e analisi per individuare e studiare batteri e malattie genetiche. Il CeRSAA è il sostegno e l’aiuto nel processo tecnologico ed economico degli imprenditori agricoli, che possono promuovere i loro prodotti agricoli a livello regionale, nazionale e internazionale.

  3. LA SERRA

  4. Il rilievo luce • Il rilievo luce viene fatto con uno strumento chiamato fotoradiometro, utile a misurare l’intensità luminosa. • Nel CeRSAA è usato per rilevare le differenze d’intensità luminosa tra una serra con copertura fotovoltaica, una senza panelli fotovoltaici e a campo aperto. Ciò ci permette di capire se l’ombra del fotovoltaico influisce sulla crescita delle piante o meno. Il fotoradiometro è un sensore dove vengono collegate delle sonde. Per misurare l’intensità luminosa vi sono tre tipi diversi di sonde: • - PAR: sono le parti di radiazioni che servono per la fotosintesi; • - PHOT: sono radiazioni sotto forma di lux; - RAD: sono le radiazioni totali. Il rilievo luce viene fatto ogni ora dalle 8.00 alle 12.00 e poi si ricomincia alle 14.00 fino alle 16.00. Terminato il rilievo giornaliero si devono caricare tutti i dati su un foglio di Excel già preimpostato per formulare un grafico e confrontare i dati con quelli dei giorni precedenti.

  5. Le malattie • Sono molti gli agenti che causano le malattie delle piante. Per esempio i funghi provocano generalmente dei marciumi alle radici, al colletto, al fusto e alle foglie; altre volte possono causare pustole e macchie scure sia sulle foglie sia sui fiori. Particolare che accomuna tutti i funghi è la necessità di acqua per diffondersi. Un buon modo di procedere è quello di rispettare le condizioni ideali della pianta come una corretta annaffiatura, l’uso di un buon terriccio e una temperatura ideale. Le malattie provocate dai funghi arrecano gravissimi danni alle piante. Molte volte non è possibile recuperare la pianta. Un esempio può essere: • - La sclerotinia è una tipologia di fungo che causa il marciume nella base della pianta o nelle foglie. • - Il malbianco o oidio ha la caratteristica di produrre creare una polvere biancastra sui tessuti colpiti oppure di far arricciare le foglie. • - La muffa grigia provocata dal fungo Botrytis cinerea, che si manifesta generalmente attraverso la formazione di macchie brune che ricoprono le foglie o il fusto. • - Alternaria è un tipo di fungo che cresce su frutta e verdura in decomposizione e in ambienti umidi.

  6. Taratura sonde • E’ un rilievo della temperatura all’interno di ambienti diversi, tramite l’utilizzo di uno strumento chiamato RTD THERMOMETER dotato di una sonda che rileva ogni minima variazione. Questo rilievo viene fatto una volta l’anno.

  7. IL LABORATORIO

  8. isolamento • Per isolamento si intende isolare la parte malata di una pianta in modo da poter osservare i funghi che vi crescono e riconoscerli guardandoli al microscopio per vedere se sono dannosi oppure no. Il lavoro che dobbiamo fare va eseguito interamente sotto la cappa chimica dove c’è una situazione di sterilità data da un flusso d’aria continuo. Ad esempio prendiamo delle foglie di basilico con necrosi fogliare (hanno delle piccole macchie nere perché sono agli inizi). Isoliamo la macchia nera con un bisturi sterilizzato e la posizioniamo su un vetrino poi prendiamo minuscoli frammenti dai bordi della macchia e li posizioniamo in una capsula contenente un substrato (gelatina sulla quale si sviluppano funghi e batteri). Esistono molti tipi di substrato. I più famosi sono: • - PDA - substrato sul quale si sviluppano tutti i tipi di funghi in generale • - OO (Oomiceti) - specifico per i funghi oomiceti • - K (komada) - specifico per i fusarium • - NYDA - generale per i batteri • - ISCM – specifico per il batterio clavibacter • Noi utilizziamo il PDA perché non sappiamo ancora il tipo di fungo che andremo a trovare con l’aggiunta di antibiotico per impedire la proliferazione dei batteri. Mettiamo 5 micro pezzetti per capsula a forma di quadrato, chiudiamo le capsule, ci scriviamo sopra tutti i dati necessari e mettiamo le capsule nel termostato (a 25oC che è la temperatura adatta allo sviluppo di funghi e batteri). Dopo tre giorni sul substrato si sviluppano diverse colonie di funghi che potremo osservare e riconoscere grazie ad un microscopio. Se il lavoro non è stato eseguito correttamente e non si sono trovati funghi bisogna portare i campioni in laboratorio molecolare dove si farà l’estrazione del DNA.

