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Sistemi locali di welfare

Sistemi locali di welfare. Lavinia Bifulco. Quadro europeo linee di cambiamento politiche sociali. Rescaling Localizzazione Attivazione Negoziazione e partecipazione Integrazione. Locale e localismi. Eccesso di individuazione spaziale. L’Europa : politiche di coesione.

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Presentation Transcript


  1. Sistemi locali di welfare Lavinia Bifulco

  2. Quadro europeo linee di cambiamento politiche sociali • Rescaling • Localizzazione • Attivazione • Negoziazione e partecipazione • Integrazione

  3. Locale e localismi Eccesso di individuazione spaziale

  4. L’Europa : politiche di coesione • Le politiche di coesione • La coesione economica e sociale esprime la solidarietà tra gli Stati membri e le regioni dell'Unione Europea, favorisce lo sviluppo equilibrato e sostenibile, la riduzione del divario strutturale tra regioni e paesi e le pari opportunità tra le persone. La coesione si concreta in una pluralità di interventi finanziari, in particolare attraverso i Fondi strutturali. • Parole-chiave: solidarietà, sviluppo sostenibile, pari opportunità

  5. Coesione • Coerentemente con la sua matrice durhkeimiana, il termine coesione sottolinea dimensioni quali la connettività, la condivisione, l’interdipendenza. • Secondo Berger Schmitt (2000) il concetto di coesione incorpora due dimensioni che possono essere analiticamente distinte: la prima riguarda la riduzione delle disparità, delle diseguaglianze, dell’esclusione sociale; la seconda concerne le relazioni e i legami sociali e in generale tutti gli aspetti che normalmente vengono ricondotti al capitale sociale.

  6. Coesione • La coesione indica l’esigenza di coordinare le politiche economiche, del lavoro, sociali e ambientali in modo da renderne evidente la reciproca interdipendenza; e di orientare la crescita economica a parametri di sostenibilità. • Una nozione ambigua, perciò si diffonde e “si attacca” a pratiche, politiche, prospettive di azione differenti. Di coesione si parla molto, per esempio, a proposito delle politiche dello sviluppo locale o urbano. • La sfida che questo tema rappresenta per la costruzione di un modello sociale europeo è molto impegnativa: riuscire a coniugare competitività e inclusione, sviluppo economico e sviluppo sociale. Gli strumenti principali sono i finanziamenti disponibili grazie a diverse linee di programmazione.

  7. Coesione • Nel primo ciclo (2000- 2006) lo sforzo di integrare la dimensione sociale con quella economica, di promuovere insieme crescita e inclusione sociale è ben visibile in programmi come Equal e come Urban, molto noti a chi opera nelle politiche sociali e nello sviluppo locale. Il ciclo successivo (2007-2013) è tutto concentrato sulla crescita, sull’occupazione, sulla creazione di infrastrutture e posti di lavoro. Nonostante persista l’ambiguità, sembra prevalere un’idea economica della coesione incardinata sulla competitività. • Convergenza (finanziato da FESR, FSE e Fondo di coesione); • Competitività Regionale e occupazione (finanziato da FESR e FSE); • Cooperazione territoriale europea (finanziato dal FESR). • Conflitto fra attori che si ispirano a soluzioni di mercato e attori che provano a trovare contrappesi agli effetti socialmente indesiderabili di quelle stesse soluzioni. Come osserva Leonardi (2009) la dimensione sociale è poco valorizzata anche a causa della stessa predominanza degli attori politici economici − cioè dei ministri dell’economia - al livello europeo.

  8. L’Europa: fondi strutturali • Le politiche di coesione sono definite, realizzate e controllate mediante un’azione costante di partenariato. Il dialogo sociale costituisce, infatti, uno dei pilastri del modello sociale dell’Unione europea e ha un ruolo centrale nella programmazione dei Fondi strutturali.Altro campo di azione fondamentale del Fondo Sociale europeo è l’ambito delle politiche sociali. Esse agiscono nella prospettiva di un sistema integrato di azioni di prevenzione, promozione e partecipazione, al fine di garantire pari opportunità a tutti nell’accesso all’istruzione, alla formazione, all’occupazione, all’alloggio, ai servizi collettivi, all’assistenza sanitaria.

