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10 dicembre 2007 Seminario conclusivo Progetto Interventi di : Rosanna Marinella Lentini: il Progetto “Da Badante ad As

10 dicembre 2007 Seminario conclusivo Progetto Interventi di : Rosanna Marinella Lentini: il Progetto “Da Badante ad Assistente Familiare” I Daniela Segato e Paola Vetticoz: “Contesti e problematiche aperte”. SOGGETTO CAPOFILA DELL’A.T.S.:.

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Presentation Transcript


  1. 10 dicembre 2007 Seminario conclusivo Progetto Interventi di : Rosanna Marinella Lentini: il Progetto “Da Badante ad Assistente Familiare” I Daniela Segato e Paola Vetticoz: “Contesti e problematiche aperte” SOGGETTO CAPOFILA DELL’A.T.S.: P.O.R. -OBIETTIVO 3 2000-2006Linea di intervento 3- azione 3.4 - MISURA E1

  2. L´antica rotta delle badanti italiane.…Hanno lo sguardo sognante, gonne corte e cappelli a calotta: sono le nostre donne, friulane soprattutto, che negli anni Venti emigravano ad Alessandria d´Egitto per lavorare come balie, cameriere e governanti. Figlie della povertà con storie di sacrifici e sofferenze, ma anche di grande dignità e riscatto

  3. “Da Badante ad Assistente Familiare” SOGGETTO CAPOFILA DELL’A.T.S.: P.O.R. -OBIETTIVO 3 2000-2006Linea di intervento 3- azione 3.4 - MISURA E1

  4. CONTESTO IN CUI E ‘NATO IL PROGETTO: presenza sul territorio di : Un elevato numero di persone anziane Numerose famiglie che in questi anni per mantenere a casa gli anziani si sono organizzate ricorrendo all’ assistenza privata sperimentazione da parte degli Enti locali degli assegni di cura , aspetto-chiave per l’attivazione di servizi di garanzia presenza di“Albo degli assistenti familiari” Offerta sul territorio di assistenza familiare da parte di una pluralità di cooperative ed agenzie.

  5. Differenti realtà del volontariato operanti nel settore Inadeguatezza dell’attuale offerta formativa, troppo rigida per riuscire a rispondere al bisogno delle assistenti familiari che spesso si occupano degli utenti più compromessi e sono prevalentemente in regime di convivenza Esigenza di coordinare più efficacemente i diversi soggetti che nel nostro territorio operano nel campo Esigenza di collegare le diverse realtà presenti e gli Enti Locali, in un’ottica di governo delle risorse e del sistema, includendo nella rete l’anziano, il care giver e l’assistente familiare Esigenza di un percorso integrato di rafforzamento delle competenze, per: - sostenere la qualità della cura fornita alle persone - la qualità di vita degli assistenti familiari che sono meno soli rispetto all’attività di cura

  6. Alcuni Risultati Quantitativi: Come da progetto sono state coinvolte nel percorso di orientamento e rinforzo delle competenze n. 20 assistenti familiari di cui 18 hanno sostenuto e superato l’esame finale Il numero di famiglie coinvolte è stato inferiore a 20 N. 6 Assistenti familiari hanno svolto il tutoraggio domiciliare c/o strutture in quanto non più inseriti in famiglia Sono solo 5 le famiglie che hanno richiesto il servizio di sostituzione

  7. Alcuni Risultati qualitativi: • Dal punto di vista di: • Famiglie: • Dalle informazioni raccolte risulta che : sono “molto” o “abbastanza” soddisfatte dell’attività di formazione , ritenuta utile per migliorare il lavoro, le competenze professionali e il modo di relazionarsi dell’assistente familiare con la persona assistita • Assistenti Familiari: • Le informazioni raccolte indicano, per la maggior parte delle interessate, che: • il Bilancio delle Competenze è stato utile per individuare i punti di forza e le competenze professionali da rinforzare • Il percorso di rinforzo delle competenze e il tutoraggio domiciliare sono statistrutturaticompatibilmente con gli impegni lavorativi e personali • Il rinforzo delle competenze è stato utile per migliorare le competenze professionali • Il percorso ha avuto ricadute positive sia sul modo di lavorare che sulla vita personale

  8. ALCUNI ELEMENTI DI AUTOVALUTAZIONEDEI PARTNERS CRITICITA’: Percorsi progettuali troppo rigidi rispetto alla flessibilità richiesta dal problematica affrontata Maggiore complessita’, rispetto a quella prevista, riferita a : numero elevato di percorsi individuali numero elevato di variabili di contesto ( presenze/assenze, configurazione territoriale, fragilità del contesto ) elevato numero di soggetti coinvolti Impiego di un numero di risorse elevato, superiore a quello previsto in sede di progettazione

