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“Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano”

Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione 24 e 25 marzo 2014 dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale. “Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano”.

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“Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano”

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  1. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale “Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano”

  2. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale Il“Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano”è statoapprovato con delibera di Giunta Comunale n. 112 del 13/12/2013 e, in ossequio all'art. 54 co. 5 del D.Lgs. n. 165/2001, integra le previsioni del “Codice generale di comportamento dei dipendenti pubblici”, approvato con DPR n. 62 del 16/04/2013, che fissa i doveri minimi di diligenza, lealtà, imparzialità e buona condotta che i pubblici dipendenti sono tenuti ad osservare.

  3. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale Il“Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano”(di seguito “Codice”)ha la funzione di promuovere l’integrità del funzionario pubblico, in quanto chiamato a svolgere il proprio dovere identificandosi con gli obiettivi generali della Nazione. Il Comune ha esteso, per quanto compatibili, gli obblighi di condotta previsti nel “Codice” a tutti i collaboratori o consulenti, con qualsiasi tipologia di contratto o incarico a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione delle autorità politiche, nonché ai collaboratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere in favore dell'amministrazione, ed, infine, ai dipendenti di società partecipate dal Comune.

  4. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale Il“Codice”, in particolare, prevede che nei contratti di cui sopra sia inserita la seguente clausola: <<La parte si impegna ad adeguare la propria condotta alle disposizioni del Codice di Comportamento dei dipendenti del Comune di Triggiano e a non assumere iniziative in contrasto con il medesimo, consapevole che la violazione delle suddette norme costituisce inadempimento contrattuale e come tale valutabile dal dirigente ai fini della risoluzione del contratto, in base alla gravità della violazione indicata nel presente atto>>.

  5. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale Il “Codice”, è stato approvato con una procedura complessa che ha coinvolto più soggetti, istituzionali e non: - il Responsabile della prevenzione della corruzione che, con la collaborazione dell'Ufficio dei Procedimenti Disciplinari dell'ente, ha predisposto la proposta di “Codice” nel rispetto delle linee guida di cui alla delibera n. 75/2013 della CIVIT (ora ANAC); - il Nucleo di Valutazione delle Performance che ha espresso il parere favorevole sulla proposta di “Codice”; - le Organizzazioni sindacali, le associazioni dei consumatori e degli utenti, tutti i soggetti che operano per conto del Comune e/o fruiscono delle attività e dei servizi dell'ente che, adeguatamente informati, sono stati coinvolti per avanzare eventuali proposte e osservazioni, su cui avrebbe dovuto nuovamente pronunciarsi il Nucleo di Valutazione.....

  6. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale -.....la Giunta Comunale che ha approvato la proposta di “Codice” dopo le eventuali modifiche apportate a seguito della consultazione degli stakeholder.

  7. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale Il “Codice” sancisce, all'art. 2, i “principi generali” a cui deve essere orientata la condotta dei dipendenti del Comune di Triggiano: - buon andamento; - indipendenza ed imparzialità (astenendosi in caso di conflitto d'interessi); - integrità e correttezza; - buona fede; - proporzionalità; - obiettività; - trasparenza; - equità e ragionevolezza; -economicità, efficienza ed efficacia; - parità di trattamento (divieto di discriminazioni).

  8. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale REGALI ED ALTRE UTILITA' L'art. 3 sancisce il divieto di chiedere, sollecitare o accettare per se o per altri regali, compensi o altre utilità (anche sotto forma di sconto), neanche di modico valore, per compiere o per aver compiuto un atto del proprio ufficio, neanche da un proprio subordinato. Sono consentiti regali di modico valore (non superiore a € 50) soltanto occasionalmente nell'ambito delle normali relazioni di cortesia. Il dipendente non accetta incarichi di collaborazione, a qualsiasi titolo e in qualunque modo retribuiti, da soggetti privati che abbiano avuto nel triennio precedente un interesse economico significativo nelle attività inerenti all'ufficio o servizio di appartenenza (o perchè iscritti in appositi albi di appaltatori ....

