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Ricostruire il tessuto “intimo” della società: esperienze e pratiche “equonomiche”

Società S. Vincenzo de Paoli - corso di formazione. Ricostruire il tessuto “intimo” della società: esperienze e pratiche “equonomiche”. Bergamo, 29 ottobre 2010 Francesca Forno Università degli Studi di Bergamo. Punti centrali. Il problema di fondo Capitale sociale e coesione sociale

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Ricostruire il tessuto “intimo” della società: esperienze e pratiche “equonomiche”

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Presentation Transcript


  1. Società S. Vincenzo de Paoli - corso di formazione Ricostruire il tessuto “intimo” della società: esperienze e pratiche “equonomiche” Bergamo, 29 ottobre 2010 Francesca Forno Università degli Studi di Bergamo

  2. Punti centrali • Il problema di fondo • Capitale sociale e coesione sociale • La perdita del tessuto intimo della società Alcune spiegazioni ricercate a livello “meso” • Capitale sociale e associazionismo • Punti critici della relazione capitale-associazionismo oggi • Alcuni risultati provenienti da una ricerca sull’associazionismo in Lombardia • Riportare l’economia all’interno della società (ovvero di agire non solo nel momento della “redistribuzione” ma anche nel momento della “produzione”) • Alcune esperienze e “pratiche” di altra economia

  3. Il problema di fondo • Le trasformazioni legate al processo di trasformazione delle società contemporanee (globalizzazione, internazionalizzazione dei mercati) stanno fortemente incidendo sul benessere generale della nostra società riaprendo vecchie problematiche (aumento delle disuguaglianze sociali) e diffondendo sentimenti di “incertezza” tra i cittadini • La società dell’incertezza favorisce il disimpegno e non la solidarietà • La sottorappresentazione di alcune componenti sociali nella “politica” (donne, giovani, e altre “quote deboli”) genera pericolosi “circoli viziosi” che si riflettono anche sull’indebolimento dei legami sociali • L’allentamento dei legami tra le diverse componenti della società mette a rischio la coesione sociale aumentando la possibilità che si generino nuovi conflitti

  4. Società e coesione sociale Nella società moderna la cooperazione tra individui è garantita dalla presenza di istituzioni e di organizzazioni formali che permettono una cooperazione efficiente Tuttavia la cooperazione sociale non è solo il risultato delle istituzioni e delle organizzazioni formali, bensì comprende anche quei tipi di relazioni e interazioni che possiamo definire come il tessuto intimo della società

  5. In altri termini, la cooperazione tra individui è facilitata da certi caratteri del tessuto complessivo di relazioni L’insieme delle relazioni interpersonali, formali ed informali, tra i membri della società è definito capitale sociale

  6. Capitale sociale e coesione sociale Con capitale sociale si intende il tessuto di relazioni di cui è dotata una determinata società, una sorta di bene pubblico, del quale usufruisce l’insieme dei partecipanti Il capitale sociale permette la “reciprocità sociale”, rendendo possibile la stessa società (garantendo cioè la coesione sociale)

  7. La società di oggi I tessuti sociali a maglie larghe caratterizzano le società contemporanee. Le maglie larghe lasciano all’individuo maggiori margini di libertà, ma contengono in sé anche maggiori pericoli di isolamento e di frammentazione sociale La società di ieri I tessuti sociali a maglie strette caratterizzano i contesti sociali tradizionali in cui prevale lo spirito di collettività. In questi contesti l’individuo è sicuramente più limitato nella sua azione ma è protetto dai legami di solidarietà

  8. La perdita del tessuto intimo della società • Si dice spesso che le società contemporanee stiano perdendo le qualità del tessuto intimo della società • Questo costituirebbe un vero e proprio rischio per la tenuta della coesione sociale

  9. Un indicatore spesso utilizzato per misurare il livello di coesione sociale è il grado di fiducia che gli individui provano nei confronti di altri individui Grado di fiducia (valori %) Fonte Iref, Nono Rapporto sull’associazionismo sociale 2006

  10. La sfiducia sociale erode il cemento che tiene unita la società: si ricorre alla parentela, isolandosi dalle relazioni più ampie di cittadinanza. È così che può svilupparsi un atteggiamento di indifferenza (se non di avversione) verso la comunità politica

  11. Capitale sociale e associazionismo Il punto di vista offerto dal nuovo concetto ha permesso un’idea complessa di organizzazione sociale, che tiene insieme aspetti razionalizzati e spontanei, e una visione più articolata delle relazioni sociali nelle società moderne

  12. La ricerca si è posta due principali obiettivi, capire: • Come far convivere risorse di capitale sociale informale nelle grandi organizzazioni formali? • Come scoprire e coltivare risorse di capitale sociale in situazioni difficili, dove questo non è valorizzato ma è potenzialmente presente?

  13. A questo proposito negli ultimi anni si è diffusa l’idea che il capitale sociale sia maggiormente diffuso dove c’è una società civile vibrante che si auto-organizza

  14. Il nesso tra vitalità delle organizzazioni civiche e il buon funzionamento democratico si produce principalmente in due modi: Il ruolo dell’associazionismo • da una parte aggregando le istanze diverse della cittadinanza e trasformandole in istanze politiche, tramite forme democratiche e competenti; • dall’altro fornendo ai cittadini una sorta di “palestra di democrazia”, educandoli all’azione collettiva e all’impegno pubblico.