  9. Europa: summit di Lisbona In occasione del Consiglio europeo di Lisbona (marzo 2000) i capi di Stato o di governo hanno avviato una strategia detta « di Lisbona » con lo scopo di fare dell’Unione europea (UE) l’economia più competitiva del mondo e di pervenire alla piena occupazione entro il 2010. Sviluppata nel corso di diversi Consigli europei successivi a quello di Lisbona, questa strategia si fonda su tre pilastri: un pilastro economico che deve preparare la transizione verso un’economia competitiva, dinamica e fondata sulla conoscenza. L’accento è posto sulla necessità di adattarsi continuamente alle evoluzioni della società dell’informazione e sulle iniziative da incoraggiare in materia di ricerca e di sviluppo ; un pilastro sociale che deve consentire di modernizzare il modello sociale europeo grazie all'investimento nelle risorse umane e alla lotta contro l'esclusione sociale. Gli Stati membri sono invitati a investire nell'istruzione e nella formazione e a condurre una politica attiva per l'occupazione onde agevolare il passaggio all'economia della conoscenza; un pilastro ambientale aggiunto in occasione del Consiglio europeo di Göteborg nel giugno 2001 e che attira l’attenzione sul fatto che la crescita economica va dissociata dall’utilizzazione delle risorse naturali.

  10. Europa- Lisbona tasso di crescita dell'economia pari al 3% tasso di occupazione pari al 70% della popolazione attiva tasso di partecipazione della forza lavoro femminile attiva pari al 60%

  11. Europa “diventare l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. Nel 2005, rilancio della strategia di Lisbona, con due obiettivi principali: crescita economica e occupazione

  12. Metodo aperto di coordinamento (MAC o OMC) • La cooperazione tra Stati membri sulle politiche è stata perseguita a partire dal 2000 (Consiglio Europeo di Lisbona) usando il Metodo aperto di coordinamento (Mac). Uno strumento che, nel rispetto della suddivisione di responsabilità prescritte nei Trattati tra Stati membri e Comunità europea, fornisce un nuovo strumento di cooperazione tra Stati membri nell’ottica della convergenza delle politiche nazionali e nel raggiungimento di alcuni obiettivi condivisi. • E’ basato su: • identificazione e definizione congiunta degli obiettivi da raggiungere • definizione comune di indicatori che consentano agli Stati membri di conoscere la loro posizione in un dato momento, nonché i loro progressi nell’ambito degli obiettivi definiti • strumenti di cooperazione comparativa (benchmarking) finalizzati allo stimolo dell’innovazione, della qualità e della rilevanza dei programmi   (disseminazione di buone pratiche, progetti pilota, ecc.).

  13. Europeizzazione • Il concetto di europeizzazione si riferisce a: un processo di (a) costruzione, (b) diffusione, e (c) istituzionalizzazione di regole formali e informali, di procedure, paradigmi di policy, stili, “modi di fare”, nonché di credenze condivise e norme che sono inizialmente definite e consolidate nella formazione delle politiche e della politics dell’Unione Europea, e successivamente incorporate a livello nazionale nella logica del discorso, nelle identità, nelle strutture politiche e nelle politiche pubbliche Radaelli C., 2003, The Europeanization of Public Policy, in Featherstone e Radaelli, eds., The Politics of Europeanization, Oxford, Oxford University Press, p. 30.

  14. Attivazione Partecipazione al lavoro, in alcuni casi obbligata (workfare) Consumerismo: libertà di scelta del cliente/consumatore Responsabilizzazione individuale (accezione morale) Empowerment, capacitazione (capabilities) partecipazione alle scelte

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