1 / 27

Il tutor d’aula nel sistema IFTS

Il tutor d’aula nel sistema IFTS. Il termine tutor nella lingua latina, da cui deriva, connota “colui che protegge, che dà sicurezza”.

kemp
Download Presentation

Il tutor d’aula nel sistema IFTS

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Il tutor d’aula nel sistema IFTS Il termine tutor nella lingua latina, da cui deriva, connota “colui che protegge, che dà sicurezza”. In campo universitario, scolastico e formativo, invece, il tutor è una figura prevalentemente pedagogica, ma senza assumere funzioni ed atteggiamenti propri dell’insegnante.

  2. Il tutor d’aula nel sistema IFTS • Il tutor d’aula svolge la sua attività attraverso: • l’uso di processi strutturati di osservazione; • la diagnosi della documentazione relativa al percorso; • le interlocuzioni personalizzate con gli studenti, il coordinatore del progetto, i docenti, gli esperti ed il tutor aziendale; • le elaborazioni dei dati raccolti nel corso dei monitoraggi e delle verifiche.

  3. Il tutor d’aula nei confronti dell’utenza • valuta preliminarmente le risorse psico-sociali possedute da ciascun studente; • osserva le dinamiche relazionali che si sviluppano tra corsisti e docenti, e dei corsisti tra loro; • cura la tenuta psicologica del gruppo; • si occupa della gestione dei colloqui individuali; • accompagna gli allievi alle visite e agli stage aziendali;

  4. Il tutor d’aula nei confronti dell’utenza • media i contrasti tra docenti e corsisti; • offre un sostegno alla motivazione allo studio; • facilita i processi di socializzazione e di orientamento all’autonomia individuale; • funge da snodo per il passaggio di informazioni tra studenti, docenti e famiglie; • esplora le potenzialità e gli stili di apprendimento;

  5. Il tutor d’aula nei confronti dell’utenza • supporta l’allievo nel suo processo di autovalutazione; • raccoglie elementi utili alla valutazione del corso e dei corsisti; • trascrive i risultati dei monitoraggi su un foglio elettronico, per la successiva elaborazione della scheda di valutazione.

  6. Il tutor d’aula nei confronti dell’organizzazione • collabora alla pubblicizzazione, alla raccolta ed alla classificazione delle domande d’iscrizione al corso; • fornisce informazioni riguardanti il ruolo e la funzione degli attori chiave presenti nella rete Scuola-Università-Agenzia formativa-Azienda; • contribuisce alla rilevazione delle caratteristiche degli allievi

  7. Il tutor d’aula nei confronti dell’organizzazione • collabora alla costruzione di una scheda anagrafica delle risorse esistenti sul territorio, in termini di servizi pubblici, imprese, scuole, associazioni; • collabora con il coordinatore del progetto al fine di assicurare coerenza e organicità al percorso formativo; • cura la tenuta del registro delle presenze; • conserva la documentazione amministrativa e didattica

  8. Il tutor d’aula nei confronti dell’organizzazione • collabora alla redazione e alla tenuta del portfolio delle competenze individuali; • collabora alle operazioni di abbinamento studente-azienda, • intrattiene proficui rapporti relazionali con il tutor aziendale, • collabora alla stesura del progetto formativo di stage, • partecipa con i docenti e gli esperti alla valutazione/certificazione degli esiti formativi.

  9. Naturalmente, a tale figura professionale non è richiesta una preparazione specialistica in nessuno degli ambiti dianzi descritti. Il livello di competenza in ciascuna area è di tipo intermedio, funzionale al compito, con margini più o meno ampi di conoscenze specialistiche in qualcuna di esse.

  10. Se il tutor d’aula è un dipendente dell’istituzione scolastica, può svolgere le funzioni solo un membro appartenente alla categoria del personale docente, essendo espressamente precluso tale incarico al personale A.T.A.

  11. L’incarico è inquadrato come prestazione d’opera occasionale. La scelta è effettuata mediante l’analisi comparativa dei curricula ed è debitamente motivata

  12. Nel PON 2000 – 2006, il costo orario onnicomprensivo per le attività svolte dal tutor d’aula è fissato in Euro 30,99. Il costo orario della docenza è fissato in Euro 56,81.

  13. Il tutor aziendale • è l’alterego nell’impresa del tutor d’aula. • è indicato dall’azienda, di norma, tra i dipendenti in possesso di una riconosciuta esperienza lavorativa nell’ambito professionale di riferimento, adeguate conoscenze tecniche, capacità ed autorevolezza nel ruolo di appartenenza, disponibilità di tempo, buone doti comunicative e di relazione.

