1 / 24

LA DIMENSIONE TERRITORIALE NELLA DIPLOMAZIA ITALIANA

LA DIMENSIONE TERRITORIALE NELLA DIPLOMAZIA ITALIANA. STRUTTURA DELLA PRESENTAZIONE. I PARTE. I SETTORI DI ATTIVITA’ INTERNAZIONALE DELLE REGIONI, LA DIPLOMAZIA DI SISTEMA DEL MINISTERO DEGLI ESTERI. I PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITA’ INTERNAZIONALE DELLE REGIONI.

rudolf
Download Presentation

LA DIMENSIONE TERRITORIALE NELLA DIPLOMAZIA ITALIANA

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. LA DIMENSIONE TERRITORIALE NELLA DIPLOMAZIA ITALIANA

  2. STRUTTURA DELLA PRESENTAZIONE

  3. I PARTE I SETTORI DI ATTIVITA’ INTERNAZIONALE DELLE REGIONI, LA DIPLOMAZIA DI SISTEMA DEL MINISTERO DEGLI ESTERI

  4. I PRINCIPALI SETTORI DI ATTIVITA’ INTERNAZIONALE DELLE REGIONI • promozione economica, commerciale, culturale; • cooperazione decentrata; • cooperazione territoriale; • rapporti con le comunità di corregionali all’estero; • gli accordi con Stati esteri, le intese ed i gemellaggi con Enti omologhi.

  5. ACCORDI, INTESE E GEMELLAGGI(2003-2009)

  6. Una strategia per incentivare la leale collaborazione • Aspetti positivi e criticità dell’azione estera regionale: contributo ad una più incisiva presenza del sistema Italia e ampliamento gamma di contatti con partner stranieri, particolare rilevanza della cooperazione transfrontaliera regionale, non sempre supportati tuttavia da informazioni adeguate sulle iniziative intraprese, frammentazione, mancanza di continuità, ridotta massa critica, talvolta sovrapposizioni di attività fra diverse regioni. • Necessità dunque di una strategia, che punti a valorizzare azioni di sistema e favorisca una nuova dinamica istituzionale.

  7. LA DIPLOMAZIA DI SISTEMA DEL MAE:LA RETE ESTERA DEL SISTEMA ITALIA Il primo punto di riferimento della diplomazia di sistema è rappresentato dalla rete estera di soggetti pubblici e privati, che rappresenta e promuove interessi e valori del paese: • Una rete diplomatica e consolare tra le più estese al mondo: con le nostre oltre 330 sedi tra Ambasciate, Rappresentanze, Consolati e istituti di Cultura, presenti in oltre 146 Paesi, siamo al quarto posto dopo gli USA, il Regno Unito e la Francia (e primi per il numero di Consolati). Alle sedi del MAE vanno affiancati i 117 uffici dell’ICE in 87 Paesi (50% in integrazione logistica con le nostre Ambasciate); • 140 Camere di Commercio in 48 Paesi; • oltre 100 sedi o antenne delle nostre Regioni, cui si aggiungono rappresentanze estere di alcuni Ministeri e della Banca d’Italia; • 26 Uffici dell’Enit in 22 Paesi; • rappresentanze delle Associazioni di categoria delle grandi e medie imprese italiane e dei nostri istituti bancari; • ONG ed Associazioni di Connazionali all’Estero.

  8. DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DI AMBASCIATE E CONSOLATI

  9. IL MINISTERO AFFARI ESTERI COME GESTORE DI RETE • Il MAE è impegnato a dare nuovo slancio al sostegno degli interessi economici internazionali delle nostre Aziende e dei nostri territori: • Il MAE intende affermarsi nel ruolo di gestore di rete, “centro propulsore” in grado di contribuire alla coerenza ed all’unitarietà d’azione dei soggetti istituzionali e del mondo produttivo che si occupano della promozione economica del nostro Paese; • Il MAE intende lavorare assieme al mondo dell’imprenditoria e agli altri Ministeri ed Enti, con un nuovo spirito di partnership pubblico/privato, che vede la Farnesina impegnata in un ruolo di coordinamento ed interfaccia con le espressioni più significative del mondo imprenditoriale e con gli attori del sistema pubblico; Si tratta di indirizzare la diplomazia economica verso le azioni di sistema in modo da affiancare ed indirizzare aziende ed imprenditori proiettati verso l’internazionalizzazione, sostenendone la competitività, non solo come export, ma anche come capacità di attrarre investimenti produttivi in Italia

