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CERTI BAMBINI …

CERTI BAMBINI …. Di Letizia Forte. Introduzione :. Il testo da cui prende le mosse il nostro percorso ci è parso di particolare interesse per studenti del secondo anno di scuola media superiore per più motivi :

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Presentation Transcript


  1. CERTI BAMBINI … • Di Letizia Forte

  2. Introduzione : • Il testo da cui prende le mosse il nostro percorso ci è parso di particolare interesse per studenti del secondo anno di scuola media superiore per più motivi : • sul piano tematico, il romanzo narra le vicende di un bambino di undici anni alla ricerca disperata di convincenti modelli di riferimento nel mondo degli adulti; l’età del protagonista, di qualche anno più giovane dei lettori, consentirebbe agli studenti una utile presa di distanza, nonostante il coinvolgimento emotivo, dal drammatico vissuto del protagonista; • la particolare struttura narrativa del romanzo consente l’analisi e la riflessione sui meccanismi che regolano il testo narrativo in prosa, in particolare sulla complessità del concetto di punto di vista e l’ambiguità della posizione da cui possono venire osservate o giudicate le azioni dei personaggi; • un testo piuttosto semplice a livello di intreccio e di scelte linguistiche, ma raffinatissimo sul piano narratologico induce necessariamente lo studente a formulare ipotesi e, con la guida dell’insegnante, a verificarne la correttezza, riflettendo sulla legittimità e coerenza delle inferenze relative alla comprensione di un testo; • le tematiche trattate, aspre e attuali, sono l’occasione per sviluppare la sensibilità, il senso critico e l’attenzione verso un contesto talora ignorato dagli adolescenti; • leggere le canzoni e i film dedicati a un’infanzia non stereotipata consente di lavorare su forme di narrazione molto spesso sentite dagli adolescenti più coinvolgenti sul piano emotivo e più “facili” sul piano della fruizione rispetto al testo letterario; proprio per questo, un lavoro basato anche sul confronto tra codici permette al docente di mettere in evidenza, da un lato, le specificità dei testi cinematografici e delle canzoni, sollecitando una fruizione più attiva da parte dei giovani “consumatori”, dall’altro di esaminare gli elementi di trasversalità nelle varie modalità narrative; • il ricorso all’ambito fonico e a quello visivo previsto sia nella parte frontale sia nei laboratori permette di porre l’accento sulla portata semantica di tali elementi nella comunicazione, fondamentali per la comprensione della poesia ; in tal senso, questa parte del percorso può essere utilizzata come propedeutica all’avvio alla lettura del testo poetico

  3. CONNESSIONI CON LE ALTRE SCHEDE DEL POSEIDON: • Scheda 6 : Didattica della lettura • per l’importanza attribuita, nel nostro percorso, alla formulazione di ipotesi e deduzioni, da parte degli studenti, nella lettura e analisi dei testi letterari; • per la riflessione sugli schemi di conoscenze applicati alla comprensione dei testi; • Scheda 8 : Didattica della scrittura • per il processo produttivo previsto in ambito di laboratorio sia sul piano della scritturacreativa sia su quello della scrittura documentata; • Scheda 10 : Topoi e temi letterari • per il riconoscimento dell’importanza del ricorso a temi e testi vicini al vissuto emotivo ed esistenziale degli adolescenti; • per la fiducia nella possibilità di una “ripresa dell’impegno etico dell’educazione letterariache l’eccessivo specialismo sembra averle sottratto”, del tutto compatibile con una prassi didattica operativa fondata sul concetto di centralità del testo

  4. Descrizione dell’attività : • Il lavoro può essere articolato nei seguenti passaggi fondamentali: • Lettura domestica del romanzo “Certi bambini” di D. De Silva • Analisi del testo e discussione guidata in classe • Ascolto di alcune canzoni italiane (ultimo ventennio) dedicate ai problemi dell’infanzia • Riflessione sui brani ascoltati • Attività di laboratorio

