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Emilia Seghetti, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna

“Solo la lingua rende uguali” (Don Milani ). Emilia Seghetti, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna. INSEGNARE A LEGGERE IMPARARE A COMPRENDERE. Insegnare a chi? Insegnare a leggere che cosa? Imparare a comprendere chi o che cosa?. D. Pennac , “Come un romanzo ”, 1992.

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Emilia Seghetti, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna

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Presentation Transcript


  1. “Solo la lingua rende uguali”(Don Milani) Emilia Seghetti, Liceo Scientifico “E. Fermi”, Bologna

  2. INSEGNARE A LEGGERE IMPARARE A COMPRENDERE • Insegnare a chi? • Insegnare a leggereche cosa? • Imparare a comprendere chi o che cosa?

  3. D. Pennac, “Come un romanzo”, 1992 «Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo “amare”… il verbo “sognare”… Naturalmente si può sempre provare. Dai, forza: “Amami!” “Sogna!” “Leggi!” “Leggi! Ma insomma, leggi, diamine, ti ordino di leggere!”. “Sali in camera tua e leggi!” Risultato?

  4. Niente. Si è addormentato sul libro. All’improvviso la finestra gli è apparsa spalancata su qualcosa di desiderabile, e da lì è volato via, per sfuggire al libro.”

  5. Pennac immagina un ragazzo che non vuole leggere perché preferisce stare all’aria aperta. • I nostri giovani, “nativi digitali”, preferiscono chiudersi da qualche parte a chattare, navigare in rete o postare e commentarefoto sui social.

  6. Perché dobbiamo insegnare a leggere? • Le Indicazioni Nazionali lo richiedono; infatti, gli studenti devono sviluppare: • padronanza della lingua italiana, in forma scritta e orale; • capacità di riflessione metalinguistica; • coscienza della dimensione storica di lingua e letteratura; • padronanza degli strumenti per l’interpretazione dei testi.

  7. L’esperienza ci ha insegnato che se lo studente non sviluppa la padronanza linguistica ne risente anche lo studio in generale. • “La lingua italiana rappresenta un bene culturale nazionale, un elemento essenziale dell’identità di ogni studente e il preliminare mezzo di accesso alla conoscenza” (Indicazioni Nazionali)”.

  8. A chi si rivolge l’insegnamento della lettura nella scuola secondaria di secondo grado?

  9. Chi sono gli studenti della scuola secondaria di secondo grado? • Persone in unafasepiuttostocriticadell’etàevolutiva, quindinaturalmenteinsofferenti e pocoincliniallaconcentrazione. • In generale, essihannogiàfattoalcuneesperienzedilettura, magari non positive, e sono “distratti” damoltepulsioni e dasvariatialtriinteressi.

  10. Un conto è cercaredi far leggereglistudenti del biennio, un conto è rivolgersi a quelli del triennio.

  11. Non tutto è perduto… • Non bisogna sottovalutare il desiderio degli studenti di crescere, anche intellettualmente. • Se ciò non fosse vero, l’insegnante potrebbe rinunciare al suo compito.

  12. DAVVERO I GIOVANI NON LEGGONO?

  13. È che non leggono quello che vorremmo noi…

  14. I testicheiragazzileggonosonoprofondamentedistantidaquellicartacei: sitrattaditestimultimedialie ipertesti, che per la loroconformazioneinducono ad unaletturasimultanea e disordinata, chepuòsoddisfarequalunquecuriosità in qualsiasimomento e velocemente. • Inoltre, ciòcheiragazziscrivono (digitano?) sembrarispondere a regole diverse daquelleche un docenteinsegnerebbeloro.

  15. C’è chi è molto preoccupato per questamodalitàdilettura, perché non vieneconsiderata solo diversa, ma pericolosa: col tempo, infatti, essapotrebbeintaccare“l’intelligenzasequenziale”,ovvero la capacitàdell’uomodistrutturareilpensiero in manieraprofonda e gerarchica. • Del resto, anchePlatone era diffidenteneiconfronti del mondodellascrittura, chestavasubentrando a quellodell’oralità...

