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I mercati, la filiera e il comparto agro-industriale

MARKETING CLUB Il Parmigiano Reggiano Nuove Opportunità per il Futuro C.C.I.A.A. di Parma, 6 marzo 2010. I mercati, la filiera e il comparto agro-industriale. Corrado Giacomini Dipartimento di Economia Università degli Studi di Parma. PARMIGIANO REGGIANO PRODOTTO E PREZZI ALL'ORIGINE.

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I mercati, la filiera e il comparto agro-industriale

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Presentation Transcript


  1. MARKETING CLUB Il Parmigiano Reggiano Nuove Opportunità per il Futuro C.C.I.A.A. di Parma, 6 marzo 2010 I mercati, la filiera e il comparto agro-industriale Corrado Giacomini Dipartimento di Economia Università degli Studi di Parma

  2. PARMIGIANO REGGIANO PRODOTTOE PREZZI ALL'ORIGINE produzione in 10.000 ton.; prezzi in euro/kg

  3. IL CICLO DI MERCATO DEL PARMIGIANO REGGIANO Ciclo negativo Ciclo positivo

  4. Prezzi all’ingrosso del Parmigiano-Reggiano Fonte: CCIAA di Parma

  5. Giacenze di Parmigiano-Reggiano Fonte: Sistema Informativo filiera Parmigiano-Reggiano – rilevazioni dirette

  6. Alcune evidenze del mercato alla produzione • L’andamento dei prezzi e delle quantità offerte è tipico più di una commodity che di un prodotto di nicchia • L’andamento dei prezzi sia del formaggio a 12 mesi che a 24 mesi è caratterizzato da cicli di durata attorno al quinquennio. Nell’ultimo decennio i cicli sono stati interessati da movimenti meno accentuati, in senso sia positivo che negativo, e più irregolari. • - Sull’andamento dei prezzi del prodotto stagionato ha un effetto significativo la riduzione delle scorte.

  7. I caseifici del Parmigiano Reggiano Numero caseifici per tipologia (1993-2008) Fonte: C.R.P.A.

  8. I caseifici del Parmigiano Reggiano Dimensione media dei caseifici – q.li di latte Fonte: C.R.P.A.

  9. Caseifici del Parmigiano Reggiano Conferimenti latte per tipologia di caseificio (000 q.li) Fonte: C.R.P.A.

  10. Caseifici Parmigiano Reggiano e Grana Padano Caseifici e produzione 2009 Fonte: Consorzio Parmigiano-Reggiano, Consorzio Grana Padano

  11. Le criticità della fase produttiva • Ridotte dimensioni aziendali; • Aziende mono-prodotto; • Basso livello di innovazione; • Scarso coinvolgimento del management nella gestione; • Bassa integrazione con altre fasi della filiera; • Scarsa dotazione di magazzini di stoccaggio; • Necessità di ridurre la lunghezza del circuito finanziario; • Vendita del formaggio a 12 mesi in lotti a stagionatori attraverso intermediari; • Fedeltà al commerciante acquirente.

  12. I flussi per canale in migliaia di tonnellate (sbiancato escluso) Export 18,2 17,4 5,0 Industria 5,0 Stagionatori 102,0 0,8 55,9 Gdo 57,5 55,3 9,8 102,0 0,5 1,1 Consumo 77,9 12,5 1,4 Intermediari 11,4 Produttori 113,4 1,6 9,8 22,6 Dettaglio 23,6 1,3 2,2 1,0 0,5 6,1 1,1 Direttamente al consumatore 6,1 Ristorazione 6,2 Fonte: F.Torelli, Parmigiano-Reggiano: il contesto di mercato, 2007

  13. Commercializzazione all’ingrosso del PR Alcune caratteristiche del commercio all’ingrosso (2002-2008) Fonte: CRPA, Reggio Emilia

  14. Alcuni dati sui grossisti-stagionatori

  15. Confronto prezzi del P.R. a 24 mesi con prezzi del prodotto a 12 mesi + costi di stagionatura Fonte: CRPA su contratti pubblicati dalle Sezioni provinciali CFPR e CCIAA di Parma

  16. Le criticità della fase all’ingrosso • I grossisti-stagionatori sono pochi (31 nel 2008); • Esiste un elevato livello di concentrazione degli acquisti e delle vendite; • Data l’importanza della funzione finanziaria i caseifici preferiscono vendere al grossista-stagionatore abituale; • Scarsa trasparenza nella contrattazione: le vendite vengono effettuate per lotti e i prezzi concordati sono resi pubblici con poche informazioni (spesso nessuna) sulle clausole accessorie (tempi di pesatura, tempi di pagamento, calo peso, ecc.), sui volumi e, soprattutto, sulla qualità del prodotto (ignota la percentuale di 01 nel lotto). • Anche i grossisti-stagionatori possono perdere!!!

