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La fotografia astronomica

La fotografia astronomica. Prof. Roberto Nesci Universita ’ La Sapienza, Roma. Natura della luce. La luce visibile e’ un’onda elettromagnetica. Due sono le grandezze fondamentali di quest’onda, la lunghezza d’onda e l’ampiezza.

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Presentation Transcript


  1. La fotografia astronomica Prof. Roberto Nesci Universita’ La Sapienza, Roma la macchina fotografica

  2. la macchina fotografica

  3. Natura della luce • La luce visibile e’ un’onda elettromagnetica. • Due sono le grandezze fondamentali di quest’onda, la lunghezza d’onda e l’ampiezza. • La lunghezza d’onda viene percepita dal nostro occhio come colore, l’ampiezza come intensita’ luminosa. • Le lunghezze d’onda della luce visibile vanno dai 400 ai 700 nanometri (nm); un nm e’ un miliardesimo di metro. • Il colore blu corrisponde a circa 440 nm, il verde a 550, il rosso a 650. la macchina fotografica

  4. L’occhio umano • Il nostro occhio e’ composto da • La cornea • L’iride • Il cristallino • La retina Tra la cornea e l’iride c’e’ un liquido, come pure tra il cristallino e la retina. la macchina fotografica

  5. L’occhio • La sensibilita’ dell’occhio non e’ uguale per tutte le lunghezze d’onda; ha una forma a campana con un picco intorno a 500 nm (verde). • La retina contiene due tipi di recettori, i coni e i bastoncelli: • I coni sono sensibili ai colori, ma hanno bisogno di una buona intensita’ luminosa per funzionare, • I bastoncelli non discriminano i colori, ma funzionano a bassa intensita’ luminosa: • la ragione per cui le stelle non ci appaiono colorate, tranne le piu’ brillanti, e’ che le vediamo con i bastoncelli e non con i coni. la macchina fotografica

  6. L’occhio • L’iride dell’occhio e’ un diaframma circolare che si apre o si restringe automaticamente a seconda della intensita’ della luce che colpisce l’occhio, in modo da permettere la visione in condizioni di illuminazione molto diverse. • La massima apertura e’ circa 6-7 millimetri di diametro. • Il cristallino e’ una lente che concentra la luce in ingresso in modo da formare l’immagine delle sorgenti di luce sulla superficie della retina: la distanza tra cristallino e retina e’ circa 20 millimetri. • Il nostro cervello “legge” la retina in circa un decimo di secondo. • Nessuna di queste funzioni dipende dalla nostra volonta’, sono tutte automatiche. la macchina fotografica

  7. L’occhio Questo automatismo, molto comodo nella vita quotidiana, ci e’ di ostacolo nella visione ad occhio nudo delle stelle. Le stelle infatti sono molto deboli, rispetto alla luce del giorno, e il nostro occhio e’ molto lento ad allargare la pupilla, mentre e’ rapido a chiuderla per limitare i danni da luce forte; In pratica per avere la totale apertura bisogna stare al buio per 10-15 minuti, e anche una debole luce lontana impedira’ all’occhio di aprirsi al massimo. Questa e’ la ragione per cui l’inquinamento luminoso e’ cosi’ dannoso per la visione del cielo notturno. la macchina fotografica

  8. La macchina fotografica • La macchina fotografica e’ una copia artificiale dell’occhio: • L’obiettivo svolge le funzioni del cristallino e dei liquidi interni; • Il diaframma svolge la funzione dell’iride; • Il sensore sul piano focale svolge la funzione della retina. • L’otturatore definisce il tempo di accumulo della luce sul sensore; a differenza dell’occhio, l’apertura del diaframma e il tempo di posa della fotocamera sono regolabili dall’utente a piacimento. la macchina fotografica

  9. La macchina fotograficava meglio dell’occhio Poiche’ possiamo variare a piacere il tempo di posa e il diaframma, la macchina fotografica (o fotocamera) e’ piu’ potente dell’occhio per la visione del cielo stellato. La situazione e’ ancora migliorata da quando i sensori elettronici (CCD e CMOS) hanno sostituito la pellicola chimica, con una efficienza di rivelazione della luce molto maggiore. Oggi sono disponibili a prezzi relativamente accessibili (da circa 150 Euro in su) fotocamere che permettono di vedere facilmente stelle 6-7 volte piu’ deboli di quelle visibili ad occhio nudo. L’unica caratteristica importante che deve avere una fotocamera per fotografare le stelle e’ di poter essere usata in modalita’ MANUALE. Non tutte lo possono fare: (quelle nei cellulari di solito no). la macchina fotografica

