1 / 67

Lezione 11 Spesa aggregata

Lezione 11 Spesa aggregata. ultimo aggiornamento 25 maggio 2011. Sommario. Indice della lezione spesa aggregata moltiplicatore politica fiscale commercio estero. Produzione potenziale ed effettiva. La produzione effettiva di una economia non è sempre al suo livello potenziale

ping
Download Presentation

Lezione 11 Spesa aggregata

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Lezione 11Spesa aggregata • ultimo aggiornamento 25 maggio 2011

  2. Sommario Indice della lezione • spesa aggregata • moltiplicatore • politica fiscale • commercio estero

  3. Produzione potenziale ed effettiva • La produzione effettiva di una economia non è sempre al suo livello potenziale • le risorse disponibili possono essere meno che pienamente utilizzate • al contrario le risorse possono essere utilizzate oltre il loro livello “naturale” • Le questioni di cui ci occuperemo di qui in poi sono • come sia possibile che il prodotto non sia al suo livello potenziale • quali siano le forze che riportano la produzione al suo livello potenziale

  4. Produzione potenziale ed effettiva • Nel modello economico classico, le situazioni di non pieno utilizzo delle risorse, o di loro utilizzo eccessivo, non possono persistere in equilibrio • le variazioni dei prezzi servono proprio ad eliminare situazioni di eccesso di domanda o eccesso di offerta su tutti i mercati • Nell’approccio keynesiano all’equilibrio macroeconomico i prezzi non sono completamente e illimitatamente flessibili • viene introdotta una distinzione tra breve periodo e lungo periodo

  5. Breve e lungo periodo macroeconomico • Nel lungo periodo i prezzi tornano flessibili e garantiscono che la produzione aggregata effettiva ritorni al suo livello potenziale • Nel breve periodo i prezzi non sono completamente flessibili e questo dà luogo a degli scostamenti tra produzione effettiva e potenziale • la distinzione tra breve e lungo periodo in macroeconomica non ha niente a che vedere con il breve e lungo periodo in microeconomia • in microeconomia si concentrava l’attenzione sull’aggiustamento dei fattori produttivi

  6. Breve e lungo periodo macroeconomico • in macroeconomia si concentrava l’attenzione sulla flessibilità dei prezzi • I prezzi non sono flessibili nel breve periodo a causa • di vincoli contrattuali, che limitano la libertà dell’impresa di modificare immediatamente i prezzi di vendita • di incompleta informazione da parte delle imprese, che devono interpretare i segnali che gli giungono dai mercati e decidere se è in atto una lievitazione generale dei prezzi, a cui sarebbe meglio adeguarsi, oppure se sta aumentando solo il prezzo del loro bene, e allora sarebbe bene produrre di più

  7. Breve e lungo periodo macroeconomico • della speciale funzione che ha il prezzo in mercati in cui i beni sono disomogenei e ogni impresa stabilisce un legame consolidato con la propria clientela; variazioni di prezzo possono disorientare la propria clientela se interpretate non come effetto di una variazione generalizzata dei prezzi ma come una modifica della politica di prezzo dell’impresa di loro maggiore fiducia; ciò fa sì che le imprese mutino i loro prezzi con cautela, posticipando quanto possibile le variazioni • In altre parole, la modifica del prezzo ha dei costi e questo introduce una rigidità nel processo di loro adeguamento

  8. Prodotto determinato dalla domanda • Se i prezzi non sono flessibili, viene a mancare il meccanismo che assicura il pieno utilizzo delle risorse • nel breve periodo possono esistere risorse produttive inutilizzate • in queste condizioni le imprese aumentano volentieri la propria produzione se c’è un aumento di domanda • In presenza di capacità produttiva inutilizzata e di prezzi non flessibili la quantità prodotta viene determinata dalla domanda • situazione capovolta rispetto a quanto avveniva nel modello classico

