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Le nuove Cantine Rotari a Mezzacorona_Trento Architetto_Alberto Cecchetto

Le nuove Cantine Rotari a Mezzacorona_Trento Architetto_Alberto Cecchetto. IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise.

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Le nuove Cantine Rotari a Mezzacorona_Trento Architetto_Alberto Cecchetto

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  1. Le nuove Cantine Rotari a Mezzacorona_Trento Architetto_Alberto Cecchetto IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  2. Sommario _luogo _processo edilizio _progetto _tecnologie costruttive _sostenibilità _conclusioni IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  3. Luogo La piana rotaliana è situata nella regione Trentino Alto Adige. Attraversata dall’autostrada Brennero-Modena e dal fiume Adige si colloca a circa venti chilometri dalla città di Trento in direzione Nord. Compresa nei comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e di San Michele all’Adige rappresenta l’antica zona di confluenza tra il torrente Noce e il fiume Adige. Questa piana è limitata a Nord e ad Ovest dalle ripide pareti dolomitiche che sovrastano gli abitati di Mezzocorona e Mezzolombardo. La particolare morfologia dell’area, dove voluminose masse rocciose si contrappongono ad una tranquilla pianura definita da aree verdi, aree agricole ma soprattutto da fertili terreni adibiti alla coltura dei vigneti, favorisce la lettura del luogo attraverso elementi del paesaggio ai quali è possibile attribuire una propria autonomia e contemporaneamente un profondo e reciproco senso armonico. Il luogo_Mezzocorona e la piana rotaliana IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  4. Contesto Il lotto si trova in una zona della valle dell’Adige in cui i segni del territorio non sono imprescindibili dagli involucri produttivi di nuova edificazione; il fiume, le vie di collegamento, la trama delle coltivazioni, i terrazzamenti, le antiche dimore e l’imponenza delle montagne circostanti che si squarciano verso la Val di Non, producono il codice semantico in cui Cecchetto deve formulare la propria espressione architettonica. La tradizione produttiva e costruttiva della zona permette all’architetto di interloquire con il luogo e con i segni in cui inserisce il progetto. Cecchetto cerca in sostanza di decriptare il significato del luogo e della tradizione costruttiva e di ricomporlo in un’Architettura. Il contesto_la piana rotaliana e le pareti dolomitiche IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  5. Progettisti Alberto Cecchetto nasce a Venezia nel 1949, si laurea presso lo IUAV di Venezia. Dal 1974 svolge attività didattica e di ricerca. Dal 1976 inizia l'attività professionale a Venezia. Esplora vari temi di progettazione, a differenti scale, attraverso la decodificazione e ricomposizione degli elementi morfologici dell'architettura dei luoghi e del paesaggio. La sua architettura si concretizza in progetti complessi, con forme e tecnologie sofisticate, capaci di instaurare un rapporto singolare e convincente con il luogo. Con i suoi interventi attenti all’ambiente, alla morfologia urbana e alle profonde relazioni tra edifici e luoghi, è premiato in alcuni concorsi di progettazione. Lo studio Alberto Cecchetto & Associati nasce come associazione professionale tra l’arch. A. Cecchetto e l’arch. Roberto Della Giacoma, con l’obiettivo di gestire l’elaborazione del progetto del nuovo complesso delle Cantine di Mezzacorona. Il rogettista_A. Cecchetto Schizzo committente: Cantine MezzaCorona direzione lavori: Franco Detassis, Roberto della Giacoma modelli: Gualtiero Azimonti, Giovanni Ronchelli progetto strutture: Soil Water Structures Engineering Services S.r.l progetto impianti: SWS Trento opere edili: Rigotti costruzioni, Trento coperture: Kaufmann - Holzbauwerk, Austria. IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  6. Il progetto nel contesto La spina tecnologica: nasce dalla misura dei grandi segni della piana: l’Adige, la ferrovia, l’autostrada sono il grande sistema di ordine. La spina tecnologica La copertura: riprende la trama di pali e tiranti che sostengono la vigna. La copertura Il vigneto sperimentale: ricopre i locali a cantina dello spumantificio, elemento di continuità con il tessuto dei vigneti della piana. Il vigneto sperimentale IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  7. Il progetto nel contesto Il bastione: solido di pietra che conclude