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IL BAROCCO

IL BAROCCO. FIORÍ A ROMA INTORNO AL 1630 COME ESPRESSIONE DELLE IDEE DELLA CONTRORIFORMA CHE LA CHIESA AVEVA CONCRETIZZATO CON IL CONCILIO DI TRENTO DEL 1563. LA CHIESA ATTUÓ UN PROGRAMMA DI COMUNICAZIONE RIVOLTO AI FEDELI, CON LO SCOPO DI COMBATTERE LE TESI DI LUTERO E DEI PROTESTANTI.

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IL BAROCCO

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  1. IL BAROCCO FIORÍ A ROMA INTORNO AL 1630 COME ESPRESSIONE DELLE IDEE DELLA CONTRORIFORMA CHE LA CHIESA AVEVA CONCRETIZZATO CON IL CONCILIO DI TRENTO DEL 1563. LA CHIESA ATTUÓ UN PROGRAMMA DI COMUNICAZIONE RIVOLTO AI FEDELI, CON LO SCOPO DI COMBATTERE LE TESI DI LUTERO E DEI PROTESTANTI. ALL’ARTE VIENE CONFERITO L’INCARICO DI STUPIRE I FEDELI SUSCITARE EMOZIONI FORTISSIME Stefano Maderno SANTA CECILIA 1600, marmo Roma, Basilica di Santa Cecilia in Trastevere Gianlorenzo Bernini CATTEDRA DI SAN PIETRO 1657-1666, marmo, bronzo dorato e stucco Vaticano, Basilica di San Pietro

  2. IL TERMINE DERIVA DALLA PAROLA PORTOGHESE BARROCO O DA QUELLA SPAGNOLA BARRUECO CHE INDICANO LE PERLE DI FORMA IRREGOLARE. • NEL XVIII SECOLO VENNE UTILIZZATO CON ACCEZIONE NEGATIVA PER DEFINIRE L’ARTE STRAVAGANTE, ECCESSIVA E BIZZARRA DEL SEICENTO. SOLO NEL XIX SECOLO IL BAROCCO VENNE RIVALUTA NEI SUOI ASPETTI POSITIVI E INNOVATIVI. • IL BAROCCO, INFATTI • SI DISTACCA DALLE REGOLE DELL’ARMONIA E DELLA RAZIONALITÁ • CREA COMPOSIZIONI LIBERE DA SCHEMI E IMPOSTAZIONI RIGIDE • CREA EFFETTI ILLUSIONISTICIATTRAVERSO L’USO DELLA PROSPETTIVA SI CREANO SPETTACOLARI SCENOGRAFIE ED EFFETTI DI SFONDATO INFINITO Andrea Pozzo, Glorificazione di Sant’Ignazio, 1691-1694, affresco, Roma Chiesa di Sant’Ignazio

  3. Guercino - AURORA 1621, affresco, Roma, Casino Ludovisi

  4. Andrea Pozzo - FINTA CUPOLA DIPINTA 1691 c. Olio su tela Roma, Sant’Ignazio

  5. RICERCA IL DINAMISMO E MOVIMENTOATTRAVERSO L’USO DI LINEE MOSSE • RICERCA L’EFFETTO DI MONUMENTALITÁALLO SCOPO DI ESALTARE LA FORZA E IL POTERE DEI GRANDI COMMITTENTI Quattro colonne tortili reggono una trabeazione concava e sono sormontate da quattro angeli dai quali partono quattro volute a “gobba di delfino” che reggono il globo terrestre – progettati da Francesco Borromini. Sulle colonne compaiono le api emblema della famiglia Barberini, casata a cui apparteneva il pontefice committente Urbano VIII Gianlorenzo Bernini - BALDACCHINO DI SAN PIETRO 1623-1633 bronzo, legno e marmo, 28 m altezza Vaticano, Basilica di San Pietro

  6. ANNULLA LA SEPARAZIONE TRA LE ARTI • MOLTI ARTISTI SI CIMENTANO NELLE DIFFERENTI ARTI, OTTENENDO RISULTATI ECCELSI. Pietro Bernini INCORONAZIONE DI CLEMENTE VIII 1611, Marmi policromi E stucco Roma Santa Maria Maggiore, Cappella Paolina

  7. PROTAGONISTI DEL BAROCCO FURONO GIANLORENZO BERNINI (1598-1680) FRANCESCO BORROMINI (1599-1667) PIETRO BERRETTINI detto PIETRO DA CORTONA (1596-1669) A VENEZIA BALDASSARRE LONGHENA (1597- 1682) A TORINO GUARINO GUARINI (1624-1683)