  5. STEP 1 :CERTI BAMBINI • “Una mattina, in una città mai nominata ma perfettamente riconoscibile, Rosario, un bambino di undici anni, si alza, prepara la colazione alla nonna, si affaccia alla finestra e guarda vivere i suoi vicini. Poi prende la borsa degli allenamenti, si veste da calciatore ed esce di casa per compiere il suo primo omicidio. Pedinando Rosario, spiandone i gesti e i pensieri come in una semioggettiva, De Silva è riuscito a raccontare, con una lingua ricca affabulante ipnotica ma priva di pathos, una storia terribile sull’inconsapevolezza delle proprie scelte, sulla casualità del bene e del male. • Un romanzo intenso, tragico e bellissimo su quel mondo spaventoso che è il nostro mondo.”

  6. L’analisi e la discussione guidata del testo si soffermeranno sui seguenti argomenti : • il rapporto di Rosario con le proprie emozioni, talora autocensurate, talora ammesse (Vedi Allegato 1). • la ricerca di un modello adulto di riferimento e la presenza, nel mondo emotivo e nel contesto socio-culturale di Rosario, di due modelli completamente antitetici : Damiano corrisponde a un sistema di valori fondati sulla prepotenza, il denaro e il potere e ha tale forza persuasiva da emergere come una voce interiore nei momenti di difficoltà e fragilità di Rosario (Vedi Allegato 2). L’altro punto di riferimento è Santino, che esprime la speranza di Rosario nella bellezza del mondo e nella possibilità di dare senso e progettualità alla propria esistenza (Vedi Allegato 3) ; il crollo del mito spinge inesorabilmente Rosario verso i valori e i modelli di comportamento di Damiano, utilizzati proprio per punire il tradimento dell’eroe (Vedi Allegato 4).; • la “schizofrenia” di Rosario anche sul piano sentimentale, tra le immagini e i sogni infantili in cui si traduce il suo amore per Caterina (Vedi Allegato 5).) e l’adesione a stereotipi che impongono il rapporto sessuale – peraltro con un’altra bambina fatta prostituire dalla propria madre -come una dovuta e doverosa manifestazione di forza fisica e di potere, anche quando manca, addirittura sul piano fisico, un’adeguata maturità (Vedi Allegato 6). • lo sguardo straniante e straniato di Rosario, che uccide con la freddezza di un killer (Vedi Allegato 7), ma accudisce la nonna con tenerezza o desidera giocare proprio come un bambino (Vedi Allegato 8). Clicca su “Vedi allegato… “ per visualizzarli

  7. STEP 2 : I BAMBINI NELLA CANZONE ITALIANA Verranno fatti ascoltare i seguenti brani : • Bambini(P. Turci) • Bambini venite parvulos (De Gregori) • Occhio non vede cuore non duole (Jovanotti) • Jodi e lascimmietta (A. Venditti) • Chicco e Spillo (S.Bersani) • Linea 670 (Ratti della Sabina) A ogni studente verranno consegnati i testi scritti delle canzoni

  8. STEP 3 : BAMBINI ARMATI E DISARMATI ; la riflessione sui brani L’insegnante porrà agli studenti una serie di domande volte a far notare elementi tematici e formali dei diversi brani :

