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GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE

GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE. MODULO 5 Come leggere il contesto di riferimento.

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Presentation Transcript


  1. GRUPPO DI LAVORO PIANI DI COMUNICAZIONE MODULO 5 Come leggere il contesto di riferimento Il Progetto SPRINT è attuato dal FORMEZ nell’ambito della Misura II.2 del PON “Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema Ob.1” ed è cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo. La Misura è a titolarità del Dipartimento della Funzione Pubblica – Presidenza del Consiglio dei Ministri

  2. COME LEGGERE IL CONTESTO Più è complesso il quadro, più “l’agente comunicatore del PIT” deve raffinare le sue capacità di analisi. “L’agente comunicatore del PIT” ha di fronte a sé un contesto di difficile lettura: da un lato il territorio, che è un sistema complesso, composto da uomini, da beni materiali ed immateriali, da risorse culturali, storiche e naturalistiche, da una propria storia ed identità, dall’altro le compagini istituzionali e sociali che del territorio fanno parte e ne rappresentano le istanze.

  3. La lettura del contesto di riferimento ci aiuta nell’operazione di “contestualizzazione” degli obiettivi. PERCHÉ È IMPORTANTE SAPER LEGGERE IL CONTESTO DI RIFERIMENTO E’ fondamentale poter agire sui punti di forza della nostra organizzazione e limitare i danni provenienti dai nostri punti deboli; la scarsità/disponibilità di risorse, la visibilità/invisibilità della nostra organizzazione, la particolare configurazione dell’assetto partenariale, sono tutte variabili che devono condizionare in modo sensibile per prima cosa le nostre aspettative circa i risultati, e poi la definizione degli stessi obiettivi operativi.

  4. Organizzazione interna: • La lettura del contesto entro il quale ci muoveremo nelle nostre attività di comunicazione ci deve fornire informazioni subito operative su alcuni aspetti in particolare: • qLe specifiche modalità organizzative di cui si è dotato il nostro PIT (l’organizzazione del Soggetto Responsabile, della compagine partenariale istituzionale, dell’organo di gestione, ecc…) • qLe qualità organizzative del PIT (tenuta della compagine partenariale, qualità organizzativa dell’organo di gestione, ecc…) • qLe disponibilità in termini di risorse materiali ed immateriali per la comunicazione (quanti soldi sono stati stanziati per la comunicazione, quali altre risorse possono essere attivate, quali competenze sulla comunicazione possono essere spese). In questo caso è utile rilevare se esiste un’esperienza di gestione di Programmi di Sviluppo dell’organo di gestione (in questo caso andranno analizzate, ad esempio, le azioni di comunicazione già avviate o concluse in seno ad altri progetti gestiti dalla stessa organizzazione) • qLe modalità e gli stili di comunicazione che fanno parte della cultura dell’organizzazione (ad esempio, l’esistenza/assenza di una leadership carismatica) COSA SI INTENDE PER CONTESTO DI RIFERIMENTO Esistono due livelli di analisi di contesto: il primo rivolto all’organizzazione interna del PIT;

  5. COSA SI INTENDE PER CONTESTO DI RIFERIMENTO • Particolare attenzione deve essere dedicata ai mass media che, da un lato, riflettono i comportamenti comunicativi dei diversi attori e dall’altro, contribuiscono a creare l’ambiente entro cui gli stessi attori si muovono. • Diventa quindi molto importante monitorare il comportamento comunicativo degli attori per rendere possibili quegli aggiustamenti necessari a creare l’ambiente più favorevole possibile, facilitando quindi l’intero processo. • La quantità e la qualità dei media locali (quotidiani, periodici, riviste, giornali on-line, televisioni e radio locali, siti web, ecc…); eventualmente, se esistono media peculiari di una determinata area (annunci con megafoni, banditori locali, ecc…) • Chi sono gli attori potenzialmente influenti (i principali opinion leader e opinion maker nel nostro territorio) • Come viene trattato il tema dello sviluppo locale (analisi degli stereotipi, chi ne parla, in quale occasione e in quale clima politico/istituzionale) Esistono due livelli di analisi di contesto: il secondo rivolto all’ambiente esterno (analisi del contesto territoriale).

  6. ESEMPIO Ecco una griglia di domande utili per la lettura del contesto della comunicazione locale la lettura dei media può essere fatta direttamente avendo come riferimento il PIT stesso, dal momento che il Piano di Comunicazione, di norma, viene elaborato quasi sempre dopo che si è già cominciato a parlare di PIT nel territorio.

  7. Si è formata nell’immaginario collettivo del proprio territorio una idea di “PIT”? Se si è formata, quali distorsioni osserviamo, (ad esempio: Programma, Piano, Patto, occasioni in cui il PIT assume le sembianze di un soggetto pseudo-istituzionale invece che di una specifica modalità di attuazione del POR, es. il PIT del Comune di…)? In effetti, il PIT potrebbe non essere, e di norma non è, l’unico strumento di sviluppo esistente in un’area; questo può ingenerare confusione nell’opinione pubblica, nei potenziali destinatari finali e anche negli attori istituzionali.

  8. Dobbiamo capire da chi proviene la comunicazione per evitare forme di distorsione dovute ad una errata interpretazione da parte di qualche attore locale del proprio ruolo, per evitare assenze, sovrapposizioni, duplicazioni di messaggi e per saper comprendere le dinamiche in atto nella linea istituzionale. Chi parla di PIT? Gli attori istituzionali (Regioni, Comuni, Province, Uffici Unici, Rappresentanti degli imprenditori e dei sindacati, ecc…) altri soggetti non istituzionali (opinion makers, opinion leaders locali, esperti, potenziali beneficiari, cittadini, ecc…)?