  9. I PUNTI DI FORZA: la personalizzazione del percorso e la flessibilità nella sua attuazione la possibilità per le Assistenti familiari di avere il riconoscimento del percorso le opportunità offerte dagli incontri di gruppo che hanno favorito non solo il confronto e l’incontro tra esperienze e culture ma anche l’uscita dall’isolamento il coinvolgimento delle famiglie l’impegno delle assistenti familiari nonostante difficoltà lavorative, organizzative, familiari

  10. La sperimentazione di : - un modello organizzativo con aspetti integrativi nuovi ( sostituzione), più flessibile rispetto alle azioni formative del territorio - dei servizi di sostituzione anche in quanto Servizi di "garanzia" per le famiglie, necessari per sostenere la domiciliarità e per non lasciare sole le famiglie nel lavoro di cura. - un modello organizzativo che vede coinvolti i numerosi e diversi soggetti che operano nel nostro territorio di sevizi di cura consolidamento della mappa territoriale relativa alla rete dei diversi attori che si occupano di servizi di cura possibilità per le Assistenti familiari di acquisire consapevolezza in merito alla scelta dell’ attività lavorativa intrapresa e alla valutazione dei proprie competenze Flessibilià

  11. Il PROGETTO CI HA CONSENTITO DI SPERIMENTARE UN PERCORSO ……………..ADESSO OCCORRE INDIVIDUARE LA STRADA PER PROSEGUIRE IL CAMMINO

  12. Differenti realtà del volontariato operanti nel settore Inadeguatezza dell’attuale offerta formativa, troppo rigida per riuscire a rispondere al bisogno delle assistenti familiari che spesso si occupano degli utenti più compromessi e sono prevalentemente in regime di convivenza Esigenza di coordinare più efficacemente i diversi soggetti che nel nostro territorio operano nel campo Esigenza di collegare le diverse realtà presenti e gli Enti Locali, in un’ottica di governo delle risorse e del sistema, includendo nella rete l’anziano, il care giver e l’assistente familiare Esigenza di un percorso integrato di rafforzamento delle competenze, per: - sostenere la qualità della cura fornita alle persone - la qualità di vita degli assistenti familiari che sono meno soli rispetto all’attività di cura

  13. CONTESTI E PROBLEMATICHE APERTE Le azioni locali a favore della promozione dell’assistenza familiare

  14. Riferimenti normativi Legge 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” Legge Regionale 1/2004 “Norme per la realizzazione del sistema regionale integrato di interventi e servizi sociali e riordino della legislazione di riferimento” “Partecipano alla realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali coloro che sono in possesso degli attestati di frequenza a corsi di elementi di collaborazione familiare e di tecniche di sostegno alla persona” = gli ”Assistente Familiari” definiti attraverso i percorsi formativi costruiti in Regione Piemonte per qualificarne le prestazioni

  15. Perché tale definizione La Regione tra il 2000 ed il 2002 “MODULARIZZA” i corsi di formazione prima per ADEST e poi per O.S.S.: 1) Elementi di collaborazione familiare (che poi diventa Elementi di Assistenza Familiare) (200 ore) 2) Tecniche di Sostegno alla Persona (400 ore) obiettivo= qualificare gli interventi di assistenza familiare realizzati da badanti (= operatori privi di un profilo professionale di riferimento) sempre più presenti presso le famiglie 3) Modulo Finale O.S.S. (400 ore)

  16. Quindi (in un primo tempo): Qualificazione dell’assistenza Familiare = Qualificazione dell’Assistente Familiare

  17. Nel territorio biellese si parte subito con i moduli Dopo i primi corsi emergono forti criticità: i corsi sono frequentati da persone (prevalentemente straniere) che non fanno le badanti ma sono orientate a farlo Dopo il percorso LA MAGGIOR PARTE anziché “lavorare” chiede di continuare il percorso per diventare O.S.S. • Alcune motivazioni: • precarietà del lavoro di assistenza familiare • chi frequenta scopre che può continuare il percorso, migliorandosi, ed aspirare a qualcosa di più stabile e con migliori tutele • Il percorso non cambia la posizione economica dell’assistente familiare qualificata rispetto a quella non qualificata né aumenta le sue possibilità di trovare lavoro ?

