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LA GESTIONE FINANZIARIA DELL’IMPRESA AGRICOLA

LA GESTIONE FINANZIARIA DELL’IMPRESA AGRICOLA. . “DICE IL SAGGIO …” .

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LA GESTIONE FINANZIARIA DELL’IMPRESA AGRICOLA

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Presentation Transcript


  1. LA GESTIONE FINANZIARIA DELL’IMPRESA AGRICOLA

  2. .“DICE IL SAGGIO …” Gestire un’attività implica un’attenta e prudente analisi dell’impresa in un adeguato orizzonte temporale, sia in termini economici (ricavi superiori ai costi), sia in termini finanziari (disponibilità finanziarie sufficienti a coprire le uscite) Obiettivo:raggiungere il “giusto equilibrio” tra l’impresa ed il mercato, acquisendo e mantenendo un adeguato livello di competitività

  3. L’IMPRESA AGRICOLA ed IL CREDITO Le variabili da analizzare: L’impresa Gli strumenti di finanziamento e di attenuazione del rischio L’esigenza/l’idea il progetto

  4. Le imprese agricole in Italia Dimensione media pari a 7,9 ettari Crescono, in Italia, le imprese aventi una dimensione media superiore ai 30 ettari Solo il 2,5% delle imprese è guidata da un giovane imprenditore (sotto i 30 anni) Età media dei titolari d’impresa è rappresentata dai 55-59 anni Le imprese rosa, rappresentano il 33,3% del panorama nazionale Dimensione media Paesi UE: 12,6 ettari

  5. L’IMPRESA AGRICOLA un sistema articolato e complesso in evoluzione • Gli interventi legislativi entrati in vigore nel corso degli ultimi anni hanno offerto, all’imprenditore agricolo, nuove possibilità ed opportunità di sviluppo; • Solo il 5% delle imprese agricole compila un bilancio d’esercizio, delle 907.921 iscritte presso le Camere di Commercio,I.A.A.; • Cresce l’utilizzo di fonti di finanziamento esterne e “cambia” il rapporto tra sistema bancario e mondo imprenditoriale agricolo; • Il Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 (misure 112, 121 e 311) costituisce un’opportunità attraverso la quale promuovere ed avviare processi di sviluppo finalizzati a “traghettare” l’impresa agricola verso il domani; • Dal il 01/01/2008 tutte le imprese, comprese quelle agricole, sono soggette alle regole introdotte dall’Accordo di Basilea II; • L’individuazione delle adeguate “fonti di finanziamento” assume una valenza strategica per uno sviluppo equilibrato dell’impresa.

  6. L’IMPRENDITORE AGRICOLO (articolo 2135 c.c.) E’ imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali ed attività connesse. Per coltivazione del fondo, per selvicoltura e per allevamento di animali si intendono le attività dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico o di una fase necessaria del ciclo stesso […] Si intendono comunque connesse le attività esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazzione che abbiamo ad oggetto prodotti ottenuti prevalentemente dalla coltivazione e/o allevamento, nonché le attività dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzazione prevalente di attrezzature o risorse dell’azienda normalmente impiegate nell’attività agricola esercitata […] comprese le attività di ricezione ed ospitalità come definite dalla legge.

  7. AGRICOLFIDI Nord-Ovest s.c.L’IMPRENDITORE AGRICOLO (articolo 2135 c.c.) L’ambito oggettivo: Attività di coltivazione/allevamento Deve avere carattere economico; si deve trattare di un’attività organizzata, svolta in modo professionale. La coltivazione finalizzata ad ottenere prodotti destinati all’autoconsumo personale non realizza un’attività agricola “d’impresa” Le attività connesse Sono da considerarsi “agricole” quando sono complementari, strumentali ed accessorie all’attività di produzione agricola, che deve rimanere quella principale. Devono essere svolte dallo stesso soggetto titolare dell’impresa agricola. L’imprenditore agricolo è esonerato dall’assoggettamento, in caso di insolvenza, dalle procedure concorsuali