  9. quali sono i brani in cui si fa riferimento esplicito allo sfruttamento dei bambini? Di quale tipo di sfruttamento si parla? (Bambini) • perché nel testo si alternano I e III persona? (Bambini) • quanti personaggi sono riconoscibili? (Bambini) • quale funzione assume il refrain? Il finale apre alla speranza o conferma la terribile condizione descritta in tutto il brano? (Bambini) • i protagonisti vengono descritti fisicamente o anche interiormente? (Chicco e Spillo) • su quale dei due ragazzi si sofferma l’attenzione? In che modo? Perché? (Chicco e Spillo) • quali sono gli elementi che descrivono il contesto? Che scenario emerge? (Chicco e Spillo) • cosa ti fa venire in mente l’espressione “sparare come dei cow-boys”? Ti fa venire in mente qualche personaggio del romanzo o del film presi in esame? (Chicco e Spillo) • in che modo la parte musicale contribuisce ad arricchire di senso il testo? Su quali momenti e immagini pone l’accento? (Chicco e Spillo) • puoi spiegare il titolo di questa canzone? (Bambini Venite Parvulos) • di quale realtà si sta parlando? (Bambini Venite Parvulos) • all’interno del testo si può parlare di sviluppo di un intreccio o ci sono solo diverse immagini giustapposte? (Bambini Venite Parvulos) • quale passaggio è dedicato ai bambini e a quale realtà si fa riferimento? (Occhio non vede cuore non duole) • nel testo si parla esplicitamente dei responsabili dello sfruttamento dei bambini? (Occhio non vede cuore non duole) • questa canzone parla di un minikiller istruito a uccidere, ma è chiaro il contesto di riferimento o prevalgono gli elementi simbolici? Perché? (Jodi e la scimmietta) • ti sembra più incisivo un testo di questo tipo o uno più esplicito? Perché? (Jodi e la scimmietta) • come vengono caratterizzati i bambini zingari di questa canzone? (Linea 670) • il narratore esprime un giudizio sui protagonisti e sui loro comportamenti? (Linea 670)  

  10. STEP 4 : CERTI BAMBINI… le attività di laboratorio • il primo gruppo lavorerà alla stesura di un saggio documentato, arricchito da tabelle, statistiche articoli di giornale o di un testo creativo; • gli studenti si impegneranno in tipologie differenti di scrittura, nel primo caso approfondendo il concetto di “fonte” e la sua rilettura critica, operando connessioni con l’attualità, • esprimendo un punto di vista articolato sull’argomento affrontato, mentre nel secondo dovranno, a partire dai materiali proposti, sviluppare la creatività; • il secondo gruppo creerà due cd, due racconti-canzone, attraverso differenti montaggi dei brani ascoltati insieme e di altri inseriti da loro; nel corso della presentazione dei lavori all’intera classe, sarà utile una riflessione sugli esiti differenti che possono offrire i medesimi materiali narrativi a seconda dell’ utilizzo e della rielaborazione ad opera del narratore;

  11. Allegato 1 Mentre aspetta l’uomo con gli occhi, la paura lo afferra. (p. 33) Rosario annaspa, tenta di recuperare ma è peggio, le gambe lo reggono a malapena. Abbassa la testa e si trascina in avanti. (p. 34) Un momento prima di sparare Rosario sente nella mano, insieme alla pistola, la vita che sta per togliere. E’ una sensazione che gli va dritta alla testa, una porta che gli spalanca il mondo davanti agli occhi in una luce magnifica. (p. 35) L’uomo è a terra. Ha fatto un brutto rumore, il corpo non ha reagito alla caduta. Rosario si ricorda la prima volta che ha sentito il rumore dei pugni. Quattro cinque anni prima, mentre comprava le figurine dal giornalaio. Uno aveva appena parcheggiato, l’altro diceva ma che non mi hai visto che stavo aspettando da mezz’ora, e così si erano afferrati come due cani con la rabbia, e Rosario che era proprio là aveva visto tutto, non era una lotta, era una rissa a due, era una cosa bruttissima a vedersi, una cosa senza regole, senza rispetto, si battevano in faccia, sulla testa, con le mani chiuse e aperte, si mancavano più che colpirsi ma quando si colpivano facevano un rumore spaventoso. Rosario non ci poteva credere che due uomini potessero fare un rumore così secco e morto, e dopo aveva dovuto raccogliere le figurine da terra perché le mani gli si erano aperte dalla paura. (p. 36)

