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BIOFEEDBACK TRAINING

BIOFEEDBACK TRAINING. Dott.ssa Sofia Tavella. Dott.ssa Miriam Palange. Breve introduzione…. Gli effetti dell’ allenamento mentale attraverso il Biofeedback ( BFB Training ), sulle performances di atleti di alto livello, sono emersi in numerosi studi di psicologia dello sport.

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Presentation Transcript


  1. BIOFEEDBACK TRAINING Dott.ssa Sofia Tavella Dott.ssa Miriam Palange

  2. Breve introduzione… Gli effetti dell’allenamento mentale attraverso il Biofeedback (BFB Training), sulle performances di atleti di alto livello, sono emersi in numerosi studi di psicologia dello sport. (es. Beauchamp, Harvey & Beauchamp, 2012; Gould & Eklund, 2007; Hardy, Jones & Gould, 1996; Landers, 1995; Vealey, 1988, 2007; Weinberg & Comar, 1994)

  3. Attualmente l’attenzione della psicologia dello sport è quindi rivolta all’individuazione delle tecniche e delle strumentazioni che possono permettere agli atleti di controllare quei parametri psicofisiologici che influiscono direttamente sulla qualità della loro prestazione.

  4. Obiettivi del BFBTraining (Blumenstein, Lidor & Tenenbaum, 2005) 1. Fornire agli atleti le competenze e le strategie idonee per superare le proprie barriere cognitive ed emotive. 2. Permettere agli atleti di riconoscere e controllare, in modo consapevole ed autonomo, i propri stati psicofisiologici. 3. Ottimizzare la prestazione

  5. I programmi di BFB Training devono essere costruiti ad hoc sull’atleta

  6. Quali informazioni devono essere in possesso del Trainer: • Dati anagrafici dell’atleta (età, genere, livello attuale competitivo, curriculum sportivo e condizione fisica); • Tipologia di disciplina sportiva; • Quali sono le abilità mentali richieste dallo specifico sport; • Quale programma di allenamento fisico affronta l’atleta quotidianamente; • Qual è il contesto o i contesti in cui opera;

  7. Qual è la personalitàdell’atleta; • Quali sono i suoi vissuti; • Quali sono gli obiettivi(di risultato e/o di prestazione) che l’atleta ha stabilito con il proprio staff tecnico; • Quali sono i bisogni e le motivazioni che spingono l’atleta a praticare il suo sport; • Quali abilità mentali possiede l’atleta e quali devono essere potenziate;

  8. Cos’è il BFB? Secondo la definizione di Zaichkowsky e Takenaka (1993), il termine Biofeedback "informazione biologica di ritorno" o "retroazione biologica" indica un insieme di tecniche atte a fornire informazioni sui processi fisiologici dell’organismo.

  9. Le procedure di BFB implicano l'utilizzo di apparecchiature (sensori e trasduttori) atte ad amplificare e convertire le variazioni dei IN Tali segnali esterni devono essere proporzionali dell’intensità dei processi fisiologici interni e devono consentire al soggetto una percezione immediata delle proprie condizioni biologiche processi fisiologici interni segnali esterni (acustici, visivi)

  10. La differente frequenza, ampiezza ed intensità dell'attività elettrica associata ad un processo fisiologico viene registrata posizionando sulla superficie cutanea del soggetto degli elettrodi che consentiranno di trasferire tali segnali ad un apparecchiatura dotata di un amplificatore in grado di renderli percettibili e di un filtro che li seleziona in base alla frequenza desiderata; un'unità di analisi predisporrà poi la quantità di segnale che dovrà essere fornito e un dispositivo trasmittente lo trasformerà in una modalità percettiva (suono, luce, ecc), ovvero in feedback.

  11. IL BFB ELETTROMIOGRAFICO (EMG) Il BFB - EMG si occupa di misurare l'attività dei vari gruppi muscolari, allo scopo di fornire al paziente informazioni continue (in tempo reale) sulla tensione muscolare . Dal punto di vista fisiologico, l'elettromiogramma misura il livello di scarica delle fibre nervose motorie che innervano il muscolo. Tale livello, espresso in microvolts, è strettamente correlato al tono del muscolo.

