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Andrea Brugnoli Sara Fantuzzi Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare

AiFOS Fiere di Parma - Cibus Tec

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Andrea Brugnoli Sara Fantuzzi Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare

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Presentation Transcript


  1. AiFOS Fiere di Parma - Cibus Tec Convegno: A pochi anni dall’introduzione nel sistema alimentare dell’obbligo formativo riguardante il sistema di igiene ed autocontrollo; valutazioni sulle carenze e sui punti forti delle diverse normative regionali Parma 20 ottobre 2007 MAPPE DI RISCHIO INFORTUNISTICO NEI SISTEMI AGROALIMENTARIIndividuazione dei principali fattori di rischio prendendo come modello di analisi la realtà dell’Emilia Romagna Andrea Brugnoli Sara Fantuzzi Dipartimento di Protezione e Valorizzazione Agroalimentare (Sezione Economia) Università di Bologna

  2. Introduzione • Lo studio è parte integrante di una ricerca finanziata dall’ISPESL tesa ad analizzare il rischio occupazionale nei distretti agroalimentari di alcune regioni italiane. In questa sede saranno illustrati i risultati riguardanti l’EmiliaRomagna. • Il periodo di riferimento per gli infortuni sul lavoro (di fonte INAIL) è il triennio 2001-2003 e per i dati relativi al settore agroalimentare (di fonte ISTAT - censimenti dell’Industria e della Popolazione) il 2001. CIBUS TEC 2007

  3. Premessa • Il miglioramento delle condizioni di lavoro rientra tra gli obiettivi di sostenibilità previsti dalle strategie UE per lo sviluppo nell’economia della conoscenza (strategia di Lisbona). • Nelle piccole imprese manifatturiere vengono adottate diverse combinazioni delle principali tipologie di conoscenza (codificata e tacita) in funzione delle esigenze produttive. • I Sistemi Produttivi Locali (S.P.L.) generano in particolare conoscenze tacite che si diffondono capillarmente nelle aree contigue instaurando un circolo virtuoso per lo sviluppo economico. • Esistono mercati locali della conoscenza ovvero territori con un patrimonio comunedi “saperi” che ne rappresentaun fattore competitivo. CIBUS TEC 2007

  4. Obiettivi principali della ricerca • Individuare “sistemi agroalimentari territoriali” intesi come aree omogenee rispetto alle caratteristiche strutturali delle imprese agroindustriali e dei loro addetti. • Analizzare ilfenomeno infortunistico in chiave “distrettuale” fornendo una base per disegnare mappe di rischio occupazionale che possono rappresentare un utile strumento di prevenzione. • Verificare se il mix di competenze create nei S.P.L. (per l’azione congiunta di imprese, lavoratori e istituzioni) include la cultura della sicurezza del lavoro. CIBUS TEC 2007

  5. Metodologia adottata • Per l’individuazione dei sistemi territoriali si è fatto ricorso all’analisi statistica multivariata. • Elaborazione, a livello comunale, di un data set di indicatori statistici su cui è stata condotta un’analisi delle componenti principali. • Individuazione di gruppi omogenei di comuni (sistemi agroalimentari locali) mediate cluster analysisa partire dalle componenti principali estratte. • Apprezzamento quantitativo del fenomeno infortunistico attraverso appositi indici di incidenza (infortuni/addetti) e di frequenza (infortuni/ore lavorate). • Ricerca dei fattori strutturali di rischio nell’industria alimentare tramite l’analisi di regressione multipla con metodo stepwise. CIBUS TEC 2007

  6. Sistemi agroalimentari territoriali • Quadro normativo • La definizione di distretto industriale delineata dalla Legge n. 317 del 1991 è stata revisionata in seguito a critiche facendola rientrare nel più ampio concetto di S.P.L. (legge n. 140 del 1999) • “contesto produttivo omogeneo, caratterizzato da una elevata concentrazione di imprese, prevalentemente di piccole e medie dimensioni e da una peculiare organizzazione interna”. • Modello di analisi distrettuale nel settore agroalimentare: • in ambito nazionale il D. Lgs 228/01 (orientamento e modernizzazione del settore agricolo) ha istituito i distretti: • - agroalimentari di qualitàS.P.L. caratterizzati da significativa presenza economica e da interdipendenza produttiva delle imprese agricole e agroalimentari nonché da una o più produzioni certificate o tutelate oppure da produzioni tipiche; • - ruraliS.P.L. caratterizzati da identità storica e territoriale omogenea derivante dall’integrazione tra agricoltura e altre attività locali, nonché dalla produzione di beni o servizi coerenti con le tradizioni e le vocazioni naturali CIBUS TEC 2007