  8. L’ATTIVITA’ AGRICOLA L’attività agricola, così come definita dall’articolo 2135 c.c., può essere svolta, da un punto di vista giuridico, da: • Persona fisica(titolare impresa illimitatamente responsabile) • Società di persone(soci solidalmente ed illimitatamente responsabili): società semplice (s.s.), società in nome collettivo (s.n.c.), società in accomandita semplice (s.a.s.) • Società di capitali(responsabile è la società, con il proprio patrimonio): società a responsabilità limitata (s.r.l.), società per azioni (s.p.a.), società in accomandita per azioni (s.a.p.a.) • Società cooperative (equiparata alle società di capitali)

  9. AGRICOLFIDI Nord-Ovest s.c.CREDITO ED AGRICOLTURA Anno 2010 (confronto con anno precedente) A livello generale, nel corso dell’ultimo quinquennio, la media dei finanziamenti bancari alle imprese agricole ha registrato un incremento del 4,3%

  10. AGRICOLFIDI Nord-Ovest s.c.CREDITO ED AGRICOLTURA • L’agricoltura, più di ogni altro settore, ricorre al credito da territorio • Le sofferenze, nel corso degli ultimi due anni, hanno registrato un trend tendenzialmente in forte crescita • Il tasso medio di incremento delle sofferenze al Sud è stato superiore al 4% e di poco inferiore al 3% al Centro-Nord, ovvero un’incidenza media pari ad oltre il 9% al Sud e di circa il 7% al Centro-Nord • Esistono punte di sofferenza (micro aree) che superano anche il 20% • In agricoltura l’incidenza delle sofferenze si può nuovamente definire preoccupante, così come è elevata l’esposizione del debito a breve termine • Il ricorso al credito a breve termine è spesso impiegato come copertura finanziaria per investimenti nel capitale agrario e fondiario, che di fatto si dovrebbero armottizzare a medio/lungo termine

  11. AGRICOLFIDI Nord-Ovest s.c.CREDITO ED AGRICOLTURA Per il settore agricolo il momento è particolarmente delicato: con l’avvio dei progetti finalizzati a dare concretezza ai Piani di Sviluppo Rurale, assume primaria rilevanza individuare le risorse necessarie per cofinanziare le iniziative finanziate da Bruxelles La situazione di “instabilità” e “incertezza” in essere, a cui si associa una generalizzata carenza di liquidità del sistema bancario, rischia di penalizzare eccessivamente un settore strutturalmente debole. A fronte del riconoscimento di un contributo in conto capitale (c/impianti), “a postetiori”, l’imprenditore è chiamato ad individuare le risorse necessarie per coprire la quota “rimanente”

  12. BASILEA II: una sfida/opportunità In questo contesto si inseriscono anche le regole poste dall’Accordo di Basilea II, riguardanti la stabilità patrimoniale del sistema bancario. Dal 01 gennaio 2008, le banche hanno la necessità di effettuare una più attenta valutazione del merito creditizio dei soggetti che richiedono un finanziamento RATING La fase di istruttoria richiede di essere più dettagliatamente documentata, si riducono i margini di discrezionalità (di natura personalistica) a favore di indicatori oggettivi, di carattere quantitativo, qualitativo ed andamentale. Assegnazione La valutazione (della perdita attesa e della perdita inattesa) assume una valenza diversificata per ogni singola operazione e per ogni impresa

  13. L’IMPRESA AGRICOLA e BASILEA II Percentuali di assorbimento capitale % Classi di rating

  14. AGRICOLFIDI Ovest-Ovest s.c.L’IMPRESA AGRICOLA e BASILEA II Il rating è una variabile attraverso la quale la banca potrà riservare condizioni più favorevoli alle imprese più meritevoli ed un costo maggiore alle imprese più rischiose In tal senso le imprese, anche (e soprattutto) quelle agricole, dovranno: • possedere un assetto gestionale trasparente; • saper trasferire le proprie strategie ed obiettivi imprenditoriali; • possedere buone prospettive di mercato; • fornire, in modo tempestivo, tutte le informazioni necessarie e richieste; • creare un rapporto basato sulla collaborazione e fiducia reciproca. Il rating aziendale non è immutabile, ma è soggetto a variazioni. E’ quindi necessario che le imprese controllino periodicamente il proprio rating ed operino giornalmente con l’obiettivo di migliorarlo