  12. IL BFB ELETTROMIOGRAFICO (EMG)

  13. IL BFB ELETTROMIOGRAFICO (EMG) I muscoli più frequentemente monitorati sono: il frontale, il trapezio, i muscoli dell'avambraccio.

  14. IL BFB ELETTROMIOGRAFICO (EMG) Questa scelta dipende dal fatto che questi muscoli riflettono più, di altri il grado globale di tensione dell’organismo e permettono di utilizzare solo pochi elettrodi di misura, anziché molti disseminati su tutto il corpo.

  15. IL BFB ELETTROMIOGRAFICO (EMG) Budzynski e Stoya (1969) dimostrarono che i soggetti che ricevevano un feedback acustico del grado di tensione del muscolo frontale, riuscivano a fare abbassare in poche sedute il livello di microvoltaggio registrato e quindi il tono muscolare in esame, conseguendo con ciò un effetto di rilassamento psico-fisico generale.

  16. IL BFB ELETTROMIOGRAFICO (EMG) Sebbene il muscolo frontale e qualche altro possano, di norma, riflettere il grado medio di tensione di tutta la muscolatura, accade talvolta che un paziente impari a rilassare selettivamente solo il muscolo che è monitorato, mantenendo in tensione il resto del corpo. Per ovviare a questo inconveniente sono state proposte tecniche di registrazione mediante elettrodi posti anche ai polsi (o alle caviglie) che dovrebbero permettere di analizzare il tono globale della muscolatura, rispettivamente della parte superiore ed inferiore del corpo.

  17. IL BFB DELLA FREQUENZA CARDIACA (HR) Il BFB cardiaco è una tecnica di rilevazione elettronica e computerizzata attraverso la quale vengono registrati i livelli di alcuni parametri dell’attività cardiaca e restituiti al soggetto sotto forma di segnali visivi e/o acustici. Il tessuto muscolare cardiaco (miocardio), generando spontaneamente e ciclicamente impulsi elettrici, si contrae ritmicamente allo scopo di fornire attraverso il sangue , nutrimento ed ossigeno ai tessuti dell’intero organismo.

  18. IL BFB DELLA FREQUENZA CARDIACA (HR) Tra le diverse misure dell’attività cardiaca (Frequenza Cardiaca, Ampiezza dell’Onda T, Gittata Sistolica, Gittata Cardiaca…) la FREQUENZA CARDIACA (HR) è quella più utilizzata. L’HR può essere definita come «il numero di battiti cardiaci per unità di tempo» (1 minuto) ed è estremamente legata all’attività metabolica, alle richieste energetiche dell’organismo, all’attività respiratoria ed alla modalità di risposta della persona alle stimolazioni ambientali.

  19. IL BFB DELLA FREQUENZA CARDIACA (HR) L’HR viene considerata espressione delle modificazioni cognitive, soprattutto dell’attenzione e della concentrazione. Compiti di tipo percettivo -cognitivo Riduzione dell’HR

  20. IL BFB DELLA FREQUENZA CARDIACA (HR) Compiti che richiedono uno sforzo di elaborazione Aumento dell’HR

  21. IL BFB DELLA FREQUENZA CARDIACA (HR) Il BFB cardiaco è utile per potenziare l’apprendimento di tecniche di rilassamento, favorendo una riduzione e regolarizzazione dell’attività cardiaca. E’ inoltre estremamente importante per la riabilitazione del Sistema Nervoso Vegetativo in caso di scompensi fisiologici ed emotivi causati da traumi psicofisici (Disturbo Post-Traumatico da Stress) o per la cura degli attacchi di panico, delle fobie e degli stati d’ansia.

