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Prof. Giuseppe Bellantuono Introduzione all’Analisi economica del diritto. SGCE 19 gennaio 2006. Argomenti della lezione. La ricerca interdisciplinare Il ruolo del giurista Diritto e mercato Costi transattivi e federalismo Incentivi e diritto penale La razionalità limitata
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Prof. Giuseppe BellantuonoIntroduzione all’Analisi economica del diritto SGCE 19 gennaio 2006
Argomenti della lezione • La ricerca interdisciplinare • Il ruolo del giurista • Diritto e mercato • Costi transattivi e federalismo • Incentivi e diritto penale • La razionalità limitata • Efficienza ed equità
Diritto e … • L’Analisi economica del diritto (AED) è uno degli esempi più noti di ricerca interdisciplinare • In generale, questo tipo di ricerca può essere condotto con diversi livelli di integrazione fra le discipline utilizzate: • Tradizionali problemi giuridici possono essere affrontati utilizzando informazioni provenienti da altri campi • Domande e metodi di lavoro di due discipline possono essere fusi completamente e dar vita ad una nuova disciplina
L’integrazione fra studi giuridici e teoria economica • Secondo le iniziali ambizioni dei suoi fondatori, l’AED avrebbe dovuto sostituire completamente il tradizionale metodo giuridico • Tale risultato non si è realizzato né negli USA né altrove • Tuttavia, l’AED ha prodotto due cambiamenti significativi: • Un nuovo modo di affrontare problemi tradizionali • Un nuovo ruolo per il giurista
Il tradizionale metodo giuridico • La formazione universitaria e post-universitaria è orientata a sviluppare la capacità di analizzare testi giuridici, di interpretarne il significato, di utilizzare argomenti retorici per persuadere un organo decisionale • Si tratta, quindi, di acquisire le conoscenze necessarie per individuare in ciascun contesto i significati e gli argomenti che gli appartenenti alla disciplina considerano rilevanti e accettabili • Inoltre, gli studi giuridici hanno un inevitabile carattere prescrittivo, e cioè mirano ad influenzare l’evoluzione del diritto
L’approccio consequenzialista dell’AED • La principale differenza fra l’AED ed il tradizionale metodo giuridico è rintracciabile nell’attenzione che la prima rivolge agli effetti che ciascuna regola produce sui comportamenti dei suoi destinatari • Questa visione strumentale del diritto permette di modificare la prospettiva dalla quale si guarda ad un problema giuridico • Non si chiede se un determinato comportamento sia ammesso o vietato, se una determinata interpretazione sia coerente con il sistema di regole oppure no, ma se tale interpretazione consenta di raggiungere l’obiettivo desiderato
Il ruolo del giurista • Secondo l’approccio tradizionale, il giurista è un letterato che interpreta e manipola testi, ma non si preoccupa di (o non ha gli strumenti per) valutare l’impatto delle sue interpretazioni e proposte • Viceversa, l’AED chiede al giurista di assumere il ruolo di ‘ingegnere istituzionale’, e cioè di utilizzare gli strumenti della teoria economica per progettare istituzioni adeguate ai problemi da risolvere
Imperialismo dell’economia ? • La ricerca interdisciplinare non è un’invasione dall’esterno da parte di membri di altre discipline (non esistono economisti interessati a scrivere manuali giuridici !) • L’interdisciplinarietà è coltivata dagli appartenenti ad una disciplina per insoddisfazione verso i metodi tradizionali, per curiosità intellettuale, per differenziarsi dai colleghi, per conquistare potere accademico
L’identità degli studi giuridici • Il collegamento della formazione universitaria con le professioni giuridiche impedisce di trasformare completamente il metodo tradizionale: l’analisi di testi rimarrà una delle principali abilità del giurista • Tuttavia, è possibile che la ricerca interdisciplinare modifichi i confini degli studi giuridici, sollevi nuove domande o proponga nuove risposte a vecchi problemi
I problemi della ricerca interdisciplinare • Difficoltà di comprensione dei metodi di lavoro propri di altre discipline (ovviamente, la qualità della ricerca interdisciplinare non è necessariamente superiore a quella della ricerca monodisciplinare) • Possibili rimedi: nel lungo periodo riforma degli studi universitari, nel breve periodo collaborazione con studiosi di altre discipline • Isolamento dagli appartenenti alla disciplina che praticano il metodo tradizionale