  15. La ricerca dimostra che ad essere più fiduciosi nei confronti dell’ “altro generalizzato” sono coloro che mostrano un coinvolgimento più diretto nell’agorà democratica La partecipazione è un antidoto contro l’indifferenza e l’isolamento sociale.

  16. Relazioni orizzontali di reciprocità FIDUCIA [condivisione di norme e valori] ASSOCIAZIONISMO (forme di auto-organizzazione della società) CAPITALE SOCIALE Cooperazione/Coesione sociale

  17. Punti critici della relazione capitale sociale-associazionismo oggi La ricerca suggerisce di guardare al: grado di professionalizzazione delle associazioni Il fund-raising e lobbying nei confronti delle istituzioni politiche, avrebbe portato ad una sostanziale diminuzione dell’interesse delle associazioni verso strategie di coinvolgimento diretto della cittadinanza e ad una generale depoliticizzazione delle proprie attività • crescita di forme organizzative che privilegiano un coinvolgimento degli associati su singole attività pratiche • frammentazione e di particolarismo che in alcuni casi ha portato anche al rifiuto dell’azione politica e all’apatia A questi mutamenti nell’organizzazione delle associazioni sono attribuite conseguenze dirette sulla qualità della vita democratica di una società.

  18. La professionalizzazione dei canali di mediazione e organizzazione degli interessi sociali I tradizionali canali di mediazione degli interessi non riescono più a svolgere la loro funzione principale: aggregare e mediare le domande sociali. A questo riguardo si sottolinea spesso come i partiti abbiano perso il loro legame con la società. Lo spostamento di ambito d’azione prioritario dallasocietà allo stato, tuttavia, non ha riguardato solo i partiti. Il processo di progressivo allontanamento dalla società ha coinvolto anche importanti settori dell’associazionismo

  19. Rapporto associazioni/istituzioni Istituzioni associazioni Domanda Sociale

  20. Questo processo ha radicalmente cambiato la natura e la funzione delle associazioni Tradizionalmente le associazioni sono state identificate come luoghi all’interno dei quali si diffondeva lo spirito della cooperazione, della solidarietà e dell’impegno civico.Per questo molti studiosi (Tocqueville, Putnam…) hanno parlato delle associazioni come “palestre di democrazia” Spesso, oggi, le associazioni dimostrano una maggiore efficienza, ma molti settori dell’associazionismo hanno perso la loro capacità di produrre capitale sociale

  21. La ricerca di PolisLombardiahttp://www.polislombardia.it/ La ricerca PolisLombardia è stata coordinata dal Roberto Biorcio – Università Milano-Bicocca ed è in corso di pubblicazione con il seguente titolo: Tocqueville a Milano. Le reti associative fra adattamento, conflitto e innovazione a cura di Roberto Biorcio e Tommaso Vitale La Lombardia Regione tra le più ricche del paese, intenso sviluppo economico e sociale Regione da sempre caratterizzata da un forte sviluppo dell’associazionismo in diversi settori non solo tempo libero, ma anche di tipo socio-assistenziale, attività culturale, educativo e impegno civile

  22. Il disegno della ricerca Due tipi di questionari: Scheda sull’associazione Questionario rivolto agli associati 161 organizzazioni selezionate con criteri di rappresentatività all’interno di specifiche aree tematiche (14) Survey rappresentativa della popolazione lombarda Struttura interna Reti interorganizzative Relazioni con le istituzioni Orientamento civico

  23. Struttura interna • Molti membri passivi (“chequebook participation”) • Generalmente le associazioni più vecchie tendono ad avere il più alto numero di membri passivi e sono anche le più grosse per numero di associati • Le organizzazioni fondate negli ultimi 10 anni sono le più ristrette in numero di attivisti • Aumento del livello di formalizzazione e professionalizzazione • Il livello di professionalizzazione è più alto tra le organizzazioni “storiche” • I nuovi gruppi hanno un livello di professionalizzazione più basso ma non si notano molte differenze sul livello di formalizzazione

  24. Reti interorganizzative (legami orizzontali) Diminuzione dei legami tra organizzazioni (particolarmente visibile nelle organizzazioni di piccola dimensione) La collaborazione con altri gruppi è più alta tra le associazioni fondate prima degli anni ’90 La maggior parte delle organizzazioni, 70%, dichiara di non identificarsi con alcuna area politica specifica o movimento sociale Le associazioni con meno di 20 membri registrano il livello minore di contatti interorganizzativi

  25. Relazioni con le istituzioni(legami verticali) Forte relazione tra le associazioni del campione e le istituzioni: solo il 23% delle organizzazioni del campione NONhanno rapporti con le istituzioni I maggiori rapporti sono con le istituzioni locali

  26. Tempo Vs. Denaro • Le associazioni tendono a valorizzare sempre più la risorsa “denaro” anziché quella “tempo” come dimostra la concentrazione della loro azione verso la costruzione di reti verticali con gli attori pubblici e privati piuttosto che con altre associazioni • In particolare, in Lombardia, questo è anche la conseguenza dell’adozione di politiche sociali che hanno favorito l’esternalizzazione di alcuni servizi pubblici, politiche che hanno spinto l’associazionismo ad assumere compiti gestionali ed erogativi sempre maggiori perdendo la capacità “critica” (e quindi politica) che consisterebbe nella messa in discussione il sistema che genera diseguaglianze.

