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Funzioni e Potenzialità dei Comitati Unici di Garanzia

Università di Messina 27 Giugno 2013. Funzioni e Potenzialità dei Comitati Unici di Garanzia. Patrizia Tomio Università degli Studi di Trento. La riforma: dai CPO ai CUG. art. 21 L. 4 novembre 2010, n. 183 (“Collegato lavoro”):

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Funzioni e Potenzialità dei Comitati Unici di Garanzia

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  1. Università di Messina 27 Giugno 2013 Funzioni e Potenzialità dei Comitati Unici di Garanzia Patrizia Tomio Università degli Studi di Trento

  2. La riforma: dai CPO ai CUG • art. 21 L. 4 novembre 2010, n. 183 (“Collegato lavoro”): le P. A. devono costituire il “Comitato unico di garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni” (CUG) che sostituisce, unificando le competenze in un solo organismo, i comitati per le pari opportunità e i comitati paritetici sul fenomeno del mobbing, istituiti in applicazione della contrattazione collettiva, dei quali assume tutte le funzioni previste dalla legge, dai contratti collettivi relativi al personale delle amministrazioni pubbliche o da altre disposizioni. La costituzione del CUG non dovrà comportare maggiori oneri per la P.A.

  3. La riforma: dai CPO ai CUG • Direttiva 4 marzo 2011“Linee guida sulle modalità di funzionamento dei “Comitati Unici di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni (art. 21, legge 4 novembre 2010, n. 183)””, emanata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione e il Ministro per le Pari Opportunità: modalità di costituzione e funzionamento dei CUG.

  4. La riforma: dai CPO ai CUG Obiettivi: • Rendere effettivo l’obbligo di costituzione degli organismi di parità (sanzioni per i Dirigenti responsabili della gestione R.U.); • Riunire le competenze in tali materie con riferimento a tutto il personale(compreso dirigenti); • Riunire in un unico organocompetenze assegnate in precedenza a diversi soggetti; • Migliorare l’efficienza della P.A.

  5. Comitati Pari Opportunità • Alcuni riferimenti normativi (nazionali): D.P.R. 23 agosto 1988, n. 395 art. 16: nel definire la disciplina applicabile a tutti i comparti di contrattazione collettiva di cui all’art. 5 della Legge-quadro sul pubblico impiego (L. 93/1983), introduce la necessità di stabilire, in sede di contrattazione di comparto, “misure e meccanismi atti a consentire una reale parità uomo-donna”. L. 10 aprile 1991, n. 125 “Azioni positive per la realizzazione della parità donna-uomo nel lavoro”.

  6. Comitati Pari Opportunità Decreto Legislativo 3 febbraio 1993, n. 29 “Razionalizzazione dell’organizzazione delle Amministrazioni Pubbliche e revisione della disciplina in materia di pubblico impiego, a norma dell’art. 2 della Legge 23 ottobre 1992, n.421”; Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165 “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni Pubbliche”: adozione dei principi di parità e pari opportunità e diffusione della cultura di genere nella P.A. e indicazione di azioni da attuare (formazione, gestione risorse umane,…); Circolare 24 marzo 1993, n. 12 Presidenza del Consiglio dei Ministri “Gestione delle risorse umane e pari opportunità. Indirizzi applicativi direttive CE. Decreto lgs. 3 febbraio 1993, n. 29”

  7. Comitati Pari Opportunità Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna“: ruolo consultivo CPO per redazione piani triennali di azioni positive; Direttiva 23 maggio 2007, (“Pollastrini – Nicolais”) “Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle Amministrazioni Pubbliche” Decreto Legislativo 27 dicembre 2009, n. 150 “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”. Direttiva Ministro Funzione Pubblica “Misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle Pubbliche Amministrazioni”

  8. Comitati Pari Opportunità Altri riferimenti, in particolare a livello europeo, sono reperibili sul sito del Dipartimento per le Pari Opportunità: http://www.pariopportunita.gov.it/index.php/normativa-comunitaria

  9. Gli organismi prima della riforma • I Comitati Pari Opportunitànascono alla fine degli anni ’80; • sono organismi strategici diretti a promuovere la diffusione della cultura e la concreta attuazione dei principi di pari opportunità e valorizzazione delle differenze; svolgono analisi, raccolgono dati, propongono interventi, elaborano piani di azioni positive, partecipano con proprie rappresentanze alle riunioni di contrattazione decentrata, in alcune realtà assumono ruolo di disseminazione.

  10. Gli organismi prima della riforma • Composizione dei CPO: organismi costituiti da un pari numero di rappresentanti delle organizzazioni sindacali (sigle firmatarie del CCNL) e di componenti designate/i dalla parte datoriale. Il coordinamento spetta ad una/un Presidente, individuata/o con diverse modalità (designazione, elezione).

  11. I Comitati Pari Opportunità delle Università • Si caratterizzano in maniera peculiare per la composizione, la capacità di analisi dei fenomeni discriminatori, la promozione degli Studi di Genere e il sostegno a iniziative formative (es. Corsi DPI), la diffusione di una cultura delle P.O. e della valorizzazione delle differenze, anche nei territori di riferimento, la capacità di fare Rete.

  12. Gli organismi prima della riforma • I Comitati paritetici sul fenomeno del mobbingpur previsti dalle norme contrattuali si sono affermati con maggiore difficoltà. • Hanno scopo di prevenzione e contrasto a carattere generale.

