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Controllo della gestione dei processi

Controllo della gestione dei processi. affiancare. Gestione statistica dei processi. Gli studi di settore. Strumenti del fisco per rilevare i parametri fondamentali di liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese . Data di introduzione : 30/08/93

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Presentation Transcript


  1. Controllo della gestione dei processi affiancare Gestione statistica dei processi

  2. Gli studi di settore Strumenti del fisco per rilevare i parametri fondamentali di liberi professionisti, lavoratori autonomi e imprese Data di introduzione: 30/08/93 Di anno in anno, si è arricchita di nuove tabelle, per la maggioranza dei settori di attività GERICO: procedura software che consente ai contribuenti e consulenti fiscali di gestire la varietà e la complessità dei dati richiesti per ciascun tipo di studio di settore

  3. STUDI DI SETTORE OBIETTIVI DEFINIZIONE DI SETTORE • Predeterminare i ricavi • Instaurare un clima di collaborazione • Combattere l’evasione fiscale • Ridurre il contenzioso tributario CLASSIFICAZIONE ATTIVITA’ECONOMICHE OMOGENEITA’ STIMA DI UN REDDITO EFFETTIVO ... REDDITO NORMALE … MODELLO

  4. www.agenziaentrate.it Studi di settore

  5. Furono introdotte le: Imposte dirette IRPEF IRPEG Imposte indirette IVA Anni 70 => Riforma dell’ordinamento tributario. • In seguito alla legge delega n. 80 del 7/4/2003 l’Irpeg e l’Irpef sono state sostituite rispettivamente dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) e dall’Ire (Imposta sul reddito delle persone fisiche e degli enti non commerciali) Oggi: IRE ed IRES

  6. DA LAVORO DIPENDENTE DA IMPRESA DA ARTI O PROFESSIONI FONDIARIO DA CAPITALI 5 CATEGORIE DI REDDITO:

  7. Attività di controllo L’attività di controllo si distingue in: • Interna • A diretto contatto con il contribuente • L’amministrazione finanziaria NON PROCEDE OLTRE se: Sono state constatate violazioni formali Il contribuente ha osservato gli adempimenti e le obbligazioni tributarie

  8. VIOLAZIONI SOSTANZIALI una diversa determinazione dell’imposta dovuta Attività di accertamento vera e propria

  9. TIPI DI ACCERTAMENTO L’attività di accertamento si distingue a secondadel: • SOGGETTO PASSIVO, • AMPIEZZA DELL’ACCERTAMENTO, • MODALITA’ con cui la determinazione dell’imposta o della maggiore imposta è dovuta.

  10. Si effettua nei confronti di: • Persona fisica senza partita IVA • Persona fisica titolare di partita IVA anche per redditi diversi da quelli derivanti dall’esercizio dell’impresa, arti, professioni • Soggetto diverso dalla persona fisica titolare o meno di partita IVA

  11. L’accertamento può essere (AMPIEZZA): ORDINARIO PARZIALE La MODALITA’ con cui la determinazione dell’imposta o della maggiore è effettuata Accertamento analitico- contabile Accertamento analitico- presuntivo Accertamento induttivo Accertamento sintetico

  12. Accertamento analitico- contabile L’incompletezza, la falsità,l’inesattezza dei dati possono essere desunte dalla dichiarazione stessa, dal confronto con dichiarazioni di anni precedenti o da notizie acquisite dall’Ufficio Accertamento analitico- presuntivo la puntuale rettifica dei singoli elementi rilevanti per determinare l’imponibile avviene sulla base di elementi presuntivi in mano all’amministrazione Accertamento induttivo La legge concede all’A.f. di rettificare la dichiarazione prescindendo in tutto o in parte dalle scritture contabili Accertamento sintetico Ha luogo nei confronti di persone fisiche. E’ posto in essere quando il reddito complessivo risulta inferiore a quello fondatamente attribuibile al contribuente sulla base di elementi di fatto e circostanze certe in possesso dell’ufficio

  13. CONCORDATO o ACCERTAMENTO con ADESIONE Consente di patteggiare l’IMPONIBILE quando si è subito un CONTROLLO da parte dell’amministrazione Può essere proposto Dal CONTRIBUENTE con domanda all’Ufficio che ha emesso l’atto di accertamento Dall’AMMINISTRAZIONE con un “Invito a comparire”