  15. L’IMPRESA AGRICOLA ed IL CREDITO OBIETTIVI: A) creare le condizioni affinché il sistema bancario sia in grado di valutare l’impresa agricola per quello che essa è, indipendentemente dalla forza finanziaria delle famiglie retrostanti; ridurre la commistione tra l’economia della prima e l’economia delle seconde, commistione costituita dal rilascio di fideiussioni B) Passare da: RISORSE MONETARIE (contributi) = INVESTIMENTO a:PROGETTO = INDIVIDUAZIONE FONTI ADEGUATE C) Individuare forme di finanziamento rispondenti alle caratteristiche aziendali ed adeguate alla capacità reddituale/patrimoniale dell’impresa agricola

  16. L’IMPRESA AGRICOLA ed IL CREDITO Tasso Fisso o Variabile ? A Breve o a Medio/Lungo Termine ? La scelta non può che ricondursi alla redditività aziendale ed alle caratteristiche dell’intervento che si intende attuare/realizzare Prevedere l’evoluzione dei tassi futuri per capire l’evoluzione dei pagamenti è, naturalmente, un’impresa impossibile. Può essere utile confrontare la rata determinata in base ai tassi odierni, con quella che si dovrebbe teoricamente versare nel caso di un ritorno dei parametri di riferimento ai massimi livelli raggiunti nel 2008. Tasso Ufficiale (BCE): 1,50% Euribor 3 mesi: 1,59% + spread banca = TAN (tasso annuo nominale) (la problematica attuale) IRS 10 anni: 2,63%

  17. L’IMPRESA AGRICOLA ed IL CREDITO Le variabili che incidono sulla formazione del tasso In linea generale il tasso praticato dalla banca è una “conseguenza” (funzione) diretta di tre fattori: • Rischiosità dell’operazione (il rischio di credito) • Andamento dei mercati (il costo della provvista) • L’efficienza della banca (i costi amministrativi) Da giugno 2011gli spread bancari hanno registrato una crescita che arriva a toccare il 40% TAEG (tasso annuo effettivo globale) = tasso + spread + oneri accessori (es.: assicurazioni) Necessario che l’impresa agricola adotti un approccio al sistema bancario maggiormente “scientifico” e sempre meno “sussistenziale”

  18. AGRICOLFIDI Nord-Ovest s.c.L’IMPRESA AGRICOLA ed IL CREDITO La valutazione dell’impresa agricola Il ricorso al credito, ovvero al capitale di debito deve essere valutato in funzione dei costi che, in termini assoluti, devono essere inferiori al livello di remunerazione del capitale investito nell’impresa stessa Risulta necessario, innanzitutto da parte dell’imprenditore, effettuare una valutazione che tenga in considerazione: • La gestione patrimoniale • La gestione economica • La gestione finanziaria

  19. I DATI CERTIFICABILI Fonte: dichiarazioni fiscali • Modello UNICO Quadro RA Reddito fondiario (reddito dominicale e reddito agrario) Quadro RD  Reddito derivante da eventuali attività connesse (calcolato in modo forfettario) Quadro RG  Reddito derivante da eventuali attività d’impresa • Dichiarazione IVA Volume d’affari (quadro VE) Totale acquisti ed importazioni (quadro VF) • Dichiarazione IRAP Valore della produzione netta

  20. Il Business Plan: PERCHE’? Il Business Plan uno strumento “ad uso e consumo” dell’imprenditore per effettuare un’auto-valutazione DALL’ESSERE VALUTATI AL PROPORRE Il Business Plan non è uno strumento “immobile” Assume efficacia se compilato secondo un principio di trasparenza, chiarezza ed “onestà” Fondamentale risulta essere la valutazione prospettica

  21. Il Business Plan:uno strumento necessario per … Valorizzare una logica di impresa il progetto e le possibilità di sviluppo Aiutare l’imprenditore ad effettuare una diagnosi della propria impresaverificarne l’attuale “stato di salute” Consentire un accesso al credito consapevole e progettuale individuare le forme di finanziamento maggiormente adatte alle caratteristiche aziendali ed all’intervento che si intende realizzare

