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Alcuni apporti significativi relativi ai processi della conversazione educativa M.FOUCAULT – questione di potersi costruire come soggetto la forza dei discorsi - costruiscono sia le strutture sociali che i soggetti individuali – diventano «tecnologie del sé»
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Alcuni apporti significativi relativi ai processi della conversazione educativa • M.FOUCAULT – questione di potersi costruire come soggetto • la forza dei discorsi - costruiscono sia le strutture sociali che i soggettiindividuali – diventano «tecnologie del sé» • il concetto delle «tecnologie del sé» - un insieme di operazioni su se stesso al fine di trasformare se stesso • «Seguendo questa via, sono così approdato al cuore del mio problema: l’ermeneutica delle tecnologie del sé, quali si manifestano nella pratiche del paganesimo e del cristianesimo primitivo. (…) L’obiettivo che perseguo … è quello di tracciare la storia dei diversi modi in cui, nei vari ambiti della nostra cultura (economia, biologia, psichiatria, medicina e diritto penale), gli uomini hanno sviluppato una conoscenza di sé» (M.Foucault, Tecnologie del sé, 1992) • «La visione foucaultiana della genesi e formazione della soggettività ha inciso … sulla ri-considerazione del soggetto all’interno della pratica educative: la dimensione dell’educazione viene vista … come uno spazio contrassegnato da mediazioni … da proliferazione dei discorsi e pratiche culturali … che producono in modo non deterministico forme e processi di soggettivizzazione, di costruzione, di costruzione di sé»(F.Cambi, Pedagogia Generale, 2009, p.255)
Alcuni apporti significativi relativi ai processi della conversazione educativa • L. VYGOTSKIJ – psicologia socio-culturale e costruttivismo sociale • la psicologia culturale (inizi degli anni '80) evidenzia che lo sviluppo della persona è risultato della costruzione e dell’interazione fra individui e ambiente costituito da relazioni umane, mediazioni linguistico-discorsive e da artefatti culturali; • i processi intellettuali superiori, la cognizione (la costruzione della conoscenza) e lo sviluppo umano emergono quindi, dalla interiorizzazione dei discorsi che si svolgono socialmente, in modo particolare a scuola. • i processi di interiorizzazione dei discorsi – nella fase di apprendimento si verifica un passaggio da un livello interpsicologico ad uno intrapsicologico: la rappresentazione di un concetto (ad esempio linguistico) viene elaborata ad un livello condiviso con gli altri (interpsicologico) in seguito vi è una fase di elaborazione autonoma, in cui il concetto viene interiorizzato (intrapsicologico). Lo scambio avviene tra una persona meno competente ed una maggiormente esperta (zona di sviluppo prossimale). • Concetti vicini alla teoria di Vygotskij: scaffoldingtheory di J.Bruner e social learningtheory di A.Bandura
Alcuni apporti significativi relativi ai processi della conversazione educativa • BAKHTIN • ha studiato la dimensione linguistica della drammaturgia • non è possibile comprendere il significato della parola fuori del contesto della frase, del contesto di un discorso più ampio • RORTY • il concetto di conversazione in un senso più generale, riferibile alla transizione da metodi di ricerca di tipo scientifico-sperimentale a metodi di tipo ermeneutico • la comunità (scientifica, di ricerca) come comunità in cui si costruiscono, si convalidano le conoscenze – la comunità scientifica di un dato settore convalida la veridicità delle affermazioni e delle teorie
Alcuni apporti significativi relativi ai processi della conversazione educativa • Il movimento «CULTURAL STUDIES» (S. Hall; L.Grossberg) finalizzato a comprendere e interpretare le pratiche comunicative dei mezzi di comunicazione sociale. Oggetto di analisi è ogni pratica culturale, sociale, comunicativa tenendo conto sia del suo aspetto materiale (segno), sia di quello simbolico (significato). • Varie forme di linguaggio (orale, scritto, audiovisivo) – sono costrutti culturali e sociali • Concetti di «significante» e «significato» (testo e audience) e la distanza tra loro risulta con varie possibilità di interpretazione • S. Hall – Teoria dell’audience (l’insieme dei fruitori dei testi) – gli anni ‘60-’70 • «Il processo di codifica e decodifica deve essere studiato in tutta la sua estensione, dalla composizione del messaggio alla sua lettura e interpretazione individuale e di gruppo sociale e culturale. In particolare, l’audience televisiva non deve essere vista come una singola indifferenziata massa, bensì come un misto composto di gruppi sociali, che si relazionano in modo differente con le forme e i significati dominanti il testo televisivo» Educare, p.211 • Tre possibili comportamenti del fruitore: - risonanza – accettazione - opposizione - negoziazione • Lettura dell’articolo di approfondimento obbligatoria per il cap. VIII: • Rivoltella P.C., Nativi digitali, media e nuove tecnologie, in G.Chiosso, Luoghi e pratiche dell’educazione, Milano, Mondadori, 2009, pp. 87-105.
