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Anassagora Ἀναξαγόρας ( Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa)

Anassagora Ἀναξαγόρας ( Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa). Anassagora Ἀναξαγόρας ( Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa).

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Anassagora Ἀναξαγόρας ( Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa)

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Presentation Transcript


  1. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa)

  2. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) È annoverato tra i fisici pluralisti insieme ad Empedocle e Democrito. Fu il primo filosofo a introdurre nel 462 a.C. la filosofia in Grecia (prima di lui la filosofia era diffusa solamente nelle colonie greche dell'Asia Minore e della Magna Grecia). Scrisse un’opera Sulla Natura Secondo Diogene Laerzio Anassagora, figlio di un certo Egesibulo o Eubulo, nobile e ricco cittadino di Clazomene, fu così magnanimo e disinteressato da lasciare l'eredità paterna ai familiari. Il suo esclusivo interesse era infatti rivolto allo studio della natura, per il quale trascurò anche di partecipare agli affari politici, tanto da essere accusato di non avere a cuore i problemi della sua patria. Al che, egli avrebbe risposto, mostrando il cielo: «M'importa e molto della patria».

  3. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Nel 462 a.C. si stabilì ad Atene, governata da Pericle, che stava diventando il più importante centro economico, politico e cultu-raledell’Ellade. Per le sue affermazioni circa il Sole e la Luna, ritenuti rispettivamente una massa incandescente e un globo roccioso anziché delle divinità, fu considerato empio e nel 432 dovette allontanarsi da Atene.

  4. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) • Anassagora formulò nuove ipotesi sui principi costitutivi della realtà, giungendo alla conclusione che esistono, sparse in tutto l'universo, particele in continuo movimento. • Queste particelle sono semi originari. caratterizzati dall'essere: • di numero infinito, • diversi qualitativamente tra loro, • infinitamente divisibili. • In seguito a questi caratteri, Aristotele li chiamerà anche omeomerie (sempre uguali a se stesse).

  5. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Dai semi il filosofo distingue una forza che li fa muovere e li ordina ed imprime loro l'energia necessaria alla trasformazione (o Divenire Continuo, simile al Ciclo Cosmico di Empedocle). Questa forza è un'intelligenza divina, il Nous (Intelletto), che governa i semi e non appartiene alla materia. Anassagora lo definisce sottile.

  6. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Il Nous di Anassagora costituisce un concetto molto più raffinato dell‘Amore-Odio di Empedocle; esso, difatti, non ha più nulla di antropomorfico, come invece sono l'odio e l'amore del filosofo di Agrigento. Platone e Aristotele riconobbero al filosofo di Clazomene il merito di aver introdotto nella spiegazione della natura un principio intelligente che risulta separato dalle cose, anche se gli rimproverarono il fatto di non aver tratto tutte le conseguenze derivanti da una tale ammissione.

  7. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) In età moderna un grande filosofo come Hegel apprezzò il Nous di Anassagora affermando che “con Anassagora si schiude un tutt'altro regno poiché con lui comincia ad apparire un raggio di luce, seppur fioco”.

  8. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Anassagora infatti concepì tale Nous come un'intelligenza divina che muove ed ordina i semi secondo un disegno razionale. Tutte le trasformazioni, tutti i processi naturali sono governati e finalizzati da questa intelligenza cosmica che determina l'armonia e la bellezza della natura. Tuttavia questo divenire cosmico presuppone una fase precosmica in cui i semi, non ancora mossi e disciplinati dall'intelletto, formano un miscuglio, ossia un caos originario: in esso i semi si trovano in una condizione di confusione e di indistinzione, che non annulla però la loro intrinseca diversità qualitativa.

  9. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) • Anassagora approfondì anche il problema della conoscenza umana, sviluppando delle idee piuttosto originali. • Schematicamente furono tre i concetti essenziali della sua teoria gnoseologica: • l’esperienza e le sensazioni; • la memoria; • la tecnica.

  10. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Il filosofo di Clazomene colse e sottolineò in particolare la centralità dell’esperienza, senza di cui nessuna conoscenza sarebbe possibile: l'esperienza, cioè il rapporto con il mondo, implica la sensibilità, ossia la capacità di subire modificazioni sotto l'influsso di oggetti esterni. Ma, diversamente da Empedocle, sostiene che: la conoscenza avviene per contrasto e non per somiglianza. Il contenuto delle sensazioni si deposita poi nella mente sotto forma di memoria, quella facoltà che rende possibile la conservazione delle esperienze e delle conoscenze acquisite.

  11. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) L'accumulazione e l'organizzazione di tali conoscenze nella memoria genera la sapienza (sophia), da cui nasce la tecnica, cioè la capacità di utilizzare le conoscenze per costruire oggetti e modificare la natura. La tecnica si basa soprattutto sulla manualità, tanto che Anassagora ritenne che siano state proprio le mani gli organi che hanno dato all’uomo la superiorità sugli altri animali.

  12. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa)

  13. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Frammenti di Sulla natura (Diels-Kranz) Tutte le cose erano insieme, per quantità e piccolezza illimitate, giacché anche il piccolo era illimitato. E stando tutte insieme, nessuna era distinguibile a causa della piccolezza … (frammento 1) Del piccolo infatti non c'è il minimo ma sempre un più piccolo (in effetti è impossibile che ciò che è non sia) – ma anche del grande c'è sempre un più grande: e per quantità è uguale al piccolo e in relazione a se stessa ogni [cosa] è grande e piccola. (frammento 3).

  14. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Frammenti di Sulla natura (Diels-Kranz) Infatti come potrebbe generarsi il capello dal non-capello e la carne dalla non-carne? (frammento 10) In ogni [cosa] c'è una particella di ogni [cosa], eccezion fatta per l'Intelletto: ma ci sono [cose] in cui v'è anche l'Intelletto. (frammento 11) Tutte le altre [cose] hanno parte a tutto, mentre l'Intelletto è infinito e signore assoluto e a nessuna cosa è mescolato, ma solo lui sta in se stesso.

  15. AnassagoraἈναξαγόρας (Clazomene, 496 a.C. – Lampsaco, 428 a.C. circa) Frammenti di Sulla natura (Diels-Kranz) I Greci non hanno una giusta visione del nascere e del morire, poiché niente nasce né perisce, ma da ciò che esiste si riunisce e si separa. E così dovrebbero rettamente chiamare il nascere una riunione, il morire una separazione. (frammento 17) Il sole manda la sua luce alla luna. (frammento 18) Definiamo arcobaleno il riflesso del sole nelle nubi. È dunque segno di temporale, poiché l'acqua che si riversa dalla nube produce tutt'intorno vento o fa cadere la pioggia. (frammento 19) A causa della loro opacità [dei sensi] non siamo in grado di giudicare il vero. (frammento 21)

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