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Prof. Marco Bartoli

Storia delle religioni lezione n.2. Prof. Marco Bartoli. i riti. riti inseriti nel culto di un essere sovrumano Culto: insieme dei rapporti permanenti che un gruppo umano ha con un determinato essere sovrumano, che si manifesta in riti (preghiera, sacrificio) riti autonomi

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Presentation Transcript


  1. Storia delle religioni lezione n.2 Prof. Marco Bartoli

  2. i riti • riti inseriti nel culto di un essere sovrumano Culto: insieme dei rapporti permanenti che un gruppo umano ha con un determinato essere sovrumano, che si manifesta in riti (preghiera, sacrificio) • riti autonomi magici: tendenti ad ottenere effetti reali (magia omeopatica = produrre il simile attraverso il simile e magia simpatica = influenzare qualcosa che è stato a contatto con la persona) non-magici: riti di passaggio (relativi a cambiamenti importanti nella vita, nascita, età adulta, matrimonio, malattia)

  3. Il rito di passaggio • Il rito di passaggio non è un doppione inutile del passaggio naturale • ma il procedimento che sottrae i fenomeni esistenziali dal dominio della natura e della contingenza, per trasformarli in fenomeni umani (culturali)

  4. i riti di purificazione Si tratta di particolari riti di passaggio Impurità = uno stato di turbamento dell’ordine sociale, contagioso, da cui è necessario “purificarsi” Dall’impurità ci si libera con un rito, che speso è un lavacro (abluzioni, battesimi, aspersioni, esorcismi) Non è che non si distingua tra “impuro” e “sporco”, ma il rito tratta l’impurità come se fosse una cosa di ordine materiale per risolvere un problema di ordine religioso

  5. il “capro espiatorio” • un altro modo di superare uno stato di impurità è quello di trasferirla su di un “capro espiatorio” • Lv 16,20-22: Quando avrà finito l`aspersione per il santuario, per la tenda del convegno e per l`altare, farà accostare il capro vivo. Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. Quel capro, portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto. Nell’antica Atene si praticava il rito dei pharmakoi: due uomini miserabili, non-cittadini, che venivano condotti in giro per la città, onde raccogliere sulle loro persone i ‘miasmi’ di tutto l’anno e poi venivano espulsi.

  6. cos’è dunque un rito? • Un’operazione creativa mediante cui un gruppo umano si assicura il controllo di quanto, altrimenti, metterebbe a repentaglio il suo equilibrio • Presuppone l’impiego di energie creatrici diverse dalla razionalità (perché il rito sia efficace, bisogna “crederci”) • [i fenomeni religiosi sono irrazionali, ma possono esser studiati razionalmente] • Il rito magico: si interviene con mezzi umani per dominare o modificare fatti naturali • [la magia non si basa su un rapporto documentabile tra causa ed effetto] • Cfr. la costruzione della freccia: testo a p. 40

  7. Invocazione e preghiera • Invocazione: l’atto di evocare il nome dell’essere sovrumano (può iniziare una preghiera, ma anche soltanto renderlo presente) • Preghiera: parole rivolte all’essere (o alla pluralità di esseri) oggetto di culto a formula fissa o spontanee occasionali, periodiche, o abituali - ringraziamento - inno - minaccia

  8. Il sacrificioci sono tante teorie diverse sull’origine del sacrificio, che ha assunto significati diversi: • l’offerta primaziale, che precede la consumazione della preda o del cibo: il primo pezzo è per gli essere sovrumani, il resto per gli uomini. [riconoscimento che il mondo non appartiene all’uomo] si trova sin dalle antiche civiltà dei cacciatori e poi si trasmette a quelle dei contivatori. • Il ‘sacrificio’ – dono. Nelle società di allevatori o di coltivatori l’uomo “produce” bestiame o prodotti vegetali, che sono “suoi”; egli dunque li dona (non li restituisce) agli essere sovrumani [olocausto] • La ‘comunione’: pasto sacro con gli esseri sovrumani che accettano di mangiare una vittima insieme con gli uomini (talvolta, Dionisio, divinità e vittima coincidono)

  9. La festa • Un giorno che non è comune (è ‘fuori dal tempo’; il ‘tempo della festa’ = il ‘tempo del mito’) • Con intenti commemorativi, celebrativi di eventi mitici (la festa ritrova il tempo che ‘fonda’ il senso dell’esistenza) • Comportamenti differenti da quelli abituali (non si lavora, ci si veste in modo diverso, si mangiano cose diverse) • Le feste periodiche marcano i momenti importanti o critici di un tempo percepito come periodico e pertanto sono all’origine del calendario

  10. La divinazione • Metodi “deduttivi”. In base al principio della connessione assoluta tra tutti gli avvenimenti (uno starnuto, una caduta,o il modo casuale con cui si dispongono le carte o i dadi [cleromanzia] è considerato un ‘segno’ ) • Ispirazione: persone (fatucchieri, indovini,s ciamani, veggenti, profeti) sono in grado di entrare in conttta con le potenze che dominano gli eventi può essere istituzionalizzata (oracolo) • I sogni [oniromanzia] può essere istituzionalizzata (incubazione)

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