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INTERVISTA

INTERVISTA. “LO SAPEVATE CHE …” La parola a due anziani di provincia Di Frigo Nancy. BELFIORE (VR) Nonno Giovanni e nonna Gabriella, che differenze notate tra il tempo ai nostri giorni e quello che c’era una volta? Nonno: “Sono nato nel lontano 1924 e posso dire che in tutti questi anni

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  1. INTERVISTA “LO SAPEVATE CHE …” La parola a due anziani di provincia Di Frigo Nancy

  2. BELFIORE (VR) • Nonno Giovanni e nonna Gabriella, che differenze notate tra il tempo ai nostri giorni e quello che c’era una volta? Nonno: “Sono nato nel lontano 1924 e posso dire che in tutti questi anni ne ho viste parecchie di variazioni climatiche. Una delle più grandi differenze è che, mentre ora le stagioni sono un po’ sballate, una volta faceva tanto freddo d’inverno e tanto caldo d’estate. Una volta gli autunni erano molto più piovosi ed era peggio perché la fine di settembre era caratterizzata da alluvioni che coincidevano con il periodo del raccolto. Luglio e agosto erano spesso soggetti a continue tempeste, ed il fenomeno della siccità era un vero problema perché non c’erano tutti gli impianti d’irrigazione che esistono oggi.” Nonna: “Sono nata nel 1928 e non posso far altro che da r ragione a mio marito. Non c’erano mezze temperature e le stagioni arrivavano nel periodo giusto. Non c’erano fenomeni come cicloni e uragani, ma questo perché non esistevano mezzi di comunicazione come la tv e perciò si sapeva solo ciò che accadeva nella zona. Una volta l’Adige straripava, ma dagli anni ’20 non più perché costruirono gli argini.

  3. Ricordate qualche episodio particolare che ha visto come protagonista il tempo? Nonno: “Non molto, la memoria comincia ad ingannarmi. Di certo una volta c’era tanta più neve d’inverno in confronto ad ora. Ricordo che nel 1943 morì lo zio Attilio e che al momento della sepoltura ai primi di marzo, c’era ancora tutto il paese innevato.” Nonna: “Certamente. Mio papà mi raccontava sempre che nel 1929 c’è stato un inverno memorabile. Io ero troppo piccola per ricordare ma quell’inverno fu un disastro: sono morte tutte le vigne da tanto freddo che ci fu e per riscaldarci, portava me e i miei fratelli, nella stalla. Oppure l’autunno del 1953 è stato molto, forse troppo, piovoso. Io mi sono sposata il 24 ottobre di quell’anno ed è vero il detto “sposa bagnata, sposa fortunata”, ma il giorno dopo non siamo neppure riusciti ad andare in Chiesa a causa della troppa pioggia e lo stesso giorno un amico che stava vicino all’Adige trasferì qui tutto il suo bestiame perché questo dava segno di straripamento. Il raccolto fu compromesso in quanto a fine ottobre si doveva ancora tirar giù le mele e il frumento è stato seminato dopo novembre.”

  4. Mettendo a confronto la vostra vita e l’influenza climatica, state meglio ora o tornereste ai vecchi tempi? Nonno: “Magari potessi tornare ad una volta: mi mancava il pane ma avevo i denti buoni; ora invece non mi manca niente ma son senza denti.” Nonna: “Non vorrei più tornare indietro. Si sta senz’altro meglio adesso perché almeno c’è il riscaldamento, la luce e l’acqua calda. Una volta per scaldarci, alla notte, mettevamo la “monega” sotto le coperte, un pezzo di legno con una banda che conteneva le braci e, per scaldare le scarpe, scuotevamo al loro interno le braci. Direi che ora si sta senza dubbio molto meglio.”

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