  8. ARCHITETTURA BAROCCA SI SVILUPPA IN TUTTA ITALIA CON FORME E STILI CARATTERISTICI E PARTICOLARI PUR MANTENENDO COMUNI GLI ASPETTI SOSTANZIALI QUALI: • UNA COSTANTE RICERCA DI MOVIMENTO • ALTERNANDO FORME CONCAVE E CONVESSE • EDIFICI RELIGIOSI A PIANTA ELLITTICA • CHE SOSTITUISCE LA PIANTA CENTRALE O LONGITUDINALE E COSTRINGE L’OCCHIO DEL FEDELE A SPOSTARSI CONTINUAMENTE • CUPOLE DI DIFFERENTE FORMA, PERCORSE DA FINESTRE E SORMONTATE DA LANTERNE MOLTO ARDITE IN ALTEZZA E NELLA FORMA • DECORAZIONE SOVRABBONDANTE Francesco Borromini ORATORIO DEI FILIPPINI 1637-1650 Roma Guarino Guarini (ds) PALAZZO CARIGNANO 1679-1685, Torino Baldassarre Longhena Chiesa di SANTA MARIA DELLA SALUTE (sin.) 1631 Venezia

  9. CENTRI DEL SUD ITALIA IN CUI IL BAROCCO SI DIFFUSE FURONO LECCE E NOTO, INSIEME AD ALTRI CENTRI SICILIANI. QUI IL BAROCCO ASSUNSE CARATTERI UNICI E PARTICOLARI CATTEDRALE DI NOTO PALAZZO NICOLACI (particolare decorazione) Noto DUOMO DI LECCE 1549-1699

  10. A ROMA ESEMPI FONDAMENTALI DEL BAROCCO Francesco Borromini SANT’IVO ALLA SAPIENZA 1642-1650 Roma La chiesa ha questo nome perché sorge all’interno del cortile del Palazzo della Sapienza, sede dell’Università di Roma (dal XV secolo al 1935). La commissione consisteva nel progettare una chiesa che si adattasse perfettamente al cortile, lungo e stretto. Bernini insistette perché l’incarico venisse assegnato a Borromini, perché era convinto che avrebbe clamorosamente fallito, invece venne creato un capolavoro Si alternano superfici concave e convesse che creano l’illusione di un edificio quasi dinamico e capace di mutare la sua forma. La parte inferiore della facciata è concava ed è sormontata dal grande tamburo convesso su cui i imposta la lanterna prima concava(nella parte bassa) poi convessa nella parte superiore

  11. Borromini progettò un edificio assolutamente originale e innovativo sia nella struttura che nella complessità di articolazione dei volumi esterni ed interni. Ogni elemento ha un forte valore simbolico richiamando l’emblema dell’ape, simbolo della famiglia Barberini, committente dell’opera. La lanterna che sormonta all’esterno la cupola ha una forma elicoidale e sembra torcersi su se stessa. Pianta e cupola hanno un’impostazione di forma esagonale nata dalla fusione di due triangoli equilateri. Anche qui si alternano spazi concavi e convessi

  12. Francesco Borromini - SAN CARLINO ALLE QUATTRO FONTANE dal 1634 Roma La chiesa è dedicata a San Carlo Borromeo e prende il nome dalla sua collocazione attigua ad una piccola piazza agli angoli della quale sono poste quattro fontane La chiesa ha dimensioni molto ridotte e nella commissione era prevista anche la realizzazione di un chiostro, il refettorio e il convento. Ma Borromini, suicida nel 1667 non riuscì a vedere l’opera finita. La facciata è dinamicamente mossa dall’alternanza di spazi concavi laterali e convessi centrali. Il cornicione marcapiano segue lo stesso andamento Ogni elemento decorativo e strutturale è studiato nei minimi dettagli: le colonne corinzie, le nicchie e le sculture. Pianta ellittica con absidi poco profonde e strutturate su curve che dilatano e restringono lo spazio interno.

