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LA BIBBIA

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Presentation Transcript


  1. LA BIBBIA

  2. La parola “Bibbia” deriva dal greco e significa “libri”: la Bibbia, infatti, è una raccolta di libri considerati sacri sia dalla tradizione ebraica sia da quella cristiana, una vera e propria biblioteca, la cui composizione avvenne in tempi e luoghi diversi, attraverso successive tradizioni e redazioni (dal X-IX sec. a.C. al I sec. a.C. per l’Antico Testamento e dal 50 al 100 d.C. per il Nuovo Testamento).

  3. Nonostante la sua eterogeneità, la Bibbia rivela comunque un progetto unitario dall’inizio alla fine: si tratta di un fatto unico nella letteratura mondiale.

  4. Molti sono gli autori dei libri che compongono la Bibbia e non è sempre facile, soprattutto per quanto riguarda l’Antico Testamento, risalire ai loro nomi. Spesso i libri prendono il nome da una persona che non sempre corrisponde all’autore. Talvolta, invece, essi portano il nome del loro protagonista.

  5. Gli scritti che compongono la Bibbia sono molto differenti tra loro e sono raggruppati in due grandi raccolte: • l’Antico Testamento (AT), che comprende la storia e la riflessione religiosa del popolo ebraico; • - il Nuovo Testamento (NT), che narra la storia di Gesù il Cristo e ne riferisce il suo insegnamento. Tale raccolta non è ritenuta dagli ebrei sacra, essendo tale solo per i cristiani.

  6. La parola “testamento” sta a significare “alleanza”, “patto”. Pertanto la Bibbia è l’insieme dei libri che parlano dell’alleanza che Dio ha stretto con Israele (antica Alleanza) e che, secondo i cristiani, ha compiuto in Gesù (nuova Alleanza). Secondo i cristiani, tra AT e NT non vi è interruzione, ma continuità e relazione tra passato, presente e futuro.

  7. Come si cita un brano biblico I titoli dei libri della Bibbia vengono abitualmente citati in modo convenzionalmente abbreviato. Tutti i libri della Bibbia sono divisi in capitoli (è il primo numero che compare) e versetti (sono i numeri che compaiono dopo la virgola). Non ci sono paragrafi!!!

  8. Vediamo alcuni esempi: • Gn 22 = Genesi, capitolo 22; • Gn 22, 3 = (dal libro di) Genesi, capitolo 22, versetto 3; • Gn 22, 3-13 = (dal libro di) Genesi, capitolo 22, dal versetto 3 al versetto 13; • Gn 22, 3.13 = (dal libro di) Genesi, capitolo 22, versetto 3 e versetto 13; • - Gn 22,3 - 25,11 = (dal libro di) Genesi, dal capitolo 22, versetto 3, al capitolo 25 fino al versetto 11.

  9. Il canone La parola “canone” deriva da un termine greco che significa “misura”. Il canone, dunque, è l’elenco dei libri che sono stati riconosciuti dai credenti come autentica Parola di Dio, cioè ispirati. I canoni della Bibbia sono due: canone ebraico (o palestinese); 2) canone cattolico.

  10. Il canone ebraico (o palestinese) fu fissato verso la fine del I secolo d.C. Secondo tale criterio, gli ebrei riconoscono soltanto i libri scritti in ebraico (che sono 39). Il canone cattolico, già riscontrabile nei primi secoli della Chiesa, è stato definitivamente fissato nel Concilio di Trento (1546) e comprende 46 libri per l’AT (i cattolici considerano ispirati altri sette libri, scritti in greco) e 27 per il NT (identico per tutti i cristiani).

  11. Il canone cattolico segue per l’AT il cosiddetto canone greco o alessandrino, proveniente dalla comunità di Alessandria d’Egitto sviluppatasi nel corso del III secolo a.C., durante la diaspora. Gli ebrei di Alessandria avevano incominciato a tradurre in greco le Scritture, perché ormai più nessuno degli esuli parlava l’ebraico.

  12. I libri esclusi dal canone vengono detti apocrifi: con tale termine vengono comunemente indicati i libri di contenuto affine a quelli biblici, ma considerati non ispirati. Abbiamo libri apocrifi sia nell’Antico Testamento sia nel Nuovo Testamento.

  13. Per tutti i libri della Bibbia la formazione è avvenuta durante un lungo arco di tempo e attraverso una serie di tappe: • la tradizione orale; • la messa per iscritto; • - la redazione finale.