  9. Estrazione DNA • L’estrazione del DNA avviene tramite la Polymerase Chain Reaction o più comunemente detta PCR. Essa consiste nell’amplificare all’infinito il DNA, mediante tre passaggi: • 1. Denaturazione del DNA • 2. Ibridizzazione o Annealing dei primers • 3. Estensione del DNA • Prima di ciò, bisogna procurarsi il DNA. Esso è ottenuto da una provetta tampone, portata dal cliente, che è in grado di mantenere in condizioni ottimali il DNA anche per molti giorni. Esso subirà delle variazioni tramite l’uso di una centrifuga, del vortex, di buffer e provette provviste di filtro. Tutto l’occorrente è presente in un kit che si trova in commercio. Dopo ciò si è pronti per la denaturazione, in cui si porta a 94° la temperatura del DNA, così da poterlo dividere in due filamenti distinti. A questo punto entrano in gioco i primer, dei filamenti di DNA, chiamati CMM5 e CMM6, rispettivamente senso e anti-senso. Quest’ultimi si legano ai filamenti denaturati di DNA, che viene sintetizzato. Il tutto avviene a una temperatura di circa 54°. La tappa successiva è l’estensione, in qui viene inserita la TAQ polimerasi in grado di duplicare il DNA all’infinito. Il composto ottenuto verrà messo in un termociclatore, per poi passare all’interno di un gel precedentemente preparato. Il DNA amplificato, potrà essere visto al computer per essere analizzato e confrontato.

  10. Le pesate • Tramite le pesate, è possibile misurare la giusta quantità di semi che devono essere seminati. Si hanno 9 pacchetti di semi numerati, trattati con fitofarmaci diversi, di cui uno non viene trattato. Ogni pacchetto viene diviso in 4 campioni, che hanno la stessa quantità di semi, e i quali verranno messi all’interno di falcon per essere seminati. Quando la pianta crescerà sarà possibile stabilire se un fitofarmaco funziona o meno.

  11. I test rapidi • I test rapidi permettono di verificare in breve tempo (2 minuti circa) se la pianta è affetta da un fungo, da un batterio, da un virus oppure se è sana. • Esistono due tipologie di test rapidi: • Flash Kit • Lateral Flow

  12. Flash kit • Vengono tagliate delle piccole zone dove potrebbe essere presente il fungo e vengono messe in una bustina, che presenta al suo interno una soluzione acquosa. Essa è divisa in due parti da una rete e il materiale viene posto solo da una parte. Si frammenta il contenuto. Il kit è rappresentato da una striscetta che viene inserita nella parte opposta a dove è stato posto il contenuto. Sulla striscia possono comparire due bande : - la prima del test - la seconda di controllo La banda di controllo di deve sempre evidenziare, mentre quella del test si evidenzia solo se la pianta è affetta dalla malattia.

  13. Lateral flow • Anche il Lateral Flow come il Flash Kit presenta una bustina divisa in due parti dove la parte solida di una pianta viene posta solo da una parte. Vengono prese due gocce del liquido che si viene a formare e vengono poste nella parte circolare. Sulla striscia possono comparire due linee: quella del test e quella di controllo.

  14. Calcolo pHe salinità • Il cliente invia tre sacchetti di terra con scritto il tipo di terra e cosa viene piantato dentro. Può essere portato sia in un vaso o in sacchetti. Bisogna ricordare però che si deve prendere una carota di terra da diversi tipi di terreno. • Il procedimento: • 1. Mettere 100 ml di ogni tipo di terra in ogni becker. • 2. Intanto riempire con 150 ml un altro becker di acqua distillata. • 3.Mettere l’acqua in ogni vasetto dove c’è la terra. • 4. Mettere la terra nell’agitatore (MOT 96) e lasciarlo per circa 15 minuti. • 5.Intanto mettiamo delle sonde dentro al becker con l’acqua distillata. Ogni sonda è collegata a due macchine così il risultato sarà più corretto e ci permetterà di stabilire se le macchine sono calibrate o meno. • 6. Si puliscono le sonde con acqua distillata e si fa lo stesso procedimento con la terra.

  15. Il vta • Che cosa è il VTA? • Il VTA (Visual Tree Assessment) prevede un’approfondita analisi visiva della pianta, allo scopo di individuare la presenza di eventuali anomalie (ferite, malformazioni, eccessiva inclinazione del fusto, funghi, ecc.) e di giudicare lo stato vegetativo della pianta. Se l’albero è in salute e non presenta difetti l’analisi è conclusa. Se il valutatore riscontra difetti allora si procede all’analisi strumentale.

  16. Il martello elettronico • Si basa sul principio che un’onda sonora che si propaga all’interno del tronco subisce un rallentamento in presenza di degradazione interna o cavità.

  17. Rilevatore di densità • Si tratta di una sorta di trapano dotato di una sonda molto sottile e di lunghezza variabile, che misura la resistenza opposta dal legno alla penetrazione. È lo strumento attualmente più utilizzato in tutto il mondo, dato che consente un’efficace individuazione delle carie.

  18. Profilo legno sano Profilo legno malato

  19. tomografo • Si tratta di uno strumento che sfrutta lo stesso principio del martello elettronico: dove la velocità del suono diminuisce vi è la presenza di un’alterazione o di una discontinuità. L’utilizzo di un numero variabile di trasduttori (mediamente 12) posti equidistanti lungo la circonferenza del tronco consente di ottenere un’immagine dell’intera sezione • (è una sorta di TAC degli alberi).

  20. Il monitoraggio degli alberi monumentali • Trasmissione a distanza dei dati acquisiti e possibile visualizzazione su sito Internet solo da parte dei professionisti. Questo monitoraggio continuo consente di conoscere qualsiasi anomalia accada alla pianta 24 ore su 24. Questo strumento permette: • •Misurazioni microclimatiche (Temperatura, Precipitazioni, Vento) • •Verticalità del fusto • •Stabilità delle branche • Questo tipo di controllo si effettua principalmente sulle piante millenarie e protette.

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