  13. Spicca il verticalismo dell’edificio grazie alle colonne giganti corinzie realizzate in stucco bianco per esaltare la luminosità della chiesa. La cupola ha un’impostazione ovale ed è costruita in laterizio ed è decorata con cassettoni ottagonali e cruciformi

  14. Guarino Guarini CAPPELLA DELLA SINDONE 1666 Torino, Duomo di Torino

  15. Gianlorenzo Bernini - SANT’ANDREA AL QUIRINALE

  16. GLI ARCHITETTI DEL BAROCCO SI OCCUPANO ANCHE DI URBANISTICA REALIZZANDO OPERE FONDAMENTALI. TRA QUESTI GIANLORENO BERNINI CHE PROGETTÓ UNA DELLE OPERE PIÚ IMPORTANTI DELLA STORIA DELL’ARTE: PIAZZA SAN PIETRO A ROMA Nel 1656 papa Alessandro VII affidò a Bernini la progettazione della piazza antistante la Basilica di San Pietro. Bernini progettò una piazza costituita dalla fusione di una trapezio e di un’ellisse. Inoltre pensò a due colonnati perimetrali che, partendo dalla facciata della basilica, ricreassero l’effetto di un abbraccio capace di accogliere migliaia di fedeli radunati per ottenere la benedizione del pontefice. Al centro si trova un obelisco che in età imperiale si trovava nel circo di Nerone. Ai lati sono collocate due fontane.

  17. Il colonnato è costituito da 284 colonne doriche e 88 pilastri disposti su quattro file. Regge una trabeazione al di sopra della quale sono collocate delle statue, una in corrispondenza di ogni colonna.

  18. SCULTURA BAROCCA CON IL BAROCCO LA SCULTURA DIVENTA PROTAGONISTA ASSOLUTA NELLA DECORAZIONE DI PIAZZE, STRADE, PALAZZI E CHIESE. • LE SCULTURE DIVENTANO SEMPRE Più ARDITE CON • POSE DINAMICHE CHE SEGUONO UN MOVIMENTO A SPIRALE CHIAMATO “A SERPENTINA” E CAPACE DI CREARE NELLO SPETTATORE LO STUPORE DI FIGURE AL LIMITE DELL’INSTABILITà • GESTI ED ESPRESSIONI ESASPERATE E TEATRALI PER AUMENTARE L’EFFETTO REALISTICO E SCENOGRAFICO • USO DI MATERIALI DIFFERENTI COME I MARMI POLICROMI, BRONZO, MATERIALI PREZIOSI, STUCCHI Francesco Mochi ANGELO ANNUNCIANTE e ANNUNCIATA 1605-1608 Marmo, 185 cm e210 cm Orvieto, Museo dell’opera del Duomo Cappella del Crocifisso 1682-1690 Palermo, Duomo di Monreale CON LO SVILUPPO DELLA SCULTURA SI DIFFONDONO A ROMA SOPRATTUTTO LE FONTANE IN CUI ARCHITETTURA E SCULTURA DIVENTANO UNA COSA SOLA CREANDO EFFETTI STRAORDINARI Pietro Bernini - BARCACCIA 1610, Roma, Piazza di Spagna

  19. Bernini ricevette la commissione dal Cardinale Scipione Borghese per quattro gruppi scultorei. Per l’Apollo e Dafne Bernini decise di scolpisce il momento culminante della vicenda raccontata da Ovidio nelle Metamorfosi: Apollo viene indotto da Eros ad innamorarsi della ninfa Dafne, viceversa Dafne viene indotta a rifuggire da Apollo. Pur di scampare a questo amore Dafne chiede al padre, il dio fluviale Peneo, di fare qualsiasi cosa per aiutarla. Apollo ha raggiunto Dafne che però si sta già trasformando: i suoi piedi stanno diventando radici, le sue mani in rami carichi di foglie, la vita è già la corteccia dell'albero. Dafne diventò una pianta di alloro e da quel momento Apollo si cingerà la testa con le sue fronde. Bernini crea una messa in scena teatrale nella quale l'occhio dello spettatore segue lo sviluppo della trasformazione. Eccezionale è il modo in cui Bernini ritrae il volto terrorizzato di Dafne e quello stupito di Apollo La composizione si struttura sul doppia movimento ad arco con un gioco di linee e superfici curve. Inoltre il gruppo è fortemente sbilanciato in avanti e crea l’illusione che le sue figure possano muoversi liberamente nello spazio Il marmo viene lavorato in modo sapiente tanto da assumere la consistenza dei differenti materiali che ritrae: le foglie, la corteccia rugosa, le pelli levigate e morbide, la forza e la durezza della roccia… Gian Lorenzo Bernini APOLLO E DAFNE 1622-1625 Marmo di Carrara, altezza 243 cm Roma, Galleria Borghese

  20. Dettagli di Apollo e Dafne

  21. Gian Lorenzo Bernini - DAVID 1623-1624Marmo bianco, 170 cm Roma, Galleria Borghese Bernini fissa il momento culminante dell’azione quello in cui David sta per lanciare la pietra La torsione del corpo e delle braccia contratte sulla fionda e il volto concentrato nello sforzo del momento La sua posizione esaltano nello spettatore la percezione dello  sviluppo dell'azione. Ai piedi di David ci sono una corazza e una cetra che qui si conclude con una testa d'aquila, emblema celebrativo del casato Borghese