  14. Per tradizione orale si intende il fatto che nelle antiche società preletterarie c’era una cultura orale: i racconti venivano ricordati a memoria, poi trasmessi a voce e tramandati gelosamente di generazione in generazione. Il modo di narrare veniva adattato alla situazione e all’ambiente di vita in cui veniva raccontato. I racconti erano semplici e si faceva ampio uso di ripetizioni, rime, ritornelli e assonanze, al fine di facilitarne il ricordo.

  15. Quando vennero fissati definitivamente i libri sacri della Bibbia (ritenuti Parola di Dio), essi furono soggetti a due fenomeni: vennero continuamente usati, quindi trascritti e trasmessi; vi fu un forte controllo per rimanere fedeli al testo originale.

  16. Anche il testo biblico, come gli altri testi dell’antichità, veniva ricopiato a mano. Emerse, dunque, fin dall’inizio l’attenzione a eliminare gli errori dei copisti (dovuti alla disattenzione umana, ma anche introdotti volontariamente per cambiare il senso del testo).

  17. Per quanto riguarda la messa per iscritto, essa cominciò al tempo dei re, quando il popolo ebraico passò da una vita seminomade a una vita sedentaria. La trascrizione dei racconti orali rispondeva ad un’esigenza ormai troppo urgente: - evitare che il passaggio da uomo a uomo e da generazione a generazione alterasse il senso del messaggio.

  18. La formazione dell’AT I testi dell’AT non sono legati a un solo autore né tantomeno sono circoscrivibili a un breve periodo di tempo: essi riguardano un arco temporale di quasi un migliaio di anni (i testi più antichi risalgono infatti a oltre 1000 anni prima di Cristo, mentre quelli più recenti al I secolo a.C.). I libri sacri dell’AT si consolidarono attraverso successivi rimaneggiamenti, aggiunte, interpretazioni, fusioni con altri testi.

  19. I momenti importanti di stesura dell’AT furono tre: 1) il primo fu durante il regno di re Salomone (X sec. a.C.), il quale comprese che per consolidare il suo regno era necessaria una cultura omogenea nel suo popolo; 2) il secondo fu durante il regno di Giosìa, re di Giuda (VII sec. a.C.): egli accolse nel suo territorio i profughi del Regno del Nord e tentò di amalgamare le due culture;

  20. 3) il terzo momento fu il periodo in cui Esdra e Neemia (V sec. a.C.) lavorarono alla redazione definitiva del Pentateuco e di tutta la Bibbia (cioè degli scritti esistenti fino a quel momento).

  21. La messa per iscritto dei libri dell’AT, iniziata con il Regno di Salomone, avvenne nella forma di rotoli di papiro. Nel II sec. d.C. il papiro venne sostituito dalla pergamena (cioè la pelle di animali ridotta a fogli sottili e molto solidi).

  22. Anche per i libri della Bibbia, come per tutte le opere dell’antichità, i manoscritti originali, compilati dagli autori biblici in persona (autografi), sono andati perduti. La ricostruzione del testo è stata dunque possibile confrontando: • le copie dirette dei manoscritti originali (apografi); • le antiche traduzioni; • le citazioni dei testi biblici contenuti nelle opere degli autori antichi.

  23. Il ritrovamento di Qumran Il ritrovamento più importante di manoscritti biblici apografi in rotoli di papiro è stato quello avvenuto a Qumran, località sulle rive occidentali del Mar Morto, nel 1947. I rotoli manoscritti, ritrovati in diverse anfore, erano datati fra il III sec. a.C. e il I sec. d.C. La maggior parte di essi era in ebraico, ma anche in aramaico e alcuni in greco; contenevano quasi tutti i libri della Bibbia ebraica.

  24. Le lingue e il linguaggio Originariamente la Bibbia era scritta in ebraico per gran parte dell’AT ed in greco per alcuni libri dell’AT e per tutti i libri del NT.Solo pochi passi dell’AT ed alcune espressioni nel NT sono riportati in aramaico, lingua molto simile all’ebraico. I vari autori della Bibbia usarono generi letterari (= forme espositive dei contenuti) diversi.

  25. Vediamo alcuni esempi di generi letterari, con i relativi contenuti: • storico-narrativo: si tratta di racconti e vicende storiche; • normativo: si tratta di leggi e norme per regolare la vita sociale e religiosa; • poetico: si tratta di canti, salmi e preghiere; • - sapienziale: si tratta di proverbi e riflessioni per riflettere sui grandi temi della vita;

  26. -profetico: si tratta di profezie e insegnamenti che i profeti esprimevano, a nome di Dio, per aiutare il popolo a trovare la via del bene e per rimanere fedeli a Dio; -apocalittico: il termine deriva dal greco e significa “rivelazione”. Si tratta di un genere letterario che offre una visione pessimista del presente, mentre è ottimista per l’avvenire in quanto segnato dall’avvento del Regno di Dio. Vengono riportate visioni del tempo futuro e i segni che le preannunciano.