  27. Orientamento civico Aumento del numero di associazioni dedicate principalmente alla produzione/gestione di servizi Diminuzione delle attività di promozione della partecipazione diretta dei propri associati Tendenza a ‘localizzare’ la propria azione (molte associazioni agiscono prevalentemente in ambito locale) La localizzazione dell’azione corrisponde anche ad un restringimento/riduzione dell’orizzonte discorsivo dei diversi gruppi, con un aumento dell’autoreferenzialità delle associazioni.

  28. Quali conseguenze? • A livello collettivo • Diminuzione della capacità “politica” della associazioni • A livello di individuo • Perdita di fiducia interpersonale • Isolamento sociale • Aumento del senso di insicurezza sociale • Isolamento sociale significa anche cittadini più influenzabili dai mezzi di comunicazione di massa o da “imprenditori della paura” • In generale si rileva una diminuzione del senso di efficacia politica e la diffusione di sentimenti qualunquisti tra la cittadinanza

  29. Riportare l’economia all’interno della società [...] Assistiamo inerti, e ipocritamente sconsolati, all’aumento dell’ineguaglianza. Occorre invece intervenire anche sul momento della produzione della ricchezza. Agire sulla sola redistribuzione è, nelle condizioni attuali, troppo tardi. All’impresa è dunque chiesto di diventare “sociale” nella normalità della sua attività economica [Bruni e Zamagni 2004, p.19]

  30. L’area dell’altra economia e la creazione di “circuiti economici nuovi” • Commercio equo e solidale • La microfinanza • I “Distretti di Economia Solidale” • Turismo responsabile • Nuove mutualità (G.A.S., Banche del tempo)

  31. Come e su quali piani agiscono i soggetti dell’altra economia • Livello culturale - creano nuove rappresentazioni • Livello economico - facilitano la costruzione di reti economiche per la sostenibilità • Livello politico - favoriscono la costruzione di forme di regolazione volontaria (soft low) per i diritti umani e la tutela dell’ambiente

  32. Nuove forme di mutualità • La crisi economica porta ad un cambiamento di scala nell’azione dei gruppi dell’altra economia segnato (in Italia) dal rafforzamento e diffusione principalmente (ma non unicamente) dei gruppi G.A.S. • Sui territori iniziano a nascere reti e distretti di economia solidale che mettono in contatto lavoratori “deboli” – piccoli artigiani, agricoltori, cooperative (es. Dolci Evansioni, Libera Terra) - con i consumatori critici

  33. I G.A.S. come “palestre di democrazia” • Il G.A.S. rappresentano delle nuove forme di aggregazione che forniscono un punto di incontro tra soggetti diversi, spesso portatori di domande diverse • L’orizzontalità delle relazioni favorisce la costruzione di fiducia e la diffusione di un senso di responsabilità verso la collettività (responsabilità associata ai diversi ruoli sociali) • All’interno di questi gruppi il consumo critico funziona come “lente pedagogica” per il ripensamento delle connessioni sociali (corresponsabilità sociale) • All’interno dei G.A.S. si creano forme di legami aperti (inclusivi) coerentemente con l’obiettivo: la creazione di processi e reti per la sostenibilità

  34. Ritorno al futuro Vi sono molteplici similitudini tra le SMS e le nuove forme di economia solidale • La necessità di difendere il livello (e la qualità) di vita • La centralità della solidarietà e del reciproco sostegno come strumenti per far fronte alle contraddizioni del mercato • La prevalenza di un tipo “leggero” di organizzazione, la piccola dimensione e l’articolazione territoriale • Il controllo costante e la partecipazione della base sociale rappresenta una scuola importante di democrazia pratica

  35. I Gas come nuovi spazi per la (ri)-costruzione di legami sociali per l’azione collettiva • All’interno dei GAS si (ri)-creano relazioni sociali e circuiti virtuosi di fiducia interpersonale, diffondendo tra i partecipanti lo spirito della cooperazione, della solidarietà e dell’impegno civico • Il G.A.S. rappresentano punti di incontro tra soggetti diversi, spesso portatori di domande diverse • Il consumo critico funziona come “lente pedagogica” per il ripensamento delle connessioni sociali (corresponsabilità sociale) • L’orizzontalità delle relazioni favorisce la costruzione di fiducia e la diffusione di un senso di responsabilità verso la collettività (responsabilità associata ai diversi ruoli sociali), risorse fondamentali per l’azione collettiva

  36. I “valori” dei ‘gasisti’: fiducia, inclusione e senso di efficacia, ma critica verso la politica dei partiti

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