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MATERIE PRIME IMPIEGATE NELLA ALIMENTAZIONE AVICOLA

MATERIE PRIME IMPIEGATE NELLA ALIMENTAZIONE AVICOLA. LORO ORIGINE E PROBLEMATICHE QUALITATIVE CONNESSE. Definizione di “Materia Prima”. Materia prima o mangime semplice :

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MATERIE PRIME IMPIEGATE NELLA ALIMENTAZIONE AVICOLA

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Presentation Transcript


  1. MATERIE PRIME IMPIEGATE NELLA ALIMENTAZIONE AVICOLA LORO ORIGINE E PROBLEMATICHE QUALITATIVE CONNESSE

  2. Definizione di “Materia Prima” • Materia prima o mangime semplice: I diversi prodotti di origine vegetale od animale, allo stato naturale, freschi o conservati, nonché i derivati della loro trasformazione industriale, come pure le sostanze organiche ed inorganiche, comprendenti o no additivi, destinati come tali all’alimentazione degli animali per via orale, o ad essere impiegati come materie prime per la preparazione di mangimi composti o come supporto degli integratori.

  3. Riassunto Presentazione • Categorie principali di materie prime • Origine geografica delle stesse • Breve singola descrizione delle tecniche produttive (storia ed attualità) • Breve descrizione delle tecniche di conservazione • Breve singola descrizione delle tecniche di trasformazione • Contratti tipo di acquisto (parametri considerati) • Problematiche qualitative

  4. Categorie di materie prime • Cereali, loro prodotti e sottoprodotti • Semi oleosi, frutti oleosi, loro prodotti e sottoprodotti • Semi di leguminose, loro prodotti e sottoprodotti • Tuberi e radici, loro prodotti e sottoprodotti • Altri semi e frutti, loro prodotti e sottoprodotti • Foraggi, compresi i foraggi grossolani

  5. Categorie di materie prime • Altri vegetali, loro prodotti e sottoprodotti • Prodotti lattiero caseari • Prodotti di animali terrestri • Pesci, altri animali marini, loro prodotti e sottoprodotti • Minerali • Vari

  6. Riferimenti normativi materie prime • A livello europeo le direttive 96/24/CE, 98/67/CE e 98/87/CE relative alla circolazione di materie prime per mangimi recepite in ambito nazionale dal: • DECRETO LEGISLATIVO 17 agosto 1999, n. 360 (pubblicato sulla GU n. 246 del 19/10/1999)

  7. Materie prime per alimentazione Animale ed avicola in particolare • La ricerca e l’utilizzo delle possibili materie prime si è sviluppato di concerto con l’evolversi delle conoscenze in campo di alimentazione specialmente a seguito di studi scientifici sui fabbisogni nutrizionali degli animali allevati.

  8. Materie prime per alimentazione Animale ed avicola in particolare • Lo sviluppo si può suddividere in due filoni: Ricerca di materie prime ideali per soddisfare i fabbisogni. Possibile impiego di sottoprodotti della alimentazione umana nella alimentazione degli animali.

  9. Suddivisione delle materie organiche in alimentazione (macro categorie)“richieste nutrizionali” • Proteine • Carboidrati • Grassi • Sostanze minerali

  10. Suddivisione delle materie organiche in alimentazione • Proteine (nutrizione azotata) importanti il tipo e la qualità delle stesse. • Carboidrati: per l’avicolo sono importanti solo le fonti di amido in quanto gli avicoli non hanno la capacità di digerire la cellulosa (e quindi principalmente i cerali). • Grassi utilizzati per la loro concentrazione in energia. • Minerali per il loro apporto in macro e oligoelementi.

