1 / 33

LA RADIOPROTEZIONE NELLE ATTIVIT A’ SANITARIE:

LA RADIOPROTEZIONE NELLE ATTIVIT A’ SANITARIE:. Criteri di classificazione dei lavoratori e delle zone di lavoro.

paul
Download Presentation

LA RADIOPROTEZIONE NELLE ATTIVIT A’ SANITARIE:

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. LA RADIOPROTEZIONE NELLE ATTIVITA’SANITARIE: Criteri di classificazione deilavoratori e delle zone di lavoro lavoratore esposto: chiunque sia suscettibile,durante l’attivita’ lavorativa, di unaesposizione alle radiazioni ionizzanti superiorea uno qualsiasi dei limiti fissatiper le persone del pubblico. I lavoratori che non sono suscettibili diuna esposizione alle radiazioni ionizzantisuperiore a detti limiti sono da classificarsi lavoratori non esposti. I lavoratori esposti, a loro volta, sonoclassificati in categoria A e categoria B.

  2. I lavoratori esposti sono classificati in categoria A se sono suscettibili di un’esposizionesuperiore, in un anno solare, auno dei seguenti valori: . 6 mSv di dose efficace; . i tre decimi di uno qualsiasi dei limiti didose equivalente: per il cristallino (150mSv in un anno solare), per pelle,mani, avambracci, piedi e caviglie (500mSv in un anno solare). I lavoratori esposti non classificati in categoriaA sono classificati in categoria B.

  3. Per quanto riguarda la classificazionedegli ambienti di lavoro, la normativaprescrive al datore di lavoro di classificaree segnalare gli ambienti in cui epresente il rischio di esposizione alle radiazioniionizzanti e regolamentarnel’accesso. In particolare, viene definita zona controllataun ambiente di lavoro in cui sussistonoper i lavoratori in essa operanti lecondizioni per la classificazione di lavoratoriesposti di categoria A. Viene definita zona sorvegliata un ambientedi lavoro in cui puo’ essere superatoin un anno solare uno dei pertinentilimiti fissati per le persone del pubblico eche non e’ zona controllata.

  4. Sorveglianza fisica La legge prevede che i datoridi lavoro, esercenti attivita’ comportanti la classificazione degli ambienti dilavoro in una o piu zone controllate o sorvegliateoppure la classificazione degliaddetti interessati come lavoratori esposti,assicurino la sorveglianza fisica permezzo di esperti qualificati iscritti in elenchinominativi presso l’Ispettorato medico centrale del lavoro. Sorveglianza medica I datori di lavoro esercenti attivita comportantila classificazione degli addetti interessaticome lavoratori esposti devonoassicurare la sorveglianza medica per mezzo di medici autorizzati, iscritti inelenchi nominativi presso l’Ispettoratomedico centrale del lavoro, nel caso di lavoratoriesposti di categoria A e per mezzo di medici autorizzati o medici competenti nel caso dilavoratori esposti di categoria B

  5. Il tubo a raggi X

  6. Fascioprimario Fonti di rischio in attivita’ radiologica Fonte di rischio maggiore D  corrente·tempo D dipende fortemente da kV

  7. Radiazione diffusa di gran lunga meno intenso del fascio primario La sua intensita’e’ inferiore allo 0.1% dell’intensita’del fascio primario Fonti di rischio in attivita’ radiologica

  8. Radiazione di fuga Fonti di rischio in attivita’ radiologica Per una buona macchina RX, la Radiazione di fuga deve essere Inferiore ad 1 mGy/h ad 1 metro

  9. Rischio da irraggiamento esterno La definizione e la quantificazione del rischioda irradiazione esterna non puo’ prescindereda tre elementi fondamentali: 1. tempo (durata dell’esposizione): determinain maniera lineare, a parita’ dicondizioni di esposizione, l’intensita’dell’esposizione e conseguentementedel rischio radiologico; 2. distanza: la dose di radiazioni seguela legge dell’inverso del quadrato delladistanza rispetto al punto di emissione: D1r12 = D1r12 dove D1 e’ l’intensita’ di dose alla distanzar1 dalla sorgente e D2 e’ l’intensita’ didose alla distanza r2 dalla sorgente(esempio: passando dalla distanza di 1m a quella di 2 m, l’intensita di dosesi riduce di un fattore 4)

