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La cultura della valutazione Modelli e pratiche di valutazione di sistema e autoanalisi scolastica

La cultura della valutazione Modelli e pratiche di valutazione di sistema e autoanalisi scolastica. Fiorino Tessaro tessaro@unive.it. La cultura della valutazione …. Si fonda sulla ricerca di significato , di senso e di valore dell’azione formativa: Per spiegare (passato)

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La cultura della valutazione Modelli e pratiche di valutazione di sistema e autoanalisi scolastica

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Presentation Transcript


  1. La cultura della valutazioneModelli e pratiche divalutazione di sistema e autoanalisi scolastica Fiorino Tessaro tessaro@unive.it

  2. La cultura della valutazione … Si fonda sulla ricerca di significato,di senso e di valore dell’azione formativa: • Per spiegare (passato) • Per comprendere (presente) • Per decidere (futuro)

  3. È valutazione di sistema APPRENDIMENTI Allievi / Potenzialità PROCESSI FORMATIVI INSEGNAMENTI Docenti / Discipline ORGANIZZAZIONE Dirig. / F.S. / OO.CC.

  4. È pluralità di metodi ETERO-VALUTAZIONE Esterna / su Standard PROCESSI FORMATIVI MONITORAGGIO Continuo / su Indicatori AUTO-VALUTAZIONE Interna / su Problemi CO-VALUTAZIONE Condivisa / su Criteri

  5. È ecologia del cambiamento CONTROLLO Procedura VERIFICA Progetto ACCERTAMENTO Prodotto - Risultato VALUTAZIONE Processo MONITORAGGIO Orientamento METAVALUTAZIONE Sistema valutativo

  6. La scuola autonoma fa la differenza? • Il problema non è avere l’autonomia ma il saperla utilizzare Si tratta a) di regolare dei sistemi, di definire delle buone regole per incentivare dei comportamenti, b) di sviluppare contesti organizzativi, culture di sistema che devono interpretare quelle regole e tradurle in comportamenti

  7. La scuola autonoma fa la differenza? • Non è sufficiente la regolazione sistemica per raggiungere i risultati • La scuola deve acquisire capacità per gestire i processi: • capacità di leggere la domanda all’interno di un sistema competitivo, • capacità di accordarsi in reti strategiche con altre scuole, • capacità di integrarsi nel territorio, • capacità di essere perno, catalizzatore di cultura

  8. Che cosa danneggia il senso dell’autonomia • Da un lato comportamenti ultra-reattivi – iperattivismo di progetti (e si perde di vista l’attività didattica) • Dall’altro adattamenti per disconnessione: enfatiche dichiarazioni d’intenti, mission impossible (carte che si impolverano nei cassetti)

  9. Critica all’approccio efficientistico • Fino a che punto certe tecniche e certi strumenti utilizzati in specifici contesti organizzativi (azienda, sanità, possono essere applicati in altri? • Al centro dello sviluppo organizzativo: la capacità del docente di migliorare la propria didattica • Capacità di coniugare i valori “tradizionali” (libertà, integrità, dignità, responsabilità …) con i “nuovi” (3T: talento, tolleranza, tecnologia) • Una persona assume nuovi comportamenti soltanto alla luce di incentivi, di benefici per se stessi e per gli altri (incentivi di coinvolgimento emozionale/psicologico all’innovazione, incentivi di investimento per il proprio futuro, incentivi differenziati legati alla performance e all’impegno)

  10. Che cosa è l’autoanalisi scolastica? • Sistema di valutazione • interno all’istituto scolastico autonomo • in rete tra istituti autonomi • su standard negoziati e condivisi • tra erogatori e destinatari del servizio

  11. E la valutazione esterna? Mondiale - Europea Nazionale - Regionale Definizione degli standard Armonizzazione dei parametri Controllo delle politiche formative

  12. Perché l’autoanalisi scolastica? Per il MIGLIORAMENTO della scuola: • nella qualità dell’offerta formativa • nell’efficacia nello sviluppo di competenze • nell’efficienza organizzativa Il coinvolgimento dei docenti e del personale per il superamento del controllo interno burocratico

  13. I compiti dell’autoanalisi • Assicurare una struttura concettuale e operativa all’azione di cambiamento • Consentire l’autocontrollo sistematico dei propri risultati • Valorizzare l’identità educativa, culturale e organizzativa della scuola • Legittimare l’autonomia / responsabilità della scuola nei processi e nei risultati