L’AED in Italia • Esistono numerosi corsi universitari e dottorati in materia • È stata costituita la Società italiana di diritto ed economia (SIDE), che ha tenuto la sua prima riunione nel novembre 2005 a Siena • Esistono decine di pubblicazioni in italiano che applicano, richiamano o criticano l’AED, compresi vari manuali scritti da autori italiani
Possibili usi dell’AED • L’AED può essere impiegata per esplorare l’interazione tra funzionamento del mercato e istituzioni statali (es. se è più efficiente la proprietà pubblica o privata delle imprese) • Può anche essere utilizzata per studiare direttamente il funzionamento delle istituzioni (parlamenti, governi, giudici, ecc.) • È evidente, inoltre, che le due linee di indagine finiscono spesso per sovrapporsi (es. influenza della forma di governo sulle politiche economiche)
Giudici civili e AED • Impiego limitato (esplicito o implicito) degli argomenti giureconomici • I casi in cui tali argomenti sono impiegati si riferiscono a decisioni in cui il giudice rifiuta l’orientamento dominante oppure tratta materie nuove • Oltre al rafforzamento della formazione universitaria, un impiego più ampio dell’AED da parte dei giudici presuppone che gli studi in materia siano più facilmente fruibili, e cioè propongano applicazioni concrete dell’analisi economica al diritto italiano
Il riparto di competenze legislative fra Stato e Regioni • Nell’ultimo quinquennio la riforma dell’art. 117 Cost. ha prodotto centinaia di ricorsi alla Corte cost. • In che modo si definisce il contenuto delle materie di esclusiva competenza statale ? • Esistono competenze statali orizzontali, ad es. in materia di livelli essenziali delle prestazioni o di ambiente ? • Come si definiscono i principi fondamentali nella legislazione concorrente ? • Quale contenuto si deve assegnare al principio di sussidiarietà orizzontale e verticale (art. 118 Cost.) ?
L’approccio giureconomico al federalismo • In termini generali, il decentramento delle competenze legislative dovrebbe garantire un più elevato livello di soddisfazione delle preferenze dei cittadini, dal momento che garantisce una partecipazione più ampia ai processi decisionali • Tuttavia, quanto più avanzato è il processo di decentramento, tanto più è probabile che le decisioni prese a livello locale producano effetti esterni (spillovers) per le comunità vicine
Gli svantaggi del decentramento • Quando aumenta la probabilità che si verifichi un eccesso di effetti esterni negativi o una riduzione di effetti esterni positivi, si dovrebbe tornare a forme di governo centralizzate • Ma perché i diversi livelli di governo non cooperano? Se la cooperazione fosse sempre possibile, il numero di soggetti dotati di poteri legislativi sarebbe irrilevante • Sfortunatamente, esistono ostacoli alla cooperazione, chiamati costi transattivi
Costi transattivi e norme costituzionali • Il riparto di competenze dovrebbe garantire la riduzione dei costi transattivi che ostacolano la cooperazione fra livello statale e regionale • Occorre, quindi, definire le modalità di contrattazione: la scelta è fra regola di unanimità e regola di maggioranza • La prima funziona solo con un basso numero di partecipanti • La seconda permette di estendere il decentramento, ma la maggioranza potrebbe abusare del suo potere
Federalismo e teoria economica del comportamento • Secondo il metodo giuridico tradizionale, la ripartizione di competenze legislative deve essere compiuta sulla base di principi generali come l’unitarietà dell’ordinamento o l’eguaglianza di trattamento • Viceversa, l’AED propone di esaminare il prevedibile comportamento degli attori istituzionali e di decidere su questa base il giusto equilibrio fra centralizzazione e decentramento
Diritto penale e deterrenza • Secondo l’AED la funzione del diritto penale è di scoraggiare comportamenti che non possono essere evitati con altri tipi di sanzioni • L’effetto deterrente dipende da due fattori: • Probabilità che il reato sia punito • Entità della pena
L’interazione fra probabilità ed entità della pena • In generale, un aumento percentuale della probabilità di essere puniti produce il medesimo effetto deterrente di un identico incremento percentuale della sanzione • Da tale considerazione deriva che la soluzione ottimale dovrebbe essere una bassa probabilità (perché consente di risparmiare le risorse necessarie per individuare e punire i rei) e sanzioni molto elevate • Inoltre, sanzioni più elevate sono necessarie quando sono elevati i benefici per il reo o i danni per la vittima
Critiche all’Analisi economica del diritto penale • Perché le norme penali svolgano una funzione deterrente, è necessaria la contemporanea presenza delle seguenti tre condizioni: • Il reo conosce i divieti penali e le conseguenze della loro violazione • È in grado di utilizzare tale conoscenza nel momento in cui decide di agire • Il reo percepisce di solito che le sue azioni avranno costi superiori ai benefici