  27. Le fonti bibliche La ricostruzione del testo biblico è un lavoro che esige la competenza e la pazienza di studiosi specializzati. Studi approfonditi dei testi del Pentateuco (o Torah) hanno evidenziato quattro tradizioni o fonti molto diverse tra di loro, che si intrecciano in vario modo nel racconto: -La fonte Jahwista (J): è così designata perché Dio è chiamato JHWH. Risale al X-IX sec. a.C. ed il suo stile è narrativo e popolare.

  28. La fonte Elohista(E): essa chiama Dio Elohim (nome comune di Dio). Risale all’VIII sec. a.C. ed è più elaborata della precedente. • - La fonte deuteronomista (D): è contenuta soprattutto nel libro del Deuteronomio, da cui prende il nome, e risale al VII sec. a.C. Ha un carattere moraleggiante.

  29. - La fonte sacerdotale (P): risale al VI sec. a.C. ed è caratterizzata da uno stile solenne e da un marcato interesse per il sacerdozio e per la figura del sacerdote (che sostituisce quella del re e del profeta). Il vocabolario è scarno, ma ricco di termini propri del culto (“sacrificio”, “offerta”, …).

  30. I libri dell’Antico Testamento I libri dell’AT cristiano-cattolico sono 46 e sono così suddivisi: -Pentateuco: è il blocco dei primi 5 libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio).Genesiracconta le origini e la storia dei patriarchi;Esodoè la storia della liberazione del popolo ebraico dall’Egitto e della sua Alleanza con Dio;Leviticoè un insieme di leggi religiose; Numeriracconta il cammino del popolo ebraico sino all’arrivo alla Terra Promessa; Deuteronomioè un codice di leggi civili e religiose.

  31. Libri storici: sono 16 libri che presentano momenti particolari della storia del popolo ebraico. • Libri poetici e sapienziali: 7 libri che educano il popolo a vivere con saggezza nei confronti di Dio e dei propri simili. • Libri profetici: sono 18 libri che raccolgono gli scritti dei profeti maggiori e minori.

  32. I libri dell’AT ebraico sono 39 e sono così suddivisi: • “Legge Mosaica” (Torah): è il blocco dei primi 5 libri, un insieme di norme e prescrizioni morali e legali che guida il popolo al rispetto dell’Alleanza • “Profeti” (Nebim): 21 libri che raccolgono le tradizioni storiche del popolo ebraico e dei grandi profeti ebrei.

  33. “Scritti” (Ketubim):13 libri di vario genere, composti per insegnare al popolo la sapienza degli antichi, per offrire buoni esempi di vita. • Le iniziali di questi tre gruppi di libri (T,N,K) danno il nome di Tanak alla Bibbia ebraica.

  34. Nuovo Testamento E’ quella parte della Bibbia considerata sacra dai cristiani, ma non riconosciuta dagli ebrei in quanto annuncia e parla di Gesù come Figlio di Dio e Messia. Per i cristiani il NT non è comprensibile a prescindere dall’AT: il NT non rompe con l’AT, né lo supera completamente, ma piuttosto si pone in continuità con esso e lo perfeziona. Gesù, infatti, precisa di non essere venuto ad abolire, ma a completare la Legge e i Profeti.

  35. Anche la stesura scritta del NT non fu immediata, ma avvenne in fasi successive, in un arco di tempo di circa 50 anni. Essa si colloca immediatamente dopo la morte e risurrezione di Gesù e fu preceduta da un periodo di trasmissione orale della Parola di Cristo. Gesù non scrisse nulla , né chiese agli Apostoli di scrivere il suo messaggio, ma li esortò a predicare il suo Vangelo (= “lieto annuncio”, “buona notizia”).

  36. Via via che i testimoni oculari scomparivano, divenne più forte l’esigenza di mettere per iscritto l’insegnamento orale degli apostoli, affinché il messaggio non subisse manipolazioni. Il greco scritto del NT è una “lingua comune”, non letteraria, che poteva essere compresa da tutti.

  37. Il canone del NT comprende: • quattro Vangeli (Matteo, Marco, Luca e Giovanni, secondo l’ordine canonico); • Atti degli Apostoli; • Lettere apostoliche; • Apocalisse.