La conversazione come pratica educativa • Alcune categorie di lettura della pratica educativa dal punto di vista della «conversazione»: • il suo svolgersi nel tempo; • il coinvolgimento di più soggetti in un continuo interscambio (comunità di vario tipo); • la diversità culturale e sessuale degli interlocutori; • il ruolo dei testi e dell’intertestualità; • la legittimazione, negoziazione e contestazione di conoscenze, significati, di identità di relazioni sociali. • In due prospettive: • la riproduzione di strutture sociali e formative stratificate – ruolo costitutivo dei discorsi (posizioni esagerate e deterministiche di Foucauld, Habermas) • oppure la generazione di persone «agenti» in quanto capaci di progetti, di azioni, di relazioni, di assunzioni di identità e di ruoli (Vygotskij, Hall) – ruolo costruttivo dei discorsi. • Conclusione(vedi le diapositive successive)
La conversazione come pratica educativa • La possibile esasperazione foucaultiana della costitutività del soggetto nell’intertestualità del discorso, come in Habermas della costitutività della morale nel dialogo, vanno «disciplinate» riconoscendo la trascendenza e la permanenza del soggetto rispetto all’interscambio linguistico e la fondazione morale oltre l’intreccio comunicativo. • Tuttavia occorre anche riconoscere i ruoli formativi dello scambio linguistico e del dialogo che si svolgono nei processi di inculturazione famigliare e sociale, di acculturazione presenti nella scuola, nei luoghi di lavoro e di scambio sociale, e di quelli derivanti dai mass media.
La conversazione come pratica educativa - IL DIALOGO EDUCATIVO (prolungato) • La conversazione considerata come pratica educativa ha una lunga storia. Esempi significativi di tale pratica si possono cogliere nei classici antichi, dalla Sacra Scrittura, ai poemi omerici, agli scritti platonici. • Il dialogo socratico, a esempio, è considerato come la base originaria della generazione della conoscenza non solo nei discepoli, ma in generale - metodo maieutico. • La conversazione socratica quindi era considerata il luogo e il momento della nascita della conoscenza e della consapevolezza di essa– la vera formazione avveniva nell’interazione con le persone, non con i testi scritti.Platone nel Fedro ne riassunse le motivazioni nel mito di Theuth, ritenuto inventore, fra tante cose, della scrittura alfabetica.
La conversazione come pratica educativa - IL DIALOGO EDUCATIVO (prolungato) Platone nel Teetetooffre una ragione dell’importanza del dialogo con se stesso e dell’argomentazione. «SOCRATE – Benissimo. Ma col termine “pensare” intendi quello che intendo io? TEETETO – Tu che cosa intendi? SOCRATE – Io intendo il dialogo che l’anima per sé instaura con se stessa su ciò che sta esaminando. [...] Infatti, mi pare chiaro che, quando pensa, l’anima non fa nient’altro che dialogare, interrogando se stessa e rispondendosi da sé, affermando e negando». Come abbiamo già notato citando Vygotskij, si crede che la capacità di riflettere e di pensare sia dovuta a una progressiva interiorizzazione del dialogare e dell’argomentare esteriore tra persone diverse.
DIALOGO EDUCATIVOE RAPPORTI TRA LE PERSONE Come educare la domanda educativa? • S. Agostino – «ignoti nulla cupido» • Bandura indica tre strade: • esperienza diretta – partecipazione attiva • esperienza mediata – esperienze degli altri • persuasione – influsso sulla sfera intellettuale e volitiva (non manipolazione!)
Comprensione reciprocatra i partecipanti della «conversazione» • Comprensione intesa nel senso di “fusione di orizzonti” (Gadamer), che non rinuncia alle proprie posizioni, anche culturalmente incommensurabili, bensì ricerca e costruisce significati più o meno condivisi, che si svolge nel tempo e che implica tolleranza e rispetto delle differenze. • R. Guardini (1987). Tutto il processo conversazionale può essere ricollegato alla nozione di “incontro”, come distaccarsi da un possesso rigido della forma del sé, per accettare il rischio dell’apertura a ciò che è altro, facendo crescere in questo modo la propria individualità.
