1 / 34

Il Piano Educativo Individualizzato

Il P.E.I. è il documento (o raccolta di documenti) nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra loro ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art.12 della Legge 104/92. (D.P.R. 24/2/1994.-art.5).

beulah
Download Presentation

Il Piano Educativo Individualizzato

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Il P.E.I. è il documento (o raccolta di documenti) nel quale vengono descritti gli interventi integrati ed equilibrati tra loro ai fini della realizzazione del diritto all'educazione e all'istruzione, di cui ai primi quattro commi dell'art.12 della Legge 104/92. (D.P.R. 24/2/1994.-art.5) Il Piano Educativo Individualizzato Cosa è?

  2. Il Piano Educativo Individualizzato • È un progetto unitario e integrato di una pluralità di interventi espressi da più persone concordi sia sull'obiettivo da raggiungere che sulle procedure, sui tempi e sulle modalità sia degli interventi stessi che delle verifiche. Cosa è? La strutturazione del P.E.I. si configura come mappa ragionata di tutti i progetti di intervento: didattico-educativi, riabilitativi, di socializzazione, di integrazione tra scuola ed extra-scuola.

  3. Il P.E.I. è “redatto congiuntamente dagli operatori dell'U.L.S.S., compresi gli operatori addetti all’assistenza, dagli insegnanti curricolari e di sostegno e, qualora presente, dall' operatore psicopedagogico, con la collaborazione della famiglia”. (D.P.R. 24/2/94-art.5). Il Piano Educativo Individualizzato Da chi viene redatto?

  4. Dopo un periodo iniziale di osservazione sistematica durante il quale si definisce e si attua il progetto di accoglienza, viene costruito il P.E.I. con scadenza annuale. Nel passaggio tra i vari ordini di scuola. Il Piano Educativo Individualizzato Quando si fa?

  5. Il Piano Educativo Individualizzato Cosa contiene Prende in considerazione • sintesi dei dati conosciuti • previsione degli interventi prospettati, • specifica le azioni che i diversi operatori mettono in atto relativamente alle potenzialità già rilevate nella Diagnosi Funzionale e nel Profilo Dinamico Funzionale. • finalità e obiettivi didattici  • le attività proposte; • le scelte metodologiche; • i tempi di realizzazione; • le verifiche e i criteri di valutazione.

  6. Il Piano Educativo Individualizzato Ma anche l’acquisizione di competenze e di abilità: • A cosa serve • a far raggiungere in rapporto alle potenzialità, ed attraverso una progressione di traguardi intermedi, utilizzando anche metodologie e strumenti differenziati e diversificati, obiettivi di autonomia. Cognitive Motorie; comunicative ed espressive; operative

  7. Viene verificato, con frequenza trimestrale o quadrimestrale.(D.P.R. 24/2/94-Art.6). Alle verifiche periodiche partecipano gli operatori scolastici, gli operatori dei servizi dell'U.L.S.S. ed i genitori dell'alunno. Gli incontri verranno opportunamente concordati e calendarizzati a cura del Dirigente Scolastico, e per ogni incontro verrà redatto apposito verbale. Il Piano Educativo Individualizzato Verifica

  8. 1a Parte. Dati anagrafici e informazioni di carattere generale Dati relativi alla scuola: Anno scolastico – Istituto – Plesso Dati relativi all’alunno: Cognome e Nome, Data di nascita, Luogo, Residenza, Classe Dati relativi alla precedente scolarizzazione

  9. 1a Parte. Dati anagrafici e informazioni di carattere generale DIAGNOSI CLINICA INTERVENTI SOCIO EDUCATIVI • Interventi riabilitativi in orario scolastico ed extrascolastico • Interventi educativi territoriali - Tipologia di intervento(logopedista, psicomotricista, ecc…), operatore di riferimento; tempi, modalità e metodologia di raccordo scuola/operatore.

