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DSA:ISTRUZIONI PER L’USO

DSA:ISTRUZIONI PER L’USO. Logopedista Timossi Linda. RAPPORTO TRA LA SCUOLA E I RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA. CHE COSA SONO VERAMENTE I DSA?. IL DSA E’ UN DISTURBO DELLO SVILUPPO Quali sono gli antecedenti del Disturbo Specifico D’apprendimento?

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DSA:ISTRUZIONI PER L’USO

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Presentation Transcript


  1. DSA:ISTRUZIONI PER L’USO Logopedista Timossi Linda

  2. RAPPORTO TRA LA SCUOLA E I RISULTATI DELLA RICERCA SCIENTIFICA

  3. CHE COSA SONO VERAMENTE I DSA? IL DSA E’ UN DISTURBO DELLO SVILUPPO • Quali sono gli antecedenti del Disturbo Specifico D’apprendimento? • Quali sono le compromissioni neuropsicologiche ? • In che modo le compromissioni neuropsicologiche interagiscono con le difficoltà di lettura, scrittura e calcolo?

  4. CONCETTO DI APPRENDIMENTO • Incremento dell’efficienza di un atto in seguito all’esperienza. • La modificazione si realizza per il semplice fatto che il soggetto opera. • Processo consapevole e volontario è un fenomeno accessorio all’azione. • L’incremento di efficienza è proporzionale al numero delle esperienze e alla loro vicinanza. • Il successo spontaneo tende a produrre disponibilità a ripetere e in generale, disponibilità verso l’azione.

  5. CONSIDERIAMO 2 TIPI DI APPRENDIMENTO Apprendimento implicito o procedurale: Apprendimento esplicito o dichiarativo: • Riguarda le abilità strumentali (lettura,scrittura e calcolo) • E’ un apprendimento meccanico e innato. • Riguarda gli apprendimenti scolastici

  6. APPRENDIMENTO IMPLICITO • Avviene incidentalmente • E’ inconsapevole • E’attuato su materiale nuovo • Non fa ricorso a conoscenze precedentemente acquisite • L’incremento di efficienza è proporzionale al numero delle esperienze e alla loro vicinanza • L’interruzione dell’esercizio non determina scomparsa o riduzione dell’abilità. (G.Stella)

  7. APPRENDIMENTO ESPLICITO O DICHIARATIVO • Si basa su conoscenze pregresse • L’interruzione dell’esercizio determina perdita delle informazioni apprese • E’ un incremento di competenze legato a processi volontari e consapevoli • Utilizza prevalentemente la memoria semantica • E’ sensibile all’intensità della frequenza

  8. QUANDO SI PARLA DI DSA? • Quando ci si riferisce ad un disturbo dell’apprendimento procedurale o implicito • L’incremento dell’efficienza non si manifesta nonostante una ripetuta esposizione agli stimoli. IL RISULTATO NON E’ AUTOMATICO

  9. REQUISITI PER AVERE L’APPRENDIMENTO AUTOMATICO • Efficienza del sistema che realizza la funzione. • Stimoli adeguati. • Frequenza dell’allenamento

  10. APPRENDIMENTO SCOLASTICO • ACQUISIZIONE DI ABILITÀ STRUMENTALI (LETTURA,SCRITTURA,CALCOLO). • ACQUISIZIONE DI CONCETTI:CONFRONTO TRA INFORMAZIONE NUOVE E POSSEDUTE.

  11. MODELLO MODULARE DELLA MENTE (Fodor). • TRASDUZIONE: organi di senso che processano i segnali dell’ambiente. • SISTEMA DEI MODULI: subunità che non comunicano tra loro, ma lavorano in parallelo e il processamento è automatico. • SISTEMA COGNITIVO CENTRALE: caratteristiche opposte al sistema modulare.

  12. CAUSE DI DIFFICOLTA’ D’APPRENDIMENTO • Fattori socio-culturali • Fattori emotivo-relazionali • Malfunzionamento del sistema cognitivo, a livello di: • Trasduttori (deficit neuro-sensoriali) • Moduli (elaborano gli imput:dsa). • Sistema cognitivo centrale (ritardo mentale o disturbo aspecifico dell’apprendimento).