  11. Suddivisione delle materie organiche in alimentazione • Ad esclusione dei lipidi che chiaramente sono solamente apportatori di sostanze grasse, le altre materie prime contengono contemporaneamente, in misura diversa come percentuale, sostanze diverse, e quindi vanno valutate nel loro complessivo valore nutrizionale (il mais ha principalmente un contenuto in amido ma anche un contenuto in proteine e lipidi)

  12. Categorie di materie prime • Cereali, loro prodotti e sottoprodotti • Semi oleosi, frutti oleosi, loro prodotti e sottoprodotti • Semi di leguminose, loro prodotti e sottoprodotti • Tuberi e radici, loro prodotti e sottoprodotti • Altri semi e frutti, loro prodotti e sottoprodotti • Foraggi, compresi i foraggi grossolani

  13. Categorie di materie prime • Altri vegetali, loro prodotti e sottoprodotti • Prodotti lattiero caseari • Prodotti di animali terrestri • Pesci, altri animali marini, loro prodotti e sottoprodotti • Minerali • Vari

  14. Categorie di materie prime • In avicoltura, l’apparato digestivo degli animali e la ricerca di risultati tecnici sempre più spinti (assieme a genetiche sempre più esigenti) ha creato la necessità di disporre di materie prime contenenti forti concentrazioni di nutrienti per soddisfare i fabbisogni. • Le materie prime impiegate sono generalmente in un numero limitato e sempre meno si fa ricorso a sottoprodotti.

  15. Cereali, loro sottoprodotti e sottoprodotti • I grani interi di qualunque cereale, compreso il grano saraceno, indipendentemente dalla forma di presentazione, da cui non sia stato asportato altro che il tegumento o la pula • Da sempre gli avicoli sono conosciuti per essere dei granivori ed i cereali hanno costituito la base dello sviluppo della loro alimentazione. • Principalmente sono apportatori di amidi ma anche, in misura non trascurabile, di proteine e grassi.

  16. Cereali, loro sottoprodotti e sottoprodotti • I principali cereali che conosciamo tutti sono: MAIS GRANO TENERO GRANO DURO SORGO ORZO AVENA

  17. MAIS • Cereale principe per la alimentazione avicola • In genere in Italia siamo autosufficienti e pure dicasi in Europa • La maggior parte del prodotto utilizzato è di produzione nazionale • Produzione stagionale: si semina in primavera e si raccoglie a settembre.

  18. MAIS – PRINCIPALE ZONA DI PRODUZIONE

  19. PROBLEMATICHE LEGATE ALLA QUALITA’ DEL MAIS • Proviene da una enorme varietà di ambienti di coltivazione (terreni, climi, sistemi di irrigazione diversi). • E’ influenzato dalla stagionalità. • Si deve conservare per quasi un anno.

  20. Ambienti di coltivazione • Si va dai terreni sabbiosi e senza possibilità di irrigazione di certe zone del nord (alto veneto, friuli, ecc) dove la qualità è influenzata dalla stagionalità (piogge) o da eventi dannosi (grandine) a terreni profondi ed irrigabili dove la qualità è più costante a terreni molto freddi dove il mais matura molto tardi.

  21. Ambienti di coltivazione • Durante il ciclo di coltura la qualità è influenzata dai fattori climatici a cui va incontro soprattutto per quanto riguarda la possibilità di sviluppo di muffe per cui una stagione piovosa può portare allo sviluppo di problematiche qualitative legate alla presenza di micotossine sul prodotto.

  22. Ambienti di coltivazione • Questa possibile inquinamento da micotossine non risulta quasi mai essere omogeneo sul territorio nazionale a causa delle variabili pedoclimatiche da zona a zona ed in certi casi vi sono riscontrate zone senza problematiche mentre altre zone sono risultate estremamente colpite nella stessa annata di produzione.

  23. Micotossine • In genere comunque la maggiore pericolosità si ha quando vi sono precipitazioni durante la fase di raccolta (da settembre ai primi di novembre) • Le aziende mangimistiche sono molto attente nel controllo del possibile contenuto in micotossine all’inizio della campagna del mais (mesi di settembre- dicembre).

  24. Micotossine • Il problema principale risulta essere che le micotossine possibili sono numerose e la ricerca di tutte su ogni singola camionata di mais risulterebbe troppo onerosa. • In genere si procede mediante una serie di controlli statistici per individuare il possibile grado di pericolosità per zona di provenienza del mais stesso.