  10. 1a Parte. Dati anagrafici e informazioni di carattere generale • INTERVENTI EDUCATIVI SCUOLA-FAMIGLIA • Genitore di riferimento • Frequenza degli incontri (segnare la tipologia di incontro) • Descrizione delle aspettative della famiglia nei confronti dell’alunno, della scuola e degli insegnanti • Definizione degli obiettivi condivisi

  11. 1a Parte. Dati anagrafici e informazioni di carattere generale • RISORSE DELLA SCUOLA • Descrizione della classe • Laboratori • Sperimentazioni • Equipe psicopedagogica • Progetti

  12. 2a Parte. Diagnosi funzionale • 1. Dati anamnestici, clinico-medici, familiari e sociali • 2. Livelli di competenza raggiunti nelle aree fondamentali dello sviluppo • 3. Livelli di competenza raggiunti rispetto agli obiettivi della classe • 4. Aspetti psicologici, affettivo-emotivi, relazionali e comportamentali

  13. 2a Parte. Diagnosi funzionale DF. Livelli di competenza raggiunti nelle aree fondamentali dello sviluppo • Cognitivo,esaminato nelle componenti: livello di sviluppo raggiunto e capacità di integrazione delle competenze; • Affettivo-relazionale esaminato nelle componenti: livello di autostima e rapporto con gli altri; • Linguistico, esaminato nelle componenti: comprensione, produzione e linguaggi alternativi; • Sensoriale, esaminato nelle componenti: tipo e grado di deficit con particolare riferimento alla vista, all'udito e al tatto; • Motorio-prassico, esaminato nelle componenti: motricità globale e motricità fine; • Neuropsicologico, esaminato nelle componenti: memoria, attenzione e organizzazione Spaziotemporale; • Autonomia personale e sociale".

  14. La DF secondo il modello ICF • Condizioni fisiche • Strutture corporee • Funzioni corporee • Attività personali • Fattori contestuali ambientali • Fattori contestuali personali • Partecipazione sociale 2a Parte. Diagnosi funzionale

  15. 3a Parte. Il profilo dinamico funzionale • ASSE 1: AFFETTIVO RELAZIONALE • ASSE 2: AUTONOMIA • ASSE 3 E ASSE 4 :COMUNICAZIONALE E LINGUISTICO • ASSE 5 : SENSORIALE E PERCETTIVO • ASSE 6: MOTORIO PRASSICO • ASSE 7: NEUROPSICOLOGICO • ASSE 8: COGNITIVO • ASSE 9 : APPRENDIMENTO CURRICOLARE

  16. 3a Parte. La redazione del PDF secondo l’ICF • Attività e interventi (per ogni funzione):

  17. 3a Parte. La redazione del PDF secondo l’ICF • Scheda di sintesi dei dati emersi dalla DF. • Obiettivi individuati a lungo, medio e breve termine per ogni funzione

  18. L’alunno che viene valutato secondo il modello ICF può evidenziare difficoltà specifiche: – Strutture corporee: l’insieme di dimensioni anatomiche che costituisce il corpo del soggetto, l’insiemi di organi. Mancanza di un arto, di una parte della corteccia cerebrale, ecc. Pedagogia speciale – Condizioni fisiche: elementi di tipo biologico che possono condizionare il funzionamento globale di una persona: malattie varie, acute o croniche, fragilità, situazioni cromosomiche particolari, lesioni, ecc.

  19. Pedagogia speciale – Funzioni corporee: l’insieme di attività fisiologiche degli organi: deficit visivi, deficit motori, deficit attentivi, di memoria, ecc. – Attività personali: l’insieme delle competenze che il soggetto sviluppa dall’interazione corpo-fattori contestuali, come la capacità di apprendimento, di applicazione delle conoscenze, di eseguire ruotine, di comunicare, di relazionarsi con gli altri, di muoversi e spostarsi, di prendersi cura autonomamente di sé e del proprio ambiente di vita.

  20. Pedagogia speciale – Partecipazione sociale: l’insieme delle attività svolte nel rivestire i ruoli reali nella vita normale nei contesti comuni, i ruoli sociali di alunno, a partecipare alle situazione sociali più tipiche, nei vari ambienti e contesti. – Fattori contestuali ambientali: tutte le situazioni che il soggetto incontra fuori di sé e che possono mediare positivamente (facilitatori) o negativamente (barriere) il suo funzionamento (famiglia problematica, cultura diversa, situazione sociale difficile, culture e atteggiamenti ostili, dimensioni dell’ambiente fisico e architettonico, le tecnologie e i prodotti, le politiche: scarsità di servizi e risorse, ecc.)

  21. Pedagogia speciale – Fattori contestuali personali: tutte le variabili di tipo psicoaffettivo che il soggetto incontra dentro di sé e che possono mediare il suo funzionamento, ad esempio l’autostima, l’autoefficacia, l’identità, la motivazione, gli stili attributivi,reazioni emozionali eccessive, ecc.