  14. RIFORMA TRIBUTARIA • NESSUN EFFETTO sui percettori di reddito da lavoro dipendente e di redditi fondiari e di capitale (tassati direttamente alla fonte) • NESSUN EFFETTO sui redditi delle grandi imprese (ridotta numerosità) • PROBLEMI E LIMITI per i piccoli e medi imprenditori e per quelli esercenti arti e professioni

  15. 4.12 4.55 fino a 250 addetti 250-500 addetti oltre 500 addetti 91.33 COMPOSIZONE PERCENTUALE DELLE IMPRESE PER CLASSI DI ADDETTI, IN ITALIA 2001. Fonte: Istat. Sono considerate piccole e medie imprese quelle con un numero inferiore a 250 addetti (Raccomandazione n. 2003/361/Ce).

  16. RIFORMA DEGLI ANNI 80(Visentini – ter) • nasce dalla consapevolezza dell’INSUFFICIENZA dello strumento contabile quale unico supporto informativo per la determinazione dei redditi vari strumenti automatici di accertamento:

  17. Contributo diretto lavorativo o Minimum Tax (venivafissato un minimo al di sotto del quale il contribuente non poteva scendere, ove ciò si fosse verificato l’A.F. avrebbe automaticamente iscritto a ruolo l’importo risultante dalla differenza tra le imposte autoliquidate e quelle determinate in base alla minimum tax, comprensivo dei relativi interessi e sanzioni) • Coefficienti di congruità e presuntivi (finalizzati a correggere le dichiarazioni sulla base di % di ricarico medie, con conseguente penalizzazione dei contribuenti più deboli) • Parametri accertativi

  18. PARAMETRI ACCERTATIVI (naturale collegamento tra i coefficienti presuntivi e gli studi di settore) (Legge 28/12/1995 n. 549) Elaborati tenendo conto delle caratteristiche e delle condizioni di esercizio della specifica attività svolta ed identificando a tal fine, in riferimento ai settori omogenei di attività, campioni di contribuenti che hanno presentato dichiarazioni dalle quali si rilevano coerenti indici di natura economica e contabile

  19. ANNI ’90 STUDI DI SETTORE • Strumento fiscale, introdotto dall’articolo 62 bis del D.L. 30 agosto 1993, n. 331 convertito con modificazioni nella legge 29 ottobre 1993, n. 427. • basati su indici presuntivi del reddito sottratto all’imposizione, con possibilità per i destinatari di fornire prova contraria

  20. IL PASSAGGIO DAL REDDITO “CONTABILE” AL REDDITO “NORMALE” • la legislatura tributaria si orienta, per i contribuenti ricadenti nel lavoro autonomo, verso criteri di PREDETERMINAZIONE NORMATIVA del risultato economico d’esercizio collegati al concetto di REDDITO NORMALE.

  21. REDDITO “NORMALE” • Concetto statistico reddito potenziale del contribuente, determinato attraverso appropriate tecniche statistiche sulla base di variabili contabili ed extra-contabili, osservato su un numero elevato di contribuenti e con l’apporto di appropriati indicatori che sintetizzano gli aspetti reddituali e settoriali del territorio in cui è svolta l’attività del contribuente

  22. REDDITO CONTABILE(basato sulle scritture contabili) REDDITO “NORMALE” INVERSIONE DELL’ONERE DELLA PROVA

  23. La MISURA NORMALE della caratteristica del fenomeno collettivo deve essere RAPPRESENTATIVA per i singoli soggetti dell’insieme e può essere ottenuta: • Tramite MISURE SINTETICHE • Tramite MODELLI

  24. Obiettivi degli Studi di settore • Consentire all’AF di: • predeterminare i ricavi o i compensi attribuibili alle varie categorie di contribuenti • instaurare un clima di collaborazione • combattere evasione ed elusione • ridurre a livelli normali il contenzioso tributario

  25. Modellorappresentazione semplificata di un fenomeno reale • La discrepanza tra il modello ed il fenomeno reale si collega alla componente erratica o stocastica FASI PER LA COSTRUZIONE DI UN MODELLO • Scopo di un modello: • “spiegare” in termini quantitativi, • verificare • prevedere la RELAZIONE che intercorre tra le variabili rappresentate formalmente nel modello. • SPECIFICAZIONE • IDENTIFICAZIONE E STIMA • VERIFICA • UTILIZZO