  13. ABILITA’ = STRUMENTI SITUAZIONE NORMALE • Apprendimento di abilità strumentali e concetti si integrano. SITUAZIONE PATOLOGICA • Apprendimento di abilità integro; apprendimento di concetti compromesso. • Apprendimento di concetti integro e apprendimento di abilità compromesso.

  14. Disabilità di apprendimento (procedurale) • L’incremento di efficienza atteso non si manifesta, nonostante ripetuta esposizione agli stimoli. • Non è il risultato automatico dell’esposizione agli stimoli, non è accessorio all’azione. • L’esperienza non viene accumulata e l’allenamento non sortisce l’effetto atteso. • La prestazione non è standard, ma si manifesta in modo incostante e occasionale. • Richiede uno sforzo attentivo volontario, non vi è visibile riduzione dell’attenzione. (Stella, 2010)

  15. DIFFICOLTA’ O DSA? • non innata • modificabile con interventi didattici • automatizzabile • generalizzato e aspecifico • prestazioni inferiori • il QI può essere al di sotto della norma.. • innato • Resistente all’automatizzazione • specifico • prestazione inferiore a - 2 DS • QI nella norma

  16. Prova di lettura prodaqinlenterisute r pivvicilegerepuetseqocerige. Palcunosiaddeleràalgierori pi standa. Evettinfanemete appiano sotsiitoduaiceletera, noesopalcosa, agiutnoatlro e suvopalchepalaro. inraltàtsatedrofandoartivicialnetebuelo ce aqituanlentedrovano i ragaziqislesicinllerege. AVETE APPENA SPERIMENTATO COSA PROVA UN DISLESSICO A LEGGERE!

  17. IPOTESI SULLE CAUSE DEL DISTURBO DEFICIT A LIVELLO FONOLOGICO DEFICIT DI RAPIDA PROCESSAZIONE DELLO STIMOLO UDITIVO DEFICIT VISIVO DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE DEL SISTEMA MOTORIO • .

  18. STUDI FUNZIONALI • Nei dislessici il ritardo e minor attivazione di aree temporali sinestre, attivazione di aree controlaterali (Simos et al.2000). • Durante prove di consapevolezza fonologica i dislessici non attivano le aree temporo-parietale sinistra (Temple et al.2000). • In un compito di mapping fonemico attivano aree cerebrali di destra (Aylward et al. 2003). • Nei dislessici alcuni compiti di elaborazione fonologica non sono svolti dallo stesso circuito dei normolettori, ma utilizzano vie alternative differenti con tempi e attivazioni diverse.

  19. Disturbi specifici • dell'apprendimento • Dislessia • Discalculia • Disortografia • Disturbo specifico di comprensione del testo • scritto • Disgrafia • Disturbi dell'apprendimento non verbale • (visuo-costruttivo,visuo-spaziale, disgnosie) • Disprassia

  20. LA LETTURA PROCESSODI DECODIFICA DEL LINGUAGGIO SCRITTO CHE HA COME SCOPO LA COMPRENSIONE DEL SIGNIFICATO DEL TESTO

  21. STADI DI LETTURA • STADIO LOGOGRAFICO (lettura globale) • STADIO ALFABETICO (conversione grafema/fonema) • STADIO ORTOGRAFICO (conversione sillababica) • STADIO LESSICALE (lettura globale)

  22. Lettura silente e ad alta voce

  23. STRATEGIE DI DECIFRAZIONE • IPERANALITICA: lettura lenta estentata • IPOANALITICA: lettura veloce ed impulsiva

  24. COME FUNZIONA LA LETTURA Il modello a due vie (Coltehart, etc.) • Via lessicale • Via fonologica (Nell’adulto si utilizza la via lessicale/visiva che permette un accesso diretto alle parole conosciute.La via fonologica si usa per le parole nuove, straniere..)