  13. La riforma: i CUG Obiettivi: • Tutela del personale da ogni forma di discriminazione (genere ed altre), diretta e indiretta e tutela in termini di salute e sicurezza dell’ambiente di lavoro • Migliorare l’efficienzadelle P.A. anche attraverso la realizzazione di un ambiente di lavoro caratterizzato dal rispetto dei principi di pari opportunità, di benessere organizzativo e di contrasto di qualsiasi forma di discriminazione e di violenza morale o psichica nei confronti del personale

  14. La riforma: i CUG Compiti del CUG: • Propositivi (piani azioni positive, conciliazione, diffusione cultura P.O., interventi in sede contrattazione decentrata, indagini e analisi, prevenzione e contrasto al mobbing, ecc.) • Consultivi (progetti riorganizzazione dell’amministrazione, contrattazione integrativa, formazione, orari, conciliazione, ecc.)

  15. La riforma: i CUG Compiti del CUG: • Monitoraggio (individuazione aree di rischio, risultati azioni positive intraprese, esiti delle azioni di prevenzione e contrasto del disagio lavorativo e del mobbing, salute e sicurezza nell’ambito lavorativo ecc.). A tal fine il CUG predispone e trasmette ai vertici politici e amministrativi una relazione annuale (entro il 30 marzo)

  16. Azioni positive (L. 10 aprile 1991, n. 125): Finalizzate a: a) eliminare le disparità di fatto di cui le donne sono oggetto nella formazione scolastica e professionale, nell'accesso al lavoro, nella progressione di carriera, nella vita lavorativa e nei periodi di mobilità; b) favorire la diversificazione delle scelte professionali delle donne in particolare attraverso l'orientamento scolastico e professionale e gli strumenti della formazione; favorire l'accesso al lavoro autonomo e alla formazione imprenditoriale e la qualificazione professionale delle lavoratrici autonome e delle imprenditrici;

  17. Azioni positive c) superare condizioni, organizzazione e distribuzione del lavoro che provocano effetti diversi, a seconda del sesso, nei confronti dei dipendenti con pregiudizio nella formazione, nell'avanzamento professionale e di carriera ovvero nel trattamento economico e retributivo; d) promuovere l'inserimento delle donne nelle attività, nei settori professionali e nei livelli nei quali esse sono sottorappresentate e in particolare nei settori tecnologicamente avanzati ed ai livelli di responsabilità; e) favorire, anche mediante una diversa organizzazione del lavoro, delle condizioni e del tempo di lavoro, l'equilibrio tra responsabilità familiari e professionali e una migliore ripartizione di tali responsabilità tra i due sessi.

  18. La riforma: i CUG Composizione del CUG: • Composizione paritetica: componenti designati dalle OO.SS. rappresentative (artt. 40 e 43 d.lgs. 165/2001) e un pari numero componenti designati dall’Amministrazione, oltre ai relativi supplenti; • Garantire la presenza paritaria di entrambi i generi; • Auspicio rappresentanze provenienti dalle diverse aree geografiche e funzionali; • Durata mandato 4 anni, rinnovabile per una volta

  19. La riforma: i CUG Nomina del CUG: • È effettuata da parte del Dirigente preposto all’Amministrazione • Nomina Presidente tra soggetti appartenenti ai ruoli dell’Amministrazione, con elevate capacità organizzative, competenze specifiche, comprovata esperienza in organismi analoghi,o nell’esercizio di funzioni di gestione e organizzazione delle risorse umane

  20. La riforma: i CUG Nomina del CUG: • Ai componenti sono richieste adeguate conoscenze nelle materie di competenza del CUG, esperienze (rilevabili attraverso il percorso professionale), attitudini (caratteristiche personali, relazionali, motivazionali). Tali elementi sono desumibili dai CV. • Scelta componenti attraverso interpello ed eventuale colloquio. • Riconoscimento attività svolta nell’ambito del CUG (es. carichi di lavoro)

  21. La riforma: i CUG Funzionamento del CUG: • Obbligo di adottare un regolamento entro 60 gg. dalla costituzione del CUG per disciplinarne il funzionamento • Radicamento del CUG all’interno dell’Amministrazione e rapporti con interlocutori specifici (vertici, OIV, Consigliere/i di Fiducia, responsabili SPP, ecc.);

  22. La riforma: i CUG Funzionamento del CUG: • Collaborazione con soggetti diversi (Consigliera di Parità nazionale e sul territorio, UNAR); • Stimolo all’introduzione di soft law (codici etici/condotta, certificazioni qualità…)

  23. La riforma: dai CPO ai CUG L’attuazione • La riforma ha ricevuto un’attuazione solo parziale e molto eterogenea (denominazione, composizione, modalità di individuazione componenti e Presidente); • Il caso dei Consigli giudiziari

  24. Potenzialità e prospettive • Dalle Pari Opportunità alla valorizzazione delle differenze • Perché affrontare le complessità delle differenze nei contesti organizzativi? Principio etico, strategia aziendale, necessità?

  25. Valorizzazione delle differenze • Riconoscimento e promozione delle diversità presenti nei contesti lavorativi • Presuppone grande attenzione al capitaleumano e alle potenzialità degli individui • Vantaggi… e difficoltà • Cambiamento culturale

  26. Gli organismi di parità universitari Alcuni esempi di buone prassi

  27. Un auspicio • L’ambienteculturalenelqualecisi forma é difondamentaleimportanza. La scuola, l’università e le agenzie formative sonochiamate ad un significativo e insostituibilelavoro con le generazioni future per la costruzionedell’identitàculturalediciascuno. Importanzacorsi DPI • Gliorganismidiparitàuniversitari e i CSG operanoanchesulterritorio come puntodiriferimento per la realizzazionediprogetti

  28. Un auspicio Be more! “Education is the great engine of personal development. It is through education that the daughter of a peasant can become a doctor, that the son of a mineworker can become the head of the mine, that a child of farmworkers can become the president of a great nation.” (N. Mandela, Long walk to freedom, 1995)

  29. Grazie!

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