la spina tecnologica e contiene la storia della cantina. La cantina storica Il fronte: sulla regolarità delle coperture emerge la forma del cono-bottiglia, elemento che segna l’ingresso al complesso. L’ingresso Il suolo: le trame di muri e segni definiscono l’unicità di ogni punto, conferendo tridimensionalità al fronte. Il suolo IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  8. L’intervento All’inizio del 1955 il Gruppo MezzaCorona bandisce un concorso per la progettazione dei nuovi stabilimenti a Mezzocorona. L’area ha un’estensione di 11 ettari ed era occupato da un’industria in disuso. Il bando richiede ai progettisti una particolare attenzione per l’inserimento ambientale. Il progetto complessivo dell’area ex Samantec prevede la costruzione in più fasi di un complesso di edifici industriali e attrezzature di servizio con una superficie coperta complessiva di circa 40.000 mq. Gli edifici dell’intervento complessivo comprendono: _uno spumantificio metodo classico _un edificio adibito ad uffici _una sala polifunzionale e servizi cllettivi _una cantina di vinificazione _una possibile futura espansione. Un progetto unitario pensato per fasi, per consentire autonomia funzionale alle singole parti. L’area di progetto Gli edifici demoliti IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  9. Processo edilizio 1995 In Febbraio le Cantine Rotari e MezzaCorona bandiscono un concorso d’idee per la progettazione di un complesso destinato ad accogliere la nuova sede. L’incarico per la progettazione e per la direzione dei lavori è assegnato alla SWS Engineering Services S.r.l.; la stessa società di ingegneria affida il progetto architettonico allo studio Alberto Cecchetto e Associati. In Luglio il progetto viene presentato al Comune per il rilascio della concessione edilizia. In Ottobre hanno inizio i lavori. 1996 In Maggio vengono ultimate le opere murarie. In Luglio Inizia la messa in opera delle strutture portanti metalliche. In Agosto iniziano i lavori per la realizzazione della parte leggera in legno lamellare e acciaio. 1997 In Maggio viene consegnato il primo lotto comprendente lo spumantificio. 1998 Costruzione del secondo lotto della cantina, degli uffici e degli spazi sociali dell’auditorium. Per la costruzione della prima tranche sono stati investiti 90 miliardi: quasi la metà è servita per bonificare il terreno su cui sorgeva un’industria chimica. Cronoprogramma Le fasi costruttive IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  10. Caratteristiche dimensionali Progetto ettari di vigneti in copertura 1800 superficie coperta complessiva 33.570 mq superficie viabilità interna 5.800 mq superficie parcheggi 1.650 mq superficie pedonale 2.160 mq area spumantificio 14.600 mq area cantina 11.750 mq area auditorium, uffici e mensa 3.820 mq area blocco impianti 1.100 mq movimento di terra complessivo 120.000 mc area complessiva del lotto 104.000 mq rapporto di copertura 33% parcheggi auto totali 330 Totale edifici superfici nette 62.000 mq volumi utili 460.000 mc Superfici di progetto Le superfici edificate IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  11. Materiali Calcestruzzo 4.650 mq di solai a lastra e pieni 1.400 ml di travi prefabbricate in c.a.p. 11.500 mq di solai in c.a.p. 29.000 mc di opere strutturali Acciaio 119.000 Kg di lamiera zincata 810.000 Kg carpenteria metallica 1.460.000 Kg per armare il calcestruzzo Vetro 3.197 mq di superfici vetrate Legno 700 mc di travi in legno lamellare 350 mc di tavolati in legno d’abete 2.400 mq di grigliati in abete e larice Rivestimenti 500 mq di pietra naturale 2.500 mq di pavimenti in porfido 7.500 mq di pavimenti e rivestimenti in ceramica 13.300 mq di pavimenti industriali Sono stati utilizzati complessivamente 33.000 mc di cemento, 25.000 quintali di ferro, 3.700 quintali di legno. Le sette ditte impegnate nei lavori hanno messo a disposizione 250 operai per 520 giornate lavorative. I materiali utilizzati IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  12. Il progetto entrata nord Il nuovo insediamento, destinato alla produzione di spumante metodo classico, costituisce un episodio importante di ricostruzione in chiave moderna del legame che ha sempre connesso nel passato il paesaggio e il territorio produttivo del Trentino con i manufatti che in esso si inseriscono. Undici ettari e un lotto trapezioidale. Su un lato edifici industriali, sugli altri due una ferrovia e una strada provinciale. Il centro di Mezzocorona a poche centinaia di