  9. Prodotto determinato dalla domanda • nel modello classico era l’offerta che creava la propria domanda aggregata, tramite variazioni del tasso di interesse • nel caso di prezzi non flessibili è la domanda che determina l’offerta • Inizialmente, per semplicità, si suppone che i salari e i prezzi siano prefissati e non mutino • questa ipotesi viene successivamente modificata e resa meno perentoria

  10. Il consumo • La spesa aggregata, o domanda aggregata, è pari alla somma di consumi e investimenti AD = C + I • stiamo supponendo per ora una economia chiusa e prescindiamo dalla presenza del settore pubblico • La principale determinante del consumo delle famiglie è il loro reddito disponibile • il reddito disponibile è pari al reddito distribuito dalle imprese al netto delle imposte nette pagate allo Stato, cioè della differenza tra imposte e trasferimenti a favore delle famiglie

  11. Consumo ed reddito disponibile in Italia, 1982-1999

  12. Il consumo • La relazione tra reddito disponibile delle famiglie e spesa per consumo è detta funzione del consumo C = A + cY • A è detto consumo autonomo e rappresenta quella parte del consumo che non dipende dal reddito disponibile • c rappresenta la propensione marginale al consumo, PMgC • la PMgC è un numero compreso tra 0 e 1 e rappresenta l’inclinazione della funzione del consumo

  13. La funzione del consumo

  14. Il risparmio • La funzione del risparmio mostra la relazione tra reddito disponibile e risparmio • Dato che S º Y – C, dalla definizione della funzione del consumo segue che S = - A + (1 – c)Y • (1-c)rappresenta la propensione marginale al risparmio, PMgS • la PMgS è anche un numero compreso tra 0 e 1 e rappresenta l’inclinazione della funzione del risparmio

  15. La funzione del risparmio

  16. Gli investimenti • Gli investimenti sono la spesa sostenuta dalle imprese per beni capitali e per accumulazione di scorte • Inizialmente, per semplicità, si suppone che gli investimenti siano esogeni • qui si intendono soltanto gli investimenti volontari, cioè quelli programmati dalle imprese

  17. Spesa aggregata e prodotto di equilibrio • La spesa aggregata diventa anch’essa una funzione del reddito AD = A + I + cY • L’equilibrio di breve periodo, con salari e prezzi fissi, le imprese producono la quantità domandata da famiglie e imprese Y = C + I • la domanda determina la produzione • la domanda aggregata in equilibrio è pari al reddito • graficamente, la retta a 45 gradi mostra tutti i punti per i quali la spesa aggregata è pari al reddito

  18. La domanda aggregata

  19. Spesa aggregata e prodotto di equilibrio • Graficamente il punto di equilibrio corrisponde all’intersezione tra funzione della domanda aggregata e bisettrice • il punto di intersezione rappresenta l’unico punto in cui la domanda desiderata, che dipende dal reddito, è pari al reddito stesso • al di fuori del punto di equilibrio si ha accumulo o decumulo involontario, non programmato di scorte • la variazione involontaria delle scorte induce le imprese a variare il livello di produzione fino a che non si raggiunge l’equilibrio • nulla garantisce che il prodotto di equilibrio coincida con il prodotto potenziale

  20. Spesa aggregata e prodotto di equilibrio

  21. Accumulo di scorte indesiderate Decumulo indesiderato di scorte Spesa aggregata e prodotto di equilibrio AD Y1 AD1 Reddito di equilibrio: La spesa programmata è pari a quella effettiva e tutto il reddito prodotto viene utilizzato in qualche componente della spesa. In equilibrio le scorte di magazzino non variano AD2 Y2 45o Y2 Y1 Y

  22. Spesa aggregata e prodotto di equilibrio • Nell’equilibrio di breve periodo i fattori produttivi potrebbero non essere pienamente occupati • si potrebbe verificare disoccupazione involontaria • Data la definizione del risparmio, l’equilibrio tra produzione e domanda aggregata corrisponde anche all’equilibrio tra risparmio e investimento I = S • Analiticamente, la produzione di equilibrio è pari a Y* = (A + I)/(1 – c)