  14. Autoanalisi o rilevazione intensiva / estensiva Autovalutazione attribuzione di valore

  15. Approcci e modelli diValutazione di sistema Quantitativi Oggettivi Qualitativi Soggettivi

  16. 1. Approccio comparativo Modello sperimentale classico (Campbell) Modello di comparazione obiettivi-risultati (Tyler) Modello della discrepanza tra performances e standard (Provus) Modello di comparazione fabbisogni-effetti(Quaglino) Modello docimologico (……)

  17. 2. Approccio decisionale • Modello C.I.P.P. (Stufflebeam) • valutazione di Contesto • valutazione di Input / Risorse • valutazione di Processo • valutazione di Prodotto / Risultato

  18. 3. Approccio utente • Modello goal free(Scriven) • “consumatori” diretti / indiretti • “soddisfazione del cliente” • check list / analisi • (a. bisogni / a. risorse / a. sperimentale / a. comparata / a. idoneità / a. risultati / a. effetti / a. processi / a. significatività statistica / a. significatività didattica / a. costi / a. mantenimento)

  19. 4. Approccio organizzativo • Mod. dell’autoanalisi scolastica (Hopkins) • Attori (chi è soggetto all’a., chi fa l’a., chi la dirige, chi la conduce, chi la supporta, chi la influenza) • Fasi (Preparazione, Analisi iniziale, Analisi specifica, Sviluppo, Istituzionalizzazione) • Mod. di sviluppo organizzativo (Huberman) • Ciclo di vita dell’organizzazione formativa Preparazione: coinvolgimento, comprensione, preparazione materiali, sensibilizzazione, sostegno amministrativo; Padronanza tecnica; Evoluzione ansie e preoccupazioni; Assistenza tecnica: catalizzatore, facilitatore, intermed., esperto; Istituzionalizzazione

  20. 5. Approccio relazionale Modello illuminativo-antropologico(Parlett-Hamilton) Modello transazionale - conflittuale(Rippey) Modello responsive - fenomenologico(Stake) Modello naturalistico - etnografico(Guba - Lincoln) Modello allargato - sistemico(Cardinet)

  21. L’autoanalisi è ... • … valutazione sistemica,rispetto a: • attori / agenti / protagonisti (interni ed esterni) • metodi, tecniche e strumenti (qt/ql) • oggetti (apprendimenti, insegnamenti, organizzazione)

  22. 1.Val Sistema: Equilibrio / Integrazione tra ... la valutazione e i processi decisionali - Si è costituito il gruppo di valutazione?  - La composizione è eterogenea? - Vi partecipa lo staff di dirigenza?  - Si comunicano gli stati dei lavori?  - Si effettua l’autovalutazione dei progetti?  - Le decisioni tengono conto dell’autoanalisi? 

  23. 2.Val Sistema: Equilibrio / Integrazione tra ... la valutazione interna e la valutazione esterna - Modalità di coinvolgimento degli interni ………. - Modalità di intervento degli esterni ………. - Modalità di definizione degli indicatori comuni…. - Modalità di comunicazione / trasparenza ………. - Modalità di reciprocità / decisionalità ….

  24. 3.Val Sistema: Equilibrio / Integrazione tra ... L’analisi quantitativa e l’analisi qualitativa - Sono presenti strumenti di analisi QT?  - Questionari - Interviste strutturate? - Elaborazioni statistiche di risultati?  - Sono presenti strumenti di analisi QL?  - Racconti - narrazioni - diari? - Raccolta di opinioni, interpretazioni?  - Analisi di processi, vissuti? 

  25. 4.Val Sistema: Equilibrio / Integrazione tra ... La valutazione e l’organizzazione della scuola - Modalità di controllo / valutazione del POF - Nessuna  / Periodica / Finale ? - Per progetti trasversali ?  - Per competenze? - Autovalutazione?  - Attori interni (allievi/docenti/ATA/staff)?  - Esterni (famiglie / EELL / m. del lavoro)? 

  26. 5.Val Sistema: Equilibrio / Integrazione tra ... Il processo tecnico della valutazione e l’analisi effettuata da tutti gli attori - Equilibrio valutativo ? - Rigetto per eccesso / per principio ? - Valutazioni insignificanti / pilotate?  - Coinvolgimento di tutti? - Resistenze al nuovo? - Incomunicabilità / Problemat. relazionali?  - Spostamento dei problemi? 