  10. LE AZIONI DI SISTEMA DEL MAE: RAFFORZAMENTO DELLA DIPLOMAZIA ECONOMICA E PROMOZIONE DEL TERRITORIO • Ruolo essenziale delle Direzioni geografiche, DGCE, DGIT, DGPC: i tavoli geografici e tematici. Esempi recenti: Russia, Giappone, Cina, Turchia, Brasile, Canada, Israele, Paesi Baltici, Albania, Egitto, Canada; l’elaborazione di proposte per iniziative di sistema in aree regionali (Balcani, Mediterraneo, America Latina, Africa). • “Cooperazioni rafforzate” con le Regioni (Sicilia, Campania, Marche, Lombardia, Friuli Venezia-Giulia): incontri al MAE per iniziative congiunte in Italia ed all’estero; • Organizzazione di eventi promozionali, quali azioni di marketing del prodotto italiano, incontri di match–making tra imprese, e manifestazioni con taglio scientifico-tecnologico o in sinergia con eventi culturali. I grandi eventi integrati (Italia in Cina, Italia in Giappone, Primavera Italiana in Vietnam, altri), “le settimane italiane”; • Collaborazione con MISE nei settori della promozione, dell’assistenza, dell’informazione, dell’aggregazione delle comunità d’affari e della promozione degli investimenti esteri in Italia.

  11. LA PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO CABINA DI REGIA Definizione Si tratta di un nuovo metodo non burocratico di strettissima collaborazione ad alto livello tra il Ministero degli Affari esteri, il Ministero dello Sviluppo economico insieme all’ICE, la Presidenza del Consiglio, Confindustria, ABI, ed all’occorrenza altre entità pubbliche – tra cui le Regioni – e private. Obiettivi L’obiettivo è quello di accrescere e rendere più efficace il sostegno istituzionale alla presenza ed espansione delle imprese italiane sui mercati esteri ed all’attrazione di investimenti dall’estero, orientando “il lavoro comune dei due Ministeri, attorno al quale convogliare l’apporto di altri attori istituzionale e dell’imprenditoria”. Azioni La CDR pianifica, organizza e successivamente valuta gli esiti delle “missioni di sistema”, cioè le grandi missioni imprenditoriali nelle quali, con le massime cariche dello Stato o del Governo, si presenta il meglio della nostra imprenditoria e del nostro settore bancario. Alcune “Missioni di sistema”: Vietnam ed Israele; 2009: Russia, Brasile e Cile)

  12. LA PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO IL COMITATO STRATEGICO Definizione E’ un’iniziativa MAE/MISE, è composto da esperti di elevato profilo e presieduto dal Segretario Generale della Farnesina. Obiettivi l’obiettivo in generale è quello di proteggere e promuovere gli interessi economici italiani; il Comitato, in particolare, ha il ruolo di advisor del Governo sui temi dell’azione dei “Fondi Sovrani” e sui fenomeni della globalizzazione economica e finanziaria. Ha i compiti di analisi, indirizzo, supporto e coordinamento nel campo dei fenomeni economici complessi propri della globalizzazione, quali l’influenza dei fondi sovrani e lo sviluppo sostenibile nei Paesi in via di sviluppo. Azioni Primi risultati concreti: visite in Italia, su invito dei Ministri degli Esteri e dello Sviluppo Economico, dei Responsabili della KIA – Kuwait Investment Authority” (settembre 2009) e dellaCIC - China Investment Corporation (febbraio 2010)

  13. LA PARTNERSHIP PUBBLICO/PRIVATO Attrazione degli Investimenti Esteri • C’è molto da fare, molti passi in avanti devono essere compiuti, e molto rapidamente, anche con un ruolo più attivo delle Regioni. Secondo dati OCSE relativi al 2006, l’Italia, con soli 16.6 miliardi di dollari di investimenti esteri, è dietro la Gran Bretagna, (139 miliardi), la Francia (81 miliardi) la Germania (42,9 miliardi), la Spagna (40 miliardi). Gli investimenti esteri in Italia sono quasi esclusivamente concentrati nel centro-nord. • Un ruolo naturale per le nostre Regioni, interessante evoluzione della normativa regionale in materia di rapporti internazionali e di internazionalizzazione.

