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La politica dell’Illuminismo: i princìpi

La politica dell’Illuminismo: i princìpi. Ragione, natura, progresso, libertà, critica, tolleranza, civiltà, cosmopolitismo, giustizia, diritti naturali, felicità, felicità pubblica La comunicazione con l’opinione pubblica Nuova mediazione politica tra potere e società

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La politica dell’Illuminismo: i princìpi

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Presentation Transcript


  1. La politica dell’Illuminismo: i princìpi • Ragione, natura, progresso, libertà, critica, tolleranza, civiltà, cosmopolitismo, giustizia, diritti naturali, felicità, felicità pubblica • La comunicazione con l’opinione pubblica • Nuova mediazione politica tra potere e società • Ricerca di spazi espressivi nuovi: società e istituzioni La politica dell'illuminismo

  2. Il ruolo dell’uomo di cultura • Voltaire: origine dell’intellettuale moderno, portatore di valori, testimone e protagonista di battaglie civili: le parole d’ordine: “écrasez l’infâme” • Ammirazione per il paese che dà libertà e ascolto agli uomini di cultura • Dumarsais, Le philosophe, 1730 • D’Alembert e il Discours préliminaire all’Encyclopédie come celebrazione del ruolo storico svolto dallo scienziato • “Philosophe” in Encyclopédie • L’autonomia dell’intellettuale: d’Alembert, Saggio sui rapporti tra letterati e potenti, 1753 La politica dell'illuminismo

  3. S. Rotta sull’illuminista • “l’illuminista è un intellettuale che ha fatto una netta scelta di campo e si adopera a far trionfare il programma del gruppo. Gli obiettivi immediati di questa lotta mutano via via con il passare degli anni e il variare delle situazioni. Ma il suo contenuto resta lo stesso: creare spazi sempre più grandi di libertà per l’individuo. La rivendicazione del diritto di ciascuno di opinare liberamente e di esercitare la critica va unita alla richiesta di rispetto, di “tolleranza”, verso le manifestazioni di dissenso; quella di libertà nell’operare economico alla battaglia per l’abolizione dei vincoli inceppanti l’esercizio di questa libertà“ La politica dell'illuminismo

  4. Critica religiosa e discorso politico • La libertà d’indagine come dimensione naturale dell’uomo • La letteratura clandestina d’inizio secolo • D’Holbach, Le militaire philosophe, 1767: “Il monarca e anche il magistrato esorbita dalla sua competenza quando vuole estendere il suo potere sui sentimenti che si devono nutrire sulla divinità e sul culto che le conviene […] Se anche i tiranni posseggono la verità, nego che la verità dia diritto a costringere. La giustizia ha diritto di farsi obbedire con la forza. La ragione è semplice: la giustizia è una verità cui molte persone hanno interesse. Ma una verità puramente verità, accettata da Tizio senza che nulla cambi per Caio non ha nessun diritto a costringere, è una verità di fatto e di dimostrazione” La politica dell'illuminismo

  5. Difesa della libertà religiosa-difesa della libertà politica • Critica dell’istituzione ecclesiastica e rivendicazione di uno spazio autonomo della politica • Appello al potere politico tradizionale perché ridimensioni le istituzioni ecclesiastiche • Rafforzamento del potere monarchico e richiamo alle sue responsabilità verso la società civile (contrattualismo implicito o esplicito) La politica dell'illuminismo

  6. La riforma delle monarchie • Riforma dei rapporti Stato-Chiesa in nome del bene delle monarchie • Disciplinamento del clero e controllo sui beni ecclesiastici • Completo recupero della pienezza e della laicità del potere politico e civile • Radicati di Passerano e il Piemonte di Vittorio Amedeo II • Giannone, Istoria civile del regno di Napoli, 1723 • Voltaire e l’affrancamento dell’individuo dal potere della Chiesa, dei corpi separati, del privilegio: idea di eguaglianza giuridica garantita dal potere monarchico; il modello inglese, l’esempio di Luigi XIV • Appoggio alla riforma fiscale Machault (1749) • Rapporto con Federico II: bene pubblico, ragione e tolleranza in fatto di religione, spirito di servizio allo Stato e alla società, laicità dello Stato La politica dell'illuminismo