metri. Il progetto prevede la realizzazione di una spina tecnologica sulla quale si impostano lo spumantificio e unacantina di vinificazione. Questi due elementi sono separati da un piazzale, all’interno del quale sono disposti un corpo di fabbrica che accoglie gli impianti tecnologici e la stazione di pompaggio. L’ingresso principale è sottolineato dalla presenza del cono inclinato e luminescente di 20 metri di altezza. Ai lati del cono-bottiglia ci sono gli uffici amministrativi e, oltre lo spumantificio, verso est, la cantina storica; l’alloggio del custode e l’auditorium sono posizionati alle spalle degli uffici. Il bordo orientale si contraddistingue per la presenza di un vigneto sperimentale che permette di intravedere dall’autostrada la parte trasparente della spina tecnologica. area stoccaggio spina tecnologica cantina di vinificazione area di conferimento uva centrali tecnologiche alloggio custode vigneto sperimentale auditorium uffici spumantificio entrata principale cantina storica accesso principale Planimetria generale IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  13. Lo spumantificio Lo spumantificio Si innesta sulla spina tecnologica in corrispondenza del suo versante ovest. Si sviluppa su due livelli: uno fuori terra caratterizzato da una struttura portante puntiforme leggera in acciaio e legno lamellare, e uno completamente interrato realizzato sempre con una struttura puntiforme ma in cemento armato; in entrambi i casi si tratta di un open space altamente flessibile. Il piano interrato, a quota - 4,38 m e avente altezza massima ma di 6,30 m, è destinato allo stoccaggio delle bottiglie e al reumage automatico. La sua superficie è di 11.490 mq. Il livello fuori terra, a quota + 3,10 m, che presenta una estensione inferiore rispetto al piano sottostante, è suddiviso in due aree: una, in ambiente esterno ma protetta dalla copertura in lamellare, destinata a deposito delle bottiglie vuote e dei cassoni vuoti de remuage e una, delimitata da un involucro realizzato con tecnologie leggere, destinata alla lavorazione vera e propria, allo stoccaggio in temperatura e ad accogliere i magazzini. Tra ogni ambiente esiste una permeabilità visiva per la presenza di partizioni interne trasparenti, ma a questa permeabilità non corrisponde un collegamento fisico, per problemi di sicurezza antincendio. spumantificio_ area lavorazione cantina storica vigneto sperimentale spina tecnologica Pianta al piano dei percorsi_spumantificio Prospetto Sud_spumantificio IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  14. La spina tecnologica La spina tecnologica Si tratta di un corpo di fabbrica seminterrato lungo 350 m ad andamento curvilineo che percorre gli stabilimenti produttivi da nord a sud per tutta la loro lunghezza. Intorno a questo elemento si organizzano tutte le attività dalla produzione alla conservazione dello spumante e si concentrano i principali apparati tecnologici. La scelta delle tecniche realizzative (acciaio, elementi prefabbricati in cls e vetro) e di assemblaggio (a secco) è correlata all’esigenza di ottenere spazi flessibili e ampliabili, in vista di un possibile incremento della produzione. La parte interrata, sottostante la collina artificiale, si sviluppa in doppia altezza ed è adibita a cantina di fermentazione. La parte fuori terra, avente il piano di campagna a quota + 6,50 m, è caratterizzata dalla presenza di ballatoi per il controllo e l’ispezione delle vasche, di vani con impianti e macchine per la refrigerazione e di tubazioni per il trasporto del prodotto. La temperatura interna degli ambienti deve mantenersi tra i 12°C e i 14°C. Il raggiungimento e il mantenimento di tali temperature è garantito dall’impianto di climatizzazione e dallo sfruttamento dell’inerzia termica del terreno di riporto (1 m di spessore) sul quale viene piantato il vigneto sperimentale. Sezione_spina tecnologica Interni _spina tecnologica IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  15. La cantina storica Conclude verso sud il percorso della spina tecnologica e ha una conformazione molto particolare. Il progettista gioca con i volumi inclinandoli e incastrandoli gli uni negli altri, sfrutta le doppie altezze e una serie di soppalchi per garantire una continuità visiva tra i differenti ambienti che la costituiscono e ricorre a fasci di luce provenienti dai lucernari per realizzare effetti suggestivi. Questo corpo ha una struttura portante in acciaio ed è organizzato su più livelli: il primo è occupato