  17. Acquisti domestici formaggi duri per canale Quote di mercato (in quantità) per canale di distribuzione (2009) + variazione % rispetto al 2008 Self Service -1,6 P-R 26,4% G-P 67,8% Ambulanti +altri +2,2 +0,6 P-R 30,0% G-P 61,9% Fonte: ns elaborazioni su dati GfK IHA Italia +0,6 Discount -10,9 P-R 14,5% G-P 69,9% +1,9 Negozi Trad-Spec Iper+Super P-R 34,1% G-P 58,7% +1,7 P-R 34,9% G-P 53,6% +1,4 0,0 -1,3

  18. Acquisti domestici formaggi duri per canale Quote di mercato (in valore) per canale di distribuzione (2009) + variazione % rispetto al 2008 Self Service -0,6 P-R 34,2% G-P 59,2% Ambulanti +altri +1,6 Fonte: ns elaborazioni su dati GfK IHA Italia +0,1 P-R 38,0% G-P 53,4% -1,3 Discount -5,8 P-R 20,6% G-P 66,8% +0,9 Negozi Trad-Spec Iper+Super P-R 41,4% G-P 52,1% +3,6 P-R 42,9% G-P 46,5% +4,2 -1,2 -3,9

  19. Acquisti domestici formaggi duri per tipologia Quote di mercato (in quantità) per tipologia di prodotto (2009) + variazione % rispetto al 2008 Cubetti-Bocconcini P-R 4,2% G-P 45,1% +8,5 +3,5 Fonte: ns elaborazioni su datiGfK IHA Italia Grattugiato P-R 14,1% G-P 44,6% -2,2 +0,5 Punte P-R 34,2% G-P 59,5% -0,1 -0,7

  20. Acquisti domestici formaggi duri Andamento mercato a volume e quote competitors Andamento mercato a valore e quote competitors Fonte: ns. elaborazioni su dati gennaio-ottobre GfK HIA Italia

  21. Penetrazione in famiglie acquirenti formaggi duri (anno 2007) Fonte: elaborazioni Agroter su dati GfK IHA

  22. Principali punti di forza del Parmigiano Reggiano rispetto agli altri grana Fonte: CRPA, Risultati indagine svolta su un campione di dettaglianti, 2003

  23. Punti di forza degli altri grana rispetto al Parmigiano Reggiano Fonte: CRPA, Risultati indagine svolta su un campione di dettaglianti, 2003

  24. Export di Parmigiano-Reggiano e Grana Padano Totale export 2008 Parmigiano Reggiano + Grana Padano = 58.489 ton Fonte: elaborazioni Si P-R

  25. Export di Parmigiano-Reggiano e Grana Padano Quota di export su produzione totale (anno 2008) Fonte: elaborazioni Si P-R

  26. Export di Parmigiano-Reggiano e Grana Padano Fonte: ns. elaborazioni su dati Clal

  27. I prezzi di vendita del Parmigiano-Reggiano nel 2008(Euro/Kg Iva esclusa, Iva inclusa nel prezzo di vendita al dettaglio) Stagionatore 8,30 Gdo . 7,80 8,30 13,61 Produttore Grossista Consumatore 9,40 14,15 9,40 Dettaglio Consumatore – acquisti nello spaccio Fonte: V. Musi, L. Rinaldi, F.Torelli, Potenzialità e limiti sul mercato nazionale, opportunità e strategie per L’estero, CRPA. 2009