  7. Montesquieu e il modello politico alternativo • Il modello costituzionale inglese: Esprit des Lois, libro XI, cap. 6 • La comune radice “feudale”: il regime “trovato nei boschi”, il potere diviso, distribuito, la “costituzione gotica”. Il governo “moderato” • La nuova tripartizione: repubblica, monarchia e despotismo • Il “principio” che ispira le leggi e che le deve ispirare nelle varie forme di governo per mantenerne la coerenza e la sopravvivenza; la “passione” dominante, i valori dominanti; l’esprit général derivante dalla combinazione di vari fattori (forma di governo e condizionamenti ambientali) che la legislazione deve rispettare • La preferenza per la monarchia moderata e l’orrore per il despotismo: il dispotismo asiatico • Contrasti con Voltaire: Voltaire difende le prerogative del potere assoluto del re contro i corpi separati; ma aborre il dispotismo • Condividono il principio della sovranità e della supremazia della legge • Voltaire sui re e sui giudici: “che siano i primi schiavi della legge e non gli arbitri” La politica dell'illuminismo

  8. La primavera dei Lumi: 1748-1765 • La battaglia dell’Encyclopédie: libertà di indagine, di espressione, di stampa, di coscienza, la laicità del governo civile • La ricerca dell’intesa tra philosophes e monarchi contro fanatismo e ingiustizia • L’ispirazione lockiana: il governo di origine contrattuale e la natura condizionale della sua esistenza; scelta, consenso, partecipazione, sicurezza, felicità • L’ispirazione giusnaturalistica: gli uomini portatori di diritti naturali che pre-esistono al governo e sopravvivono alla sua caduta • Il ruolo del legislatore; il suo obiettivo: la felicità pubblica e individuale • Il problema della separazione dei poteri e della rappresentanza (d’Holbach); la natura rappresentativa della stessa monarchia assoluta; imparzialità del sovrano; diritto delle componenti della società a partecipare mediante rappresentanti; pari prerogative dei ceti della nazione, dipendenza dei rappresentanti dagli elettori; inalienabilità dei diritti degli elettori, intangibili dal legislatore • Problema dell’educazione e della partecipazione (Helvétius) La politica dell'illuminismo

  9. Rousseau • L’”autocritica dei Lumi”: dalla collaborazione al distacco • I due Discours (1750 e 1755) e il vocabolario illuminista (il progresso dell’uomo, l’efficacia della ragione, la perfettibilità, il cattivo impiego di arti e scienze rispetto alle esigenze di rimediare al disordine sociale e alle ingiustizie) • Nessun primitivismo, ma analisi delle cause dell’infelicità moderna (nota esistenziale): • La nascita della proprietà come momento di ingresso dell’uomo nella società • Modifica dello stato di natura con la formazione delle famiglie • Nascita delle ineguaglianze e dei governi; insorgere di bisogni artificiali; rovesciamento delle condizioni naturali dell’uomo; coscienza dell’approssimarsi di crisi e rivoluzioni La politica dell'illuminismo

  10. Rousseau e il Contrat social (1762) • Progetto politico completo ispirato dalla volontà di rigenerazione e dalla ricerca di un modello (la repubblica ginevrina) • “L’uomo è nato libero, ma in ogni luogo egli è in catene. Anche chi si crede padrone degli altri, non cessa tuttavia d’essere più schiavo di loro. Come mai è avvenuto questo cambiamento? Lo ignoro. Che cosa può renderlo legittimo? Credo di poter risolvere questo problema” • Tentativo di delineare il profilo di un ordine sociale e politico secondo giustizia, ossia non con la subordinazione, ma con l’accordo tra gli uomini • Autorità politica legittima se basata sul consenso di chi la subisce • Natura del contratto sociale: • "Ciascuno di noi mette in comune la propria persona e ogni potere sotto la suprema direzione della volontà generale; e noi riceviamo ogni membro come parte indivisibile del tutto". La politica dell'illuminismo