  25. ACCESS0 FONOLOGIC0 Lapido munato bacuto miotra Notole ecchiu lapiro quodre amizio gamapi

  26. ACCESS0 LESSICALE Socdno una riccreadlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrnedlelelertete all’iternnodiunapraloa non ha imprtzaona a ptatp che la pimra e l’ulimtasainonlleagusitapsoizoine. Anhce se le ltteeresnoomsese a csao una peonrsa può leggere l’inetrafasresnezapoblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstorocelverlo non lgegeongisigonlaleterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime.

  27. IL MODELLO DI LETTURA A DUE VIEvie di Colthear(1987) VIA FONOLOGICA O DI ACCESSO INDIRETTO VIA LESSICALE O DI ACCESSO DIRETTO - segregazione grafemica (attenzione); - regole di conversione grafema-fonema; - memoria e fusione fonologica - Rappresentazione ortografica e fonologica delle parole

  28. DISLESSIA

  29. DSA: CRITERI DI INCLUSIONE Il quoziente totale (multicomponenziale), oppure il migliore tra i quozienti monocomponenziali rilevati deve essere non inferiore a 85.

  30. PRESENZA DELLE SEGUENTI VALUTAZIONI DISLESSIA: • parametro di velocità di lettura di parole, non-parole, brano (valore espresso in sillabe/sec.) – prestazione inferiore a -2D.S.. • parametro di correttezza di lettura di parole, non parole, brano – prestazione inferiore al 5° percentile.

  31. Dislessia o disturbo specifico della lettura Specifica e significativa compromissione della capacità di lettura senza ritardo mentale, problemi visivi e con istruzione adeguata. La comprensione, il riconoscimento della parola in lettura, la lettura ad alta voce e le prestazioni in compiti che richiedono lettura possono essere tutti interessati. Frequente associazione con disturbo della compitazione e del calcolo. Disturbi emotivi e comportamentali (associati) Iperattività e difficoltà attentive (associati:20%)

  32. QUANDO SI PUO’ FARE DIAGNOSI DI DISTURBO SPECIFICO DELLA LETTURA? Dalla fine della seconda classe della scuola primaria

  33. CRITERI PER LA DIAGNOSI DI DISLESSIA • CRITERIO DELLA DISCREPANZA tra QI e prestazione di lettura (si confronta cioè l’abilità di lettura del bambino con il suo livello cognitivo) • CRITERIO DI VELOCITA’ DI DECODIFICA (espressa dal numero di sillabe lette per ogni secondo) • CRITERIO DI ACCURATEZZA (espressa dal numero di errori compiuti)

  34. IL Q.I. TOTALE È COMPOSTO DA: • Q.I. verbale • Q.I. di performance. • Il Q.I. verbale ci dà un’indicazione della comprensione verbale, dell’abilità ad usare il ragionamento nella risoluzione dei problemi e della capacità di apprendere materiale verbale. • Il Q.I. di performance ci dà informazioni sull’efficienza e l’integrità dell’organizzazione percettiva del soggetto, sulla sua abilità di ragionamento non verbale, sulla sua capacità di astrazione e di elaborazione del materiale visivo.

  35. QUESTA DISTINZIONE AIUTA A VALUTARE: • le diverse potenzialità che un individuo può avere nel trattare con problemi che comportano l’uso di parole e di simboli; • le potenzialità con problemi che richiedono la manipolazione di schemi visuo-motori.

  36. DSA: CRITERI DI INCLUSIONE Il quoziente intellettivo totale (multicomponenziale), oppure il migliore tra i quozienti monocomponenziali rilevati deve essere non inferiore a 85.