  18. Parallelamente: Ricerca promossa dai Consorzi IRIS, CISSABO e Città di Biella “La Filiera dei Servizi per anziani” a cura di Studio Come s.r.l. Novembre 2003 “Nessun servizio professionale è in grado di coprire a costi sostenibili la lunga assistenza a domicilio di persone dipendenti….Occorre quindi includere nella rete dei servizi territoriali una nuova unità organizzativa composta da “anziano, caregiver e badante”. In questo modo il “fai da te” delle famiglie diventa una leva importante del welfare. Quest’unità, portata dentro la rete professionale, provoca un cambiamento a cascata dei servizi consolidati che è compito degli Enti Pubblici governare”

  19. dalla FORMAZIONEalla PROMOZIONEdell’assistenza familiare Da soli gli interventi formativi possono fare poco Occorre passare da azioni formative ad azioni di promozione dell’assistenza famigliare che includano anche azioni formative, ripensandole

  20. Verso il governo dell’unità“anziano - caregiver - badante”: Viene definito un progetto ambizioso ipotizzando la nascita di un SERVIZIO DI RIFERIMENTO PER LE FAMIGLIE per: Proporre alla famiglia l’assistente familiare (più adeguata) o l’organizzazione che fornisce le assistenti familiari (E nel caso la famiglia scelga il rapporto di collaborazione con la badante: Facilitare l’incontro e la conoscenza tra badante e famiglia Farsi carico delle pratiche burocratiche legate alla regolarizzazione del rapporto attraverso il raccordo con i soggetti già preposti Monitorare l’andamento della collaborazione Provvedere ad eventuali sostituzioni della badante per ferie, malattie, ecc….)

  21. Verso il governo dell’unità“anziano - caregiver - badante”: Vengono ipotizzati stretti raccordi con la rete dei Servizi Socio Assistenziali al fine di rispondere a 360° ai bisogni della famiglia ed incentivare le famiglie, anche attraverso gli assegni di cura, ad orientarsi verso assistenti familiari “formate” e con il Servizio Formazione del Consorzio I.R.I.S. per poter contare su assistenti familiari qualificate Viene individuato, nel territorio del Consorzio I.R.I.S., lo Sportello Anziani Il Filo d’Arianna, che da Sportello essenzialmente informativo avrebbe dovuto assumere le nuove funzioni

  22. Equal “Premiata Fabbrica” Il progetto giace per qualche tempo nel cassetto in attesa delle condizioni per la sua realizzazione. Equal “Premiata Fabbrica” è l’occasione giusta ed il progetto parte parzialmente rivisto: il focus è puntato non solo sulla famiglia ma sulla assistente familiare e sui suoi bisogni Gli esiti sono importanti sia sul piano delle azioni di promozione dell’assistenza famigliare sul territorio che sul piano prettamente formativo

  23. Con il progettoViene delineato un modello di abbinamento tra assistente familiare e famiglia:1)Accoglienza della famiglia: rilevazione della domanda ed analisi dei bisogni della persona anziana.2) Accoglienza del potenziale assistente familiare: rilevazione del percorso formativo e lavorativo e delle referenze ed inserimento nell’albo.3) Individuazione del miglior abbinamento possibile tra assistente familiare e famiglia, in base ai criteri prestabiliti.4) Incontro mediato da un operatore tra assistente familiare e potenziale datore di lavoro.5) Regolarizzazione del rapporto di lavoro in base al CCNLD, prevalentemente attraverso la collaborazione con il patronato ACLI6) Attività di monitoraggio dell’abbinamento. Le informazioni raccolte completano quelle già inserite nell’albo per la certificazione delle competenze dell’assistente familiare.(Tra gli strumenti definiti:Viene costruito l’Albo informatizzato degli assistenti familiariin cui le assistenti familiari “formate” godono di una posizione privilegiata)

  24. Viene sperimentato un servizio di affiancamento = accompagnamento al lavoro sia attraverso l’intervento domiciliare di personale oss sia attraverso contatti costanti tra assistente familiare e Sportello Vengono avviate delle relazioni di collaborazione reciproca con soggetti chiave del territorio, quali i patronati, in particolare l’ACLI, e i servizi socio assistenziali territoriali Pur senza una pubblicizzazione mirata il servizio prende piede e sempre maggiori sono gli invii da parte di operatori sanitari e socio assistenziali Dal 2004 il servizio e la rete crescono