  11. Contrat social(segue) • La libertà naturale si trasforma in libertà legittima esercitata nel corpo politico mediante l’atto collettivo di creazione del patto sociale • Il contratto non aliena, ma semplicemente trasferisce la sovranità: • “la sovranità, altro non essendo che l’esercizio della volontà generale, non può mai essere alienata e … il corpo sovrano, il quale è solo un corpo collettivo, non può essere rappresentato che da se stesso: il potere si può trasmettere ma non di certo la volontà …Se dunque il popolo promette semplicemente di obbedire, egli si dissolve per questo stesso atto, perdendo la sua qualità di popolo: dal momento che egli ha un padrone non vi è più corpo sovrano ed allora il corpo politico è distrutto” • La sovranità è inalienabile e indivisibile La politica dell'illuminismo

  12. Contrat social(segue) • Critica del modello inglese: rifiuto della divisione dei poteri, rifiuto della rappresentanza (deputati come commissari direttamente responsabili al popolo): • “Il popolo inglese crede bensì di essere libero, ma si sbaglia di grosso; non è tale che durante l’elezione dei membri del Parlamento: appena questi siano eletti, esso è schiavo, non è più niente. Nei brevi momenti della sua libertà, l’uso che ne fa gli merita bene che la perda” (III, 15) • Si ha giustizia se si vive sotto una legge che sia espressione della volontà generale • “sola fonte di corruzione è la dipendenza dagli uomini. Un essere può restare libero solo nella solitudine o nel rapporto con altri esseri ugualmente liberi. La soluzione del Contrat è che “ciascuno, dandosi a tutti, non si dà a nessuno”. L’obbedienza all’intero corpo politico non è dello stesso genere dell’obbedienza a una persona. Tanto più che nella nuova forma associativa, istitutiva di un impegno reciproco tra il cittadino e il “pubblico”, contratta per così dire con se stesso. Se obbedisce in quanto membro dello Stato, ordina in quanto membro del Sovrano e per conseguenza è a se stesso che comanda ed è a se stesso che obbedisce. Non obbedisce ad un uomo: obbedisce alla legge”. La politica dell'illuminismo

  13. Rousseau: • Pessimismo rousseauiano: • Dappertutto l’uomo è schiavo e vittima di ingiustizia • Libertà nella solitudine • Necessità di un legislatore mitico, di un uomo straordinario che introduca un nuovo ordine e rimodelli le forme di convivenza sociale e politica alla luce di ragione e giustizia • Il sovrano non può gravare di inutili catene i sudditi • Lo Stato che diviene ingiusto viola le clausole del contratto e ciascuno rientra in possesso della propria libertà naturale • “Le clausole di questo contratto sono talmente determinate dalla natura dell’atto, che la minima modificazione le renderebbe vane e di nessun effetto, sicché, anche se tali clausole non fossero mai state formalmente enunciate, esse sono dovunque le stesse, dovunque tacitamente ammesse e riconosciute, fino a quando. nel caso che il patto sociale venisse violato, ciascuno rientri nei suoi diritti originari e riprenda la propria libertà naturale, perdendo quella libertà contrattuale per la quale aveva rinunciato alla prima” La politica dell'illuminismo