  22. Ratto di Proserpina 1621-1622Marmo bianco, 235 cm Roma, Galleria Borghese Anche qui è fissato il culmine dell’azione: Plutone che cattura Proserpina per condurla nell’Ade I muscoli di Plutone sono tesi nello sforzo di sostenere il corpo di Proserpina che si sta divincolando tanto che le mani del dio “entrano” nella carne di lei, evidenziandone la morbidezza Bernini unisce lo stile di maniera di Giambologna a quello dei modelli antichi e riesce a creare una composizione senza precedenti o eguali per forza plastica e l'intensità espressiva. Anche qui Bernini sfiora i limiti fisici del marmo

  23. Estasi di Santa Teresa 1647-1652 marmo, stucco e bronzo dorato, 350 cm altezza Roma, Chiesa di Santa Maria della Vittoria L’opera fu commissionata dal cardinale Federico Cornaro per la cappella di famiglia Bernini concepisce lo spazio della cappella come quella di un piccolo teatro con il palco su cui si trova la scena principale dell’estasi della santa, e palchi laterali sa cui si affacciano gli astanti – i membri della famiglia Cornaro- che assistono all’evento L’opera è concepita per essere guardata da un unico punto di vista frontale La cappella è coperta da una volta affrescata ed è impreziosita da marmi policromi. Bernini mette in atto la sua teoria del “bel composto” con la perfetta unione di pittura, scultura e architettura

  24. La freccia tenuta in mani dall’angelo e con la quale sta per trafiggere la santa è il simbolo dell’amore di Dio che raggiunge il cuore di chi decide di seguirlo I raggi, realizzati in bronzo dorato e posti sullo sfondo, sono collocati al di sotto di una finestra reale da cui entra la luce, rappresentano la luce divina. “Mi apparve un angelo bellissimo che teneva in mano una lancia d’oro. La freccia mi colpì più volte nel cuore. Mi lamentai per il dolore, però era tanto dolce che non desideravo liberarmene. Nessuna gioia terrena può dare un simile appagamento. Quando l’angelo estrasse la sua lancia, rimasi con un grande amore verso Dio” S. Teresa d’Avila Bernini, con grande abilità tecnica, riesce a creare l’effetto di sospensione a mezz’aria delle due figure, poggiate sulle nuvole Il marmo viene lavorato con una perizia tecnica tale da perdere ogni rigidità ed evocare le morbidezze del tessuto

  25. Beata Ludovica Albertoni 1672-1673 marmo Roma, Chiesa di San Francesco di Ripa

  26. Gianlorenzo Bernini Fontana dei quattro fiumi 1651 marmo e travertino, oltre 30 m di altezza Roma, Piazza Navona Fu commissionata da papa Innocenzo X Pamphili per il centro di Piazza Navona, dove in antichità sorgeva lo stadio dell’imperatore Domiziano. Lo scopo era quello di “offrire una salubre amenità a chi passeggia, bevanda a chi ha sete, occasione a chi medita”. La fontana rappresenta la totalità del mondo conosciuto e l’universalità della Chiesa. Molte sono le leggende intorno a questa fontana e tutte vertono nell sostenere e rafforzare la tesi dell’antagonismo fortissimo tra Bernini e Borromini. Una di queste racconta che Bernini, per ottenere la commissione della realizzazione della fontana da Innocenzo X, regalò un modello in argento dell'opera, alto un metro e mezzo, alla cognata del Papa la quale convinse il pontefice a concedere il lavoro appunto al Bernini che, così facendo, spiazzò la concorrenza del Borromini. Papa Innocenzo X Pamphili, succeduto a Urbano VIII Barberini, voleva “cancellare” l’operato del suo predecessore, quindi anche di non avvalersi dei suoi artisti, tra i quali c’era Bernini. Ma la bravura dell’artista riuscì a superare qualsiasi ostilità e pregiudizio. CURIOSITÁ Le spese per la realizzazione della fontana furono talmente elevate che, per finanziarle, il papa ricorse ad una tassazione sul pane

  27. Sullo scoglio si trovano quattro figure umane, personificazioni dei quattro principali fiumi del mondo, uno per continente: Danubio, Rio della Plata, Gange e Nilo. Queste vennero realizzate da quattro aiuti di Bernini. Bozzetti preparatori della fontana dei quattro fiumi argilla e legno