  22. IL BFB DELLA FREQUENZA CARDIACA (HR) ABBINATO A TECNICHE DI RILASSAMENTO

  23. IL BFB DELLA CONDUTTANZA CUTANEA(GSR) Questa tecnica prende il nome di GSR dalle parole inglesi GalvanicSkinResponse. Se si piazzano due elettrodi sulla superficie cutanea (in genere su due dita vicine) e si applica ad essi una debole corrente costante, si genera un voltaggio da cui è possibile calcolare la resistenza apparente della pelle.

  24. IL BFB DELLA CONDUTTANZA CUTANEA (GSR) STIMOLI EMOZIONALI ESTERNI CADUTA DELLA RESISTENZA ELETTRICA STIMOLI EMOZIONALI INTERNI in alcuni distretti cutanei, in particolare a livello palmare e della pianta dei piedi

  25. IL BFB DELLA CONDUTTANZA CUTANEA (GSR) Riflesso psico-galvanico

  26. IL BFB DELLA CONDUTTANZA CUTANEA (GSR) Il riflesso psico - galvanico, assume la forma di un’onda con un tempo di salita di circa 1-2 secondi ed un tempo di discesa più lungo. Il tempo necessario affinché il valore del GSR ritorni al livello pre- stimolo è circa 20 secondi. Questo effetto dipende anche dalla temperatura e tende a scomparire se la temperatura dell’ambiente supera i 30 gradi.

  27. IL BFB DELLA CONDUTTANZA CUTANEA (GSR) Tacciato GSR in condizioni Ottimali

  28. IL BFB DELLA CONDUTTANZA CUTANEA (GSR) Tacciato GSR in condizione di Overtraining

  29. SINTOMI PSICOLOGICI DI OVERTRAINING • Bassa concentrazione • Bassa motivazione (allenamento-gare) • Instabilità dell’umore • Irritabilità • Bassa autostima • Frustrazione • Mancanza di autoconsapevolezza

  30. Le tecniche di biofeedbackhanno lo scopo di fornire all’atleta un’informazione sull’andamento di una sua funzione fisiologica (volontaria o autonoma) con lo scopo di operare una modificazione (permettere l’apprendimento di un autocontrollo) della funzione stessa.

  31. La pertinenza degli interventi di BFB nella preparazione atletica può essere ricondotta allo stesso "principio psicofisiologico" che stabilisce come ad ogni cambiamento fisiologico sia associato un parallelo cambiamento nello stato mentale ed emozionale, e viceversa,

  32. L'utilizzo del BFB consente la realizzazione dei seguenti obiettivi: Controllo dell'attivazione; Riduzione dell'ansia da prestazione, del dolore e della fatica; Incremento della forza muscolare; Regolazione del ritmo cardiaco; Gestione dello stress; Ottimizzazione della performance. Accelera il recupero dagli infortuni

  33. Nella psicologia dello sport ci sono alcune concrete possibilità di impiego del Biofeedback

  34. RIDUZIONE DELL’ANSIA AGONISTICA Allo scopo di ottenere una desensibilizzazione sistematica, lo sportivo viene condotto in determinate situazioni agonistiche caratterizzate da ansia, tramite immagini mentali o sequenze video. Grazie all’impiego di tecniche di rilassamento e alla derivazione dei relativi parametri (polso, respirazione, valore di conduttanza cutanea, tensione muscolare), l’ansia viene ridotta.

  35. REGOLAZIONE DELL’ATTIVAZIONE Ogni sportivo ha una cosiddetta “zona di funzionamento ottimale”. Con questo si intende un determinato campo di tensione o di attivazione che permette la performance migliore. Molti atleti si trovano in questa zona durante l’allenamento. Durante una competizione però, a causa di una produzione supplementare di ormoni, si verifica una “ipertensione” o iperattivazione e così una performance non soddisfacente.

