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Elementi di calcolo delle probabilità

Elementi di calcolo delle probabilità.

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Elementi di calcolo delle probabilità

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Presentation Transcript


  1. Elementi di calcolo delle probabilità

  2. La parte della matematica che studia gli avvenimenti legati al caso, al fine di stabilire quale possibilità di verificarsi hanno tali avvenimenti, prende il nome di CALCOLO DELLE PROBABILITA’ Comescienza autonoma ilC.d.P. nacque nel ‘600 per merito di Blaise Pascal, che iniziò ad occuparsi di alcune questioni connesse al gioco d’azzardo; in seguito si occuparono di questo settore, studiosi come FERMAT, NEWTON, LEIBNITZ e LAPLACE

  3. Gli avvenimenti che hanno risultato incerto, perché sono legati al caso, si dicono AVVENIMENTI CASUALI o ALEATORIOgni possibile risultato di un avvenimento casuale si dice EVENTO SEMPLICE o ELEMENTARE

  4. Tutti gli eventi semplici che possono verificarsi come risultato di un avvenimento casuale, si dicono CASI POSSIBILI dell’avvenimento casualeSe tutti i casi possibili hanno la stessa possibilità di verificarsi si dicono UGUALMENTE PROBABILISe si considera uno degli eventi semplici di un avvenimento casuale, fra tutti i casi possibili, quelli che verificano l’evento considerato, si diconoCASI FAVOREVOLI

  5. DEFINIZIONE CLASSICA di PROBABILITA’In un avvenimento casuale la probabilitàp(E) di un evento semplice E è il rapporto fra il numero dei casi favorevoli all’evento E e il numero di casi possibili, purchè siano tutti egualmente possibilip(E)=numero casi favorevoli/numero casi possibili

  6. Se un evento si verifica sempre, si dice CERTOe la sua probabilità vale 1Se un evento non si verifica mai, si dice IMPOSSIBILEe la sua probabilità vale 0La probabilità di un evento quindi è sempre un numero compreso fra 0 ed 1La probabilità può anche essere espressa in formapercentuale moltiplicando per 100 il suo valore numerico

  7. Dato un evento E di un avvenimento casuale, si dice evento contrario di E l’evento che si verifica quando non si verifica ESe si indica con U l’insieme dei casi possibili e con A l’insieme dei casi favorevoli a un evento E, l’insieme dei casi favorevoli all’evento contrarioè il complementare di A rispetto ad U. U A C(A)

  8. Un evento che è unione o intersezione di due eventi semplici E1 e E2 si dice EVENTO COMPOSTOE1= esce un assoE2= esce una figuraE1 E2=esce un asso o una figuraE1 E2=esce un asso e una figura

  9. Due eventi semplici di uno stesso avvenimento casuale si dicono fra loro INCOMPATIBILI se, nella stessa prova, il verificarsi di uno di essi esclude il verificarsi dell’altroAd esempio, nel lancio di un dado, gli eventi semplici :E1=“esce 5”E2=“esce un numero minore di 3”sono fra loro incompatibiliDue eventi semplici si dicono COMPATIBILI se il verificarsi dell’uno non esclude il verificarsi dell’altroNe caso dell’estrazione di una carta da un mazzo i due eventi:E1=“esce una carta di cuori”E2=“esce una figura”

  10. PROBABILITA’ TOTALE DI UN EVENTO UNIONE DI DUE EVENTI INCOMPATIBILIp(E1UE2)=p(E1)+p(E2) PROBABILITA’ TOTALE DI UN EVENTO UNIONE DI DUE EVENTI COMPATIBILI p(E1UE2)=p(E1)+p(E2)-p(E1 E2)

  11. Dati due eventi E1ed E2, se il verificarsi dell’uno non incide sulla possibilità che si verifichi l’altro, i due eventi si dicono INDIPENDENTISe il verificarsi di E1 influisce sul verificarsi di E2 i due eventi si dicono DIPENDENTI

  12. PROBABILITA’ COMPOSTA DI UN EVENTO INTERSEZIONE DI DUE EVENTI INDIPENDENTIp(E1E2)=p(E1)·p(E2)PROBABILITA’ COMPOSTA DI UN EVENTO INTERSEZIONE DI DUE EVENTI DIPENDENTIp(E1 E2)=p(E1)·p(E2|E1)dove p(E2\E1)prende il nome di probabilità condizionata di E2 rispetto ad E1 e rappresenta la probabilità che si verifichi E2 dopo che si è verificatoE1

  13. Eventi Eventi incompatibili Eventi compatibili Eventi indipendenti Eventi dipendenti

  14. PROBABILITA’ SPERIMENTALE OSTATISTICA

  15. La concezione classica di probabilità fornisce una probabilità a priori, cioè una probabilità che si determina prima che l’evento si verifichi.La probabilità sperimentale fornisce invece una probabilità a posteriori perchè si ottiene dopo aver effettuato un elevato numero di prove dell’avvenimento casuale al quale l’evento si riferisce

  16. LA FREQUENZA • Consideriamo un esperimento costituito da un numero n di prove effettuate tutte nelle medesime condizioni. Supponiamo • che un evento E si verifichi h volte , si chiama frequenza relativa f il rapporto fra il numero di successi ed il numero di prove. • f=h/n con 0≤f≤1

  17. E’ evidente che la frequenza relativa di un evento assume valori diversi fra loro, e ciò si verifica quando il numero delle prove effettuate non è elevato.Si può però verificare sperimentalmente che se il numero delle prove aumenta, la frequenza relativa all’evento E tende a stabilizzarsi su un valore ben preciso.

  18. Si definisce probabilità sperimentale (o statistica) di un evento, la frequenza relativa dell’evento, calcolata in un numero sufficientemente elevato di prove, effettuate tutte nelle stesse condizioni

  19. La probabilità sperimentale si può calcolare ogni volta che si possono effettuare delle prove reali dell’avvenimento

  20. LA LEGGE DEI GRANDI NUMERI(legge empirica del caso)In una serie molto elevata di prove, effettuate tutte nelle stesse condizioni, la probabilità sperimentale di un evento assume un valore generalmente molto prossimo a quello della probabilità classica e tale approssimazione aumentaall’aumentare del numero delle prove

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