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La divisione del lavoro

Lezioni dal caso Ceramics Inc. Ogni attività umana organizzata fa nascere due esigenze fondamentali: 1. la divisione del lavoro 2. il coordinamento. La divisione del lavoro. specializzazione

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La divisione del lavoro

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Presentation Transcript


  1. Lezioni dal caso Ceramics Inc. Ogni attività umana organizzata fa nascere due esigenze fondamentali: 1. la divisione del lavoro 2. il coordinamento La divisione del lavoro specializzazione nasce dall’esigenza di dividere le attività lavorative che non possono essere svolte da un solo lavoratore o che non è conveniente affidare ad un unico soggetto. Coordinamento

  2. Alle origini del problema organizzativo Ho veduto una piccola fabbrica di questa manifattura, ove erano impiegati solo dieci uomini, ciascuno dei quali eseguiva due o tre operazioni. In un giorno questi 10 uomini erano in grado di fabbricare 48.000 spilli, ovvero 4.800 a testa. Se essi avessero lavorato separatamente e indipendentemente l’uno dall’altro, e senza che alcuno di loro fosse stato educato ad una speciale operazione, ciascuno di loro non avrebbe potuto compiere 20 spilli, e forse neanche uno in un giorno. A.Smith, La ricchezza delle nazioni, 1776

  3. Vantaggi associati alla divisione del lavoro • Economie di specializzazione • Economie di apprendimento • Economie di scala produttive

  4. Il problema del coordinamento La divisione del lavoro Attività specializzate interdipendenze Coordinamento Azione organizzativa volta a finalizzare verso un comune obiettivo gli sforzi degli attori o delle unità organizzative. Contributo di Mintzberg

  5. L’interdipendenza Scambio o condivisione di risorse materiali e di informazioni tra gli attori all’interno delle unità organizzative o tra unità organizzative al fine di realizzare le attività operative

  6. Interdipendenza generica Tutti gli attori e le unità organizzative contribuiscono con la propria attività al fine comune dell’organizzazione, ciascuna in modo indipendente e quindi senza che vi siano relazioni di scambio o condivisione dirette Es. rete di agenzie immobiliari

  7. Interdipendenza sequenziale Quando un’attività, o il suo risultato, è condizione (input) per lo svolgimento successivo dell’attività di un’altra unità, che può iniziare quindi solo quando l’attività a “monte” sia stata completata.

  8. Interdipendenza reciproca Quando gli output di ogni unità diventano input per le altre. Relazioni caratterizzate: • complessità informativa • elevato fabbisogno di comunicazione

  9. Coordinamento Attraverso feedback Attraverso standardizzazione Mutuo adattamento Supervisione diretta Standardizzazione del processo Standardizzazione dell’output Standardizzazione delle conoscenze La colla che tiene unita un’organizzazione

  10. Il coordinamento attraverso feedback: mutuo adattamento o adattamento reciproco Scambio diretto di informazioni e conoscenze tra attori che operano allo stesso livello gerarchico • Decentramento decisionale verso il basso (risparmio di “energia direzionale”) • Il controllo del lavoro rimane nelle mani di coloro che lo eseguono • Velocità nella risposta

  11. Il coordinamentoattraverso feedback: La supervisione diretta Comporta l’intervento di una figura gerarchica nel seguire, controllare e coordinare il lavoro di altri Un cervello coordina molte mani Condizioni di efficacia: • Autorità formale • Conoscenze ed informazioni necessarie per decidere

  12. Ma quando le imprese assumono dimensioni e complessità maggiori il coordinamento attraverso il feedback dev’essere affiancato da una seconda modalità: la standardizzazione Il coordinamento viene raggiunto sul “tavolo da disegno”; opera a preventivo Riduce la variabilità Riduce i costi di coordinamento • standardizzazione dei processi di lavoro • standardizzazione degli output • standardizzazione delle conoscenze

  13. La standardizzazione dei processi di lavoro • Riguarda i processi di lavoro (il come) che debbono essere seguiti dalle persone che svolgono attività interdipendenti • Consiste in: norme e procedure standard, regolamenti, programmi d’azione • Condizioni di inefficacia • Elevata incertezza • Elevata variabilità del processo • In presenza di interdipendenza reciproca

  14. Imeccanismi di coordinamentoLa standardizzazione degli output • specifica le caratteristiche del risultato (non come ma che cosa): es. raggiungimento di determinati obiettivi sia in termini quantitativi che qualitativi  Si rinuncia a indicare quali sono le regole da seguire, lasciando autonomia agli attori

  15. La standardizzazione delle capacità e conoscenze • Definisce il set minimo di informazioni e conoscenze che gli attori coinvolti nella relazione devono pos-sedere per raggiungere la prestazione richiesta Condizioni di efficacia: forte complessità e variabilità sia del processo operativo che delle caratteristiche dei risultati attesi

  16. Scelta dei meccanismi di coordinamento Adattamento reciproco Standardizzazione delle capacità Standardizzazione degli output Standardizzazione dei processi Supervisione diretta Adattamento reciproco complessità

  17. In questa lezione abbiamo studiato che: • Il problema organizzativo nasce per effetto della crescita dimensionale dell’impresa (divisione del lavoro) • Ma la divisione crea delle interdipendenze • Le quali devono essere governate tramite opportuni meccanismi di coordinamento • Tali meccanismi sono molteplici e la loro efficacia varia in funzione delle caratteristiche del contesto • L’utilizzo di modalità non adatte è fonte di crisi del coordinamento e di inefficacia organizzativa

  18. Materiale didattico • Costa, Gubitta, Organizzazione aziendale, cap. 1; cap. 5 (paragrafi 5.1, 5.2, 5.3, 5.4)

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