  10. Obiettivi Le caratteristiche principali di un obiettivo fotografico sono: • Il diametro utile D • La lunghezza focale F A parita’ di diametro e lunghezza focale ci sono in commercio tanti modelli, di prezzo diverso a seconda della qualita’ dei vetri usati e della precisione di lavorazione delle lenti La qualita’ dell’obiettivo e’ fondamentale per la qualita’ della fotografia finale. la macchina fotografica

  11. Obiettivi Un obiettivo fotografico di solito e’ composto da diverse lenti (da 4 fino a 9), per correggere varie aberrazioni ottiche e avere un grande campo di vista. Una delle case produttrici di obiettivi fotografici piu’ famose e’ la Carl Zeiss di Jena (Germania). Tra gli schemi ottici piu’ noti di questa casa ci sono il Planar (1896), il Tessar (1902) e il Sonnar (1932). la macchina fotografica

  12. Obiettivi Planar (6 lenti) Sonnar (5 lenti) Tessar (4 lenti) la macchina fotografica

  13. Obiettivi Dal diametro dell’obiettivo dipende la quantita’ di luce raccolta in un dato tempo (che cresce con l’area dell’obiettivo); Dalla lunghezza focale dipende la capacita’ di distinguere sorgenti di luce molto vicine tra loro (che cresce con la focale). L’apertura e’ il rapporto tra la focale e il diametro, F/D. Valore tipico di questo rapporto per obiettivi moderni e’ 2, ma puo’ essere maggiore (es. 3.5; 4) specie per obiettivi di grande F. Chiudendo il diaframma diminuisce il diametro utile, mentre la focale non cambia: chiudere il diaframma di solito migliora la qualita’ dell’immagine, ma richiede tempi di posa maggiori per avere la stessa intensita’ di segnale. la macchina fotografica

  14. Il campo di vista L’obiettivo forma una immagine della sorgente luminosa su un piano, detto piano focale; su questo piano si trova il rivelatore (oggi un sensore elettronico, ieri una pellicola fotografica chimica). Una delle prime domande che ci poniamo, in una fotografia astronomica, e’“quanto cielo entra nella mia immagine?” Poiche’ la distanza apparente tra due stelle sulla volta celeste si misura in gradi, la nostra domanda diventa: “quanti gradi e’ grande il mio campo di vista?” la macchina fotografica

  15. Campo di vista Per rispondere a questa domanda ci servono due dati • La focale dell’obiettivo; • Le dimensioni del sensore La relazione geometrica tra campo di vista (u), dimensione del sensore L e lunghezza focale (f) e’: Tan(u)=L/2f la macchina fotografica

  16. Campo di vista I sensori delle reflex digitali moderne (cosiddette DSLR) sono grandi circa 23x16 mm: il campo di vista con un obiettivo da 50 mm e’ circa 26x17.5 gradi, con un obiettivo da 20 mm, 65x43 gradi. Se usiamo un teleobiettivo (focale 200 mm) o addirittura un telescopio (focale 2000 mm), il campo di vista diminuisce in proporzione alla focale; In compenso aumenta la risoluzione (ingrandimento) ossia la capacita’ di distinguere stelle apparentemente molto vicine tra loro, o i dettagli della superficie della Luna o di un pianeta. la macchina fotografica

  17. Orione, Roma Canon A530, posa 15 secondi la macchina fotografica

  18. Aquila e Ofiuco, ISS e un aereo, Canon A530, 15 secondi la macchina fotografica

  19. Esempio: localita’ S.Eraclio Costellazione di Orione, campo 65x43 gradi, Nikon D90 la macchina fotografica

  20. Il tempo di posa La quantita’ di luce raccolta nella nostra foto dipende dal tempo di posa e dal diamero utile dell’obiettivo. Se vogliamo vedere quante piu’ stelle possibile, dobbiamo aprire al massimo il diaframma e allungare al massimo il tempo di posa. Ma la Terra gira (360 al giorno, 15” in un secondo) e quindi se allunghiamo troppo il tempo di posa le stelle saranno dei bastoncini e non dei cerchietti (stelle “mosse”). la macchina fotografica

  21. Il moto della Terra Costellazione della Sagitta. Nikon D90 Focale 20 mm Posa 30 secondi Le stelle sono chiaramente allungate la macchina fotografica