  12. Allegato 2 Per chi non dispone di coraggio, dice Damiano, la difesa più comune dalla provocazione sta nel fingere di ignorarla. I più forti conoscono benissimo la paura dei deboli. Perché poi sono i primi a inchinarsi, quando tocca a loro. (p. 6) (Solo i cornuti e i guappi pisciasotto si fanno buoni col coltello. Ricordati. Chi ti vuole fare male veramente non perde tempo. Non si fa vedere in faccia. Non corre pericoli. Quando uno ti minaccia e ti spiega pure perché ti minaccia, è uno stronzo). (p. 9) Bella voce, Damiano. Quando parla ti ricordi le frasi come le parole delle canzoni. (p. 10) (Deciso. Quando alzi la pistola non la devi guardare più. He’ a cummanna’). (p. 27) (Lo sai che fa uno quando ci punti la pistola? Ti guarda. Ti guarda dritto in faccia. Vede se tieni le palle). (p. 27) (Senza scappare. Non c’è bisogno. Pure se sentono, prima di arrivare aspettano). (p. 37) (Vattene sotto i balconi. Guarda avanti. Mai verso l’alto. Mai indietro. Cammina normale senza correre). (p. 38)

  13. Allegato 3 E Santino, invece, Santino così profumato di doccia, Santino sempre così indaffarato, Santino che sapeva di femmine, lui chissà dove andava, quanti posti belli conosceva dove sì che ci si divertiva. Lui non aveva niente a che spartire con quel condominio a quattro scale, quelle finestre striminzite. Lui usciva dal portone e subito poteva scegliere. Lui, quando sorrideva, sorrideva proprio. Lui quando camminava si notavano più cose. Lui, un giorno o l’altro, poco ma sicuro, non l’avrebbero più visto. Però Santino di Rosario si accorgeva. Lo salutava per primo quando lo incontrava al portone. Se non aveva molta fretta si fermava pure, gli domandava come stava la nonna. Allora Rosario si sentiva tutto attaccato. Non sapeva rispondere, non gli veniva niente, doveva toccare per forza qualcosa. (p. 45) Ora che Santino lo voleva, Rosario aveva il sospetto, o addirittura l’attesa, che semplicemente impegnandosi a fondo, anche senza crederci, la fede sarebbe venuta. (p. 47) Era incredibile quanta vitalità, quante buone aspettative abitassero in Santino. Era ospitale, generoso, continuamente entusiasta. (p. 48) (…) quella vita giovane che traspirava da Santino (…) lasciava intravedere tutto un tempo di cose migliori che per Rosario era ancora lungo a venire. (p. 48) Rosario quella volta si sentì protetto, garantito. Come se, dal momento in cui Santino era andato a bussare a casa sua, gli fosse stato promesso un altro futuro, e con un posto riservato. Gli venne una bravura, un leggero distacco da se stesso e dalle cose che fece diventare tutto facile. Come un’illusione d’impunità; la sicurezza che se pure li avessero presi tutti, a lui non avrebbero potuto fare niente. (p. 59)

  14. Allegato 4 Rosario si alzò da tavola e andò alle spalle di Santino, senza uscire sul balcone. Caterina rassicurava le cieche con le mani. -          Santi’, ma come, te ne stai a guardare accussi’? – disse Rosario. E con la coda dell’occhio si accertò che Caterina stesse assistendo allo spettacolo. La schiena di Sanino rimase rigida. -          Santi’, - ripeté Rosario approfittando di un momento di silenzio. Allora Santino dovette girarsi. -          Scennimme abbiscio, - disse Rosario. – Che, ti facimme sfottere ‘o mezzo senza fa’ niente? Santino lo guardò. Ormai non aveva più faccia. (p. 126)