Adattamento da: L. Not, L’enseignementrépondant, Paris, PUF, 1989. • La formazione in terza persona esalta il ruolo attivo e diretto dell’educatore. È questi che progetta, dirige e valuta le attività educative. “L’educatore che guida la danza”. • La formazione in prima persona si basa sulle aspirazioni, gli interessi, i soggettivi bisogni dell’educando e sulla sua iniziativa. “L’educando che guida la danza”.
La formazione in seconda persona (NOT, 1989) • Nel processo educativo si hanno due centri di iniziative di azioni che sono articolate a partire da quelle dell’altro. • Ciascuno è un IO che si rivolge a un TU. • L’educando si rivolge all’educatore e questi gli risponde. • Il costituente della domanda educativa è l’educando; • l’educatore ne prende atto e su questa base imposta la sua azione.
L’educando è un IO che si impegna a partire sia dalle sue aspirazioni e dai suoi bisogni, sia dalle proposte e sollecitazioni dell’educatore. Purché queste ultime entrino a far parte delle sue intenzioni d’azione. • L’educatore è un IO che propone le sue iniziative educative sulla base di fini, contenuti e modalità educative che formano la base delle sue conoscenze e competenze. • L’educando è il TU dell’educatore. È il centro di iniziative d’azione a cui questi si rivolge esercitando il suo ruolo di educatore che sollecita, orienta e sostiene il primo. • L’educatore è il TU dell’educando. Questi si rivolge a lui come un centro di iniziative e d’azioni a suo favore, uno che può aiutarlo nelle difficoltà, rispondere a suoi problemi e alle sue domande, guidarlo nelle sue attività.
Nel processo educativo c’è quindi una compartecipazione, ci sono dei partner, che esercitano un ruolo diverso, ma ambedue sono centri attivi di iniziativa e di azione. • Ne deriva un NOI che vive nelle sue convergenze e divergenze, nei suoi consensi e conflitti. • La relazione è reciproca, ma non simmetrica. L’educatore è portatore di conoscenze e competenze più vaste e profonde di quelle dell’educando. Il suo ruolo è diverso. Ma educatore ed educando agiscono e reagiscono a partire dalla loro individualità. Si costituisce così un momento circolare con una implicita forma contrattuale.
La Pedagogia narrativa • MacIntyre – la vita umana è di carattere narrativo • Bruner (1972) – paradigma della narrazione; Sé narratore; attribuzione di senso alla propria esperienza personale • Intertestualità del testo – intertestualità della narrazione
La Pedagogia narrativa • P.Ricoeur – l’identità narrativa; narrazione è una rilettura del passato ed è rivolta anche al futuro • S. Giovanni Bosco – descrizione narrativa di pratiche educative ispirate a modelli di dialogo educativo • P.Amerio – in una relazione tra le persone avvengono interazioni sul piano dei significati
La Pedagogia narrativa • Momento di incontro, di ascolto e di comprensione dell’educando • Maniera di comunicare (e formare) i valori, gli atteggiamenti e il loro significato e senso • Spazio in cui si prospettano e costruiscono «le storie» da narrare, e cioè la vita da vivere nel futuro
Temi per l’esame orale • Analizzare e interpretare la pratica educativa sotto il profilo della metafora della conversazione cogliendo in essa alcune nozioni di base e spiegando il loro significato (nella prospettiva educativa). • Presentare il concetto della “conversazione” nelle tendenze postmoderne, negli apporti di Vygotskij, Bakhtin, Rorty, Foucault e nella corrente britannica del movimento degli Studi culturali (S.Hall); spiegare il ruolo costruttivo e il ruolo costitutivo dei discorsi e indicare possibili rappresentanti di ciascuna prospettiva. • Presentare la problematica educativa nel contesto della cultura dei media e delle nuove tecnologie valorizzando le riflessioni di P.C. Rivoltella su “Nativi digitali”. Articolo: Rivoltella P.C., Nativi digitali, media e nuove tecnologie, in G.Chiosso, Luoghi e pratiche dell’educazione, Milano, Mondadori, 2009, pp. 87-105. • Presentare il significato del dialogo nella pratica educativa; esplicitare le varie forme di attuazione valorizzando: • alcuni testi classici antichi in filosofia • l’esperienza educativa di don Bosco • alcuni apporti di Not, Gadamer, Guardini, Vygotskij