  22. Qanto viene grande una stella? L’immagine di una stella e’ un punto luminoso, ma il nostro sensore sul piano focale e’ strutturato in “pixel”, per cui la stella non potra’ mai essere piu’ piccola di un pixel. Le dimensioni del pixel di solito non vengono dichiarate esplicitamente, ma sappiamo il numero totale di pixel e la lunghezza dei due lati del sensore, per cui le possiamo calcolare. Esempi: Canon PowerShot A530 2592x1944 pixel (5 megapixel), sensore da 7.8x5.8 mm, ha i pixel grandi circa 3 micron; Nikon D90 4310x2868 (12.3 Megapixel) 23.7x15.7 millimetri, ha i pixel da 5.5 micron. la macchina fotografica

  23. Scala sul piano focale Un parametro utile per scegliere l’obiettivo adatto per i nostri scopi e’ un parametro detto scala, che definisce la corrispondenza tra angoli e distanze sul piano focale al centro del campo di vista. Scala=atan(1 / focale) E’ in pratica il numero di gradi per millimetro sul piano focale: per un obiettivo di 50 mm di focale la scala e’ 1.14 gradi/mm. Se con questo obiettivo fotografiamo la Luna, che ha un diametro di circa mezzo grado, apparira’ sul rivelatore come un cerchio di 0.43 mm. Sara’ appena possibile distinguere i Mari, non certo vedere i crateri. La scala sul piano focale e’ in pratica l’inverso dell’ingrandimento: una scala grande vuol dire grande campo e basso ingradimento una scala piccola vuol dire piccolo campo e alto ingrandimento la macchina fotografica

  24. Tempo di posa Sapendo ora le dimensioni del pixel e la scala, sappiamo a quanti gradi (o primi, o secondi) corrisponde un pixel: Questo numero ci serve per sapere quanto possiamo far lungo il tempo di posa senza che le stelle vengano “mosse”. Infatti la Terra fa un giro su se stessa in 24 ore, ossia 15” di grado al secondo. Se teniamo la macchina ferma sul cavalletto e facciamo una posa di molti secondi le stelle appariranno sul sensore come una striscia, non come punti luminosi. Esempio: Canon A530, focale 5.8 mm, pixel 3 micron; scala 0.172 gradi/pixel ossia 620”/pixel. Per spostarsi di 1 pixel quindi le stelle impiegano 40 secondi. la macchina fotografica

  25. Al telescopio La lunghezzafocale di un telescopio, anche piccolo, e’ almeno di 500mm; ma puo’ essere anche 2-3 metri per telescopi amatoriali. Se usiamo un telescopio al posto dell’obiettivo della fotocamera, la scala sara’ di pochi secondi di grado per pixel e quindi sara’ indispensabile avere un motore che compensi esattamente la rotazione terrestre per avere stelle che non siano dei lunghi bastoncini. La bonta’ della meccanica del telescopio sara’ fondamentale per la buona riuscita delle foto. la macchina fotografica

  26. Perche’ il telescopio? Un telescopio e’ in pratica un teleobiettivo, cioe’ un obiettivo di grande lunghezza focale. Questo comporta un scala (in gradi/mm) piu’ piccola, e quindi un ingrandimento maggiore. Un telescopio da’ i seguenti vantaggi; • Una brillanza del cielo per pixel minore, e quindi piu’ risalto alle immagini delle stelle. • Possibilita’ di distinguere dettagli piu’ piccoli, e quindi osservazione di Luna, pianeti, ammassi stellari. la macchina fotografica

  27. Un esempio,la nebulosa M57 La nebulosa M57 vista col telescopio da 50 cm F/4.5 di Vallinfreda (Roma). Camera Apogee AP47 raffreddata e filtri B,V,R Posa 30 secondi per colore e poi sommati e bilanciati Campo di vista 20 primi la macchina fotografica

  28. La costellazione della Lira Costellazione della Lira Nikon D90, obiettivo 20 mm Posa 30 secondi. La doppia epsilon Lyrae e’ risolta (distanza 3.5 primi). Piccola porzione dell’immagine originale, campo di vista circa 10 gradi. la macchina fotografica

  29. M57 con 20 mm di focale La zona di cielo della nebulosa M57 Nkion D90, obiettivo 20 mm, F/2.8 Posa 30 secondi. La nebulosa e’ al centro della congiungente delle due stelle piu’ brillanti. Le stelle sono allungate per la rotazione terrestre. la macchina fotografica

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