  16. Dati imprescindibili per un docente • Seduttività delle nuove tecnologie, che sembrano mettere la scuola in un angolo, come una delle tante “buone cose di pessimo gusto” del passato. • Difficoltà crescente e generalizzata degli studenti, sempre più superficiali e fragili sul piano cognitivo (o almeno così pare). 

  17. per iragazzi del Liceo, la prima lingua morta è l’Italiano • Il patrimoniolessicaledeglistudenti in media è piuttostopovero... • …e la sintassisicuramente non è ricca: iragazzi, anche del triennio, compongonofrasi in cui ilsoggetto è spessoomesso e le costruzionisono a senso, in cui la congiunzionesubordinantepiùusata è unasortadi “chepolivalente” o, ancordipiù, quel “dove” chepuòsignificarequalunquecosa.

  18. Che cosa non fare • Considerare solo una tipologia di testo come oggetto di lettura. • Smettere di assegnare letture per casa. • Limitarsi ai classici. • Limitarsi ai non-classici. • Sminuire in modo esplicito o anche implicito le letture, i gusti, gli interessi dei ragazzi.

  19. gettare un ponte con l’esistente • Cicerone rivendicava la necessitàdimovere e delectare per poterdocere. • I nostriragazzialmeno in questo non sonodiversidaquelli del passato: desideranoessere “riconosciuti” dall’altro, anchequandol’altro è ildocente e soprattutto se questovienepercepito come autorevole. • Perciòoccorretrovare un puntod’incontro con ilorointeressi e partiredalì per guidarli verso letturepiùstrutturate e ricche.

  20. Che fare? • Come ciinsegna la linguistica del testo, occorreguidareiragazzinellaletturadiqualunquetesto, formale o informale, scrittoodorale. • Ciòsignificaanchericonoscereche, a scuola, insegnare a leggerenon puòessere un compitoassoltodal solo docentediLettere.

  21. Il miraggio delle nuove tecnologie

  22. I docenti “illuminati” • Google Drive e applicativi; • piattaformaMoodle; • LIM; • dimensioneludicadialcunistrumenti (ad esempio, Kahootounaparolaalgiorno.it); • eccetera.

  23. Attenzione al paradosso di Achille e della tartaruga

  24. Per quanto un docenteinsegua, lo studentesaràsempre un passoavanti a lui; • tuttavia, le nuovetecnologiedevonoormai far parte delladidattica, ma come un utile mezzo a serviziodell’obiettivo, che è quellodicondurreiragazzi a muoversiagilmente e autonomamentenellamolteplicitàdeitesti e in formepiù elaborate dilinguaggio.

  25. Non esiste una ricetta universale Il docentedevemantenersiaggiornato, non solo sullenuovetecnologie, chegliserviranno come strumenti, ma, banalmente, suciòchepiaceairagazzi (un telefilm, una web serie, unapaginatematicadi un social), per creare un pontefral’immaginariodellostudente e l’obiettivo cui lo sideveguidare.

  26. Ad esempio, in unaclasse prima è possibilespiegareelementinarratologicidi base analizzando la strutturadiunaserietelevisiva (attenzione: la difficoltàstaneltrasferire le conoscenzedalterrenonotoairagazzi a quello non noto); • anche lavorare sulla pubblicità può essere utile: infatti, spiegare alcune semplici figure retoriche attraverso l’analisi degli slogan rende vitale la spiegazione stessa, perché vicina alla consuetudine dei ragazzi (con il considerevole vantaggio di risparmiare i testi letterari dall’umiliazione di essere utilizzati come cadaveri da sezionare).

  27. Checosadevonoimparare a comprendereglistudenti (o forseanchegliinsegnanti)? • Non è piùpossibile far leggereesclusivamentetestiletterari e nemmeno solo testiscrittisucarta. • L’esperienzaci dice cheidocentidevonolavoraresullaconsapevolezzadeimeccanismichefannofunzionare un testo, diqualsiasitipoditestositratti.

  28. Alcuni esempi • Molto utile è illavoro sui generiletterari, chepossonomostrare con chiarezza la dialetticafraelementicostantiedelementivariabili, sianelladimensionesincronicasia in quelladiacronica. • In questocaso, poi, risultainteressanteapplicare le informazioniricavatedallavoro sui generiaitestichesitrovano in rete, per dimostrarequantosiadifficileinquadrarequestiultimi, datochetendono ad esseremisti (anchedalpuntodi vista del linguaggio).