  25. Micotossine • Un mio consiglio personale è di effettuare un controllo organolettico molto intenso sul mais in entrata rifiutando la merce che presenta chicchi alterati, ammuffiti, odori particolari od una presenza di chicchi frantumati alta (superiore al 2/3%) perché, anche se non è sempre così, nella maggior parte dei casi più il mais è brutto e più c’è il pericolo di presenza di micotossine.

  26. Qualità del mais durante la conservazione • Il mais per essere conservato viene stoccato in magazzini orizzontali (capannoni) o silos verticali. • Il grado di conservabilità del mais dipende principalmente dai seguenti fattori: umidità del prodotto, temperatura, e durata del periodo di conservazione. • Durante la fase di conservazione per effetto di gradienti termici vi è una migrazione di umidità all’interno della massa con formazione di nuclei di sviluppo di muffe e quindi, potenzialmente, di micotossine.

  27. Qualità del mais durante la conservazione • Il problema principale durante la fase della conservazione è il possibile sviluppo fungino all’interno di un magazzino. Il pericolo risulta essere complicato dal fatto che, in un magazzino contenente migliaia di tonnellate di mais, ci possono essere delle zone delimitate in cui c’è stato lo sviluppo fungino mentre la qualità della massa risulta soddisfacente. • Durante la fase di riconsegna del prodotto se gli operatori si accorgono di qualche zona di ammuffimento, provvedono a mascherare il problema diluendo il prodotto con altro mais.

  28. Qualità del mais durante la conservazione • I raccoglitori di mais hanno tutto l’interesse a mascherare il problema per cui è necessaria una attenta vigilanza da parte del personale addetto al ricevimento delle materie prime in entrata. • Sarebbe buona cosa da parte dei raccoglitori di mais un impiego di un prodotto antifungino (miscele di acidi organici) durante la fase di conservazione ma, siccome questo è un costo, nessuno in pratica l’impiega.

  29. Mais – norme contrattuali • Il mais a livello nazionale è regolato dal contratto nazionale 103 • Su questo contratto si parla genericamente di merce sana, leale e mercantile, riferito al condizionamento. • Nel contratto non c’è nessun riferimento a contaminazione fungina e o da microorganismi vari. • Da tempo si sta cercando di modificare i contratti almeno per introdurre dei riferimenti alla qualità microbiologica del prodotto dato che poi all’industria mangimistica si fanno carico tutte le problematiche.

  30. Mais - qualità • Finora si è parlato di possibili sviluppi fungini con produzione di micotossine sia durante la fase di produzione sul campo sia durante la fase di conservazione (almeno bisognerebbe stabilire dei valori max in CMT, muffe e lieviti ed un valore max in Ergosterolo che è un indicatore della attività fungina. Quanti ppm? 3? 6? 10?)

  31. Mais - qualità • Gli attori che intervengono nel settore della produzione, commercio ed utilizzo del mais sono diversi e molto spesso gli interessi risultano essere contrastanti per cui le discussioni sulla qualità del mais risultano essere lunghe e portano a poco.

  32. Mais - qualità • Il mio suggerimento sarebbe che agli aggettivo si sostituiscano i numeri per quanto riguarda: Contaminazione in microorganismi Umidità del prodotto Chicchi spezzati Chicchi alterati o impurità relative ai chicchi Impurità varie o nulle Contenuto in Ergosterolo

  33. Mais - qualità • Ai numeri devono essere conseguentemente associate delle classi qualitative di mais a cui devono corrispondere dei prezzi di mercato diversi • Il mais di diverse classi ha un diverso valore nutrizionale per gli animali

  34. GRANO tenero • Cereale utilizzato in avicoltura in associazione od in competizione di prezzo con il mais dal quale differisce per le caratteristiche nutrizionali soprattutto legate al tipo di amido ed alla assenza di xantofille per cui viene utilizzato in particolare per la produzione di broiler a cute bianca (in associazione con il sorgo).

  35. GRANO tenero • L’industria mangimistica, per il grano risulta essere in competizione con l’alimentazione umana per cui agli animali si destina in genere ciò che non risulta essere utilizzabile per la panificazione • Il ciclo di produzione si svolge con semina in autunno e raccolta a fine giugno.