  22. Il Business Plan: caratteristiche • SEMPLICITA’ DI REDAZIONE E DI LETTURA accessibile • VALENZA OPERATIVA puntare alla concretezza – il “mio” progetto, le strategie ed azioni economico-finanziarie che consnentono di realizzarlo • COMPLETEZZA DELL’INFORMAZIONE esaustivo e diretto (non lasciare spazio all’immaginazione) Strumento di riposizionamento competitivo

  23. Il Business Plan: gli errori da evitare 1) IGNORARE I FATTORI ESTERNI ALL’IMPRESA (nel lungo periodo potrebbero avere un impatto negativo sulla crescita aziendale) 2)REDIGERE IL BUSINESS PLAN COME SE FOSSE UNA RICERCA DI MERCATO (occorre essere diretti, semplici e “pratici”) 3)PRESENTARE DATI E PROIEZIONI FINANZIARIE INVEROSIMILI (il piano ipotizzato deve essere coerente ed in linea con le potenzialità aziendali) 4)NON PROTEGGERE LE INFORMAZIONI CONTENUTE NEL BUSINESS PLAN (è fondamentale salvaguardare i dati inseriti – clausola di confidenzialità)

  24. Il Business Plan: gli elementi essenziali Il Business Plan si compone di tre parti fondamentali: Introduzione Presentazione dell’idea e dell’imprenditore/impresa Tecnico/operativa  Cosa si intende fare, come e dove lo si vuole fare – l’idea (il progetto) Finanziaria/previsionale  Situazione attuale e previsionale inerente l’assetto economico-finanziario; indicazione delle fonti di finanziamento e delle eventuali garanzie disponibili Particolare importanza riveste la documentazione da allegare al Business Plan, in quanto attraverso la stessa il nostro interlocutore può acquisire ulteriori informazioni/elementi o avere conferma di dati inseriti nel progetto aziendale

  25. IL PROCESSO DI ANALISI:1 – L’IDEA IMPRENDITORIALE IL “MIO” PROGETTO (le esigenze da soddisfare) • E’ (deve essere) il punto di partenza • La descrizione del progetto imprenditoriale consiste, innanzitutto, in una presentazione dell’attività/iniziativa che si intende avviare/gestire/realizzare e delle motivazioni che spingono l’imprenditore a sostenerla • Fondamentale è tenere in considerazione/evidenziare la ricaduta che avrà sull’attuale assetto aziendale (anche in termini prospettici) • Il Piano degli Investimenti (dalle parole ai numeri) Attenzione: l’idea/progetto imprenditoriale deve essere sempre sottoposta alla verifica del mercato

  26. IL PROCESSO DI ANALISI:2 – L’IMPRESA ED IL SUO BUSINESS Le caratteristiche, l’assetto e le potenzialità (attuali e prospettiche) dell’impresa agricola Gli elementi da valutare: • Le aree di attività (l’assetto produttivo) • La forma giuridica (la responsabilità patrimoniale) • L’assetto interno (il ciclo di vita e grado di consolidamento) • Il titolare/i soci (la loro esperienza) • Il processo produttivo (dai terreni condotti, all’allevamento, ai processi di lavorazione) • Il mercato (l’impresa non può essere valutata in modo isolato, ma nell’ambito del contesto in cui opera) Attraverso il primo step si prendono in considerazione elementi di tipo “qualitativo” Obiettivo: far conoscere l’impresa, le sue caratteristiche, le potenzialità ed i punti di attenzione

  27. Il Business Plan in agricolturaIL PROCESSO DI ANALISI:3 – LA GESTIONE OPERATIVA L’acquisizione dei dati di natura economico-patrimoniale (oltre la dichiarazione dei redditi): Lo Stato Patrimoniale (il Bilancio Riclassificato) Situazione attuale e futura Il Conto Economico(ante e post investimento) Necessario utilizzare “fonti informative” oggettive e riscontrabili Il Piano Investimenti la pianificazione degli interventi che si intendono attuare/realizzare incide, in termini economico-patrimoniali, sul bilancio prospettico L’analisi degli elementi di natura “quantitativa” è una fase fondamentale del processo di definizione del merito creditizio di un’impresa