  14. LA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA: LA NOVITA’ DEI GECT (GRUPPI EUROPEI DI COOPERAZIONE TERRITORIALE). • Convenzione di Madrid sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali (1980). I limiti della legge di ratifica n. 948/1984: • stabilisce che gli accordi ed intese delle autonomie territoriali con enti stranieri sono subordinati alla stipula di convenzioni bilaterali con gli Stati confinanti (finora tre accordi conclusi con Francia, Svizzera e Austria); • stabilisce un raggio di azione di 25 km dalla frontiera; • impone il riconoscimento degli enti; • I e II protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Madrid, che regolano la costituzione di organismi stabili di cooperazione. L’Italia non ha ratificato il I e non ha firmato il II protocollo. • Ma mentre dottrina e amministrazione si affannavano a dimostrare che non si poteva parlare di “Euroregioni”, nascevano, con regolamento comunitario, i GECT (Gruppo europeo di cooperazione territoriale)

  15. IL RUOLO DEL MAE PER L’ATTUAZIONE DELLE NORME NAZIONALI E LA COSTITUZIONE DEI GECT • Coinvolgimento del MAE nelle due diverse fasi che hanno caratterizzato la messa a punto delle norme nazionali attuative del Regolamento comunitario (n. 1082/2006): fino alla redazione di un DPR (luglio 2007) e successivamente nel percorso parlamentare della legge 88/2009 (legge comunitaria 2008). Una svolta “epocale” per gli Enti territoriali, superamento dell’impasse sulla Convenzione di Madrid. • Avviata istruttoria per autorizzazione alla costituzione dei seguenti 4 GECT: “Alpi-Mediterraneo”, (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Provence-Alpes- Côte d’Azur e Rhône-Alpes); “Euroregione senza confini” (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Carinzia); “Archimed” (Sicilia, Isole Baleari, Larnaca); “Territorio dei Comuni: Comune di Gorizia con i comuni di Nova Gorica e Sempeter-Vrtojba (Slovenia)”. • Emerse alcune criticità in relazione, fra l’altro, a: • interpretazione normativa comunitaria e nazionale; • leggi regionali di autorizzazione; • redazione di statuto e convenzione; • individuazione di obiettivi; • autorizzazioni nazionali.

  16. segue: i GECT • Il GECT copre l’intero quadro di azioni di cooperazione, ad es., nel settore dei trasporti (strade di collegamento tra regioni confinanti), in quello sanitario (ospedali transfrontalieri), educativo, del sostegno alle PMI, ambientale, culturale e della ricerca, turistico. • Dà un contributo di rilievo all’attuazione delle politiche di coesione UE che tendono a canalizzare, in misura crescente, le risorse della cooperazione transfrontaliera verso organismi stabili ed ampi di cooperazione.

  17. II PARTE NECESSITA’ DI UNA NUOVA DINAMICA ISTITUZIONALE

  18. NECESSITA’ DI UNA NUOVA DINAMICA STATO – REGIONI • Inadeguatezza dei meccanismi di raccordo istituzionale, di coordinamento e gestione integrata delle attività di promozione economica e di internazionalizzazione: il ruolo della Conferenza Stato – Regioni e quello del CIPE. • Necessità dunque diaccrescere l’incisività dell’azione internazionale del “Sistema – Paese” ed evitare sovrapposizioni di competenze, dispersione di mezzi finanziari e conflitti tra Governo ed entità sub-statali nel campo dell’azione estera.

  19. DUE STRADE POSSIBILI MODIFICHE NORMATIVE I tentativi fatti per modificare la legge La Loggia (legge finanziaria 2007 su limiti all’apertura di uffici regionali esteri), o introdurre altre norme (ad es. nuova disciplina della cooperazione allo sviluppo, sportelli unici all’estero per l’internazionalizzazione) non hanno dato finora i risultati apprezzabili. INTESA GOVERNO – REGIONI IN MATERIA DI RAPPORTI INTERNAZIONALI Volta a favorire “posizioni unitarie o il conseguimento di obiettivi comuni”, come previsto dall’art. 8, comma 6 della legge La Loggia. Sei anni di stop-and-go, sei mesi di accelerazione, firma nel dicembre 2008.