dai barriques in legno di rovere, il secondo, che rappresenta la cantina storica vera e propria, dove il reumage viene eseguito manualmente. Una serie di soppalchi permettono di attraversare questi ambienti a quote differenti Le finiture in legno, le botti e le bottiglie che ricoprono gran parte delle superfici verticali ricordano le tradizionali cantine, nonostante questa si differenzi per conformazione (non ci sono coperture voltate), per materiali (non pietra o cls, ma acciaio e legno) e per collocazione (non interrata). La cantina storica è collegata all’ingresso principale mediante una passerella aerea in legno lamellare e appoggiata su setti in c.a., che fiancheggia l’intera area di lavorazione ed è protetta dalla copertura a onda, e che permette al visitatore di dominare l’intero paesaggio circostante. Plastici_cantina storica IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  16. Immagini Plastico dell’auditorium Plastico del vigneto sperimentale Plastico della cpertura e del vigneto Plastico della spina tecnologica Il cono bottiglia Il vigneto sperimentale L’ingresso La copertura IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  17. Tecnologie costruttive IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  18. Tecnologie costruttive_le fondazioni A livello strutturale l’edificio è costituito da una serie di episodi che si ripropongono serialmente e possono essere ben individuati. Il livello interrato è costituito da una massiccia platea fondale in c. a., resistente alla spinta idraulica della falda dell’Adige, su cui insistono piloni in c.a. disposti con maglia pari a 13,60 x 14 m gettati in opera con sezione circolare pari a 75 cm e che scaricano su fondazioni a punto. Pianta fondazioni_parziale Sezione fondazioni_parziale IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  19. Tecnologie costruttive_le fondazioni I piloni sorreggono l’impalcato del livello terra che è realizzato con travi e solai in c.a. precompresso. Tutte le porzioni contro terra sono pure realizzate in c.a. così come i setti controvento e i vani ascensore. Dal livello terra si sviluppa l’elemento strutturale e formale ‘che caratterizza l’intera opera: la copertura a “vigna”. Foto di cantiere Foto di cantiere IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  20. Tecnologie costruttive_la spina tecnologica Struttura Un elemento strutturale caratterizzante è individuabile nella costolatura che sostiene la collina artificiale. 0gni costola conformata a ventaglio in acciaio zincato, per un totale di nove costole a interasse pari a 10,94 m. La tensostruttura del ventaglio poggia a livello - 4,38 m su una fondazione in cemento armato puntiforme annegata nella platea fondale. I tirafondi sono sagomati a uncino in modo da creare una migliore connessione in situazione di tiro; sulle fondazioni sono bullonati a una base di acciaio con consistenti nervature di rinforzo. Sulla piastra si impostano i nove puntoni portanti, che scaricano sulle nervature di irrigidimento, di sezione circolare con diametro di 140 mm La spina tecnologica Sezione trasversale_spina tecnologica IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  21. Tecnologie costruttive_la spina tecnologica Struttura Sulla piastra si impostano i nove puntoni portanti, che scaricano sulle nervature di irrigidimento, di sezione circolare con diametro di 140 mm. Questi sono abbondantemente tirantati con cavi d’acciaio nel piano del ventaglio e connessi a due a due con barre circolari saldate in modo che risultino quattro sistemi puntone Vierendeel e una colonna terminale d’angolo. 1_Fondazione in calcestruzzo armato con tira fondi 2_Puntoni in acciaio 3_Tiranti in acciaio ad alta resistenza 4_Cassone in acciaio sagomato a denti all’estradosso 5_Tegoli prefabbricati in calcestruzzo 6_Fondazione sullo sperone in calcestruzzo armato 7_Puntone di connessione alla spina tecnologica 8_Lucernario metallico 9_Caldana superiore Dettaglio costruttivo del ventaglio IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  22. Tecnologie costruttive_la spina tecnologica Chiusure orizzontali I raggi del ventaglio sostengono un cassone d’acciaio, sagomato a costolone, che modella le colline del vigneto sperimentale. Il cassone si imposta su una fondazione in c.a. con sperone a quota 3,79 ed è a essa connesso da una piastra di acciaio bullonata. La spina tecnologica è in struttura a tubolari in acciaio che consente di impostare le colonne in acciaio della facciata a est a cerniera. La