  26. SPECIFICAZIONE • Formulazione matematico-statistica delle ipotesi relative ad aspetti teorici del fenomeno analizzato e delle relative implicazioni. • La variazione della variabile dipendente si distingue in: • STOCASTICA • SISTEMATICA

  27. IDENTIFICAZIONE E STIMA • si QUANTIFICANO le relazioni tramite la stima dei coefficienti delle variabili esplicative espressi dalle relazioni • si verifica la consistenza e risolubilità del modello stesso. VERIFICA • formulazione e applicazione di una serie di criteri (TEST STATISTICI) per valutare: • coerenza fra specificazione adottata e dati osservati • capacità predittiva • idoneità del modello in ambito decisionale

  28. Se il modello NON SUPERA uno o più criteri di verifica • si ritorna alla fase del procedimento in cui si ritiene origini l'inconveniente intervenendo nella maniera più adeguata al fine di realizzare le condizioni di superamento dei test UTILIZZO DESCRITTIVO, sono evidenziate e commentate le relazioni del modello PREDITTIVO, i risultati ottenuti dalla soluzione del modello sono utilizzati per ottenere dei valori estrapolati; NORMATIVO, la validità del modello è utilizzata per ottenere e valutare decisioni alternative susseguenti a diversi valori delle variabili

  29. DIAGRAMMA A BLOCCHI Teoria Specificazione del modello Identificazione e stima dei parametri Dati empirici Verifica validità del modello Utilizzo

  30. I FENOMENI COLLETTIVI In Statistica, i f.c. considerano le caratteristiche complessive che scaturiscono da quelle individuali e distinte di un insieme di soggetti • estrazione di un campione rappresentativo • rilevazione • elaborazione

  31. IL PROGETTO DI ANALISI DEGLI STUDI DI SETTORE SCHEMATICAMENTE POSSONO DISTINGUERSI LE SEGUENTI FASI: INGENTI RISORSE LUNGO PERIODO DI GESTAZIONE PREPARATORIA DETERMINAZIONE DELLA FUNZIONE DEI RICAVI APPLICAZIONE DEGLI STUDI DI SETTORE

  32. FASE PREPARATORIA • Per ogni settore: • si considerano le attività economiche identificate al livello classificatorio più basso di disaggregazione; • si indicano le attività economiche sottoposte a studi di settore, • si elencano i casi di esclusione • si sceglie la tipologia delle variabili extra-contabili da utilizzare nel modello

  33. DETERMINAZIONE FUNZIONE RICAVI • Sub – fase A: • RILEVAZIONE DELLE INFORMAZIONI, tramite i questionari inviati ai contribuenti (che devono compilarli e riconsegnarli)

  34. Sub – fase B: ELABORAZIONE DEI QUESTIONARI, in cui si tiene conto: • della possibile elevata variabilità del livello di ricavi nell’ambito dello stesso gruppo di attività economica • delle effettive condizioni economiche del territorio in cui è localizzata l’attività. Si identificano gli elementi contabili ed extra-contabili che maggiormente condizionanti il reddito e si inseriscono nel modello della funzione di ricavo

  35. Sub – fase C: VALIDAZIONE • la funzione dei ricavi normale di ciascun gruppo è analizzata da una commissione di esperti locali e di categoria ai fini della validazione della rispondenza alle effettive condizioni economiche del territorio di riferimento • si certifica l’idoneità e l’affidabilità degli studi a rappresentare adeguatamente la specifica realtà economica dei settori.

  36. APPLICAZIONE DEGLI STUDI DI SETTORE • Utilizzando un software predisposto e reso disponibile dall’amministrazione finanziaria, il contribuente può individuare: • sottogruppo di appartenenza • il suo reddito normale di riferimento, in base ai valori assunti dalle variabili contabili ed extra-contabili della sua attività.