  28. Margini all’ingrosso e al dettaglio filiera P-R2002-2009 Fonte: Elaborazioni CRPA su dati SIPR, CCiAA e IHA/GfK

  29. Formazione del prezzo del Parmigiano-Reggiano preincartato nella Gdo – ultimo trimestre 2005 e 2007 (€/kg, Iva esclusa) Fonte: F. Torelli, Meccanismi di formazione del prezzo, 2008

  30. La competizione con il Grana Padano nella distribuzione al dettaglio • Il canale principale è la distribuzione moderna (con una quota di circa il 70%); • L’esportazione è diventata uno sbocco molto importante per ambedue I formaggi; • Il Grana Padano è un forte competitor dato il prezzo più conveniente e la scarsa percezione di differenziazione qualitativa del Parmigiano Reggiano da parte del consumatore; • La politica di prezzo della GDO nella vendita del Parmigiano Reggiano (circa il 60% in promozione) non consente nemmeno ad essa grandi margini.

  31. Un problema della GD nelle vendite di PR “Come potete creare e comunicare determinate differenze (espresse da differenze nei prezzi di vendita) tra un Parmigiano-Reggiano e un altro Parmigiano Reggiano qualitativamente diversi, ma tutti e due garantiti dal marchio “Parmigiano-Reggiano ?”  A. Trombi, Gruppo Rinascente - Auchan

  32. I marchi collettivi: chi li conosce ? 12 mesi: con difetti di lieve entità 1 giorno: la tracciabilità 12 mesi: scelto 12 mesi: scelto per taglio 18 mesi: espertizzato 18 mesi: scelto

  33. I bollini: chi li conosce e chi li usa ? Bollino aragosta: Parmigiano-Reggiano oltre 18 mesi di stagionatura. Bollino argento: Parmigiano-Reggiano oltre 22 mesi di stagionatura Bollino oro: Parmigiano-Reggiano oltre 30 mesi di stagionatura (stravecchio).

  34. Regolamento di marchiatura Quota di intervistati che conoscono (anche solo per averne sentito parlare) le modifiche al regolamento di marchiatura Fonte: CRPA, Risultati indagine svolta su un campione di dettaglianti, 2003

  35. Chi gestisce le leve del marketing mix? Consorzio Vs Imprese Le leve Gli operatori Prodotto = Consorzio Prezzo = Imprese Promozione = Consorzio Placement = Imprese

  36. Oggetto e funzioni Organismo autorizzato al controllo CFPR • Oggetto e funzioni: • Tutela della denominazione di origine • Vigilanza sulla produzione e sul commercio • Valorizzazione della produzione • Promozione del consumo • Definisce la politica di produzione di P-R (disciplinare) • Detentore del marchio DOP P-R • Provvede in esclusiva all’apposizione del logo • Esercita e promuove azioni per la tutela e la salvaguardia • Oggetto e funzioni: • Controllo e vigilanza Finalità operative: • Tra queste, promuovere la costituzione di enti che possano comunque favorire il raggiungimento delle finalità del Consorzio

  37. Piano produttivo ex legge n. 231/2005 *Produzione in forme, CFPR ** Prezzi, DATIMA-ISMEA

  38. Alcune considerazioni finali • la filiera del Parmigiano Reggiano è bloccata in una rigida divisione di compiti tra le varie fasi; • i caseifici sono prevalentemente mono-prodotto e hanno una dimensione troppo piccola per poter valorizzare il P.R. stagionato nelle fasi più a valle; • la rigidità di gestione che ne deriva, aggravata dalla necessità di ridurre il circuito finanziario, per poter liquidare i soci pone i caseifici in una condizione di price taker; • questa debolezza, le modalità di commercializzazione in lotti e la concentrazione della fase dell’ingrosso rende il mercato poco trasparente: • esiste una frattura nella gestione delle leve del marketing mix tra Consorzio (prodotto e promozione) e le imprese di produzione e commercializzazione (prezzo e placement); • il canale della GDO è fondamentale (circa il 70%) e molto potente: problema che interessa tutto il sistema agroalimentare e difficilmente superabile: • il ruolo del Consorzio è importantissimo non come un attore terzo, ma come momento di coesione delle imprese per promuovere forme di concentrazione, per favorire la differenziazione del prodotto, per ridare unità di gestione alle leve del marketing mix e aumentare l’elasticità della filiera.

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