  15. Allegato 5 Cateri’ so’ io. Quanto tempo non ti vedo. Stai bene con la frangetta, pure se non sei bella. Non fa niente se non sei tu, guarda come ti somiglia. Fa con gli occhi come a te. Ha apura come a te. E’ buona come a te. (p. 41) E c’era qualcosa di ruvido e di bello in quel modo di sottrarsi,. Prendeva quello che le davi, ringraziava con dignità e lasciava come un desiderio, una cosa appesa, una voglia che non capivi, che ti faceva tornare. Aveva diciassette anni e il seno formato, di donna fatta, che si notava subito, pure sotto le maglie larghe. (p. 43) Rosario sperava in un orecchino, e invece c’era solo un fondo di cipria. Ma come sentì l’odore gli venne in mente Caterina. Vai a capire perché. Certo è che la figura di lei che si teneva le braccia all’angolo del semaforo gli tornò davanti come una madonna. (p. 61)

  16. Allegato 6  La ragazzina gemeva, una specie di rimprovero. Buttava indietro la testa incuriosita, quasi avesse voluto assicurarsi che chi le stava facendo questo era lo stesso a cui aveva dato le spalle poco prima. Brasile allora le voltava la faccia in avanti e ricominciava a spingere, ristabilendo l’autorità. Proprio bravo, pensò Rosario. E subito dopo uscì dalla stanza, richiuse la porta; guardò verso il fondo della casa e vide il cesso. Passò davanti alla cucina dove la mamma della ragazza stava a occhi socchiusi davanti alla televisione, seduta di fianco alla tavola con le gambe sotto la sedia e le mani incrociate sulla pancia. C’era l’odore dell’ultimo pranzo misto a quello del detersivo per i panni. Il rubinetto dell’acquaio perdeva. Sul lavandino del bagno stava un mobiletto con gli sportelli laterali che montano gli specchi fuori e dentro, di quelli che se li apri e metti la testa al centro ti vedi tutt’e due i profili. Rosario studiò le due facce che non si conosceva e aprì l’acqua. Poi chiuse la porta a chiave. Si abbassò la cerniera e mentre lo tirava fuori con due dita pensò che pareva proprio il beccuccio di un palloncino. Lo scappellò bruscamente e gli sembrò che si vergognasse di stare scoperto. Era così moscio che la pelle lo avrebbe ricoperto subito, se lui non l’avesse tenuta tesa all’indietro con le dita. Con l’altra mano raccolse un cucchiaio d’acqua e ci versò sopra qualche goccia, come per convincerlo che gli avrebbe fatto bne. Il cazzo diede qualche scodata appena visibile, come un animaletto dotato di vita propria, poi gli si afflosciò ancora di più fra le dita, trasmettendogli un torpore leggero per tutto l’inguine. (…) Più accoppiava la ragazza all’immagine della madre consapevole nella stanza a fianco, più gli veniva duro. Ma appena pensava di tornare dentro per fare anche lui la sua parte, esplodevano i battiti e lo sentiva più morbido. Si venne nella mano quasi senza accorgersene. (…) Si guardò il filo di sperma sul dorso delle dita. (p. 117)

  17. Allegato 7 Rosario toglie la pistola dall’asciugamano. Controlla la sicura. Annusa la canna.Controlla di nuovo la sicura.(p. 27) Rosario va a uccidere con la testa piena di ordini e una specie di ignoranza. Sente tutta la responsabilità delle istruzioni ma non del risultato che ne verrà. Si è addestrato all’ubbidienza fino a sviluppare come un disinteresse per quello che dovrà succedere, fino a pensare all’uomo che ammazzerà come a una conseguenza meccanica delle istruzioni, a un fatto, una cosa che lo riguarda solo in quanto prova morente dell’esecuzione. (p. 28) Rosario toglie finalmente gli occhi dall’uomo che non sospetta i suoi pensieri. Rosario conosce molto bene questo tipo d’impunità. Sa come funziona e come si usa. Nessuno pensa che da lui possa venire qualcosa di male. Può mettere gli occhi dove vuole, passare dove i grandi non possono,a volte restare dove a loro non è permesso. Guardano sempre tutti da un’altra parte. (p. 30)