  7. Individuazione dei Sistemi Agroalimentari Locali (S.A.L) • Gli indicatori utilizzati per delineare il profilo dei diversi sistemi produttivi locali fanno riferimento prevalentemente alle variabili rilevate con il Censimento dell’Industria: forma giuridica, dimensione (in termini di addetti), struttura dell’occupazione e settore di attività economica (classificazione ATECO). • ipotesi alla base del modello: in un’economia basata sulla conoscenza esiste un nuovo ruolo per i sistemi di piccole imprese dotati di competenza specifica per gestire i “sapere” al fine di creare reti e/o filiere (con ricadute positive sull’innovazione di processi, di prodotto e di servizi. • Nella presente ricerca è stata tracciata una mappatura del territorio per individuare le aree di concentrazione di imprese agroalimentari (con riferimento ai soli ingredienti materiali). Le zone individuate includono, pertanto anche i cosiddetti “poli di sviluppo trainati da grandi imprese”. CIBUS TEC 2007

  8. Distribuzione delle imprese e relativi addetti dell’industria alimentare per settore di attività - 2001 CIBUS TEC 2007

  9. Distribuzione degli addetti all’industria alimentare per comparto produttivo - 2001 CIBUS TEC 2007

  10. Valore Aggiunto ai prezzi correnti di base e Unità di Lavoro – media 2001/03 CIBUS TEC 2007

  11. Media aritmetica di addetti per UL nell’industria alimentare - 2001 CIBUS TEC 2007

  12. Media entropica di addetti per ULnell’industria alimentare - 2001 CIBUS TEC 2007

  13. Indice di Theil relativo per la concentrazione delle UL - 2001 CIBUS TEC 2007

  14. Infortuni definiti con indennizzo per tipo di conseguenza nell’industria alimentare CIBUS TEC 2007

  15. Frequenze d'infortunio nell'industria alimentare per tipo di conseguenza - media 2001/03Numeri Indice (e posizione nella graduatoria regionale decrescente) CIBUS TEC 2007

  16. Incidenza infortunistica per tipo di lavoratore nell’industria alimentare – media 2001/03 - Italia CIBUS TEC 2007

  17. Frequenza d’infortunio per classe di addetti nelle imprese non artigiane dell’industria alimentare - media 2002/03 - Italia CIBUS TEC 2007

  18. Criteri per la selezione dei comuni distrettuali • Coefficiente di localizzazione • quota di addetti dell’industria agroalimentare sul totale degli addetti del territorio. Esso deve superare di almeno il 30% l’analogo indice nazionale. • Densità di unità locali sulla popolazione • rapporto tra le unità locali dell’industria alimentare e delle coltivazioni agricole e la popolazione residente. In questo caso il rapporto deve superare l’equivalente rapporto nazionale. Restano nei sistemi agroalimentari 167 comuni che includono il 55,8% (4.146) delle UL e il 71,1% (49.072) degli addetti del settore Emilia Romagna Coeff_Localizz/Italia >1,3 Dens_UL_pop > 14 (media Italia)  CIBUS TEC 2007

  19. Indicatori statistici comunali utilizzati nell’Analisi delle Componenti Principali Forma giuridica % UL società capitali / UL DA % UL società di persone / UL DA % UL società cooperative / UL società % Addetti società cooperative / Addetti società Settore di attività economica UL 011 sul totale UL (DA+011) Addetti 1511 / Addetti (DA+011) Addetti 1512 / Addetti (DA+011) Addetti 1513 / Addetti (DA+011) Addetti 153 / Addetti (DA+011) Addetti 15411/ Addetti (DA+011) Addetti 154 (NO frantoi) / Addetti (DA+011) UL 15512 / UL (DA+011) Addetti 156 sul totale Addetti (DA+011) Addetti 157 sul totale Addetti (DA+011) Addetti 158 (NO panetterie) / Addetti (DA+011) Addetti 1593 sul totale Addetti (DA+011) Addetti 159 (NO vino) / Addetti (DA+011) Addetti 160 / Addetti (DA+011) Struttura dell’occupazione % Autonomi / Totale addetti % Addetti esterni / Totale dipendenti %Addetti maschi / Totale addetti Dimensione (in termini di addetti) Media di addetti per UL % Addetti alle micro-UL (0-2 addetti) % Addetti alle macro-UL (50 o più addetti) Densità, localizzazione e zona altimetrica Densità di UL / popolazione Densità della popolazione Coefficiente Localizzazione addetti (DA+011) su base Italia Altimetria (% superficie superiore a 600m) CIBUS TEC 2007

  20. Mappa dei sistemi agroalimentari locali CIBUS TEC 2007

  21. Graduatoria dei sistemi locali per classe di rischio infortunistico CIBUS TEC 2007

  22. Distribuzione dei sistemi agroalimentari locali per classi di rischio infortunistico totale CIBUS TEC 2007

  23. Distribuzione dei sistemi agroalimentari locali per classi di rischio di infortunio grave CIBUS TEC 2007

  24. Indici di Incidenza infortunistica per sistema agroalimentare locale dell’Emilia Romagna (Numeri indice : ER=100) CIBUS TEC 2007

  25. Incidenza infortunistica totale per comparto produttivo: confronto tra SAL di riferimento e altri comuni ** il SAL è stato suddiviso a posteriori in due gruppi di comuni per tipologia di prodotto trattato, il primo è riferito all'industria conserviera di Parma e Piacenza e il secondo alla produzione di frutta più diffusa in Romagna CIBUS TEC 2007