  28. Il Business Plan in agricolturaIL PROCESSO DI ANALISI:4 – LA GESTIONE FINANZIARIA Dal reddito al flusso di cassa (la definizione dei fabbisogni di natura finanziaria) - Approfondimento del processo di valutazione degli elementi quantitativi caratterizzanti l’impresa, volto a definire il fabbisogno finanziario • Indicatore necessario per stabilire le corrette modalità di finanziamento adottabili, ovvero se l’impresa può soddisfare il proprio fabbisogno finanziario mediante mezzi propri o necessita di ricorrere a finanziamenti esterni • Il Piano Finanziario è lo strumento che consente di individuare ed esplicitare le fonti finanziarie che l’imprenditore intende utilizzare

  29. Il Business Plan in agricolturaIL PROCESSO DI ANALISI:4 – LA GESTIONE FINANZIARIA LA COPERTURA DEL FABBISOGNO Il capitale investito dall’imprenditore, conosciuto anche con il termine di “capitale di rischio” o “capitale proprio”, rappresenta l’insieme delle risorse finanziarie che l’imprenditore (o i soci) hanno destinato o intendono destinare al finanziamento dell’impresa (progetto aziendale) Il capitale proprio costituisce un importante indicatore della fiducia che l’imprenditore ripone nell’iniziativa che intende realizzare e, quindi, consente di “misurare” la percentuale di rischio che egli assume a proprio carico

  30. Il Business Plan in agricolturaIL PROCESSO DI ANALISI:5 – LE FONTI DI FINANZIAMENTO ESTERNE Verifica dell’attuale stato di indebitamento di natura finanziaria (in termini quantitativi e qualitativi) e valutazione delle fonti esterne utilizzabili Finanziamenti a breve termine Finanziamenti a medio termine Centrale rischi Finanziamenti a lungo termine (acquisizione dati oggettivi) Credito Agrario Le modalità di finanziamento da utilizzare sono da ricondursi, anche e soprattutto, alla tipoligia di intervento che si intende adottare Gli strumenti di finanza agevolata Contributi ciclici o “una tantum” La valutazione andamentale

  31. Il Business Plan in agricolturaIL PROCESSO DI ANALISI:5 – LE FONTI DI FINANZIAMENTO ESTERNE FINANZIAMENTI A BREVE TERMINE Legati all’operatività corrente, prevedono il rimborso entro un anno dalla stipula (max 18 mesi) FINANZIAMENTI A MEDIO TERMINE Utilizzati prevalentemente per gli investimenti destinati a immobilizzazioni tecniche, prevedono il rimborso entro tre/cinque anni e sono riconducibili alla forma tecnica del “mutuo chirografario” (a rimborso rateale) FINANZIAMENTI A LUNGO TERMINE Inerenti, in linea generale, investimenti immobiliari, prevedono il rimborso rateale oltre i cinque anni e sono prevalentemente riconducibili alla forma tecnica del “mutuo ipotecario”

  32. Il Business Plan in agricolturaIL PROCESSO DI ANALISI:6 – LE FORME DI MITIGAZIONE DEL RISCHIO Strumenti aventi l’obiettivo di attenuare il rischio a cui si espone la banca finanziatrice - Non incidono e non influenzano la valutazione degli elementi di natura quantitativa e qualitativa - Finalizzati ad attenuare il rischio finanziario a cui si espone chi eroga il credito, trasferendo parte dello stesso a carico del patrimonio di terzi, non ad assicurare l’adempimento inteso come pagamento della rata • Le principali forme di garanzia: • - garanzie personali (fidejussioni) • garanzie reali (ipoteca, pegno, …) • garanzie collettive (confidi) Il principio di sostituzione (il garante si “sostituisce” al debitore principale)

  33. L’IMPATTO DELLA GARANZIA NELLA DETERMINAZIONE DEL PRINCING Tasso di interesse % Classi di rating

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