  23. Equilibrio tra risparmi e investimenti programmati

  24. Variazione della spesa aggregata • Una variazione di una delle componenti autonome della domanda aggregata, A o I, induce una variazione più che proporzionale del reddito di equilibrio, DY > DI • Il rapporto tra variazione del reddito e variazione della componente autonoma è detto moltiplicatore moltiplicatore = DY/DI > 1 • è un numero maggiore di uno

  25. Variazione della spesa aggregata AD Un aumento degli investimenti sposta la curva di spesa programmata verso l’alto. Le imprese prima riducono le scorte poi aumentano la produzione DI 45o Y AD1=Y1

  26. Variazione della spesa aggregata AD DY Reddito di equilibrio: DI 45o Y AD1=Y1 AD2= Y2

  27. Il moltiplicatore • Perché gli investimenti hanno un effetto moltiplicativo sul reddito? • effetto diretto: la domanda programmata aumenta istantaneamente di DI e questo porta a un aumento di produzione e reddito equivalente • effetto indiretto: il reddito disponibile aumenta; una frazione del nuovo reddito, pari a PMC, aumenta i consumi, quindi la domanda e il reddito aumentano ulteriormente; di questo ulteriore aumento una frazione PMC viene destinato a consumi; e così via

  28. Il moltiplicatore Variazione iniziale: Prima variazione del consumo: Seconda variazione del consumo: Terza variazione del consumo: …. Usando le regole matematiche delle serie:

  29. Il moltiplicatore. Una formulazione alternativa Esprimiamo la condizione di equilibrio Y = C + I in termini di variazioni (tenendo conto che DA = 0): Quindi:

  30. Il moltiplicatore. Un esempio • Si supponga • la riduzione di uno degli investimenti • la propensione marginale al consumo pari a 0,9 • La riduzione finale del reddito è pari a 10 = 1/ (1-0,9)

  31. Il moltiplicatore. Un esempio

  32. Il moltiplicatore. Un esempio

  33. Il paradosso della parsimonia • In presenza di risorse non utilizzate l’aumento del risparmio ha effetti paradossali • l’aumento del risparmio riduce la spesa aggregata • a parità di investimenti il reddito di equilibrio si riduce • Nel lungo periodo, cioè nel modello classico, l’aumento del risparmio ha effetti benefici sul reddito, perché aumenta gli investimenti, il capitale produttivo e quindi le risorse e il prodotto di equilibrio di lungo periodo

  34. S E I A parità di I, un aumento della propensione marginale al risparmio riduce il reddito di equilibrio. Il paradosso della parsimonia S, I S’ E’ Y’ Y* Reddito, prodotto

  35. Settore pubblico e produzione di equilibrio • Nel modello di determinazione del reddito di equilibrio viene inserita la presenza del settore pubblico sotto forma • G, la spesa per beni e servizi, che si aggiunge alle altre componenti della domanda aggregata • NT, la tassazione al netto dei trasferimenti, che riduce il reddito disponibile • In presenza di settore pubblico la domanda aggregata diventa AD = C + I + G • G si aggiunge ad A e I come componente autonoma della domanda aggregata

  36. Settore pubblico e produzione di equilibrio • Le imposte nette riducono il reddito disponibile YD = Y – NT • Y è il reddito nazionale • YD è il reddito disponibile • La tassazione netta è composta dalla somma algebrica di • imposte, che dipendono dal livello della produzione e del reddito • trasferimenti, alcuni dei quali dipendono anch’essi dal livello della produzione e del reddito, per esempio i sussidi di disoccupazione