  14. Religione e politica: il gruppo d’Holbach e Diderot • Ateismo: la religione come causa fondamentale di schiavitù dell’uomo • Diderot: “una religione insufficiente e falsa, che ha fondato l’esistenza dei doveri naturali sulla menzogna per avere così il diritto di governare gli uomini con un’autorità arbitraria e non secondo natura, definita criminale perché la si disconosca insieme a quella ragione che la religione ha degradato per non doverne temere nulla” (premessa a N. A. Boulanger, Recherches, 1768) • D’Holbach: “la religione e la politica non fanno altro che riunire i loro sforzi per pervertire, avvilire, avvelenare il cuore dell’uomo, tutte le istituzioni umane sembrano non proporsi altro che di renderli vili e cattivi” (d’Holbach, il cuore dell’uomo, tutte le istituzioni umane sembrano non proporsi altro che di renderli vili e cattivi” (d’Holbach, Système de la nature, 1770) • Impulso alla riforma mediante i lumi; il principe al servizio del popolo; nessuna utopia egualitaria: • “Il re è un cittadino scelto dai suoi concittadini per parlare e agire a nome di tutti, per essere l'organo e l'esecutore delle volonta di tutti, per essere il depositario del potere di tutti. [...] Sotto un re cittadino, la società sarà libera; lo è sempre ovunque le leggi siano rispettate. Lungi dall'invidiare ai suoi sudditi i vantaggi che procura loro il loro spirito d'iniziativa, il principe si occuperà senza tregua di aumentarli. Lungi dal cercare di asservirli, assicurerà la loro libertà, questo bene così caro all'uomo, così necessario alla sua felicità” (d’Holbach, Système social, 1773) La politica dell'illuminismo

  15. Idee di riforma per d’Holbach, Diderot e altri • Sovranità popolare • Libertà fondamentali • Tutela dall’eccessivo carico fiscale • Tutela dal potere arbitrario e dalla superstizione indotta dalla religione • Premesse alla radicalizzazione del conflitto negli anni ’60 e ’70 • Voltaire e il caso Calas (ilTraité sur la tolérance, 1763), ugonotto condannato a morte dal Parlamento di Tolosa perché giudicato colpevole di aver ucciso il figlio al fine di impedirne la conversione al cattolicesimo • Il caso La Barre (1766) • La riforma Maupeou, 1770: scioglimento dei parlamenti e riorganizzazione dell’apparato giudiziario francese. Reazioni contraddittorie dei philosophes: Voltaire approva, per gli altri è prova dello scivolamento dispotico della monarchia • Diderot: soggiorno in Russia e testimonianza diretta della realtà dell’autocrazia russa (1773-1774) • Observations sur le Nakaz, 1774deciso pronunciamento a favore di riforme liberali: equità fiscale, riforma della giustizia secondo criteri umanitari, necessari stimoli all’operosità individuale, sistema educativo pubblico La politica dell'illuminismo

  16. La fisiocrazia e le speranze di riforma politica e economica • La progettualità politica fisiocratica (di segno monarchico) • Dupont de Nemours, La physiocratie, 1767; François Quesnay, Tableau économique (1758) • Idea di restaurazione dell’armonia naturale della società sulla base della combinazione degli interessi individuali • 1) Du Pont de Nemours (vicono a Turgot) e la riforma delle municipalità; il piano per il sistema di assemblee rappresentative per la gestione dell’imposizione fiscale • 2) il dispotismo “legale”, riflesso dell’ordine naturale: l’accordo tra legislazione positiva e ordine naturale, garantito da una magistratura indipendente e dall’opinione pubblica • Le critiche di Mably (i Doutes proposés aux philosophes économistes, 1768) in nome della correzione delle diseguaglianze economiche, del principio della rappresentanza, di una visione antiassolutistica • Le riforme Turgot, 1774-1776 e il fallimento della liberalizzazione del commercio dei grani • Il tramonto delle speranze di riforma in Francia e la radicalizzazione dell’opposizione illuminista: Raynal e l’Histoire des deux Indes • Nota antitirannica, antibellicista, anticolonialista, antischiavista, umanitaria, cosmopolita; la ricezione dell’esempio americano • Evoluzione in senso costituzionale, in nome del concetto di sovranità popolare e di diritti individuali, contro la monarchia ereditaria, la nobiltà il potere della Chiesa, l’autorità, i pregiudizi in ogni campo La politica dell'illuminismo

