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Strategie multinationali . Il progetto, le sfide, gli obiettivi.

Strategie multinationali . Il progetto, le sfide, gli obiettivi. a cura di Claudio Stanzani ( SINDNOVA – CISL) Cecilia Brighi (Dip. Intern.le CISL) Settembre 2003. L’impresa (multinazionale) deve essere competitiva!.

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Strategie multinationali . Il progetto, le sfide, gli obiettivi.

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  1. Strategie multinationali. Il progetto, le sfide, gli obiettivi. a cura di Claudio Stanzani (SINDNOVA – CISL) Cecilia Brighi (Dip. Intern.le CISL) Settembre 2003

  2. L’impresa (multinazionale) deve essere competitiva! • La competitivitaè legata alla capacita di definire una interazione positiva con l’ambiente (locale, nazionale, europeo, mondiale, …) e di riuscire ad intervenire in tempo utile su se stessa: riorganizza, modifica e ricombina continuamente la sua struttura (risorse e organizzazione) e cambia il complesso delle sue scelte di gestione. • L’insieme di questi comportamenti si chiama: flessibilità. • La sua capacità d’intervento su più mercati si chiama: globalizzazione. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  3. Le multinazionali nel mondo • Rappresentano il 50% dell’economia mondiale • L’1% delle multinazionali = 50% IDE (Investimenti Diretti all’Estero) • nel 2002 : +/- 64.000 multinazionali • con +/-870.000 imprese controllate • Migliaia di accordi fra le imprese Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  4. Cifre d’affari delle multinazionali • Nel 2002: fatturano 18 trilioni di $ = più del doppio delle esportazioni mondiali totali pari a 8 trilioni. • Nel 1990 i due dati erano allo stesso livello. Valore aggiunto affiliate estere circa 3.4 trilioni pari al 10% PIL Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  5. IDE (Investimento Diretto all’Estero) • Fra il ’90 e il 2000 lo stock degli IDE in uscita è passato da 1.7 trilioni di $ a 6.8 trilioni di $ . Nel 2002 • IDE verso Paesi industrializzati = 651 miliardi di $ • ( -21% rispetto al 2001) • declino verso i paesi in via di sviluppo -23% Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  6. IDE 2002 IN FORTE CALO • Nel 2002 lo stock di IDE in entrata 7.123 miliardi di $ • stock di IDE in uscita=6.866 miliardi di $ (+8,7). Nel 2000 era +18,9 • IDE verso paesi in sviluppo -23% • (Africa -41%) • flussi IDE in entrata - 21% • flussi IDE in uscita ridotti in73 PAESI SU 150 • IDE USA in uscita +15% • IDE U.E. in uscita - 13 % -- GIAPPONE - 18 % • IDE verso pvs - 4 miliardi di $ Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  7. Il 70 % del commercio mondiale è controllato da 500 multinazionali • I 48 Paesi più poveri = lo 0,4% dell’Esportazioni Globali Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  8. Indicatori affiliate estere 2002 • Valore aggiunto 3.2 trilioni di $ ( pari a 10% PIL globale); asset totale 26,5 trilioni di $ • vendite pari a 17,6 trilioni • esportazioni di merci e servizi 7,8 trilioni $ • fusioni e acquisizioni da 7.894 nel 2000 a 4.493 (-37%) • profitti da 7% a fine 90 al 2% nel 2002 Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  9. Nel 2002: 53.100.000 di lavoratori rispetto ai 24 milioni nel 1990. • Il 90% case madri in Europa, Giappone e USA • rappresentano 80% investimenti in uscita e • 50-60% in entrata Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  10. Le privatizzazioni rappresentano per le multinazionali un’opportunità e una attrazione importanti per gli investimenti verso: l’America Latina, l’Europa centrale (e orientale) e l’Asia. Accordi bilaterali da 385 nel 90 a 2.181 nel 2002 Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  11. ZONE FRANCHE • più di 1000 nel mondo, di cui • l’80% in Asia, e in questa regione il 55% in Cina. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  12. Internazionalizzazione delle imprese. La scelta della localizzazione. • Per conquistare dei nuovi mercati per i loro prodotti o servizi • Per un accesso privilegiato alle materie prime • per ridurre i costi dei fattori: lavoro, capitale, ctc. • o approfittare delle condizioni vantaggiose (tasse, aiuti, ecc.) e/o finanziamenti (fondi strutturali) • per vincere la concorrenza a livello globale • per creare delle nuove sinergie • ecc. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  13. Conseguenze • mancanza di rispetto dei diritti fondamantali della persona e dei lavoratori. • dumping sociale • corruzione, povertà, mancanza di democrazia, lavoro forzato, ecc. • sfruttamento delle donne e dei bambini speculazioni finanziarie • distruzione delll’ambiente Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  14. Effetti negativi PREOCCUPAZIONI PREVALENTI (UNCTAD) • pratiche anticoncorrenza affiliate estere • volatilita’ flussi • non pagamento tasse e falsi transfer pricing • messa fuori mercato delle imprese locali e contrazione sviluppo imprenditoriale • messa fuori mercato dei prodotti, tecnologie, reti e tecniche produttive locali, con effetti socioculturali negativi concessioni alle multinazionali nelle zone franche per evitare le norme sul lavoro e sull’ambiente • influenza eccessiva sui processi decisionali e sull’economia Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  15. Gli attori • Istituzioni internazionali: • ONU/ OIL/ FAO OMC/ UNCTAD UNIDO • IFI (FMI, BMI) ; Banche regionali • OCSE • UE • G8 Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  16. Attori sociali • SINDICATI :CISL INTERNAZIONALE/ CMT / CES • ONG: Amnesty; HRW • ORGANIZZAZIONI DEGLI IMPRENDITORI : ICC; IOE Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  17. Come anticipare le scelte strategiche di questi grandi gruppi? Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  18. Strumenti e strategie • Convenzioni Internazionali OIL • Dichiarazione Tripartita OIL su Multinazionali • Linee Guida OCSE sulle multinazionali • U.E.: politiche, direttive, accordi commerciali • Sistema di Preferenze Generalizzate (SPG) • Dialogo Sociale (interprofessionale e di settore) • Contrattazione collettiva (nazionale e locale) • Codici e accordi quadro (a livello d’impresa) • Comitati d’Impresa Europei e Mondiali • Responsabilità Sociale dell’Impresa Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  19. Quale impatto della politica della concorrenza e della politica commerciale dell’UE su queste strategie? Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  20. In questo contesto, gli Stati membri dell’Unione Europea hanno ancora difficoltà a definire gli strumenti per parlare con una sola voce. Come nelle contrattazioni commerciali e presso l’Organizzazione mondiale del commercio. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  21. Ruolo e responsabilità dell’Unione Europea L’Unione Europea, con i suoi quindici Stati membri, rappresenta solo il 6 % della popolazione mondiale, ma rappresenta più di un quinto delle importazioni ed esportazioni mondiali, questo la rende prima potenza commerciale del mondo. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  22. L’Europa, prima potenza commerciale: ·il primo esportatore mondiale di merci: più di 973 miliardi di euro nel 2001, quasi un quinto del totale mondiale; ·il primo esportatore mondiale di servizi: 291 miliardi di euro nel 2000, ossia il 23,9 % del totale mondiale; Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  23. la premia risorsa mondiale di investimenti diretti esteri (362 miliardi di euro nel 2000) e il secondo beneficiario mondiale degli investimenti stranieri (176,2 miliardi di euro nel 2000), dopo gli Stati Uniti (304,9 miliardi di euro); Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  24. il principale mercato di esportazioni per circa 130 paesi del mondo; - un’economia relativemente aperta: il commercio internazionale rappresentava più del 14 % prodotto interno lordo nel 2000, rispetto al 12 % degli Stati Uniti e l’11 % del Giappone. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  25. Ripartizione del commercio mondiale