  38. I Vangeli • Per la loro elaborazione gli evangelisti si rifecero alle testimonianze sulla vita di Gesù: • tramandate oralmente; • raccolte in forma scritta e anonima.

  39. I Vangeli di Marco, Matteo e Luca sono detti sinottici in quanto, se si ponessero su tre colonne parallele, si potrebbe vedere che l’esposizione segue il medesimo schema. In pratica, essi presentano molteplici affinità e frequenti parallelismi. I tre evangelisti usarono tradizioni orali e fonti scritte comuni, ma ciascuno di loro rielaborò i dati in modo originale e secondo le esigenze della comunità cui era rivolto lo scritto.

  40. I Vangeli sono: • - libri storici, in quanto riportano testimonianze attendibili su un fatto storico ( la vita e la predicazione di Gesù), anche se non possono essere considerati fonti storiche vere e proprie perché la loro finalità non è quella di offrire un quadro completo e fedele della vita di Gesù; • una testimonianza di fede, in quanto si propongono di far comprendere ai lettori il mistero di Cristo (Figlio di Dio) e di condurli all’adesione nella fede.

  41. Ogni Vangelo ha: • una sua struttura; • un suo progetto; • un suo modo specifico di interpretare la persona e l’opera di Gesù.

  42. Ciascun evangelista scriveva per un pubblico diverso e, a seconda dei destinatari, si possono spiegare le caratteristiche di ciascun Vangelo.

  43. Matteo Era uno dei dodici Apostoli. Faceva parte di una comunità di cristiani provenienti dall’ebraismo e i suoi destinatari erano ebrei convertiti al cristianesimo. Scopo del suo Vangelo era dimostrare che Gesù era il Messia annunciato dalle Scritture. La stesura definitiva del suo Vangelo risale all’80 d.C.

  44. Marco Era uno dei discepoli. Scrisse il suo Vangelo per pagani convertiti che vivevano fuori dalla Palestina. Si preoccupò di spiegare espressioni aramaiche (la sua lingua d’origine) e riti giudaici. Gesù è presentato come un uomo, che però compie azioni sorprendenti di liberazione dal male verso coloro che sono malati sia fisicamente sia spiritualmente. La stesura scritta del suo Vangelo risale al 65 d.C. circa.

  45. Luca Il suo scritto è più elaborato dei precedenti sia nel progetto sia nello stile (Luca aveva una notevole cultura greca e giudaica). Scrisse il suo Vangelo intorno all’80 d.C. I destinatari del suo scritto erano tutti i cristiani provenienti dal mondo pagano. Al centro del suo racconto vi è un lungo viaggio che conduce Gesù a Gerusalemme. Ai suoi occhi i tratti che meglio raffigurano Cristo sono l’amore, la gioia, la povertà, lo Spirito Santo, la preghiera.

  46. Giovanni Scrisse più tardi (90 d.C.) il suo Vangelo e rielaborò il materiale autonomamente. Il testo è molto elaborato e complesso, ricco di simboli. I suoi destinatari erano i cristiani dell’Asia Minore. Il suo Vangelo è indipendente dai sinottici e si apre con un celebre Prologo, che esalta Cristo come Parola, Verbo divino, diventato poi uomo.

  47. Atti degli Apostoli Il testo fu composto intorno all’80 d.C. dall’evangelista Luca. L’autore descrive la nascita della Chiesa e il suo sviluppo (guidato dallo Spirito Santo). Si racconta come il Vangelo raggiunse Roma attraversando l’intera area del Mediterraneo.

  48. Lettere apostoliche • Si tratta di una serie di lettere indirizzate dagli Apostoli ad alcune comunità cristiane. • Si dividono in: • Lettere di Paolo; • - Lettere cattoliche.

  49. Le Lettere di Paolo sono 13 e sono contrassegnate in modo esplicito dal suo nome. • Una quattordicesima lettera (Lettera agli ebrei), prima attribuita a Paolo, è oggi considerata nettamente distinta dall’epistolario paolino. • Nelle lettere paoline sono contenute: • ampie riflessioni teologiche su Gesù Cristo e sulla Scrittura; • tematiche d’ordine pratico e teorico che le prime comunità cristiane dovevano affrontare nei loro contatti con il mondo ebraico e pagano.

  50. Le Lettere cattoliche sono 7 e sono state composte tra il 60 e il 100 d.C. Sono attribuite agli apostoli Giacomo, Pietro, Giovanni e Giuda. Sono definite “cattoliche” (= “universali”) perché considerate dirette a tutta la cristianità (infatti non hanno un destinatario specifico).

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