  17. L’Illuminismo in Italia • Frammentazione politica, presensa cattolica ed eterodirezione (Madrid, Vienna) • Speranze di modernizzazione mediante la collaborazione riformista tra élites e governi riformatori, contro lo strapotere del clero e della Chiesa e in nome della prospettiva giurisdziionalistica • Ruolo del cattolicesimo illuminato: Muratori e Genovesi sono abati. • Muratori, Della pubblica felicità oggetto de’ buoni prìncipi, 1749: la giustizia, la diffusione di istruzione e cultura, il ruolo della scienza, il ruolo della nobiltà • Il problema di una nuova classe dirigente che realizzasse la collaborazione tra ceti colti e governi: Lombardia austriaca e Napoli borbonica La politica dell'illuminismo

  18. Beccaria, Dei delitti e delle pene, 1764 • Ispirazione di Locke, Montesquieu, Rousseau • Società come patto tra individui portatori di diritti al fine di una loro migliore tutela • Primato della legge, eguaglianza civile, forte potere capace di garantire sicurezza e felicità degli individui • Dissociazione tra peccato e delitto • Laicizzazione del diritto e fine della confusione tra istituzioni ecclesiastiche e magistrature dello Stato • Utilità e proporzionalità della pena • Pena legittima, moderata, personale, certa, inflitta da giudici che applicano e non interpretano • Critica del privilegio e della difesa ad oltranza della proprietà • Critica della tortura e della pena di morte • Codificazione La politica dell'illuminismo

  19. Il gruppo lombardo: • Pietro e Alessandro Verri, Alfonso Longo, Giambattista Biffi, Luigi Lambertenghi, Cesare Beccaria • Intellettuali, nobili e (quasi tutti) funzionari dell’amministrazione asburgica (l’avvio del catasto nel 1760) • Pietro Verri, il commercio di Milano, il sistema fiscale lombardo • “Il Caffè”: il ruolo del letterato, la critica del privilegio, l’ammodernamento della nobiltà, la battaglia per la certezza del diritto, la liberalizzazione dell’economia • Contraddittorietà del rapporto col potere: i destini di Beccaria e di Pietro Verri La politica dell'illuminismo

  20. Il gruppo napoletano • La collaborazione tra filosofi e governanti a Napoli; la Reggenza e Tanucci, 1759-1776; il ruolo di Maria Carolina d’Asburgo, consorte di Ferdinando IV di Borbone • Il fondamentale problema della feudalità • Ferdinando Galiani, Della moneta, 1751,il soggiorno parigino, la critica della fisiocrazia, l’indipendenza di pensiero rispetto all’illuminismo parigino • Antonio Genovesi, prima cattedra di economia in Europa, 1754 • Lezioni di commercio o sia d’economia civile, 1765-1767: il dovere di essere utile alla società, l’educazione, la laicità dello Stato, la perequazione fiscale • Gli allievi: Francesco Antonio Grimaldi, Francesco Maria Pagano, Giuseppe Galanti, Giuseppe Palmieri, Gaetano Filangieri: alti funzionari e intellettuali La politica dell'illuminismo

  21. Filangieri • La Scienza della legislazione, 1780-1791, incompiuta • La critica della feudalità • Il governo nell’interesse dei governati • Uguaglianza davanti alla legge, equa distribuzione delle ricchezze, ruolo dell’educazione laica statale, la libertà di stampa • Fiducia nella monarchia, ma idea di un organo, una magistratura di sorveglianza esercitata dai filosofi La politica dell'illuminismo

  22. Le riforme in Europa • I temi: • rapporti Stato-Chiesa • diritti civili • riforma del sistema fiscale • riforma del diritto penale • unificazione amministrativa e codificazione del diritto La politica dell'illuminismo

  23. La Prussia di Federico II (1740-1786) • Ideale di un modello di Stato efficiente, garante dei diritti e degli interessi, Stato di diritto • Christian Wollf: lo Stato scaturisce dal patto sociale e impegna il sovrano al benessere dei sudditi, conferendogli una responsabilità etica; impegno dei sudditi all’obbedienza • Aufklärung tedesca incline alla collaborazione coi sovrani • Ruolo dell’opinione pubblica come elemento di controllo, stimolo, consiglio • Tolleranza religiosa (ebrei e dissidenti) • Miglioramento delle condizioni dei contadini nei demani regi • Miglioramento dell’amministrazione della giustizia • Maggiore efficienza dell’amministrazione (cameralismo) La politica dell'illuminismo