  22. Pedagogia speciale Utilizzando una griglia costruita sulla base del modello concettuale dell’ICF, una scuola attenta riesce a tracciare una prima mappa generale dei bisogni, di quelle situazioni che richiedono interventi individualizzati. VALUTAZIONE 0 = nessun problema, la situazione (la risorsa) può rimanere così com’è per tutti gli alunni 1 = lieve bisogno di individualizzazione 2 = medio bisogno di individualizzazione 3 = notevole bisogno di individualizzazione 4 = fortissimo bisogno di un’importante individualizzazione.

  23. Pedagogia speciale

  24. 16 Categorie di risorse per l’individualizzazione 1. Organizzazione scolastica (tempi, routine, attività, formazione delle classi, ecc.). 2. Gestione degli spazi e aspetti architettonici. 3. Partnership e alleanze extrascolastiche (con gli operatori dei Servizi, degli Enti Locali, con le famiglie, con l’associazionismo della comunità). Pedagogia speciale

  25. 16 Categorie di risorse per l’individualizzazione 4. Necessità formative e di aggiornamento specifico su competenze importanti per quel Bisogno. 5. Necessità di documentazione, di scambio di esperienze, di presa di contatto con altre scuole che hanno sperimentato situazioni analoghe. 6. Modalità didattiche ordinarie (modifiche). Pedagogia speciale

  26. 16 Categorie di risorse per l’individualizzazione 7. Materiale didattico ordinario (modifiche ) 8. Didattica individuale (in aggiunta alle precedenti e non in alternativa). 9. Materiale didattico individuale specifico. 10. Interventi educativi formativi ordinari (ad esempio attività rivolte all’autonomia per tutti gli alunni). Pedagogia speciale

  27. 16 Categorie di risorse per l’individualizzazione 11. Interventi educativi formativi individuali (ad esempio un percorso di insegnamento-apprendimento dell’uso dei mezzi di trasporto pubblico, solo per l’alunno disabile). 12. Interventi educativi relazionali ordinari (ad esempio attività di alfabetizzazione socioaffettiva, o elaborazione del contratto formativo, o sviluppo di competenze interpersonali per tutti gli alunni). Pedagogia speciale

  28. 16 Categorie di risorse per l’individualizzazione • 13. Interventi educativi relazionali individuali (ad esempio un percorso di riconoscimento delle emozioni, di insegnamento-apprendimento delle capacità di autoregolare la collera, solo per l’alunno in difficoltà). • 14. Ausili o tecnologie di aiuto. • 15. Interventi riabilitativi. • 16. Interventi sanitari-terapeutici. Pedagogia speciale

  29. ORIENTAMENTO E FORMAZIONE: i profili professionali e culturali. I MEDIATORI E’ importante riflettere e soprattutto praticare un’attenzione ai mediatori (che possono essere umani e materiali) Dal PEI al Progetto di vita Andrea Canevaro sostiene che: PARTIRE DAL CONCETTO DI “BUONE PRASSI” (intesa come normale quotidianità, e non eccezionalità…Non esaltiamo l’eroismo ma il civismo) IL PROGETTO CHE VALORIZZAquotidiana significa non improvvisare una procedura, e neanche far prevalere le regole procedurali sulle considerazioni che nascono dall’incontro con un individuo e le sue originalità. (Dobbiamo mettere insieme due elementi: la stabilità e la flessibilità). L’ACCOMPAGNAMENTO UNA METODOLOGIA FONDATA SUL DIALOGOI comportamenti adattivi, e il coinvolgimento dei servizi sono elementi fondanti. Una pluralitadi metodi e che ogni metodo non pretenda di essere l’assoluto e sappia accettare di essere nella pluralita LE FAMIGLIE: cooperazione

  30. Fare entrare il Progetto di vita nel Piano educativo individualizzato nella scuola secondaria significa: – scegliere obiettivi orientati alla vita adulta; – usare modalità «adulte» di lavorare verso gli obiettivi. Pedagogia speciale

  31. – ruoli lavorativi: “imparare a lavorare, non imparare un lavoro” – competenze di gestione del tempo libero, sia in casa che fuori; – competenze di gestione autonoma e/o assistita di un proprio luogo di vita; – competenze di sviluppo/mantenimento di una rete di supporto sociale informale; Pedagogia speciale

  32. – competenze di gestione delle proprie risorse economiche; – competenze affettive e sessuali; – competenze per realizzare una propria vita familiare. Pedagogia speciale

More Related