  36. GRANO tenero • Le zone di produzione del grano inizialmente erano in ambito nazionale • Da alcuni anni si sono rese disponibili anche grosse quantità di produzione CEE ( Francia, Inghilterra, ecc) e conseguentemente le problematiche qualitative (anche in virtù delle percentuali di inclusione) si sono accentuate. • I problemi possono derivare anche dal fatto che a volte si rendono disponibili delle eccedenze di grano alimentare che qualche volta sono state conservate per più di qualche anno.

  37. GRANO tenero • In passato l’impiego era limitato ad un periodo ristretto (luglio-settembre) in cui il mais era a fine periodo di conservazione e quindi a prezzi più alti fino al nuovo raccolto del mais. • In passato l’impiego del grano era limitato anche dal tipo di amido di questo cereale (livello in NSPS) ma attualmente esistono degli enzimi specifici che migliorano la digeribilità del grano stesso.

  38. Grano tenero - qualità • Valgono i ragionamenti fatti per il mais sulla contaminazione fungina e micossine soprattutto per il grano stoccato a lungo • A queste problematiche si deve associare la variabilità in qualità nutrizionale legata al diverso peso specifico (peso ettolitrico)

  39. Grano tenero - attualità • L’Europa si allarga • Il cereale che si può coltivare dappertutto è il grano • All’interno dell’Europa esiste la libera circolazione delle merci • Di conseguenza sul mercato si trovano grani di provenienza e di qualità diversa e, a mio giudizio, serve un approfondimento sulle qualità nutrizionali e microbiologiche di questo prodotto.

  40. sorgo • Cereale alternativo soprattutto per la produzione di polli a cute bianca (non contiene xantofille) • La zona di produzione è nel centro e sud Italia soprattutto in zone dove, a causa della non possibilità di irrigare, il mais non si può produrre • Ha lo stesso ciclo stagionale del mais con raccolta a settembre e conservazione fino a aprile – giugno.

  41. Sorgo – zona di produzione

  42. Sorgo – qualità • Problematiche similari al mais con maggiore accentuazione in caso di autunni piovosi perché la pianta del sorgo ha la spiga più vicino al terreno e quindi in posto più umido.

  43. Sottoprodotti dei cereali • Sottoprodotti della lavorazione dei cereali per alimentazione umana • Enorme variabilità qualitativa tra fornitore e fornitore • Importanza fondamentale la conservazione di questi prodotti perché con la macinazione le spore fungine sono state disseminate in tutto il prodotto (il cereale ha il tegumento esterno che protegge)

  44. Sottoprodotti dei cereali • Si tratta di : FARINETTE VARIE FARINACCI VARI CRUSCHELLI VARI CRUSCHE VARIE

  45. Sottoprodotti di cereali • In genere risultano dai processi di macinazione del grano tenero e duro per alimentazione umana. • Per potere macinare meglio i cereali, questi vengono bagnati prima della macinazione stessa. • Acqua libera = sviluppo fungino

  46. Sottoprodotti dei cereali • Vengono considerati dai produttori per umana dei sottoprodotti e come tali considerati • Per i mangimisti sono delle materie prime che potrebbero essere economicamente vantaggiose ma che sono viste con tremendo sospetto per le potenziali problematiche connesse

  47. Sottoprodotti dei cereali • In genere se ne limita l’inclusione sia per il valore nutrizionale non elevatissimo sia per limitare i potenziali pericoli

  48. Semi oleosi, frutti oleosi, loro prodotti e sottoprodotti • Si tratta di semi e frutti che, come caratteristica principale hanno l’elevato contenuto in lipidi che vengono estratti in genere per alimentazione umana

  49. I principali semi e frutti oleosi risultano essere • Soia • Colza o canola • Girasole • Oliva • Palma • Cocco • ecc

  50. Come sono trattati questi semi o frutti oleosi ? • Dal seme o frutto intero od in parte, a mezzo di solventi o per pressione vengono estratti i lipidi contenuti per cui si ottengono due prodotti: OLIO FARINA DI ESTRAZIONE

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