  29. Un’esperienza: il Liceo scientifico “Fermi” di Bologna • Unascuola in salute… • …con ilproblemadell’Italiano.

  30. Un campanello d’allarme: i dati invalsi • Risultati buoni in Matematica (effetto scuola leggermente positivo). • Risultati meno buoni in Italiano (effetto scuola pari alla media nazionale); in effetti, dal 2011 al 2015 le prove hannoevidenziato un caloprogressivoneirisultati, con unasensibilevariabilitàdasezione a sezione.

  31. La risposta del “Fermi” • Ripensamento del curricolo di Italiano e delle prove di verifica, in seno al Dipartimento di Lettere. • Coinvolgimento degli altri Dipartimenti, in particolare Matematica. • Potenziamento delle prove comuni e monitoraggio dei risultati. • Costruzione di progetti interdisciplinari, che prevedano la collaborazione attiva degli studenti. • Modifica del quadro orario.

  32. In concreto • Il Liceo “Fermi” ha scelto di favorire la collaborazione fra docenti di area scientifica e quelli di area umanistica e di creare molteplici occasioni di confronto sulla lettura, trasversali e non necessariamente soggetti a verifica formale; • l’obiettivo è quello di preservare il piacere della lettura e creare un circolo virtuoso, di cui gli studenti desiderino fare parte.

  33. ovvero • I docenti di Matematica e quelli di Italiano hanno progettato insieme alcuni moduli di logica ed altri sul linguaggio argomentativo, graduati e rivolti sia al biennio sia al triennio; • oppure, ancor più semplicemente, si è stabilito che gli errori di italiano, in qualunque disciplina, vadano rilevati e valutati. Non va, infatti, assolutamente sottovalutata l’efficacia di una scuola che procede tutta nella medesima direzione.

  34. È stato ampliato il curricolo delle classi prime, aggiungendo a tutte un’ora di Italiano in cui i docenti potenziano l’aspetto della letto-scrittura; • sono nati gruppi di lettura pomeridiani (“Il diritto di leggere”), rivolti a studenti di tutte le classi; • sono stati creati moduli di potenziamento in cui si mescolano gli studenti del triennio (come fossero “docenti” tutor) e del biennio; • è stata favorita la partecipazione a Olimpiadi di Italiano e gare di lettura, esterne alla scuola.

  35. Da quattro anni, il “Fermi” ha costruito il corso dei “Linguaggi”, caratterizzato da un curricolo potenziato in Italiano, Inglese, Arte, Filosofia e da un’attenzione particolare alla lettura e alla scrittura; • in questo corso, il perno è l’insegnante di Lettere, che tiene la classe per tutto il quinquennio.

  36. Conclusioni • La vocazione del “Fermi” è inclusiva, improntata ad un’idea di scuola intesa come bene comune, di cui prendersi cura tutti insieme, docenti e studenti. • Insegnare a comprendere qualsiasi testo non solo ci sembra un obbligo dettato dalle specifiche caratteristiche della disciplina, l’Italiano, ma un dovere morale, di cui tutti si fanno carico.

  37. In effetti, irisultatiottenutisonoabbastanzasoddisfacenti: le prove standardizzatecidiconoche in Italianostiamomigliorando; • igenitoridomandanoItaliano (progettoLinguaggi) e persino Latino; • glistudentipartecipanovolentierialleattivitàdellascuola, perchéspessosonochiamati ad essereprotagonisti, in un crescendo diresponsabilità.

  38. Maurizio Lazzarini, preside del “Fermi” per ottoanni, recentementescomparso, era convintochesolo la lingua rendeuguali; • perciò, sotto la suaguida, sononatinumerosiprogetti, tuttisistematicamentemonitorati, chehannoavuto come obiettivoprincipale la curadellapadronanzalinguisticadeglistudenti.

  39. Ed è proprioilclimadellascuola la condizionenecessaria per ilsuccessodiqualsiasiazionedidatticaededucativa.

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