copertura ha un compluvio centrale ed è sorretta dalla spina tecnologica che scarica sul puntone singolo del ventaglio; questi sono opportunamente controventati e poggianti su piastre in acciaio. Le due aste in acciaio sono bullonate su due piastre che scaricano sull’impalcato in c.a. del livello terra. Dettaglio costruttivo_pianta dellacopertura_spina tecnologica Sezione copertura_spina tecnologica IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  23. Tecnologie costruttive_la spina tecnologica Chiusure verticali Percorrendo l’autostrada l’elemento che caratterizza l’intero complesso è il sistema di chiusura della spina tecnologica: una facciata continua a montanti e traversi in acciaio zincato a caldo, completamente trasparente e inclinata di 20°. L’ orditura metallica che funge da serramento è sorretta da una serie di elementi strutturali disposti ogni 548 cm. Questi elementi, dei tubolari in acciaio aventi un diametro di 14 cm, sono fissati in corrispondenza del lembo inferiore ai copritesta dei tegoli in cemento armato precompresso che sorreggono il vigneto sperimentale, mentre il lembo superiore è incernierato alla struttura portante della copertura. Foto esterna_spina tecnologica IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  24. Tecnologie costruttive_la spina tecnologica Chiusure verticali Esternamente la chiusura è completata da un sistema di schermatura che permette di ridurre il carico termico dovuto alla radiazione solare durante il periodo non riscaldato. Questo sistema di controllo solare è composto da lame in alluminio estruso orizzontali poste con un passo di 26 cm. Le lame, la cui conformazione morfologica permette di resistere alle sollecitazioni del vento, hanno una profondità di 50 cm, sono larghe 275 cm e vengono fissate a montanti in acciaio. Questi sono ancorati inferiormente alla soletta in c.a. della collina artificiale mediante un elemento di interfaccia metallico superiormente alla struttura portante della copertura, aggettante di 70 cm rispetto al filo di facciata. 1_ puntone in acciaio della spina tecnologica 2_ piastra di raccordo fra cassone di coronamento e puntoni in acciaio 3_ puntone d’angolo del ventaglio 4_ cassone superiore di coronamento del ventaglio 5_ lamelle frangisole in alluminio estruso 6_ struttura tubolare in acciaio zincato di copertura Sezione facciata_spina tecnologica IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  25. Tecnologie costruttive_lo spumantificio e le cantine Struttura Si tratta di una tensostruttura in acciaio e lamellare impostata sulla griglia dei pilastri sottostanti in getto. Il pilastro tipo, in acciaio con sezione di diametro di 457 mm e spessore 14 mm, poggia su una fondazione in calcestruzzo ricavata a “bicchiere” fra gli elementi massicci del solaio in c.a. del livello terra e i piloni portanti in c.a., tirafondi del pilastro in acciaio, che si ancorano sulla fondazione con sagoma a uncino, sono poi bullonati alla piastra di base. Sul pilastro di acciaio, ad altezza 5,40 m, si trova una piastra saldata che fa da appoggio alle travi di copertura. Sulla stessa piastra viene inoltre bullonata l’appendice superiore del pilastro di altezza pari a 4,68 m, in acciaio con diametro di 246 mm e spessore 16 mm. Alla sommità di questa colonna sono fissati i tiranti, realizzati con barre di acciaio filettate, e la vite madre superiore saldata, con sezione circolare di diametro pari a 32 mm, in acciaio. La copertura in legno lamellare Prospetto_spumantificio IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  26. Tecnologie costruttive_lo spumantificio e le cantine Struttura I tiranti, lunghi circa 5,70 m, sono ancorati in sommità grazie alla disposizione di piastre di acciaio déllo spessore di 20 mm, disposte in modo da consentire il miglior appoggio della vite madre. All’interno della colonna viene inoltre fissato il tubo per lo spruzzo dell’acqua del camino sulla copertura. La struttura della copertura è in legno lamellare; la trave principale dell’ ’ombrello’ è doppia, sagomata a onda, e poggia su una piastra in acciaio in corrispondenza del pilastro; viene poi sorretta all’altro estremo dalla barra filettata che è ancorata a una piastra in acciaio disposta tra le travi accoppiate, e a esse bullonata. 