  28. Presenta una vasca ellittica avente al centro un grande scoglio su cui si erge un obelisco, ritrovato nel 1647 al circo di Massenzio, sulla via Appia. Sulla sua sommità è collocata una colomba, in bronzo, con il ramo d’ulivo (simbolo araldico della famiglia Pamphili) Sotto le statue compaiono animali e piante dei quattro continenti: un cavallo, un leone chino per bere, un delfino, un piccolo drago e un serpente terrestre e uno marino. La gigantesca palma sembra mossa dal vento

  29. Il Danubio – Europa Indica gli stemmi della famiglia Pamphilj che compaiono sul monumento. Questo testimonia l’intento celebrativo della fontana che vuole sottolineare la forza e l’autorità religiosa del pontefice sul mondo intero LE QUATTRO DIVINITÁ FLUVIALI ASSUMONO POSE DIFFERENTI SUSCITANDO NELLO SPETTATORE UN’IDEA DI MOVIMENTO E MUTEVOLEZZA DELLE POSE. I VOLTI E I CORPI POSSENTI RIVELANO UN LEGAME FORTISSIMO CON L’ARTE CLASSICA

  30. il Nilo - Africa si copre il volto con un panneggio, facendo riferimento al fatto che di questo fiume le sorgenti erano sconosciute e rimasero ignote fino alla fine del XIX secolo,

  31. Rio della Plata - America Ha vicino a se alcune monete simboleggiano il colore argenteo delle acque. Il braccio sollevato evoca la paura che la facciata della chiesa verso cui l’uomo è rivolto, crolli. Si tratta della chiesa di Sant’Agnese in Agone, realizzata da Bernini Gange – Asia Ha in mano un lungo remo che suggerisce la navigabilità del fiume

  32. PITTURA BAROCCA CON IL BAROCCO LA PITTURA SVILUPPA SOGGETTI SACRI E MITOLOGICI • INOLTRE • DIVENTA SEMPRE Più ILLUSIONISTICA • LA PROSPETTIVA DIVIENE SEMPRE PIÚ COMPLESSA E ARDITA. • LO SPAZIO SI DILATA CREANDO L’ILLUSIONE DI INFINITO • LE COMPOSIZIONI OCCUPANO SUPERFICI SEMPRE PIÚ GRANDI Giovanni Battista Gaulli TRIONFO DEL NOME DI GESÚ 1674 – 1679 Affresco e stucco Roma, Chiesa del Gesù

  33. Pietro da Cortona Trinità in gloria fra Santi 1648 c. affresco Roma, Santa Maria in Vallicella L’affresco è dipinto su una vera cupola e Pietro da Cortona crea l’illusione di uno spazio infinito capace di attirare l’occhio verso l’alto grazie alle figure fortemente scorciate che convergono verso il centro creando un vortice di colore, luce e corpi.

  34. Pietro da Cortona TRIONFO DELLA DIVINA PROVVIDENZA 1633-1639 Roma, Palazzo Barberini • Celebra l’apoteosi della Divina Provvidenza e la famiglia di Maffeo Barberini, diventato papa Urbano VIII. • Viene dipinta una moltitudine di figure ripartine in cinque scene differenti. • - Quattro laterali ritraggono quattro episodi della mitologia: • Una centrale maggiore con il trionfo della Divina Provvidenza • Ad incorniciare il tutto una quadratura architettonica monocroma decorata con telamoni e tritoni che sorreggono finti medaglioni bronzei. La decorazione è arricchita con conchiglie, ghirlande, delfini, allegorie e animali che personificano le virtù papali. • TUTTO CONCORRE A FONDERE LO SPAZIO DIPINTO E LO SPAZIO REALE. • DOMIINA L’EFFETTO SCENOGRAFICO E ILLUSORIO CREATO CON L’USO SAPIENTE DELLA PROSPETTIVA, DEGLI SCORCI E DELLA LUCE, La Divina Provvidenza è circondata da PRUDENZA, GIUSTIZIA, MISERICORDIA, VERITÁ e BELLEZZA

  35. ROMA e RELIGIONE Sostengono la tiara papale e le chiavi pontificie FEDE, SPERANZA, CARITÁ Sorreggono una corona di lauro che incornicia tre api – emblema Barberini TRE PARCHE Cloto, Lachesi e Atropo che tessono la tela del destino degli uomini DIVINA PROVVIDENZA seduta sulle nuvole e avvolta dalla luce IL TEMPO Con la falce in mano che sta divorando i suoi figli

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