  14. Il tutor aziendale • ha il compito di assistere ed accompagnare lo stagista nel processo formativo. • nel caso di aziende di dimensioni medio-piccole, questo ruolo può essere ricoperto direttamente dall’imprenditore o dal responsabile dell’area in cui inserito lo stagista.

  15. Il tutor aziendale • collabora con il tutor d’aula nella redazione del progetto formativo di stage; • favorisce l’inserimento in azienda dell’allievo, con la presentazione della struttura e dell’organizzazione, e l’illustrazione delle attività lavorative del settore, area o comparto in cui lo studente dovrà operare; • aiuta ed incoraggia l’allievo nel suo percorso di apprendimento;

  16. Il tutor aziendale • facilita l’acquisizione delle competenze collegate al profilo professionale o all’area disciplinare di riferimento; • osserva le dinamiche di gruppo • funge da tramite con l’istituzione scolastica per segnalare eventuali imprevisti o nuove richieste; • partecipa alle attività di monitoraggio, verifica e valutazione riguardanti il singolo corsista e l’esperienza nel suo complesso.

  17. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana L’acquisizione di dati ed informazioni si è avvalsa della metodologia dell’AUDIT, ed è stata condotta attraverso l’uso di una scheda di rilevazione elaborata dall’Ufficio di Coordinamento ispettivo, unitamente agli esperti IRRE.

  18. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana • La scheda era strutturata in una serie di attività, ripartite nelle tre aree: A) Attività di tipo amministrativo/organizzativo (nove opzioni); B) Attività di tipo comunicativo/relazionale (quattordici opzioni); C) Attività di tipo didattico (nove opzioni).

  19. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana • I dati sono stati raccolti durante i colloqui intercorsi con il dirigente scolastico, il rappresentante dell’agenzia formativa, il coordinatore di progetto ed il tutor d’aula. • Non sempre l’agenzia formativa ha partecipato all’incontro di Audit.

  20. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana • Data di rilevazione: 15 marzo 2006 • Le elaborazioni concernono i dati relativi a 18 percorsi IFTS su 19. • Un percorso non è stato avviato causa carenza iscrizioni • Tre schede non contenevano elementi di risposta

  21. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana Per l’Area A, su un totale di 47 risposte: • 16 preferenze ad attività relative alla tenuta del registro d’aula, • 10 preferenze alla riproduzione e distribuzione di materiale didattico • 9 preferenze alla raccolta della documentazione • ………………… • 1 preferenza all’abbinamento studente/azienda

  22. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana Nell’Area B, su 48 risposte: • 12 preferenze all’osservazione delle dinamiche d’aula, ex aequo con l’attività di mediazione tra corsisti, coordinatore e docenti, per la risoluzione di contrasti • ………………. • 1 preferenza al rapporto con il tutor aziendale • Zero preferenze l’orientamento allo sviluppo dell’autonomia individuale .

  23. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana Nell’Area C, su 47 risposte: • 10 preferenze alla collaborazione con il coordinatore e alla raccolta di elementi utili per valutare l’andamento del corso, • 7 preferenze alla collaborazione con il docente nella gestione delle attività formative e dei gruppi, • …………. • 1 preferenza alla facilitazione all’apprendimento

  24. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana Complessivamente, dall’insieme dei dati relativi alle tre Aree, si delinea per il tutor d’aula l’identikit di una figura professionale di profilo medio-basso, più votata alla cura degli aspetti esecutivi, pratici, che non a lasciare un’impronta sull’orientamento, l’ascolto e l’allargamento dell’orizzonte oltre la scuola. Più attenta agli ambiti organizzativi che alla dimensione psico-sociale del lavoro di tutorato.

  25. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana • Le funzioni svolte dal tutor aziendale sono distribuite in maniera molto omogenea. • Su 36 risposte acquisite, l’accoglienza dello studente ottiene 8 preferenze, la partecipazione alle azioni di monitoraggio 7, mentre la facilitazione all’acquisizione delle competenze ne conquista 6.

  26. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana • La collaborazione con il tutor d’aula raccoglie appena 5 preferenze. • Questo dato, se posto in relazione con l’omologo quesito posto nella Sezione B (Cura del rapporto con il tutor aziendale, 1 preferenza), consente di esprimere un giudizio non esaltante sul grado d’integrazione tra i due soggetti preposti all’azione di formazione: la scuola e l’impresa.

  27. Il monitoraggio delle attività svolte dal tutor d’aula e dal tutor aziendalein Toscana Giova riferire, nel merito, che da indagini similari condotte in altre regioni italiane, ed in particolare nelle sei regioni meridionali partecipanti al PON 2000-2006, il problema dell’integrazione scuola-impresa resta un nodo critico. Dunque, niente di nuovo sotto il sole

More Related