  18. Allegato 8 Rosario entra nel locale sparpagliando qualche saluto e va direttamente al bancone con l’aria di chi non può trattenersi troppo. Davanti all’espositore delle tavolette di cioccolato bianco stringe i denti e ordina Sprite media e crocchette. Con quindici incarti danno gli animaletti con le gambe che si levano e si mettono. Rosario ci perde gli occhi, soprattutto per gli elefanti (c’è la famiglia intera, papà, mamma e due bambini). Da quando si è accorto di Brasile e Matteo che si guardavano di traverso e si gonfiavano in bocca, ha lasciato perdere. Buoni loro, che fanno ancora la raccolta dei giocatori. (p.20) Quella sera trasmettevano Chi l’ha visto. Rosario fece mangiare nonna Lillina a letto, con i cuscini dietro la schiena, il piatto sulle ginocchia e uno straccio per tovaglia. Accese la televisione, si sdraiò vicino a lei e si fece raccontare che era successo la puntata prima. (p. 64) Nonna Lillina si addormentò senza prendere la Roipnol. Rosario le tolse il piatto di dosso e spense la televisione. (p. 65)

  19. Aprirà Le porte chiuse e una frontiera In questa terra di uomini Terra di uomini.. oh bambino Qual è la piazza in Buenos Aires dove tradirono Tuo padre il suo passato assassinato Desapareçidos Ragazzini corrono sui muri neri di città Sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà Sanno vendere il silenzio e il male La loro poca libertà Vendono polvere bianca ai nostri anni E alla pietà Bambini, bambini Bambino Armato e disarmato in una foto senza felicità Sfogliato e impaginato in questa vita sola Che ti sorriderà Bambini • Bambino Armato e disarmato in una foto Senza felicità Sfogliato e impaginato in questa vita sola Che non ti guarirà Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora Un’altra guerra mi cullerà Crescerò combatterò questa paura Che ora mi libera Ragazzini corrono sui muri neri di città Sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà Sanno vendere il silenzio e il male La loro poca libertà Vendono polvere bianca ai nostri anni E alla pietà Bambini, bambini Bambino In un barattolo è rinchiuso un seme Come una bibita Lo sai che ogni tua lacrima futura ha un prezzo Come la musica Io non so quale bambino questa sera Aprirà ferite e immagini

  20. "Pronto chi parla ?""Sono Chicco, vieni qua, che questa volta è proprio quella buona,basta un cacciavite per entrare in paradiso...""Un cacciavite ? ! ? Aspettami, che arrivo...prendo il motorino e in un minuto sono lì""Ma ti rendi conto quanti sono questi soldie come è stato facile rubarli ?Finalmente ci possiamo comperare quello che ci pare,spiegami perché non parli...""Lascia stare, sta un po' zitto, non ho voglia di parlare,manca poco, abbiam finito e andiamo via...Scappa, presto non fermarti, corri - cazzo - non voltartila sirena è quella della polizia..."Chicco e Spillo saltano come due gatti sulla sellae schizzano tuttamanetta"Figli di puttana! Non ci prenderete mai !""Guarda che casino, guarda dove vai a finire, ho anche freddoe ho paura di morire : STAI ATTENTO ! STAI ATTENTO ! FRENA ! CIAO !" Chicco e Spillo • Chicco ha una cicatrice sulla facciasta con suo fratello che si fa chiamare Spilloe sanno già sparare come dei cowboyChicco prova al sole di scaldarsi l cucchiainoSpillo sta rubando un altro motorinoil maresciallo guarda l'Italia dentro un barVecchi materassi, copertoni, lavandini, cessi rotticazzi disegnati sul palazzo del cornutogli africani alla stazione, l'avvocato del barbiereancora un altro film di Alberto Sordi alla televisioneChicco è a casa con la faccia sulla radioche trasmette la rubrica dei consiglie lui vorrebbe chiedere come si faa fare una rapina in una bancae a scappare senza che si slaccino le scarpee andare dove non c'è mai nessuno che ti sputa controe ti vuol mettere nei guaiTubi di cemento, scatoloni, pannolinisacchi d'immondizia messi come pali dai bambinil'ambulanza della Croce Rossa, c'è qualcuno che sta maleil prete prepara la chiesa per il funeraleSpillo ha chiuso la felicità in un fazzolettoma si è seccata in un secondo benedetto