  26. Incidenza infortunistica grave per comparto produttivo: confronto tra SAL di riferimento e altri comuni ** il SAL è stato suddiviso a posteriori in due gruppi di comuni per tipologia di prodotto trattato, il primo è riferito all'industria conserviera di Parma e Piacenza e il secondo alla produzione di frutta più diffusa in Romagna CIBUS TEC 2007

  27. Modello di regressione stepwise per l’indice di incidenza sui 167 comuni distrettuali Infortuni totali Modello lineare Modello doppio logaritmico Infortuni gravi Modello doppio logaritmico CIBUS TEC 2007

  28. Variabili ESAW - Deviazione CIBUS TEC 2007

  29. Variabili ESAW - Agente materiale per Deviazione CIBUS TEC 2007

  30. Variabili ESAW - Agente materiale associato ad Attività Fisica Specifica, Deviazione e Contatto CIBUS TEC 2007

  31. Considerazioni di sintesi 1 • La distribuzione territoriale degli eventi lesivi evidenzia una elevata variabilità che rispecchia le caratteristiche strutturali delle imprese e dell’occupazionenonché gli assetti organizzativi delle filiere agroalimentari. • L'affermazione del territorio come importante dimensione del vantaggio competitivo ha conferito anche ai una valenza strategica come strumenti di governancelocale. • I S.P.L. forniscono un'interessante chiave di lettura anche per il fenomenoinfortunistico. CIBUS TEC 2007

  32. Considerazioni di sintesi 2 • Le mappe di rischio possono essere utilizzate per impostare piani mirati di prevenzione che tengano in considerazione le mutevoli situazioni operative ed organizzative delle diverse aree "distrettuali". • In un'economia globalizzata il fattore "conoscenza" assume un ruolo trainante per fronteggiare un quadro competitivo che ci penalizza sul versante dei costi di produzione ciò richiede investimenti per la formazione e/o perl’innovazione non solo di processo ma anche di prodotto e di servizi. • I S.P.L., attraverso le relazioni che vengono ad instaurarsi tra imprese, istituzioni e lavoratori,sono in grado di migliorare le proprie basi conoscitive integrando diverse forme di apprendimento (di tipo esperienziale e da interazione). CIBUS TEC 2007

  33. Considerazioni di sintesi 3 • Nella generazione di conoscenza sono efficaci quei processi di co-evoluzione (tra imprese e territorio) in cui vi è un coinvolgimento delle istituzioninella definizione di programma di sviluppo. Nei S.P.L. agiscono fattori che favoriscono la diffusione di conoscenze “tacite” considerate utili anche ai fini della prevenzione degli infortuni sul lavoro. • L'ipotesi sottoposta a verifica è quella che i S.A.L.possano rappresentare uno spazio privilegiato per valorizzare determinate competenze tra cui quelle concernenti la sicurezza sul lavoro. • Nella realtà emiliano-romagnola a spiccata vocazionalità manifatturiera, l'ipotesi “distrettuale” risulta verificata dalle risultanze empiriche e si traduce in un più contenuto rischio per i lavoratori occupati nei S.A.L. . CIBUS TEC 2007

  34. Considerazioni di sintesi 4 • Dalle variabili ESAW si evince che: tra gli Agenti Materiali di infortunio più frequenti dell’industria alimentare non appaiono Macchineed attrezzature. Molti infortuni avvengono per carenze di tipo comportamentale e/o organizzativo (e non per condizioni pericolose). Questi sono evitabili con una corretta organizzazione del lavoro importanza di una formazione mirata alla riduzione dei comportamenti pericolosi. • La sicurezza sul lavoro deve diventare parte integrante della gestioneaziendale anche nelle piccole imprese che non possono adottare S.G.S.L. • Nel settore alimentare si deve altresì considerare la possibilità di un’integrazione tecnico-operativa tra sistema HACCP e sicurezza dei lavoratori. CIBUS TEC 2007

  35. Considerazioni finali • Responsabilità sociale delle imprese (RSI): Strumento per diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro. • La RSI è un fattore di sviluppo, che sta divenendo una priorità sempre più pressante per le aziende. La salute e la sicurezza sul lavoro sono una componente essenziale dellaRSI e ciò significa che gli esperti di SSL devono essere consapevoli delle opportunità e delle sfide che si schiudono dianzi a loro (OSHA). • Anche la recente legge sulla sicurezza del lavoro (n. 123/2007) contiene novità nel campo della RSI. L’art. 1 delega il governo ad emanare un decreto legislativo che preveda la “valorizzazione…, di accordi aziendali, territoriali e nazionali, nonché, su base volontaria, dei codici di condotta ed etici e delle buone prassi che orientino i comportamenti dei datori di lavoro, anche secondo i principi della responsabilità sociale …, ai fini del miglioramento dei livelli di tutela”. CIBUS TEC 2007

  36. Grazie per l’attenzione CIBUS TEC 2007

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