  26. Beni Services Stati Uniti 20,8 % Stati Uniti21,2 % UE 18,8 % UE 23,8 % Paesi candidati 4,1 % Paesi candidati3,8 % Giappone 8,8 % Giappone 8,2 % Asia: ASEM (senza il Giappone) (1) 11,2 % Asia: ASEM (senza il Giappone) (1) 11,2 % Resto del mondo 17,8 % Resto del mondo 23,7 % America Latina (senza il Messico) 4,0 % America Latina (senza il Messico) 3,2 % Canada e Messico 9,3 % Canada e Messico 4,9 % (1) ASEM: i nove partner asiatici del  « vertice Asia-Europa » (ASEM), senza il Giappone: Brunei, Cina, Corea del Sud, Indonesia, Malesia, Filippne, Singapore, Tailandia e Vietnam. Dati del d 2000, importazioni ed esportazioni sommate. fonte: Eurostat. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  27. L’Unione europea in qualità di prima potenza commerciale del mondo ha un forte interesse nell’apertura degli scambi mondiali, sia che si tratti dell’accesso al mercato dei prodotti o a quello dei servizi. Ma l’UE ha anche delle responsabilità nei confronti dei suoi cittadini e verso i suoi partners. Dovrebbe cercare di modificare la globalizzazione attraversola definizione di un sistema di commercio equo nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  28. Negli anni sessanta, ha creato una «unione doganale» fra i suoi Stati membri, affinché questi potessero scambiare fra di loro beni senza limiti di quantità, senza dover pagare diritti doganali. Una «tariffa esterna unica» è stata comunque introdotta in modo tale che i paesi che non appartenevano all’Unione e che esportavano i loro prodotti nell’Unione godessero degli stessi diritti, qualunque fosse il paese dell’Unione che importava i beni. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  29. Malgrado la soppressione degli ostacoli doganali, sussistevano numerosi ostacoli «non tariffari» al commercio. Per esempio, ogni paese dell’Unione fissava delle modalità amministrative e norme diverse in materia di sicurezza dei prodotti, di imballaggio e di etichettatura, l’insieme di queste limitazioni costituiva una restrizione agli scambi fra gli Stati membri. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  30. E ’ per questo che nel 1992, l’Unione Europea ha costituito il «mercato unico», eliminando così gli ostacoli non tariffari per il commercio dei beni e aprendo contemporaneamente il mercato dei sevizi in seno all’Unione. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  31. In Europa: il Mercato unico. • Si tratta di un pilastro strategico dell’Unione Europea ed già stato un obiettivo del Trattato di Roma del ’57 • Un programma durato 8 anni (dal 1985 al 1992) e 282 direttive • Ostacoli • Crescita, occupazione e coesione • Dimensione sociale Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  32. La Commissione non lavora in modo isolato, associa una serie di attorinell’elaborazione della politica commerciale dell’Unione. I rappresentanti dei governidei paesi dell’Unione sono consultati regolarmente e a fondo, e i ministri stessi prendono le decisioni più importanti. IL Parlamento Europeoè fortemente coinvolto durante tutto il processo di negoziazione. Un’ampia consultazione della società civile, che comprende in particolare i sindacati, le organizzazioni non governative (ONG)e le imprese, è organizzata periodicamente dalla Commissione. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  33. Il commercio nel trattato dell’Unione Europea La politica commerciale dell’Unione è definita dall’articolo 133 del Trattato della Comunità Europea, secondo il quale gli obiettivi della politica commerciale comune sono : «contribuire, conformemente all’interesse comune, allo sviluppo armonioso del commercio mondiale, alla soppressione progressiva delle restrizioni agli scambi internazionali e alla riduzione delle barriere doganali». Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  34. Questi obiettivi sono in perfetta coerenza con l’obiettivo generale della Comunità enunciato nell’articolo 2 del Trattato: «promuovere […] uno sviluppo armonioso, equilibrato e duraturo delle attività economiche, un livello di occupazione e di protezione sociale elevato […], un alto grado di competitività […], un livello elevato di protezione e di sfruttamento razionale dell’ambiente, un miglioramento del livello e della qualità della vita …»  (Trattato istitutivo della Comunità Europea) Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  35. L ’attuale modello di globalizzazione ha messo in crisi lo sviluppo, l ’occupazione e la giustizia sociale, ma se modificato democraticamente può diventare fattore di crescita e sviluppo. • gli Stati non possono ritornare al protezionismo • la globalizzazione rende necessaria unaliberalizzazione giusta degli scambi a livello mondiale. • per questo sono necessarie nuove regole democratiche e istituzioni multilaterali trasparenti Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  36. La politica commerciale dell’U. E. • Si tratta di modificare profondamente le norme internazionali per garantire un commercio equo e una globalizzazione giusta. • L’obiettivo è quello di aiutare i paesi in via di sviluppo affinché questi raggiungano una crescita economica stabile e di assicurarsi che le norme commerciali tengano conto dei più ampi interessi della società, come l’ambiente, i diritti nel lavoro, i servizi pubblici, la sicurezza alimentare, l’agricoltura e la cultura. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  37. Tutto tranne le armi Il 5 marzo 2001, l’Unione è diventata potenza commerciale che ha aperto di più il suo mercato alle esportazione dei paesi meno avanzati (PMA). A partire da questa data, le ultime quote e diritti doganali sono stati eliminati su quasi tutti i prodotti (tranne sulle armi), nonostante sia previsto che i diritti imposti all’importazione di banane, zucchero e riso siano eliminati gradualmente solo fra il 2002 e il 2009. Attenzione agli interessi dei produttori di questi beni, dei paesi in via di sviluppo, in generale, e dei fornitori tradizionali di questi beni sul mercato europeo. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  38. Gli accordi commerciali bilaterali dell’Unione Europea • Le attività bilaterali e quelle a livello multilaterale sono spesso complementari. • I diritti doganali dell’U.E. sui prodotti industriali sono fra i più bassi al mondo e la maggior parte spariranno nel 2004 (impegni del 1994, quadro della contrattazione del’Uruguay Round) • L’Unione ha in primo luogo intensificato i suoi scambi con i paesi candidati dell’Europa centrale e orientale che devono diventare membri dell’UE. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  39. Le priorità per il futuro • Aiutare i paesi in via di sviluppo a beneficiare di un migliore accesso ai mercati dei paesi industrializzati • Dare la priorità allo sviluppo • aggiornare il quadro regolamentare del commercio mondiale • Proteggere l’ambiente nell’ambito dello sviluppo sostenibile • Promuovere lo sviluppo sociale e i diritti dei lavoratori Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  40. La concorrenza