  21. Bambini venite parvulos • Nessun calcolo ha nessun senso dietro questa paralisi. Gli elementi a disposizione non consentono analisi, e i professori dell'altro ieri stanno affrettandosi a cambiare altare. Hanno indossato le nuove maschere e ricominciano a respirare. Bambini venite parvulos, c'è un'ancora da tirare, issa dal nero del mare, dal profondo del nero del mare. Che nessun calcolo ha nessun senso e poi nessuno sa più contare. Legalizzare la mafia sarà la regola del duemila, sarà il carisma di Mastro Lindo a regolare la fila e non dovremo vedere niente che non abbiamo veduto già. Qualsiasi tipo di fallimento ha bisogno della sua claque. Bambini venite parvulos, c'è un applauso da fare al Bau Bau, si avvicina sorridendo, l'arrotino col suo Know-How, venuto a prendere perline e a regalare crack. Sabbia sulle autostrade, ruggine sulle unghie, e limatura di ferro negli occhi, terra fra le nostre lingue. Avrei voluto baciarti amore, ancora un poco prima di andare via. Prima di essere scaraventati dentro questo tipo di pornografia. Bambini venite parvulos, vale un occhio il vostro cuore, mille dollari i vostri occhi, i vostri occhi senza dolore. Bambini venite parvulos, sangue sotto al sole.

  22. e approvano la produzione di mine anti uomo di tutti gli armamenti necessari perché questo sistema si mantenga bello saldo sui binari di sangue dove viaggia cosicché anche il coraggio più coraggio si scoraggia di fronte a questo gioco dove tutti hanno ragione e i peggiori criminali sono tenuti in alta considerazione e viaggiano in corsia preferenziale rimbalzano sull'ammortizzatore sociale e non si fanno mai male e cambiano i governi ed il nemico gli sorride in silenzio protetto dalla logica del tacito consenso di chi gode di questa situazione che fa comodo a tanti tenere alto il livello di paura e le coscienze ignoranti paura della povertà paura dell'ignoto paura di trovarsi di fronte al grande vuoto di se stessi con la coscienza critica in stato di assoluta catalessi sconfiggere il nemico è guardarsi dentro cercare il proprio centro e dargli vita come a un fuoco quasi spento renderlo vivo dargli movimento il nemico si nasconde spesso in quello che crediamo nei moralismi ipocriti e nelle trasgressioni controllate e organizzate nelle droghe illegali e sottobanco ben distribuite il nemico crea falsi nemici per farsi scudo e apparir perbene modellerà il suo aspetto e prenderà la forma di ciò che lo contiene spacciandosi per libertà ti legherà con le sue catene conservare il controllo di ciò che vediamo conservare il controllo di ciò che sentiamo verificare se sotto l'aspetto invitante di un'esca non sia nascosto un amo. sconfiggere il nemico è guardarsi dentro cercare il proprio centro e dargli vita come a un fuoco quasi spento renderlo vivo e dargli movimento (4v). Occhio non vede cuore non duole • Il nemico si nasconde si mimetizza tra le pieghe della coscienza la sua violenza è subdola il suo passo di gatto difficile davvero coglierlo sul fatto il nemico è tra noi è dentro di noi per farlo fuori occorre rinunciare ad una parte di noi stessi se un tempo era più facile lottare contro ciò che non andava perché il nemico una faccia ce l'aveva una voce, una bandiera sapevi dove andare a prenderlo in giro la sera aveva nomi e facce, ma non è più così adesso non si vede ma lui è ancora lì più forte che mai e sotto sotto spinge col suo dai e dai e ha stipulato un patto con le coscienze addormentate nella pubblicità di una realtà falsificata a migliaia di chilometri di distanza da questa stanza uomini e bambini schiavizzati, sottopagati diritti rubati derubati dell'infanzia in qualche capannone dell'estremo oriente lavorano e producono le griffes dell'occidente e qui non si sa niente perché sta bene a tanti tacere verità che sono atroci e allucinanti pilastri di un'economia vincente dal volto appariscente che crea la sua ricchezza con la sofferenza di un sacco di gente e quanti dovranno soffrire quante mucche impazzire quanta aria velenosa bisognerà respirare quanti cibi avvelenati bisognerà divorare quante malattie ancora per interesse non si potranno curare prima che qualcuno pensi che così non va bene ma il nemico si è infiltrato dentro al sangue che ci scorre nelle vene nei sorrisi compiacenti di politiche fatte di parole all'insegna di "occhio non vede cure non duole" il nemico ha il volto sorridente cravatta e doppio petto intorno a grandi tavoli fa incetta di rispetto e di sorrisi strette di mano accordi tra potenti che non guardano lontano