  37. EVOLUZIONE DELLA VELOCITA’ DI LETTURA

  38. ERRORI DI SUONI • Scambi di vocali es. sole x sale • Scambi di consonanti : • - omologhe es. fento x vento • - fonologicamente simili es. chilurgo x chirurgo • - visivamente simili es. dando x bando • Omissione di suoni es. deuncia x denuncia • Aggiunta di suoni es. sfrogo x sfogo • Riduzione di gruppi es. potta x porta • Riduzione di dittonghi es. pede x piede • Errori di linea ( inversioni migrazioni) es. rase x resa

  39. Errori di recupero errato dei di/trigrammi es. magnone x maglione • Errori di omissione/ aggiunta di doppie es. cerro x cero, distaco x distaco. • Errori di recupero del lessico ortografico es. pesce x pace • Errori di accentazione es. margìne x màrgine • Omissioni di parola • Salti di righe • Errori di anticipazione: • Lessicale es. contributi sanitari x contributi previdenziali • Morfosintattica es. mangiavano x mangiano

  40. EVOLUZIONE DEL DISTURBO SPECIFICO DI LETTURA • LA VELOCITÀ DI LETTURA, normalmente, dovrebbe crescere costantemente ogni anno di 0,5 sill/sec.; in terza media i ragazzi raggiungono una velocità di circa 5,5 sill/sec., considerata vicina a quella dell’adulto. Nella DE severa il divario, per il parametro della rapidità, aumenta con il passare del tempo rispetto alla classe frequentata (ad esempio un ragazzo di terza media legge con una rapidità paragonabile a quella di un b. di seconda elementare). • LA NUMEROSITÀ DEGLI ERRORI, invece, tende a diminuire; l’accuratezza migliora nel corso dello sviluppo, anche se questo dipende dal tipo di testo che il soggetto deve leggere.

  41. MEDIE DATI RELATIVI ALLA VELOCITÀ DI LETTURA DI UN BRANO. MEDIE CALCOLATE IN SILLABE/ SECONDI

  42. LA SCRITTURA PROCESSO CHE VEICOLA LE INFORMAZIONI ATTRAVERSO UN CODICE SCRITTO, CONSENTENDO LA SIMBOLIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO E DEL PENSIERO

  43. Stadi di scrittura • SCARABOCCHIO • PRECONVENZIONALE (/camino/: AIC). • SILLABICA CONVENZIONALE (/camino/: AMN o CMO). • SILLABICA ALFABETICA: (/camino/: CAMN). • ALFABETICA CONVENZIONALE: /camino/: CAMINO).

  44. Parola dettata e autodettata

  45. È UN ABILITÀ COMPLESSA CHE DIPENDE DA DIVERSE COMPONENTI; PUÒ ESSERE ANALIZZATA A VARI LIVELLI, CIASCUNO DEI QUALI “VINCOLA” O LIMITA LA SCRITTURA IN UNA DETERMINATA FASE.

  46. . • L'apprendimento della scrittura • (Ferreiro e Teberosky) • 1) Livello presillabico (scrittura vs disegno) • 2) Livello della differenziazione grafica • (scrittura nome) • 3) Livello sillabico (grafismo fonetico: es: c s a) • 4) Livello alfabetico (corrispond. suoni-segni) • i. Stadio ortografico • ii. Stadio lessicale

  47. DISORTOGRAFIA: • per la diagnosi è condiviso il parametro di valutazione della correttezza, costituito dal numero di errori e dalla relativa distribuzione percentilare (al di sotto del 5° centile), • dipende da un deficit di natura linguistica. DISGRAFIA: • I principali parametri di valutazione riguardano la fluenza (- 2 dev.stand) e l’analisi qualitativa delle caratteristiche del segno grafico. • dipende da un deficit di natura motoria nei processi di realizzazione grafica).

  48. DISORTOGRAFIA • Disturbo settoriale dello sviluppo che si manifesta con difficoltà di scrittura (difficoltà di tradurre correttamente i suoni che compongono una parola nei corrispondenti simboli grafici) in soggetti indenni dal punto di vista cognitivo, sensoriale, neurologico e con adeguate esperienze scolastiche ed educativo-ambientali

  49. TIPOLOGIA DI ERRORI ORTOGRAFICI • ERRORI FONOLOGICI • ERRORI FONETICI (altr errori) • FUSIONI ILLEGALI (errori non fonologici) • - Sostituzioni ( sguardo = squardo) • - Omissioni (conto = coto) • - Inversioni (armadio = amradio) • - Mancanza/aggiunta di doppie • - Omissioni/aggiunte di accenti • - Omissioni di “h”….. • - L’uvetta = luvetta • - C’era = cera

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