  41. La politica della concorrenza in Europa (artt. 81 e 90 del Trattato) Quattro ambiti: • L’eliminazione degli accordi restrittivi della concorrenza e degli abusi che derivano da una posizione dominante (per esempio la condanna di un accordo che fissa i prezzi fra concorrenti). • Il controllo della concentrazione delle imprese (per esempio il divieto di fusione di due grandi gruppi che porterebbe al controllo del mercato) Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  42. Fusione in Europa: aumenta la distanza fra coloro che decidono e i lavoratori nell’impresa! Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  43. CEE interessata dalle fusioni del2000 Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  44. La liberalizzazione dei settori economici sotto monopolio (per esempio l’apertura alla cocorrenza del settore delle telecomunicazioni) • Il controllo degli aiuti di Stato (per esempio il divieto di una sovvenzione statale per mantenere in attività un’impresa in deficit senza prospettive di risanamento) Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  45. Il controllo degli aiuti dello Stato : articoli 87 e 88 del Trattato L’ aiuto può avere numerose forme : • la sovvenzione e il bonifico di interessi, • L’esonero dall’imposta o dalla tassa, • Una garanzia dello Stato o una partecipazione pubblica, • Fornitura di beni o di servizi con condizioni preferenziali, • Ecc. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  46. L’art. 87 prevede l’autorizzazione di alcuni aiuti. • Gli aiuti di carattere sociale concessi ai consumatori individuali; • Gli aiuti destinati per rimediare ai danni causati dalle calamità naturali; Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  47. L’aiuto che ha per oggetto : - sviluppare alcune regioni considerate particolarmente sfavorite in conformità ad alcuni criteri; - realizzare un progetto importante d’interesse europeo comune o rimediare ad un grave crisi dell’economia di uno Stato membro; - facilitare lo sviluppo di alcune attività o di certe regioni; - promuovere la cultura e la conservazione del patrimonio. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  48. Procedure rigorose! • La Commissione ha poteri di indagine e di inchiesta • Diritti della difesa e rispetto del segreto degli affari Poca informazione e consultazione dei rappresentanti dei lavoratori interessati: FSE, Comitati d’Impresa Europei ecc. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  49. Decisioni e sanzioni • Divieto (di un accordo) • Ingiunzione (di cessare una pratica anticoncorrenziale) • Multe (secondo la gravità e durata dell’infrazione). Circostanze aggravanti o attenuanti • Ricorso al Tribunale di prima istanza e la Corte di giustizia della Comunità Europea. Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

  50. Le conseguenze sul tessuto delle PMI / TPE Stanzani/SINDNOVA Brighi/Dip. Int.le CISL

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