  27. Val Sistema: Le dimensioni degli allievi (1) • le dimensionicognitive(stili e modi individuali del conoscere, processi di conoscenza e di apprendimento, formae mentis, …) • le dimensioni esperienziali(esperienze personali, precedenti e paralleli contesti ed esperienze di apprendimento, ...) • le dimensioni affettive(modi di viversi, vissuti, affetti, emozioni, sentimenti...)

  28. Val Sistema: Le dimensioni degli allievi (2) • le dimensioni socio-relazionali(modi di stare con gli altri, dinamiche relazionali nei gruppi) • le dimensionipsico-motorie e operative(modi di agire, di stare nell’ambiente e di modificarlo, ...)

  29. Val Sistema: Le dimensioni degli insegnamenti (1) • le dimensioni epistemologiche(codici, statuti, metodi delle discipline, ...) • le dimensioni didattiche(stili di insegnamento, costruzione di ambienti formativi, ...) • le dimensioni comunicative(modi di comunicare, di esprimersi, verbale e non, ...)

  30. Val Sistema: Le dimensioni degli insegnamenti (2) • le dimensioni relazionali(modi di interagire con gli allievi, con i colleghi, coordinare gruppi) • le dimensioni progettuali(analisi dei bisogni, pianificazione, modularità, criteri, risorse, condizioni, ...) • le dimensioni valutative(osservazione, rilevazione, verifica, competenze docimologiche, certificazione, ...)

  31. Val Sistema: Le dimensioni decisionali (1) • le dimensioni culturali (leadership culturale, costruzione identità formativa della scuola, tenuta degli obiettivi culturali, equilibrio missione-risorse, ...) • le dimensioni organizzative(organizzazione dell’autonomia e sistema integrato dell’istruzione nel territorio, ...) • le dimensioni curricolari(analisi del curricolo e piano dell’offerta formativa, modelli di azione didattica, valutazione dei processi formativi, indicatori di qualità, ...)

  32. Val Sistema: Le dimensioni decisionali (2) • le dimensioni amministrative(gestione delle risorse economiche, contabilità e analisi dei costi, responsabilità dei risultati, ...) • le dimensioni comunicative(comunicazione formativa e comunicazione organizzativa, modi di comunicare all’interno e all’esterno della scuola, ...) • le dimensioni gestionali(leadership e motivazione, negoziazione e contrattazione, animazione e coordinamento gruppi e commissioni, ...)

  33. Autovalutazione delle competenze dirigenziali (1) • Pensiero strategico: la capacità di capire le tendenze ambientali territoriali, le opportunità, le minacce competitive, i cambiamenti, punti di forza di debolezza delle proprie organizzazioni, in modo da identificare la migliore risposta strategica. • Guida al cambiamento: la capacità di comunicare una visione della strategia del proprio istituto tale da convincere gli attori interessati (interni ed esterni), suscitando in loro motivazione e impegno genuini. • Gestione dei rapporti: la capacità instaurare rapporti con gli altri e di influenzare le reti complesse di coloro la cui collaborazione è necessaria per il successo dell'organizzazione, e, sui quali il dirigente non ha alcuna autorità formale.

  34. Autovalutazione delle competenze dirigenziali (2) • Flessibilità: la volontà e la capacità di innovare le strutture per i processi manageriali quando sia necessario per realizzare le strategie di cambiamento dell'organizzazione. • Realizzazione del cambiamento: la capacità di comunicare ai collaboratori e a tutto il personale le necessità di cambiamento dell'organizzazione; unitamente alle abilità di gestione del cambiamento: comunicazione, formazione, facilitazione del lavoro di gruppo. • Propensione all'innovazione: la motivazione a farsi promotori di nuovi servizi, avviando progetti innovativi, governando i processi e le resistenze al cambiamento.

  35. Autovalutazione delle competenze dirigenziali (3) • Sensibilità interpersonale: la capacità di capire e valorizzare i contributi degli altri, cogliere i significati delle relazioni con le persone. • Empowering: i comportamenti manageriali che incoraggiano e motivano i dipendenti ad assumere maggiore responsabilità: condividere le informazione, sollecitare le idee dei collaboratori, curare lo sviluppo del personale, delegare responsabilità, istruire e consigliare, esprimere giudizi positivi sui dipendenti, premiare il miglioramento della competenza. • Facilitazione del gruppo: le abilità necessarie per far lavorare insieme efficacemente gruppi diversi in vista di obiettivi comuni: fissare obiettivi e far chiarezza sui ruoli, frenare chi parla troppo e invitare i taciturni ad esprimere il loro parere, comporre conflitti.

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