  24. La Russia di Caterina II (1762-1796) • Gravi problemi di oppressione dei contadini (rivolta di Pugacev, 1773-1774), mancanza di borghesia, strapotere nobiliare • Impossibilità di governare contro la nobiltà • Risanamento della finanza pubblica • Confische della proprietà ecclesiastica, 1764 • Riordinamento della giustizia, abolizione dei tribunali feudali, miglioramento dell’istruzione, fondazione di istituti superiori e impulso all’insegnamento elementare • Progetto di commissione legislativa rappresentante dei ceti sociali e ideaq di elaborazione di un codice di leggi, 1767 La politica dell'illuminismo

  25. Monarchia asburgica: Maria Teresa (1740-1780) e Giuseppe II (1780-1790) • Il catasto teresiano e l’obiettivo della perequazione fiscale • Austria e Boemia territori interessati • Riduzione dei privilegi nobiliari • Riforma della pubblica amministrazione per l’efficiente controllo territoriale • Vie di comunicazione e lavori pubblici, cancellazione di privilegi corporativi • Giurisdizionalismo di Giuseppe II: scioglimento di congregazioni religiose e incameramento dei beni, controllo sul clero: educazione e giuramento di fedeltà all’imperatore • Editto di Tolleranza, 1782, a favore di protestanti, greco-ortodossi ed ebrei • Scioglimento dei Gesuiti e loro espulsione dall’Austria • Promozione dell’istruzione elementare • Riforma del diritto penale: fine di privilegi, limitazione della pena di morte, umanizzazione delle procedure, abolizione di privilegi del clero, eguaglianza dei sudditi • Abolizione della servitù personale dei contadini • Tentativi falliti di estendere riforme antifeudali in Ungheria e nei Paesi Bassi • Leopoldo II (1790) e la revoca parziale delle riforme La politica dell'illuminismo

  26. Riforme in Italia: Milano asburgica, Toscana lorenese e asburgica, Napoli borbonica • Riforme teresiane a Milano:riforma fiscale, estromissione dei privati, catasto • Toscana: • fase lorenese, 1737-1765, limitazione del potere della Chiesa, riforma amministrative e finanziaria, liberalizzazione del commercio dei grani • fase di Pietro Leopoldo (1765-1790): liberalizzazione economica (commercio libero dei grani, soppressione corporazioni e dogane interne), misure a favore della proprietà contadina (allivellazione), bonifiche; codice penale leopoldino (1786): abolizione della tortura e dela pena di morte; progetto di costituzione del 1781 elaborato dallo stesso Pietro Leopoldo La politica dell'illuminismo

  27. Napoli • Carlo di Borbone (1734-1759) e Ferdinando IV (1759-1806), con consiglio di Reggenza 1759-1767 • Ruolo di Bernardo Tanucci, giurista toscano, consigliere e ministro fino al 1776: abolizione delle giurisdizioni baronali, riforma fiscale parziale, espulsione dei gesuiti (1767) e legge sulla manomorta (1769) • Consiglio delle Finanze (1782) e studio della riforma fiscale • Fortissime resistenze del ceto baronale, sopravvivono il latifondo, una struttura arretrata delle campagne e l’oppressione dei ceti contadini • Sicilia: vicerè Domenico Caracciolo (1781-1785): tentativi di limitazione dei poteri baronali e di riforma fiscale • Esperienza complessivamente fallimentare del riformismo napoletano La politica dell'illuminismo

  28. Piemonte sabaudo: • Vittorio Amedeo II (1682-1730): catasto del 1731, maggiore equità fiscale, diminuzione dei privilegi della Chiesa, unificazione amministrative del territorio del regno, sistema statale di scuole secondarie, incoraggiamento dell’industria • Carlo Emanuele III (1730-1773) e il ministero di Giovan Battista Bogino: caute misure di rafforzamento dello Stato, a favore dell’istruzione, dello sviluppo economico e scientifico. La politica dell'illuminismo

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