  36. Il grado di attivazione deve inoltre variare in relazione alla specifica situazione in cui si trova l’atleta

  37. LIVELLO DI ATTIVAZIONE BASSO Quando serve un’ampia analisi percettiva di ciò che sta succedendo in gara per decidere e programmare una reazione in modo rapido (Es. valutazione delle condizioni metereologiche)

  38. LIVELLO DI ATTIVAZIONE MODERATO Quando ci si prepara, ad esempio, allo sprint finale o quando si sta eseguendo un compito di elevato impegno, alto dispendio energetico, coordinazione fine dei movimenti e strategie complesse di percezione e decisione.

  39. LIVELLO DI ATTIVAZIONE ELEVATO Quando l’atleta ha la necessità di trovarsi in uno stato di «startup», in cui ogni singolo muscolo deve essere pronto a ricevere lo stimolo esterno per attivare un’immediata reazione.

  40. OTTIMIZZAZIONE DEL RECUPERO Come supporto in misure di rigenerazione attive e passive. Lo sportivo impara a rilassare i muscoli più velocemente e in modo migliore ed a liberare la mente. L’efficacia delle misure di recupero viene così incrementata. È pertanto possibile un allenamento sportivo più intenso e gli effetti desiderati (miglioramento della performance) vengono raggiunti più rapidamente.

  41. SUPPORTO NELLA RIABILITAZIONE DOPO GLI INFORTUNI L’impiego di BFB aiuta gli sportivi a riacquistare il controllo della muscolatura, a dirigere in modo più corretto l’impiego della forza o a creare una tensione muscolare equilibrata in entrambe le parti del corpo. È inoltre possibile ridurre un’eventuale paura di nuovi infortuni.

  42. MESSA A PUNTO DELLA TECNICA Con un training Biofeedback dei parametri polso, respirazione, tensione muscolare e valore di conduttanza cutanea, lo sportivo riesce a rintracciare tensioni indesiderate, scopre movimenti non economici e può influenzarli e modificarli nella direzione desiderata.

  43. CAMPANELLO D’ALLARME Sedute regolari di BFB forniscono un quadro del rapporto tra carico e recupero. Se il carico è eccessivo e il recupero non è sufficiente, i parametri indicano un sovrallenamento. Fanno parte di queste modifiche per es. polso a riposo aumentato, scarso assorbimento di ossigeno, tensione muscolare aumentata, modifiche nella curva del respiro e capacità di rilassamento generalmente ridotta.

  44. IL PROTOCOLLO DI BFB Dott. U.Manili «Prevede la registrazione delle variazioni delle funzioni prodotte dal sistema nervoso autonomo o neurovegetativo durante le fasi di rilassamento o attivazione».

  45. IL PROTOCOLLO DI BFB Dott. U.Manili «Vengono prese in esame le seguenti funzioni psico-fisiologiche: la frequenza cardiaca (HR), la conduttanza cutanea (GSR) e l'attività elettrica muscolare (EMG)».

  46. IL PROTOCOLLO DI BFB Dott. U.Manili «L'andamento di tali funzioni viene considerato rispetto una soglia che rappresenta un valore ben preciso al di sotto del quale non esiste feedback acustico o visivo». ».

  47. IL PROTOCOLLO DI BFB «PRIMA SEDUTA» Dott. U.Manili

  48. IL PROTOCOLLO DI BFB Il programma, oltre al protocollo applicato in laboratorio, prevede dei "compiti a casa", (elemento necessario per un trattamento efficace). Gli atleti possono raggiungere una migliore competenza nell'autoregolare i processi psicofisiologici solo con una pratica costante. (Blumenstein B, Bar-Eli M, Tenenbaum G, 2002).

  49. IL PROTOCOLLO DI BFB Dott. U.Manili Gli atleti che iniziano il programma di trattamento con l'esperto in BFB, oltre alle sedute in laboratorio, devono integrarlo con la tecnica di “Rilassamento Progressivo di Jacobson” modificata.

  50. IL PROTOCOLLO DI BFB Dott. U.Manili «Viene fornita all'atleta una registrazione che simula l'esercizio di rilassamento profondo che dovrà metter in pratica ogni giorno sia subito dopo l'allenamento sia la sera: ambedue le situazioni caratterizzano un momento successivo al un carico di lavoro».

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