  20. INTESA GOVERNO-REGIONI IN MATERIA DI RAPPORTI INTERNAZIONALI, SANCITA DALLA CONFERENZA STATO-REGIONI IL 18 DICEMBRE 2008 Strumento di “multilevel governance”, è l’inizio di un nuovo percorso, per lo sviluppo dei nostri territori, per la loro internazionalizzazione, per valorizzare e sostenere l’azione delle Regioni, nel quadro più vasto della politica estera del Governo. Per le Regioni queste si impegnano a comunicare un quadro generale degli atti deliberativi a carattere programmatorio concernenti le attività internazionali, gli atti sottoscritti (e i loro seguiti) con altri Stati, organizzazioni ed enti esteri, gli impegni assunti nel corso delle missioni all’estero (e i loro sviluppi) e la programmazione degli interventi di cooperazione decentrata Impegni previsti Per il Governo che si impegna a comunicare le priorità geografiche e tematiche inerenti alle relazioni internazionali dello Stato “con riferimento anche all’azione di sostegno all’internazionalizzazione del Sistema Italia, di aiuto allo sviluppo ed alla valorizzazione all’estero delle identità culturali e delle nostre collettività; attività ed accordi bilaterali e/o multilaterali dello Stato che siano di interesse per le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano”.

  21. GLI IMPEGNI DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI Il Ministero degli Affari Esteri si impegna a comunicare, in sede di Conferenza Stato – Regioni, le finalità e gli indirizzi della politica di cooperazione allo sviluppo, “definiti attivando anche forme di consultazione con le Regioni e le Province Autonome”. Entrambe le parti collaboreranno in tutte le fasi di realizzazione delle missione all’estero delle Regioni ed in quelle di interesse comune. DUE STRUMENTI OPERATIVI PER L’ATTUAZIONE DELL’INTESA • la costituzione, al Ministero degli Esteri, di una Banca dati sulle attività internazionali delle Regioni a partire dai dati inerenti la cooperazione allo sviluppo; • L’istituzione di un tavolo permanente per monitorare l’applicazione dell’Intesa e favorire il coordinamento nell’azione internazionale dello Stato e delle Regioni. A questi strumenti si aggiungono iniziative congiunte di formazione

  22. UN CONTRIBUTO ALLA GOVERNANCE DELLA COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA: GLI INCONTRI ITALO-SVIZZERI • Realizzati tre incontri, tra il 2007 e il 2010, a livello di alti funzionari dei Ministeri degli Esteri di Italia e Svizzera; in quello più recente, partecipazione anche dei rappresentanti regionali (Piemonte e Valle d’Aosta) e cantonali (Grigioni, Ticino, Vaud) • Applicato dalle due parti un metodo innovativo di consultazione preventiva e successiva con le Amministrazioni centrali e regionali • Tra i risultati ottenuti: • favoriti scambi di informazioni e coordinamento in materia di infrastrutture ferroviarie e stradali; • supporto al programma INTERREG di cooperazione transfrontaliera Italia – Svizzera 2007-2013; • contributo alla soluzione di alcune criticità nel settore ambientale e delle risorse idriche; • sostegno al superamento di problematiche nel settore della libera circolazione dei servizi e delle merci; • approfondimento delle tematiche fiscali e doganali relative al territorio dell’enclave di Campione d’Italia; • possibilità di replicare il formato della consultazione ad altri territori di confine (ad esempio con Austria e Francia)?

  23. LA RIFORMA DEL MAE: UNA DIREZIONE GENERALE PER IL SISTEMA PAESE Un contributo di rilievo ad una nuova dinamica istituzionale è atteso anche dalla riforma del MAE, in corso di esame da parte del Parlamento: sicurezza, globalizzazione, promozione del sistema Paese, ma anche nuovi metodi di lavoro, innovazione e attenzione alla sostenibilità ambientale. Su queste basi sono stati delineati un diverso assetto e le nuove funzioni del MAE, con l’obiettivo di dotarsi di un’organizzazione più vicina alle esigenze dei cittadini e del mondo delle imprese ed in grado di rispondere meglio alle sfide del mondo contemporaneo. Un articolato progetto di riforma che, pur abbracciando vari settori, si caratterizza per una finalità comune: adeguare strutture, prassi e mentalità per cogliere prima degli altri le numerose opportunità che una realtà internazionale fluida ed in continua evoluzione offre al nostro Paese. Una visione del cambiamento e della Farnesina del domani. Tra le novità si segnala la riconfigurazione delle direzioni generali che passano da 13 ad 8: tra di esse quella per la promozione del sistema Paese, un’evoluzione rispetto all’attuale Unità per il Sistema Paese e le Autonomie Territoriali.

  24. Vi ringrazio per l’attenzione. Non esitate a contattarci per qualsiasi necessità o suggerimento I nostri recapiti: Tel . +39 06 3691 3918 mail: sistema.paese@esteri.it Sito web: www.sistemapaese.esteri.it

More Related