  25. Qualche numero….. NUOVE ISCRIZIONI ALL’ALBO DEGLI ASSISTENTI FAMILIARI PRESSO “IL FILO D’ARIANNA” NEL 2006: 140 DAL 1° GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2007: 167 ASSUNZIONI DI ASSISTENTI FAMILIARI FAVORITE DA “IL FILO D’ARIANNA” NEL 2006: 20 DAL 1° GENNAIO AL 30 SETTEMBRE 2007: 26

  26. Un passo avanti neiconfronti dei bisogni delle famigliema non delle assistenti familiari Nasce un nuovo servizio alle famiglie e alle assistenti familiari, seppur ancora da migliorare e potenziare Permane il nodo dell’adeguatezza delle prestazioni delle assistenti familiari ovvero della loro formazione Si pensava che un contesto operativo di maggior tutela per l’assistente familiare (la certezza di essere inserita in un circuito che le garantisse meno precarietà) incentivasse le aspiranti badanti a formarsi ed a svolgere poi quel lavoro…… Equal P.F. ha dimostrato che alle richieste dei Servizi e delle famiglie hanno “risposto” meglio le assistenti familiari con esperienza nel campo piuttosto che coloro che attraverso la formazione ricercano una collocazione lavorativa come badanti

  27. Nuove ipotesi di lavoro Si decide di proseguire nelle azioni locali di promozione dell’assistenza familiare 2 i presupposti: Occorre puntare sulle assistenti familiari che già svolgono tale attività E’ necessario pensare a percorsi formativi“compatibili” - con le esigenze che questo lavoro esprime - con le caratteristiche di un operatore orientato ad interventi prettamente pratici

  28. Due progetti destinati alle assistenti familiari che “fanno” le assistenti familiari Corsi di formazione continua Inserimento di assistenti familiari in qualità di uditori nei corsi di aggiornamento tematici per oss La frequenza permette alle assistenti familiari una posizione privilegiata nell’Albo Progetto Da badante ad Assistente Familiare Un percorso il più possibile personalizzato di rafforzo delle competenze Un percorso che coinvolge famiglie, assistenti familiari, Servizi e organizzazioni…. insomma tutti gli attori del sistema

  29. Corsi di formazione continua 6 corsi in cui abbiamo inserito assistenti familiari: “La relazione d’aiuto” “La malattia d’Alzheimer e altre forme di demenza” “Avrò cura di te” Durata di ogni corso: 3 mesi = 1 pomeriggio alla settimana per 3 ore circa. 17 assistenti familiari inserite 12 coloro hanno portato a termine il percorso La proposta di un intervento tematico in cui l’assistente familiare può riconoscere un proprio bisogno formativo trova miglior risposta del percorso di base di 200 ore

  30. Progetto Da Badante ad Assistente Familiare Esiti ancora in elaborazione…… Positivo il coinvolgimento di diversi attori del sistema in termini di acquisizione di consapevolezza delle molteplici relazioni in gioco nelle azioni di promozione dell’assistenza familiare Le rigidità del bando hanno limitato le potenzialità di una sperimentazione di rafforzo delle competenze

  31. Realizzare occasioni innovative di sensibilizzazione per creare una cultura della domiciliarità ed affrontare i nodi della diversità culturale in relazione alla cura Rinforzare la rete formata dai vari soggetti del territorio che si occupano dell’assistenza familiare LINEE DI ORIENTAMENTOPER PROSEGUIRE NELLE AZIONI LOCALI DI PROMOZIONE DELL’ASSISTENZA FAMILIARE Costruire linee guida comuni ad uso dei diversi soggetti del territorio che agiscono in questo campo

  32. Sperimentare più percorsi di rafforzo delle competenze, incentrati sull’affiancamento domiciliare in momenti critici del rapporto assistente familiare - famiglia Fare coesistere più proposte formative: moduli base di 200 ore, percorsi di formazione tematica, altro… LINEE DI ORIENTAMENTOPER PROSEGUIRE NELLE AZIONI LOCALI DI PROMOZIONE DELL’ASSISTENZA FAMILIARE Nella differenziazione delle proposte sta la soluzione? La definizione di un profilo professionale specifico contribuirebbe a dare dignità alla figura dell’assistente familiare?

  33. Alcuni Risultati Quantitativi: Come da progetto sono state coinvolte nel percorso di orientamento e rinforzo delle competenze n. 20 assistenti familiari di cui 18 hanno sostenuto e superato l’esame finale Il numero di famiglie coinvolte è stato inferiore a 20 N. 6 Assistenti familiari hanno svolto il tutoraggio domiciliare c/o strutture in quanto non più inseriti in famiglia Sono solo 5 le famiglie che hanno richiesto il servizio di sostituzione

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