Il diritto penale non esercita alcuna influenza sulle condotte criminose ? • Numerosi studi statistici e di psicologia cognitiva indicano che le condizioni necessarie perché si verifichi l’effetto deterrente si realizzano solo in casi piuttosto rari • Ma allora a chi si rivolgono le norme del codice penale ? • Possiamo rovesciare la conclusione dell’AED e ritenere che la probabilità della punizione è molto più importante dell’entità della sanzione ? (Ma attenzione a distinguere la deterrenza dall’effetto incapacitante della carcerazione)
Sanzioni più severe per i recidivi ? • Nella prospettiva della deterrenza, applicare una sanzione più severa ad un recidivo serve a disincentivare coloro che non sarebbero scoraggiati dalle normali sanzioni • Un’altra ragione è di tipo informativo: è probabile che i recidivi abbiano una maggiore pericolosità sociale e, pertanto, siano necessarie sanzioni più severe • Tuttavia, proprio per i recidivi, spesso criminali ‘in carriera’, mancano le condizioni necessarie per una effettiva deterrenza
Razionalità perfetta e razionalità limitata • Il problema degli effetti deterrenti delle regole penali è un esempio di un dibattito più ampio sulle teorie economiche del comportamento • La teoria della razionalità perfetta ha il vantaggio di offrire precise indicazioni sui comportamenti dei destinatari delle regole • Tuttavia, un’ampia mole di dati dimostra che le teorie della razionalità limitata rappresentano una descrizione più realistica dei comportamenti individuali
Come le istituzioni giuridiche influenzano i comportamenti • Le teorie della razionalità limitata ci dicono che stabilire sanzioni o premi non è sufficiente per garantire l’osservanza delle regole • È necessario, invece, che le regole influenzino le convinzioni individuali, che offrono la motivazione per osservare le regole • Se la maggior parte dei membri di una società è convinta che una determinata regola sarà osservata, deciderà di seguirla perché rappresenta la strategia migliore in un determinato contesto di interazione sociale
Istituzioni e comportamenti: sintesi Organizzazioni (es. giudici, polizia stradale) Regole statali o non statali Convinzioni (beliefs) Regolarità di comportamento
Regole giuridiche e giustizia distributiva • Il prezzo di alcuni beni essenziali (es. acqua, elettricità) per gli utenti residenziali dovrebbe essere inferiore al costo necessario per fornirli ? • Le locazioni abitative dovrebbero avere un canone controllato ? • I lavoratori dipendenti dovrebbero avere un salario minimo ? • I consumatori devono disporre di regole contrattuali più favorevoli ? • Le vittime di alcuni reati e illeciti civili devono ottenere risarcimenti più generosi ?
Il trade-off tra efficienza ed equità • La maggior parte delle regole giuridiche hanno effetti distributivi, e cioè creano vantaggi per alcune categorie di soggetti • Si tratta, però, di capire qual è l’entità di tali effetti distributivi, quali categorie di soggetti sono coinvolti, quali conseguenze derivano dall’adozione di una regola con esplicite finalità distributive • In termini generali, accade spesso che una regola con finalità distributive entri in conflitto con l’obiettivo dell’efficienza
Efficienza ed equità: rappresentazione grafica X (Maximin egalitario) A povero Y (massima ricchezza utilitarista) Z Distribuzione egalitaria ma inefficiente B ricco
Politiche ridistributive: differenze fra USA e Europa • Negli USA le politiche di ridistribuzione coinvolgono una quantità di risorse nettamente inferiore rispetto all’Europa • Tale differenza è il frutto di alcune caratteristiche istituzionali (es. sistema elettorale, ruolo della Corte suprema) e demografiche (eterogeneità della popolazione) che hanno impedito l’affermazione di movimenti politici favorevoli alle politiche ridistributive • Nello stesso tempo, le caratteristiche istituzionali e demografiche hanno determinato la diffusione di opinioni contrarie a politiche ridistributive
Giustizia distributiva: due differenti modelli occidentali ? • Si potrebbe ritenere che, laddove lo Stato non attua politiche ridistributive, le regole giuridiche possano svolgere una funzione di supplenza (es. generosi risarcimenti concessi alle vittime nel sistema americano) • Nello stesso tempo, però, potrebbe valere l’argomento contrario: laddove esiste uno Stato sociale, le regole giuridiche dovrebbero essere orientate principalmente all’obiettivo dell’efficienza