  9. Saper cogliere questo aspetto è di fondamentale importanza per comprendere le dinamiche in atto: chi è visto come soggetto leader? Quale ruolo viene reclamato per una Istituzione locale? Si parla di Pit in riferimento a chi? Verso quali attori viene indirizzata la comunicazione? Agli attori istituzionali (Regioni, Province, Uffici Unici, Rappresentanti degli imprenditori e dei sindacati, ecc…), ad altri soggetti non istituzionali (opinion makers, opinion leaders locali, esperti, potenziali beneficiari, cittadini, ecc…)?

  10. Quali sono state le “occasioni” che hanno generato comunicazione sui PIT? Quali elementi di “notiziabilità” intrinseca al PIT hanno determinato la nascita di informazione? A quali eventi di rilevante interesse territoriale è stata associata la comunicazione del PIT? Ci servirà per sfruttare tutte le occasioni in cui un evento apparentemente fuori contesto PIT può essere utilizzato per comunicare il nostro progetto.

  11. Ci riferiamo in questo caso ai temi propri del PIT (procedure avviate, approvazione del Progetto, avvio dei cantieri, ecc…). Di che cosa si parla in relazione al PIT? Quali sono stati i temi di maggior rilevanza che sono stati affrontati nella comunicazione del PIT?

  12. La necessità di monitorare questo aspetto deriva dal fatto che I Progetti Integrati hanno la possibilità di esprimere tutte la loro potenzialità in un clima di fiducia e di condivisione degli obiettivi e dei metodi; inoltre, comprendere le dinamiche relazionali in atto può aiutarci ad utilizzare la comunicazione fàtica (la capacità di gestire dal punto di vista relazionale i diversi canali comunicativi e le reti) per il raggiungimento dei nostri obiettivi. All’interno di quale “clima” istituzionale e sociale viene vissuto il PIT? Esiste una fiducia piena e condivisa tra tutti gli attori, esiste una conflittualità aperta o latente che ne ostacola il processo?

  13. ELABORARE LE INFORMAZIONI PER CREARE UN QUADRO DI RIFERIMENTO Una volta che abbiamo raccolto le informazioni necessarie occorrerà elaborare un quadro di riferimento (punti di forza, punti di debolezza, opportunità e minacce) che ci aiuterà a selezionare obiettivi realistici e sfidanti.

  14. Risultati dell’analisi Punti di Forza Punti di debolezza Valutazione di sintesi Modalità organizzative del Pit Ufficio Unico per la Gestione del Pit Accentramento delle funzioni di comunicazione in un unico soggetto / Far leva sull’accentramento delle funzioni per costituire una solida infrastruttura comunicativa Qualità organizzativa del Pit Scarsa tenuta della compagine partenariale / Progressiva perdita di attenzione della compagine partenariale Dato che la compagine partenariale potrebbe perdere attenzione in fase di attuazione occorre puntare su azioni di comunicazione che favoriscano la gestione della rete ed i processi di identificazione verso il Pit Risorse materiali ed immateriali (competenze) a disposizione per la comunicazione Risorse disponibili in quantità sufficiente, ma nessuna competenza interna all’organo di gestione Possibilità concreta di attivare la strategia di comunicazione Impossibilità di elaborare e gestire una strategia di comunicazione Dotarsi di una funzione organizzativa in grado di garantire il mix di competenze (cfr. pag. 12) compatibilmente con le risorse a disposizione Stile comunicativo dell’organizzazione Forte leadership carismatica/politica Efficace comunicazione simbolica Scarsa propensione alla programmazione delle azioni Data la difficoltà di inserire le esternazioni del leader (carismatico) all’interno di un Piano è necessario mettere a punto e realizzare azioni complementari Opportunità Minacce Quantità dei media locali Buona copertura mediatica (web, cronache locali di quotidiani regionali/nazionali) Opportunità di avere un largo spazio sui media / Data l’opportunità occorre produrre una notevole quantità di messaggi focalizzando l’attenzione sui momenti cruciali di attuazione e presentazione dei risultati del Pit Qualità dei media locali I media locali hanno una scarsa conoscenza degli strumenti di sviluppo locale / Pericolo di affermazione di stereotipi legati al Pit Data l’impossibilità di rappresentare il processo in atto occorre promuovere una azione di informazione/formazione dei media Opinion maker e opinion leader Inesistenti / Nessuna voce di rinforzo dal territorio Mettere in rete di opinion maker e opinion leader di altri territori Media e sviluppo locale (Pit) Il Pit ha assunto le sembianze di un soggetto pseudo-istituzionale Forte potenzialità identitaria Snaturamento delle qualità intrinseche del Pit Approfittare della distorsione per affermare l’identità e l’immagine del Pit

  15. Estratto dalleLinee Guida per la Comunicazione dei PIT, realizzato dal Progetto SPRINT. Sibasa sul lavoro del gruppo interregionale sulla comunicazione nella Progettazione Integrata del Consiglio dei Ministri. I membri del gruppo interregionale sono: Monica Caiaffa Massimo Di Rienzo Marcella Mariani Raffaele Paciello Francesca Pastoressa Claudio Pisu Giuseppina Scirocco Stefania Tripodi Cecilia Vedana Per richiedere ulteriori informazioni e per inviare contributi: Massimo Di Rienzo Progetto SPRINT mdirienzo.guest@formez.it FORMEZ, Via Rubicone, 11 00198 – Roma 0684892204

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