1_ fondazione in calcestruzzo 2_ pilastro portante 457/14mm 3_ piastra di appoggio 4_ trave principale in legno lamellare 5_ travi secondarie 6_ travicello 7_ pennone superiore in acciaio246/16mm 8_ tirante in acciaio alta resistenza 32mm Tensostruttura di copertura in lamellare e acciaio IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  27. Tecnologie costruttive_lo spumantificio e le cantine Chiusura orizzontale Le travi principali sorreggono delle travi secondarie in legno lamellare con sezione variabile da 12 x 60 cm in corrispondenza del pilastro a 8 x 49 cm sull’estremo tirantato. Le connessioni alle travi principali sono realizzate mediante piastre in acciaio con inserimento a coltello e fissate con bullonatura. 1_ pilastro portante 457/14mm 2_ piastra di appoggio 3_ pennone superiore in acciaio 246/16mm 4_ trave principale in legno lamellare 5_ travi secondarie 6_ doghe in legno lamellare 7_ pannello di polistirene estruso 30mm 8_ lana di roccia 70 mm 8_ lana di roccia 70 mm 9_ intercapedine ventilata 10_ lamiera in acciaio zincato 11_ lana minerale 12_ canalizzazioni impianti elettrici 13_ sistema di scarico sa tubi di sifonaggio alloggiati tra le travi secondarie centrali 14_ guaina di tenuta all’acqua Dettaglio scolo acque IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  28. Tecnologie costruttive_lo spumantificio e le cantine Chiusura verticale Nel tamponamento dello spumantificio che si affaccia verso le montagne Alberto Cecchetto ricerca, sempre sfruttando tecnologie di assemblaggio a secco, una soluzione che gli permetta di sottolineare l’esilità della struttura portante e soprattutto la copertura in legno lamellare. Ad una parte opaca, prevalentemente concentrata nella zona inferiore della chiusura, alterna una superficie trasparente, che arriva fino in prossimità della copertura. Questo accorgimento capovolge la normale concezione del costruire proprio della cultura del ‘fare pesante’. Chiusura esterna lato est 1_ corrente annegato nel pavimento 2_ elemento metallico di ancoraggio 3_ corrente del sistema di facciata 4_ montante del sistema di facciata 5_ piatto di acciaio zincato caldo 6_ elemento di finitura in alluminio 7_ grigliato in legno 8_ pannelli in plicarbonato alveolare 9_ profilo in acciaio (60x120x3) Chiusura verticale esterna_spumantificio A_ Sistema trasparente B._Sistema opaco e trasparente nella parte superiore A B IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  29. Tecnologie costruttive_lo spumantificio e le cantine Partizioni interne L’elemento si separazione è costituito da un pannello in policarbonato alveolare rivestito da un grigliato in legno d’abete trattato. La scelta di rjvestire la chiusura con delle doghe in legno, ordite in modo tale da realizzare tra di loro una camera d’aria, è legata alla necessità di attenuare la propagazione dei rumori aerei causati dai macchinari nelle aree di lavorazione. 1_ montante principale composto 2_ elemento di fissaggio a C in lamiera 30/10 zincato a caldo 3_ pannello in policarbonato bicamera sp. 16 mm 4_ traverso in lamiera 30/10 sagomato a C Tamponamento verticale 1 2 3 4 Sezione orizzontale del sistema di tamponamento tra spina tecnologica e area di lavorazione IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  30. Tecnologie costruttive_la cantina storica La struttura La sua struttura è inglobata in un guscio controterra in calcestruzzo armato. I ‘cassoni’ che escono dal terreno sono completamente in strutture di acciaio a telai con giunzioni bullonate e saldate e con travi inclinate che consentono la realizzazione della ‘parete di bottiglie’ che simboleggia la cantina. 1_ prese di luce 2_ manto di superficie in terreno naturale 3_ solaio in c.a 4_ travatura principale in acciaio zincato a caldo 5_ tiranti in acciaio per aggancio del soppalco alla travatura 6_ lamiera grecata autoportante 7_ pareti in grigliato in legno 8_ pacchetto copertura 9_doppio setto in c.a. intonacato con inertiselezionati 10_ trave in legno lamellare 11_struttura in acciaio 12_ setto in c.a. a vista 13_struttura principale in acciaio zincato a caldo 14_muro perimetrale a vista IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  31. Sostenibilità Valutazione dei materiali v Consumi energetici dei materiali nel loro ciclo di vita (in KWh/Kg): _Naturalità _Durabilità _Compatibilità ecologica _Radioattività _Proprietà elettriche, termiche e acustiche _Compatibilità rispetto al clima, all’acqua e al calore _Proprietà in relazione al benessere dell’uomo e dell’ambiente _Traspirazione _Assorbimento _Tossicità e pericolosità Materiale consumo di energia (kWh/kg) acciaio 9,72 calce 0,92 cemento 1,94 inerti 0,03 legno 3,89 vetro 5,28 alluminio 44,44 IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  