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Quando la dislessia entra a far parte della vita di un bambino, tutta la famiglia viene coinvolta

Quando la dislessia entra a far parte della vita di un bambino, tutta la famiglia viene coinvolta.

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Quando la dislessia entra a far parte della vita di un bambino, tutta la famiglia viene coinvolta

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Presentation Transcript


  1. Quando la dislessia entra a far parte della vita di un bambino, tutta la famiglia viene coinvolta E’ possibile allargare la visione oltre il bambino e includere all’interno del sistema riabilitativo/terapeutico i genitori, per attivare ogni membro e l’intero sistema familiare verso il cambiamento? Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  2. Valutazione e presa in carico dei bambini con DSA Gli aspetti cognitivi non possono essere disgiunti da quelli emotivo-relazionali Le potenzialità e le risorse della famiglia sono elementi molto significativi per il mutamento e la riduzione degli effetti problematici dei DSA Approccio sistemico-relazionale per allargare la visione dal disturbo alle dinamiche familiari che con questo hanno attinenza Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  3. Come si sente il bambino? “All’asilo i miei disegni erano indecifrabili, così dice il mio papà. Ma i grossi problemi sono iniziati con la scuola elementare. Scrivevo male e leggevo peggio. Ero continuamente sollecitato a fare meglio e, siccome la cosa non avveniva, sono arrivate le brontolate, poi i brutti voti e la costrizione a riscrivere il compito dopo aver strappato la pagina. Questa punizione mi gettava nella disperazione più violenta perché per me aver scritto quella pagina aveva voluto dire una grande fatica fisica e mentale. Purtroppo anche mia mamma credeva che fosse svogliatezza (non sapeva nulla della dislessia) e a casa si metteva a fare l’aguzzina come facevano in classe i miei insegnanti: mi faceva piangere e qualche volta scappava la pacca o il pizzicotto. A scuola non riuscivo a stare attento, ero sempre distratto e sul mio viso calava come una maschera inespressiva”. (Mattia, 19 anni) Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  4. “Quando leggo non riesco a riconoscere bene le parole e così faccio fatica a capire quello che c’è scritto. Io lo so che sono dislessico, ma gli altri non ci credono. Gli insegnanti dicono che non ho più voglia, ma io ho provato ad imparare a leggere come gli altri ma non ci sono riuscito e non ci riesco” (Gianluca 14 anni) Da “Storie di dislessia” di Giacomo Stella Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  5. Malinteso fra insegnanti, genitori e specialisti Serie di insuccessi per cui si percepisce come responsabile delle proprie difficoltà . Spesso non trova soddisfazione neanche nelle attività extra-scolastiche Ritenere di essere diverso dai compagni ed inferiore e crede che nessuno, né insegnanti né genitori, sia soddisfatto ed orgoglioso di lui. L’insuccesso prolungato genera scarsa autostima Strutturazione del disagio psicologico Meccanismi di difesa (disimpegno ed aggressività) che fanno aumentare i sensi di colpa Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  6. L’ansia diventa il più frequente sintomo emozionale riscontrato nei dislessici Tendenza ad evitare la letto-scrittura Rabbia per il desiderio di autonomia e la dipendenza scolastica Tende ad attribuire i propri successi alla fortuna o alla facilità del compito, imputando invece gli insuccessi alla propria incapacità ed inadeguatezza. A volte depressione: Il b. comincia a costruire un'immagine negativa di sé e del mondo. Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  7. Come aiutare il bambino Oltre ai mezzi dispensativi e compensativi il bambino è aiutato da rafforzi di tipo emotivo Ciò che conta è dare alla dislessia il giusto peso, individuarla come un problema attraverso una diagnosi specifica, accettarla per poter crescere sviluppando le capacità di esprimere appieno la propria intelligenza e creatività Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  8. Autonomia e informatica I ragazzi con DSA perdono il diritto di imparare in autonomia. La mancanza di autonomia nell’apprendimento è uno dei maggiori problemi da affrontare, in quanto è causa di disistima e spesso finisce per compromettere il successo formativo. Per raggiungere l’autonomia formativa occorrono: adeguati strumenti compensativi buona motivazione un ambiente favorevole Le facilitazioni informatiche, innalzano notevolmente il livello di autonomia del bambino e gli consentono di poter studiare come gli altri. Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  9. Come si sente e cosa fa la famiglia Inizia a notare differenze prestazionali rispetto all’acquisizione di competenza scolastiche Assume come punto di riferimento assoluto la scuola Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  10. La scuola può: Se la Scuola non riconosce il problema: Riconoscere il problema ed indirizzare verso un approfondimento diagnostico Non avere la stessa percezione dei genitori e non ritenere utile un approfondimento diagnostico Aumento del disorientamento e della frustrazione della famiglia Delega alla scuola per la risoluzione del problema Alleanza, collaborazione e fiducia tra scuola e famiglia subiscono una mutazione Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  11. Le connessioni del disturbo con le relazioni e il clima familiare Contesto domestico sbilanciato dall’impegno degli adulti Estrema vicinanza emotiva agli insuccessi del bambino Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  12. La diade genitore-figlio entra in un circolo vizioso in cui l’errore del figlio e la reazione ansiosa del genitore si rinforzano reciprocamente Verifica degli apprendimenti Preoccupazione su cosa pensano gli insegnanti • Se i genitori hanno una diversa spiegazione • Non agevola la situazione • Conflittualità • Triangolazioni sul bambino Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  13. Diagnosi Il grande spartiacque è ovviamente rappresentato dalla diagnosi, che permette di distinguere nettamente un “prima” e un “dopo” Spesso fonte di disagio, rompe gli equilibri preesistenti Vi sono reazioni positive, la diagnosi come liberazione Reazioni più drammatiche. Il trauma è spesso legato alla sensazione di aver trasmesso al proprio figlio una sorta di “tara genetica” Molti tendono a rivedere se stessi nei propri figli Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  14. Anche per i ragazzi la reazione alla diagnosi ha caratteristiche simili, ma la sensazione di sollievo che segue l’etichettamento diagnostico è connessa al rapporto con i pari, con la scuola e con le precedenti pressioni dei genitori Una diagnosi accurata che pone in evidenza, oltre alle difficoltà di base, anche gli ambiti di competenza e di potenzialità del soggetto, permette la progettazione e l’attuazione di percorsi terapeutici personalizzati ed efficaci che garantiscono l’evoluzione dei processi di acquisizione della letto-scrittura e logico matematici, riducendo le difficoltà e promuovendo la conquista di livelli più adeguati di autostima. Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  15. Perché tenere conto della famiglia nel lavoro di recupero delle abilità di apprendimento? Disturbo e funzioni genitoriali sono connessi circolarmente Le funzioni genitoriali influiscono in modo significativo sulle modalità e sugli atteggiamenti che il bambino assume di fronte all’esecuzione del compito Modificando le aspettative negative sul bambino si modifica l’idea che il bambino ha di sé Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  16. L’effetto delle aspettative di successo dei genitori Riduzioni delle manifestazioni di rifiuto nei compiti di lettura e scrittura Il bambino manifesta maggiore interesse rispetto al materiale scritto Il bambino inizia a proporsi in attività che prima rifiutava di fare davanti alla classe o a un pubblico Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  17. Cosa consente la comparsa di aspettative di successo in genitori fortemente demotivati e con credenze negative e svalutative sul figlio? Gli si può insegnare l’utilizzo della tecnica e può essere confermata la validità degli interventi sostitutivi Conseguenze positive sulla relazione genitore-figlio Il genitore a cui viene prefigurata la possibilità di una riduzione graduale e monitorata delle manifestazioni del disturbo valorizzerà il figlio I genitori coinvolti nel trattamento ed esposti a nuovi modelli relazionali, modificano le proprie condotte disfunzionali nell’accudimento scolastico Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

  18. Grazie per l’attenzione Dott.sse Rosa Maria Purchiaroni e Clara Codini

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