  37. Settore pubblico e produzione di equilibrio • Per semplicità si suppone che la tassazione netta sia proporzionale al reddito NT = tY • Di conseguenza il reddito disponibile può essere rappresentato come YD = (1- t)Y • t è l’aliquota fiscale netta • Tenendo conto della tassazione netta, la funzione del consumo si modifica • il consumo diventa una funzione diretta del reddito disponibile, non del reddito nazionale

  38. Settore pubblico e produzione di equilibrio • tuttavia, il consumo rimane anche una funzione del reddito nazionale, visto che il reddito disponibile è proporzionale al reddito nazionale • La funzione del consumo, supponendo per semplicità che il consumo autonomo sia nulla, diventa C = c YD = c(1- t)Y • l’aliquota fiscale ha l’effetto di ridurre la propensione marginale al consumo sul reddito nazionale • la funzione del consumo diventa meno inclinata

  39. Settore pubblico e produzione di equilibrio

  40. Settore pubblico e produzione di equilibrio • Anche la funzione della domanda aggregata diventa meno ripida • la presenza di tassazione provoca una rotazione della retta che rappresenta la domanda aggregata • qualsiasi incremento dell’aliquota di tassazione provoca una rotazione della retta che rappresenta la domanda aggregata • Un aumento dell’aliquota fiscale provoca quindi una riduzione del reddito di equilibrio

  41. Settore pubblico e produzione di equilibrio

  42. Settore pubblico e produzione di equilibrio • Un aumento della spesa pubblica incrementa la componente autonoma della domanda aggregata e sposta in alto la retta AD • il reddito di equilibrio aumenta

  43. Settore pubblico e produzione di equilibrio

  44. Moltiplicatore del bilancio in pareggio • Si supponga ora di incrementare contemporaneamente la spesa per beni e servizi e la tassazione dello stesso ammontare • per esempio, si parta da un reddito di equilibrio di 1000, in assenza di intervento pubblico • viene introdotta una spesa pubblica di 200 • viene introdotta una aliquota fiscale netta di 0,2 • il bilancio del settore pubblico dovrebbe risultare in equilibrio perché le entrate pubbliche, calcolate sul reddito iniziale pareggiano le uscite di 200 • Quale è l’effetto sul reddito di equilibrio e sul bilancio pubblico?

  45. Moltiplicatore del bilancio in pareggio

  46. Moltiplicatore del bilancio in pareggio • Il reddito di equilibrio aumenta • l’impulso netto iniziale alla domanda aggregata non è nullo • l’introduzione dell’aliquota fiscale riduce il reddito disponibile di 200 • tuttavia, la spesa per consumi si riduce di un ammontare inferiore a 200 • la spesa per consumi si riduce di c·200 • l’impulso netto iniziale alla domanda aggregata è quindi pari a (1-c)200 • in seguito a questo impulso positivo il reddito di equilibrio aumenta

  47. Moltiplicatore del bilancio in pareggio • nel nuovo equilibrio il bilancio pubblico sarà in avanzo, perché l’incremento di reddito porta le entrate oltre il valore di 200 iniziale • In definitiva, un aumento della spesa pubblica finanziato con un pari incremento delle entrate provoca una espansione del reddito di equilibrio • questo effetto viene chiamato moltiplicatore del bilancio in pareggio

  48. Il moltiplicatore in presenza di tassazione • La presenza di una aliquota della tassazione, riducendo il valore della propensione al consumo sul reddito nazionale, riduce anche il moltiplicatore • lo stesso valore del moltiplicatore si applica a ogni componente della domanda autonoma, A, G, I

  49. Il disavanzo pubblico • Il disavanzo pubblico è dato dalla somma algebrica delle entrate e delle uscite disavanzo = G – NT = G - tY • il livello del disavanzo dipende quindi non solo dalle politiche fiscali, cioè dalle decisione del governo su G e sul t • il disavanzo dipende anche dal livello del reddito • Un aumento della spesa pubblica • aumenta il reddito • aumenta quindi le entrate • aumenta anche il disavanzo

  50. Il disavanzo pubblico

More Related