  37. CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ ECONOMICHE • Le attività economiche sono classificate principalmente per MOTIVI DI COMPARABILITÀ.   • La classificazione di base è quella effettuata dagli organismi dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) nota sotto il nome di ISIC (International Standard Industrial Classification)

  38. L’EUROSTAT adotta una classificazione denominata NACE 70 costruita per tener conto delle strutture economiche dei Paesi membri, raccordata alla classificazione ISIC dell’ONU • In Italia in occasione del 7° Censimento generale dell’industria e dei servizi del 1991 fu adottata dall’ISTAT la classificazione ATECO 91

  39. Oggi ATECO 2002 ATECO ‘91 • tiene conto del processo produttivo e delle operazioni ad esso collegate • l’unità elementare è la cellula operativa di tipo funzionale come lo stabilimento, il reparto di produzione, la bottega artigiana, l’ufficio, il negozio, lo studio e simili;

  40. L’UNITÀ DI PRODUZIONEè caratterizzata da: • un’unica attività, • una struttura di costi, • un processo di produzione • un output di prodotti omogenei in base alle caratteristiche tecnologiche del prodotto e solo in via subordinata alla funzione principale o all’uso che il prodotto assolve

  41. L’ATECO ’91 è un • SISTEMA di • CLASSIFICAZIONE le nomenclature delle attività economiche sono collegate ai diversi livelli di aggregazione attraverso un SISTEMA GERARCHICO visualizzato con un codice composto al livello più elevato da una lettera ed alla base da 4 o 5 cifre numeriche

  42. SEZIONIdi attività economica: hanno per codice una lettera alfabetica. (es. A agricoltura, B pesca, C industrie estrattive, D industrie manifatturiere ecc.). • Alcune sezioni sono ulteriormente suddivise in SOTTOSEZIONI : con un codice a due lettere, di cui la prima coincide con quella della sezione di appartenenza. • DIVISIONI: ciascuna identificata dal codice a due cifre.

  43. GRUPPI: contraddistinti dal codice a 3 cifre. • CLASSI: il cui codice è costituito da 4 cifre. • CATEGORIA con un codice a 5 cifre.

  44. Codice Attività economica Livelli D ATTIVITA’ MANIFATTURIERE Sezione DA INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO Sottosezione 15 INDUSTRIE ALIMENTARI E DELLE BEVANDE Divisione 15.1 Produzione, lavorazione e conservazione di prodotti a base di carne Gruppo 15.11 Produzione, lavorazione e conservazione di carne, esclusi i volatili Classe 15.11.1 Produzione di carne, non di volatili, e di prodotti della macellazione Categoria 15.11.2 Conservazione di carne, non di volatili, mediante congelamento e surg. Categoria 15.12 Produzione, lavorazione e conservazione di carne di volatili Classe 15.12.1 Produzione di carne di volatili e di prodotti della macellazione Categoria 15.12.2 Conservazione di carne di volatili e di conigli mediante congelamento e surgelazione Categoria 15.13 Produzione di prodotti a base di carne Classe 15.2 Lavorazione e conservazione di pesce e di prodotti a base di pesce Gruppo 15.20.1 Surgelazione, inscatolamento, ecc. Categoria 15.20.2 Produzione di prodotti a base di pesce, crostacei e molluschi Categoria

  45. Alla classificazione ATECO 2002 l’A.F. si è raccordata attraverso la classificazione definita ATECOFIN 2004

  46. SETTORE DI ATTIVITÀ: • In PASSATO: raggruppamento di attività economiche omogenee, in cui l’omogeneità era basata sull’output ed in particolare sulla sua destinazione d’uso • ATTUALMENTE: ripartizione delle sezioni di attività economica in tre grossi comparti: agricoltura, industria e servizi.

  47. Per L’AMMINISTRAZIONE FINANZIARIA negli studi di settori: • raggruppamento omogeneo di UNA O PIÙ CATEGORIE di attività economiche, in cui l’omogeneità è la stessa adottata nella classificazione Ateco 91

  48. POPOLAZIONE DI RIFERIMENTO • Piccole e medie imprese • Professionisti le cui attività maggiormente si prestano a valutazioni standardizzate • a priori, restano fuori dal campo di applicazione le grandi imprese

  49. I CASI DI ESCLUSIONE PREVISTI DALLA NORMATIVA • In base all’articolo 2 del decreto ministeriale 3 luglio 1997 è prevista l’esclusione dagli studi di settori dei contribuenti: • con ricavi dichiarati, per l’anno in questione, di importo superiore a 5.164.569 di Euro esclusi, però, i ricavi di natura finanziaria; • che determinano il reddito con criteri forfettari;

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