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Economia e gestione delle imprese 2012-2013 Prof. Tonino Pencarelli dott.ssa Linda Gabbianelli

Economia e gestione delle imprese 2012-2013 Prof. Tonino Pencarelli dott.ssa Linda Gabbianelli. Contenuti del corso. Prima parte La varietà delle imprese La terziarizzazione dell’economia ed i servizi Governance Il finanziamento dello sviluppo Il mercato finanziario e mobiliare

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Economia e gestione delle imprese 2012-2013 Prof. Tonino Pencarelli dott.ssa Linda Gabbianelli

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  1. Economia e gestione delle imprese 2012-2013Prof. Tonino Pencarellidott.ssa Linda Gabbianelli

  2. Contenutidel corso Prima parte • La varietà delle imprese • La terziarizzazione dell’economia ed i servizi • Governance • Il finanziamento dello sviluppo • Il mercato finanziario e mobiliare • Sviluppo delle imprese e strategia generale • L’analisi per le scelte strategiche • La pianificazione strategica (cenni) • La progettazione organizzativa e le risorse umane

  3. Seconda parte • Strategie di corporate • Lo sviluppo internazionale • La realizzazione delle strategie di corporate • Le strategie di business • Confini del business e Supplychain management • La gestione dell’innovazione • La gestione del marketing • La gestione della produzione

  4. Testi per gli studenti frequentanti Di Bernardo B., Gandolfi V., Tunisini A. (2009), Economia & Management delle imprese, Hoepli: Milano CAPP. Tutti ad eccezione dei capitoli 1,2,19, 20, 21 Per non frequentanti: Pencarelli T. (2010) Marketing e management del turismo, Edizioni Goliardiche, Trieste, capitoli 1,2,3,4,5,6 oppure Trento S., Il capitalismo italiano, Il Mulino, Bologna, 2012 Appunti, lucidi delle lezioni, casi e seminari, unitamente a letture segnalate in aula sostituiranno parti del testo. In particolare studiare il lavoro sul service management

  5. Modalità d’esame L’esame sarà svolto in forma scritta , con possibili domande integrative orali Verranno poste 4 domande aperte (5 domande per non frequentanti) cui si potrà rispondere entro un’ora e mezza (un’ora e tre quarti per non frequentanti).

  6. Modelli di capitalismo (appunti) Tratto dal saggio di Sandro Trento “Il capitalismo italiano”, Il mulino, Bologna, 2012

  7. Il capitalismo • Un sistema economico e sociale caratterizzato da un processo di accumulazione del capitale , che ha come finalità il profitto e nel quale I beni sono di proprietà privata… • Tuttavia, le imprese sono le istituzioni centrali del capitalismo, istituzioni infatti assenti nei modelli economici del socialismo reale

  8. L’imprenditore:motore del capitalismo • E’ il soggetto che assumendo il rischio genera innovazione nei sistemi economici • Il capitalismo è una macchina sociale che genera innovazione perchè consente ad individui dotati di un certo talento ed una certa predisposizione al rischio di cimentarsi con nuovi progetti, realizzando nuovi prodotti e servizi, nuove soluzioni ai bisogni • Il capitalismo poggia sul funzionamento di principi di competizione ed è quindi diverso da situazioni di “capitalismo delle rendite” • Nel capitalismo il successo non è mai perenne, raggiunto una volta per tutte

  9. L’impresa e la costituzione

  10. Azienda, imprenditore e codice civile • Art. 2555 c.c.: L’azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa • Art 2082 c.c.: E’ imprenditore colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione e dello scambio di beni e servizi

  11. L’impresa “un’organizzazione di beni e persone volta ad uno scopo produttivo” (def. restrittiva) “un’organizzazione economica che, mediante l’impiego di un complesso differenziato di risorse, svolge processi di acquisizione e di produzione di beni o servizi da scambiare con entità esterne al fine di conseguire un reddito” (def. estesa)

  12. Gli elementi distintivi dell’impresa • La presenza di un’organizzazione • Lo svolgimento di processi di produzione di valore • Le relazioni di scambio con entità esterne • La finalità imprenditoriale del reddito

  13. INPUT materiali, immateriali, umani TRASFORMAZIONE OUTPUT SCAMBIO SCAMBIO

  14. L’impresa come sistema SISTEMA: complesso interrelato di parti tra loro interdipendenti rispetto ad un obiettivo comune: generare valore APERTO: in relazione con l’ambiente esterno (ambiente e mercato) per l’acquisizione di input e l’acquisizione di output DINAMICO: caratterizzato da uno sviluppo evolutivo VITALE: capace di reagire e autoregolarsi SOCIALE: in esso operano risorse umane che interagiscono tra loro TECNICO: in esso sono presenti impianti, attrezzature, macchinari COGNITIVO: in esso si combinano e si generano conoscenze

  15. L’AMBIENTE-MERCATO: COMPLESSITA’ E DINAMISMO L’IMPRESA COME SISTEMA COMPLESSO L’INTERDIPENDENZA IMPRESA-MERCATO

  16. La gestione del cambiamento In un contesto ambientale dominato dalla complessità non esistono modelli di impresa di successo e di riferimento “assoluti”, “stabili” e “autosufficienti”. Dominano piuttosto i concetti di “varietà dei modelli di riferimento”, “evoluzione” e “interdipendenza con il contesto ambientale di riferimento”. Occorre sviluppare una visione integrata e processuale dell’organizzazione-impresa e dei suoi rapporti con l’ambiente esterno acquisendo sensibilità agli approcci ed agli strumenti gestionali più significativi.