  23. lei canta: "Jodi ha ammazzato il presidente sol con una buccia di banana Jodi ha ammazzato il presidente scivolato sulla fantasia e gli ha rubato la bandiera la sua stella d'oro sopra il petto e Jodi é soltanto un ragazzino allevato dalla sua scimmietta e poi... e poi ha aperto la finestra la finestra sulla piazza antica ha tirato fuori i tesori e i ricordi rubati al cuore della gente Jodi ha costruito la speranza la speranza marcita all'ombra di un cortile ai suoi compagni l'avventura di una vita destinata a vivere". E la storia comincia proprio qui la puoi leggere nel cielo quando il sole sorge un uomo muore lei canta: "ullalla..." Jodi e la scimmietta • Jodi era una ragazzino Jodi e la sua scimmieta abbandonato al suo destino nella terra, nella terra maledetta un giorno vide il presidente la sua stella d'oro sopra il petto e lui capì che lo doveva uccidere per ridare alla scimmietta un nuovo modo di vivere e la scimmietta caricò il fucile il fucile di suo padre morto in prigione e Jodi serio continuava a ridere e dal fucile nacque una canzone lei cantava: "ullalla..." E la storia comincia proprio qui la puoi leggere nel cielo quando il sole sorge un uomo muore

  24. sono gonne colorate, sono mani sempre pronte,a scommettersi il futuro in cambio della buona sorte.E gira gira il sole fra cantilene straneurlate a piena voce fra i sedili della metro,fra vecchie fisarmoniche mai stanche di suonare,che si aprono e si chiudono per chi le vuol sentire.E a notte sono fuochi che si alzano oltre il muroche scaldano fortune indifferenti al falso e al veroche brillano negli occhi e nell'eco lontanadi parole incomprensibili urlate contro il cielo.Sono ladri, banditi, straccioni, delinquenti,vagabondi, senza terra, sporchi e strafottenti,sempre meglio di cravatte, di colletti e denti bianchi,che se con una mano danno, con l'altra prendono per venti. Linea 670 • Giocano i bambini, giocano i bambinifra carcasse d'auto, lavatrici e copertoni,giocano i bambini, giocano i bambini,nascosti in fondo a un pozzo dove annegano i pensieri.E il vento se li porta e il vento li accompagna,carico di mare e di cattivi odori.Il vento è un sogno grande che arriva da levante,racconta le sue storie e poi scompare all'orizzonte.E corre corre il tempo e balla a piedi nudi,sopra le auto rubate che brillano alla luna,e sull'asfalto gonfio di caldo e di sudore,di mosche e di zanzare, di vino e facce al sole.E scendono le stelle truccate come neve,con maschere d'argento e tutti i denti in mostrae portano preghiere e canzoni da suonare,quando l'inverno arriva ed ogni notte è una scommessa.Hanno occhi ritagliati dentro facce da serpenteche dicono di storie di cui non c'è da perdere niente, 24

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