  10. 3. disponibilità di schermature: la radiazioneviene attenuata a seguito dell’interazione con il materiale con cuiinteragisce; pertanto, la dose da radiazionein un punto viene ridotta interponendodel materiale tra la sorgentee il punto d’interesse. La quantitae il tipo di materiale necessario dipende dal tipo della radiazione: adesempio le radiazioni X sono penetrantie, nel caso di energie elevate, richiedonospessori considerevoli dipiombo (Pb)

  11. Si osservi in proposito che: l’uso di un grembiule in gommapiombifera di spessore equivalentea 0.25 mm, riduce da 10 a20 volte la dose assorbita e conseguentementeil rischio professionale l’uso di occhiali anti-X, quandoprescritto, porta a livelli trascurabilila dose assorbita dal cristallino.

  12. Lavoratore Categoria A: 80 radiografie al giorno le procedure radiografiche tradizionali Durante l’attivita radiologica tradizionale,il personale staziona normalmente in unbox comandi schermato: un progetto ottimizzato di una sala radiologica garantisceche la dose efficace assorbita dall’operatoresia mediamente dell’ordine di0.1 μSv/radiogramma. Anche utilizzando RX portatili per esamisu pazienti allettati si puo’ stimare uncampo di radiazioni dovuto alla radiazionediffusa variabile da 0.4 a 1 μSv/radiogrammaa 1 m

  13. TAC

  14. TAC In tomografia computerizzata le dosi alpaziente possono essere elevate (dipendentementedallo spessore dello strato edal numero di strati) ma le dosi efficaciassorbite dal personale in sala comandi risultano di solito estremamente basse. Per il personale alla console di una TAC latomografia computerizzata non rappresentauna significativa fonte di rischio. solo in esami particolari, in cui e’ necessariolo stazionamento nelle vicinanze delgantry, il personale e’ interessato a campidi radiazioni rilevanti (da 5 a 20 μGy/strato).

  15. Mammografia Per quanto attiene le proceduremammografiche: con apparecchiaturededicate e procedure ottimizzate le esposizionilavorative risultano di assoluta irrilevanza radioprotezionistica.

  16. Per quanto attiene le proceduredi radiologia dentale: con apparecchiaturededicate e procedure ottimizzate le esposizionilavorative risultano di assoluta irrilevanza radioprotezionistica. Radiologia dentale

  17. Radioimmunologia R.I.A.

  18. Ai fini della protezione dei lavoratori inesso operanti, un Laboratorio RIA deveessere dotato di: sistema di ventilazione adeguatoalla tipologia e alle quantita di sostanzeradioattive in esso utilizzate; una cappa pavimenti a sguscio e superfici lavabiliper facilitare le operazioni di decontaminazione; adeguata strumentazione di monitoraggiodella contaminazione superficiale (monitor per contaminazioni superficiali); deposito per lo stoccaggio e il decadimentodi rifiuti liquidi e solidi radioattivi, prima del loro smaltimento. Di solito il rischio di irradiazione esternae’ praticamente trascurabile in tali attivita’a meno che non si utilizzino beta emettitoridi alta energia; ai fini della protezionedai rischi di irradiazione interna e’ indispensabile utilizzare tutti i dispositivi diprotezione individuali disponibili e in particolareguanti monouso da utilizzare durantela manipolazione del tracciante.

  19. Medicina nucleare La Medicina nucleare si occupa dellostudio della morfologia e della funzionalita’ di alcuni organi del corpoumano, utilizzando sorgenti emittentinon sigillate (energia dei fotoni emessi:da 100 a 400 keV circa). L’esame scintigrafico viene effettuatosomministrando al paziente, principalmenteper via endovenosa, una sostanzaradioattiva legata ad un compostochimico (tracciante) diverso a secondadell'organo che si desidera studiare.