  17. Modelli di capitalismo • Capitalismo regolato (intervento dello stato per modernizzare infrastrutture e welfare): big state, big capital, big labour…vs un capitalismo di stampo cooperativo, ispirato alla ricerca di coesione sociale ed alla lotta alla disoccupazione • Capitalismo di mercato, con basso peso intervento pubblico, orientato alla privatizzazione dei servizi

  18. Corporate governance e modelli di capitalismo • La corporate governance rappresenta il modo in cui coloro che finanziano l’impresa ricevono un rendimento dagli investimenti, il modo secondo cui sono tutelati gli interessi dei creditori, oltre che degli altri stakeholders • Un buon modello di governo societario deve garantire che le imprese siano controllate dai soggetti che in virtù delle proprie capacità siano in grado di gestire l’impresa, che I capitali affluiscano adeguatamente, che ci sia un adeguato ricambio del controllo nel tempo

  19. Capitalismo liberale di mercato • Diffuso in Australia, Irlanda, Nuova Zelanda, Regno Unito e USA

  20. Capitalismo coordinato di mercato • Diffuso in Austria, Germania, Svizzera, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca

  21. Capitalismo liberale di mercato • Governance: azionariato diffuso, mercato per il controllo societario, uso frequente di bonus e stock options per incentivi management, ruolo importante investitori istituzionali… • Finanza: mercati, con tutele legali per azionisti e creditori, orientamento al rendimento di breve termine, attenzione alla finanza per l’innovazione ed a investitori stranieri • Lavoro: skills generali, importanza istruzione formale, rapporti di lavoro di breve durata, con elevata rotazione, nessun coinvolgimento dei lavoratori nel governo d’impresa, ruolo limitato del sindacato

  22. Capitalismo coordinato di mercato (capitalismo relazionale) • Governance: proprietà concentrata, con azionisti di controllo che esprimono il management, conflitti ccon soci di minoranza, scarso sviluppo del mercato per il controllo e scarso uso di incentivi per I managers, ruolo importante delle banche nella proprietà e nella governance aziendale, partecipazioni incrociate e gruppi di controllo • Finanza:banche e intermediari con cui si attua finanza relazionale, paziente, relazioni informali, scarsa attenzione all’innovazione, attenzione alla stabilità • Lavoro: maggiore sicurezza del posto di lavoro, contratti a lungo termine, skill specifici e training on the job importanti, coinvolgimento dipendenti nella governance , forme di consultazione periodica, presenza negli organi societari, enfasi sulla qualità dei prodotti, economie di apprendimento, innovazione di processo, maggiore sindacalizzazione e forme di concertazione tra sindacati e imprese

  23. Confronto tra sistemi finanziari

  24. Quale modello di capitalismo è migliore? • Non c’è una risposta univoca • I meccanismi di mercato, tanto celebrati, spesso non funzionano e in pratica sono di difficile attuazione (es. Che valore potenziale ha oggi FIAT o General Motors?)… • Molte scalate non convengono all’acquirente…una volta effettuato l’acquisto non è indolore allontanare il vecchio management…ci sono conflitti frequenti tra management ed azionisti • I dati indicano che nelle economie liberali di mercato ci sono maggiori ineguaglianze nella distribuzione del reddito e nella mobilità sociale e che in Italia si riscontrano questi aspetti negativi tipici delle economie liberali di mercato • I tassi di crescita del PIL delle economie coordinate di mercato sono stati superiori a quelli registrati nelle economie liberali di mercato, economie spesso più chiese (vedi USA) ai mercati internazionali.

  25. Il capitalismo italiano • Storicamente, lo sviluppo industriale italiano si lega alla presenza delle banche miste (Banca commerciale italiana e credito italiano, che fornivano credito e partecipazioni azionarie, con forti intrecci proprietari tra banche e imprese) ed all’intervento dello stato. • Lo stato diventa imprenditore con la creazione dell’IRI, una holding pubblica che acquisisce la proprietà di maggioranza delle imprese in crisi, banche comprese (Comit, Banco di Roma, Credito italiano

  26. Il capitalismo italiano: un’economia mista • Il capitalismo italiano del dopoguerra è stato definito misto, di mercato e di stato, a seguito del forte ruolo assunto dalle partecipazioni statali fino agli anni novanta • Le partecipazioni statali hanno consentito il rapido sviluppo del Paese, sostenendo la rapida ricostruzione e modernizzazione del sistema produttivo con interventi in settori strategici (siderurgia, costruzione rete autostradale, energia, ecc.) • Ci fu tuttavia un uso non sempre virtuoso delle partecipazioni statali, chiamate spesso a interventi di salvataggio di società private in crisi ed a manovre con forte interferenza politica, senza vincoli di conseguire profitti minimi. • Il modello delle partecipazioni statali ebbe fine nel 1992, quando la Commissione europea impedì l’utilizzo di fondi pubblici per scopi contrari alla libera concorrenza e si approvò un piano di riordino verso la privatizzazione delle imprese • Una luce nel capitalismo italiano: il capitalismo sociale di Olivetti, la comunità di fabbrica, l’azionariato operaio, il radicamento territoriale, la partecipazione…

  27. Il capitalismo italiano • Capitalismo molecolare e diffuso • Capitalismo familiare, chiuso • Capitalismo senza capitali • Capitalismo fondato sui gruppi piramidali • Capitalismo con progressiva scomparsa delle grandi imprese • Capitalismo guidato dalle medie imprese: verso il quarto capitalismo (dopo il primo del decollo industriale, il secondo di stato, il terzo quello molecolare e spontaneo, dei distretti..), è il capitalismo delle multinazionali tascabili….

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