32. Sostenibilità Requisiti di ecologicità dei materiali IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  33. Sostenibilità Requisiti di ecologicità dei materiali Percentuali di materiali utilizzati IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  34. Sostenibilità Metodo HQE: pricipi base Il metodo HQE (Haute Qualité Environnementale) prende in considerazione tutte le fasi del ciclo di vita dell’edificio, dalla sua costruzione alla sua demolizione. Con il metodo HQE, promosso in Francia dal ministero della Casa, vengono riunite in una lista di esigenze da soddisfare ben 67 prescrizioni ambientali in un ordine volutamente non gerarchico, in modo che nessuna di esse, considerata singolarmente, diventi preponderante rispetto alle altre. Gli obiettivi HQE si possono suddividere in quattro sezioni: eco-costruzione, eco-gestione, comfort, e salute, a loro volte precisati in ulteriori 14 criteri generali. I criteri di valutazione possono essere di tipo qualitativo o quantitativo; in particolare: Si/no intenzioni di progetto +/=/- progetto preliminare • Eco-costruzione: • _relazione armonica dell’edificio con l’immediato contesto ambientale _scelta integrata di prodotti, sistemi e procedimenti di costruzione _cantiere a basso impatto • Eco-gestione: • _gestione di energia _gestione di acqua _gestione di rifiuti _manutenzione • Comfort: • _comfort igrotermico _comfort acustico _comfort visivo _comfort olfattivo • Salute: • _qualità sanitaria degli spazi _qualità sanitaria dell’aria _qualità sanitaria dell’acqua Non trattato/ insufficientemente trattato/ mediamente trattato/ Soddisfacentemente trattato /molto soddisfacentemente trattato IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  35. Sostenibilità I 67 criteri di alta qualità ambientale (HQE): IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  36. Sostenibilità IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  37. Sostenibilità IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  38. Sostenibilità IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  39. Sostenibilità IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  40. Sostenibilità IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  41. Sostenibilità Metodo HQE: conclusioni Eco-costruzione: _relazione armonica dell’edificio con l’immediato contesto ambientale _scelta integrata di prodotti, sistemi e procedimenti di costruzione _cantiere a basso impatto Eco-gestione: _gestione di energia _gestione di acqua _gestione di rifiuti _manutenzione Comfort: _comfort igrotermico _comfort acustico _comfort visivo _comfort olfattivo Salute: _qualità sanitaria degli spazi _qualità sanitaria dell’aria _qualità sanitaria dell’acqua L’edificio si pone in relazione con il contesto in cui è realizzato sia progettualmente sia per quanto riguarda la scelta dei materiali inoltre garantisce una maggiore biodiversità in quanto la ricerca nella biosfera favorisce l’integrazione di diversi ecosistemi. L’edificio è una vera e propria macchina produttiva dove tutti i processi produttivi trovano una fortissima agevolazione nelle scelte progettuali e l’ utilizzo di tecnologie avanzate permette un notevole risparmio di energia. L’ambiente all’interno dell’edificio presente delle ottime caratteristiche dovute a correte scelte progettuali e grazie agli impianti tecnici si può dire che vi è lo stadio di comfort igrometrico. L’areazione è uno dei forti temi considerato nella progettazione ed i risultati ottenuti permettono un minor utilizzo degli impianti e quindi un minor uso di energia. IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  42. Sostenibilità_conclusioni IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  43. Sostenibilità_conclusioni IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

  44. Bibliografia Il progetto di paesaggio. Le nuove cantine Rotari e MezzaCorona cd a cura di Roberto della Giacoma Macromedia, 1996 Architetti e Tecnologia. Alberto Cecchetto. Le Nuove Cantine Rotari e MezzaCorona testo a cura di Marco Imperadori, Tiziana Poli Milano, 1997 Controspazio_mensile di architettura e urbanistica n. 6, 1998 Casabella_rivista di architettura n. 656, 1998 www.studiocecchetto.com www.materia.it IUAV_a.a. 2006-2007_Laboratorio integrato 3_sostenibilità Corso di tecnologia dell’architettura_Prof. V. Manfron Arch. MariaAntonia Barucco, Stefania Schiesaro, Stefania Simonetto, Dino Vanzan Stud. Cosatti_Squarise

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