  20. Alla base della formazione di una immagine scintigrafica e’ la possibilita, accostando al corpo del paziente un rivelatore di radiazioni, di rivelare i fotoni emessi dalla sostanza somministrata; i segnali prodotti dal rivelatore, opportunamente processati da un sistema elettronico, forniscono a video l’immagine della distribuzione del tracciante. L’insieme costituito dal rivelatore e dal sistema elettronico di elaborazione del segnale viene chiamatocomunemente gamma camera.

  21. Alcune tabelle utili……

  22. Parametri di interesse per radioisotopi utilizzati “in vivo” Parametri di interesse per radioisotopi utilizzati “in vitro” Per esposizione CONTINUA 40 h settimanali Cat. A: 0.5 Sv/h

  23. Misure di prevenzione e protezione in Medicina nucleare La protezione dei lavoratori, in un Serviziodi Medicina nucleare, si fonda in largamisura su accorgimenti progettuali; unServizio di medicina nucleare deve infattiessere caratterizzato da: sistemi di ventilazione che convoglinol’aria dalle zone fredde alle zone caldee garantiscano adeguati ricambi diaria; un locale apposito per la manipolazionedi radionuclidi (camera calda); pavimenti a sguscio e superfici lavabiliper facilitare le operazioni di decontaminazione; percorsi differenziati in ingresso e inuscita dal reparto e una zona di decontaminazione; adeguata strumentazione di monitoraggio della contaminazione superficiale(monitor mani - piedi, monitorper contaminazioni superficiali) un deposito per lo stoccaggio e ildecadimento di rifiuti liquidi e solidi radioattivi, prima del loro smaltimento.

  24. Rifiuti radoattivi Nell’esercizio delle attivita’di diagnostica in vivo vengono prodotti,di norma, solo rifiuti radioattivi in formasolida e liquida, a condizione che: a) i vapori o gas radioattivi, peraltro prodotti normalmente in piccole quantita’,vengano filtrati prima della loro immissionein ambiente da parte degliimpianti di ventilazione e/o condizionamentodi cui sono normalmente dotatele strutture di medicina nucleare; b) si provveda alla sostituzione programmatadei filtri assoluti e/o a carboneattivo dei servizi di medicina nucleareal fine di mantenerne inalterata lafunzionalita’ e il potere filtrante.

  25. Rifiuti radoattivi solidi I rifiuti solidi derivanti dall’uso di sostanzeradioattive a scopo diagnostico in vivosono principalmente costituiti da: •siringhe, provette e contenitori vuoti disostanze radioattive; •materiale di medicazione; •biancheria contaminata; • materiale venuto a contatto con escretidi pazienti sottoposti ad esame scintigrafico(pannoloni, teli, cateteri, sondini,etc); • materiale di consumo utilizzato in cameraoperatoria e venuto a contatto con pazienti portatori di radioattivitasottoposti a intervento chirurgico • materiali utilizzati per operazioni di lavaggioe decontaminazione; • filtri degli impianti di estrazionedell’ariadei servizi di Medicina nucleare

  26. Rifiuti radoattivi liquidi I principali rifiuti liquidi derivanti dall’uso disostanze radioattive non sigillate a scopodiagnostico in vivo, sono costituiti da: •residui di soluzioni somministrate,costituiti da piccoli volumi con attivita’ inferiore, in genere, al centinaio diMBq. •acque utilizzate per il lavaggio divetrerie o altri oggetti contaminati,con un volume non precisabile e attivita’massima dell’ordine di qualche kBq; •acque di lavaggio di biancheriacontaminata, con volume non precisabilee attivita’ non stimabili a priori macomunque estremamente contenute; •escreti dei pazienti, di solito raccoltiin sistemi di vasche.

  27. I rifiuti vanno controllati e conservati in attesa del loro decadimento Possono essere smaltiti nel rispetto delle leggi solo quando la loro attivita’ specifica (Bq/kg) e’ scesa sotto ai livelli previsti dalla normativa europea vigente.

More Related