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Insegnamento interculturale del russo

Insegnamento interculturale del russo. “ Nessuna cultura può sopravvivere se pretende di escludere le altre.” M. Gandhi. Comunicazione interculturale e glottodidattica.

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Insegnamento interculturale del russo

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Presentation Transcript


  1. Insegnamento interculturale del russo “Nessuna cultura può sopravvivere se pretende di escludere le altre.” M. Gandhi

  2. Comunicazione interculturale e glottodidattica • Esigenza di rendere gli studenti in grado di comunicare interculturalmente: saper usare una lingua, sapersi relazionare culturalmente con interlocutori di diverse provenienze. • Glottodidattica: metodologie per l’insegnamento interculturale soprattutto sul piano della modalità di interazione per superare i microconflitti che possono sorgere da fraintendimenti culturali.

  3. Il binomio lingua-cultura • Contestualizzare lo strumento linguistico • Lingua = strumento di un popolo per rappresentare se stesso • Cultura = supporto alla lingua. Modi usati da un popolo per esprimere se stesso • Non si può parlare di cultura senza considerare la lingua e viceversa

  4. Acquisizione di una seconda lingua - cultura • Acculturazione: processo con cui una persona si adatta ad una nuova cultura. • Shok Culturale: fenomeni che vanno da una semplice irritabilità ad uno stato psicologico di panico o crisi. • Distanza sociale: prossimità cognitiva ed affettiva di due culture che vengono a contatto in un individuo. Distanza = differenze tra le due culture.

  5. Quadro comune europeo di riferimento per le lingue • Chi apprende una lingua straniera o seconda e la relativa cultura non cessa di essere competente nella propria madrelingua e nella cultura ad essa associata. La nuova competenza non è del tutto indipendente dalla precedente. • Chi apprende una lingua diventa plurilingue e sviluppa interculturalità.

  6. Simmetrie ~ asimmetrie • Una competenza comunicativa attiva in L2 si acquisisce solo tenendo conto delle unità linguistiche contestualizzate e memorizzate parallelamente a quelle della L1. • Volgere l’attenzione alle simmetrie ~ asimmetrie funzionali di una coppia di lingue. • Mirare l’apprendimento a distinguere come una funzione della L1 si può esprimere (più o meno asimmetricamente) nella L2. Modelli pragmatici.

  7. Simmetrie ~ asimmetrie • Richieste in russo: • diminutivi russi hanno la funzione di modificatori di distanza; • in italiano la stessa funzione è svolta dal condizionale: Паша, водички передашь? *Paoletto passami l’acquetta. Paolo, mi passeresti l’acqua?

  8. Cultura e insegnamento linguistico • Siamo più visti che ascoltati! • Aspetti non verbali di una lingua: • Linguaggio del corpo: movimento, postura, gestualità, espressione del viso, sguardo, distanza. • Lingua oggetto: segni, disegni, artefatti, vestiario. • Lingua dell’ambiente: colori, luci, architettura, spazio, direzioni, elementi naturali che parlano all’uomo della sua natura.

  9. INTERCULTURALISMO Interculturalismo: fenomeno legato alla comunicazione, alla discussione ed al dialogo tra varie etnie che condividono gli spazi e culture diverse. Relativizzare la propria cultura superando l’etnocentrismo. Dialogo interculturale: liberarsi dai pregiudizi e dagli stereotipi ad essi collegati.

  10. Cultura e insegnamento linguistico • Corretta informazione sugli usi e costumi di un popolo: al posto di • stereotipi (opinione precostituita, non acquisita sulla base di un’esperienza diretta e scarsamente suscettibile di modifica) che potrebbero falsare l’interpretazione, si dovrebbero fornire dei • sociotipi, cioè delle caratterizzazioni derivate da una generalizzazione razionale degli stereotipi empiricamente verificabili.

  11. Stereotipi e sociotipi

  12. Geert Hofstede • Cultura: “programmazione mentale collettiva” - software of the mind: insieme di programmi mentali secondo i quali si realizzano il pensiero, le azioni e le emozioni di un gruppo o di una popolazione. • Hardware: alimentazione, uso di generi voluttuari, espressione artistica, oggetti quotidiani di un gruppo o di una popolazione.

  13. Hofstede e le 3 fasi della comunicazione interculturale Tutto comincia con la consapevolezza: il riconoscere che ciascuno porta con sé un particolare software mentale che deriva dal modo in cui è cresciuto, e che coloro che sono cresciuti in altre condizioni hanno, per le stesse ottime ragioni, un diverso software mentale. [...] Poi dovrebbe venire la conoscenza: se dobbiamo interagire con altre culture, dobbiamo imparare come sono queste culture, quali sono i loro simboli, i loro eroi, i loro riti [...]. L’abilità di comunicare tra culture deriva dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dall’esperienza personale”

  14. Le 5 categorie culturali di Hofstede • Distanza del potere (power distance) • Individualismo / collettivismo (individualism versus collectivism) • Mascolinità / femminilità (masculinity versus femininity) • Precauzione (uncertainty avoidance) • Orientamento a lungo termine / orientamento a breve termine (long-term versus short-term orientation)

  15. Apprendimento interculturale • L’apprendimento interculturale considera le strutture profonde di una lingua, cioè quei meccanismi cognitivi che gestiscono l’azione e sono “dietro” alle parole. • L’abilità di comunicazione interculturale non si sviluppa trasmettendo solo informazioni sulla cultura, ma si sviluppa collegando le informazioni sulla differenza culturale a come essa si esprime nell’azione linguistica.

  16. Didattica interculturale • Wilhem Von Humboldt: “Non si può insegnare la comunicazione interculturale, si possono al massimo creare le condizioni perché qualcuno l’apprenda”. a) insegnamento frontale  b) simulazioni più o meno strutturate e controllate

  17. La metodologia • parte dalla condivisione delle esperienze di comunicazione interculturali effettivamente vissute dai partecipanti al corso, esperienze, aneddoti, incidenti, impressioni che vengono raccolte dal formatore fin dall’inizio della sessione • prosegue fornendo una griglia di analisi • insegna ai corsisti ad osservare spezzoni di video

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