  9. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale ... o perché abbiano partecipato a procedure di appalto o a procedure per la concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi o l'attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere curate dal servizio di appartenenza, ovvero siano stati destinatari di provvedimenti autorizzatori, concessori o abilitativi per lo svolgimento di attività imprenditoriale curati dal servizio di appartenenza del dipendente). I Dirigentivigilano sulla corretta applicazione dell'art. 3 da parte del personale assegnato. Il Segretario Generale vigila sulla corretta applicazione dell'art. 3 da parte dei dirigenti.

  10. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale PARTECIPAZIONE AD ASSOCIAZIONI Il dipendente comunica al Dirigente ed al Responsabile, tempestivamente e comunque entro 5 gg., l'adesione o l'appartenenza ad associazioni od organizzazioni, fatta eccezione per i partiti politici e i sindacati, i cui ambiti di interessi possono interferire con lo svolgimento dell'attività del servizio (art. 4). Il dipendente non costringe altri dipendenti ad aderire ad associazioni promettendo vantaggi o svantaggi di carriera.

  11. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale NOZIONE DI CONFLITTO D'INTERESSI Il Il“conflitto d’interessi”, nella previsione della L. n. 190/2012, è la situazione che si determina quando un interesse personale del dipendente pubblico interferisce(o potrebbe interferire) con l'obbligo di agire nell’esclusivo “interesse generale”che è tenuto a perseguire. Il fondamento dell'obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi risiede nel “principio costituzionale d'imparzialità”: gli amministrati hanno diritto di pretendere la correttezza dei dipendenti pubblici, che operano al servizio esclusivo della Nazione.

  12. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale CONFLITTO D'INTERESSI Il dipendente comunica per iscritto al Dirigente ed al Responsabile, al momento dell'assunzione o dell'assegnazione all'ufficio, tutti i rapporti di collaborazione, diretti o indiretti e in qualunque modo retribuiti, con soggetti o enti privati che abbia o abbia avuto negli ultimi tre anni (art. 5 co. 1). Deve precisare se lo riguardano in prima persona ovverosuoi parenti fino al quarto grado o affini entro il secondo grado, ovvero il coniuge o il convivente. Inoltre deve indicare se il conflitto sia limitato alle pratiche a lui affidate. La comunicazione va aggiornata almeno una volta l'anno....

  13. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale CONFLITTO D'INTERESSI …..art. 5 co. 2:il dipendente si astiene dal prendere decisioni o svolgere attività del suo ufficio in caso di situazioni di conflitto di interessi, anche potenziale, con interessi personaliovvero disuoi parenti fino al quarto grado o affini entro il secondo grado, ovvero del coniuge o del convivente o di persone con le quali abbia rapporti di frequentazione abituale, ovvero (art. 6) di soggetti od organizzazioni con cui egli o il coniuge abbia causa pendente o grave inimicizia o rapporti di credito o debito significativi, ovvero di soggetti od organizzazioni di cui sia tutore, curatore procuratore o agente, ovvero di enti, associazioni anche non riconosciute, comitati, società o stabilimenti di cui sia amministratore o gerente o dirigente , ovvero in ogni caso in cui esistano gravi ragioni di convenienza.

  14. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale CONFLITTO D'INTERESSI Gli“interessi” in conflitto possono essere di natura patrimoniale o non patrimoniale, come quelli derivanti dall'intento di voler assecondare pressioni politiche, sindacali o dei superiori gerarchici. Il dipendente deve comunicare per iscritto, con congruo anticipo, al Dirigente ed al Responsabile di servizio, la necessità di astenersi dal partecipare all'adozione di decisioni o attività rispetto alle quali vi è conflitto d'interessi, e deve indicarne obbligatoriamente le ragioni.

  15. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale CONFLITTO D'INTERESSI ….Art. 6:Sull'astensione decide il Dirigente del servizio di appartenenza, sentito il Responsabile di servizio, per iscritto sollevando il dipendente dall'incarico o, in caso contrario, motivandone le ragioni. Il Dirigente cura l'archiviazione di tutte le decisioni adottate a mezzo del Responsabile dell'Ufficio Procedimenti Disciplinari (UPD). Sull'astensione dei Dirigenti decide il Responsabile per la prevenzione della corruzione che cura l'archiviazione delle decisioni a mezzo del Responsabile dell'UPD.

  16. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE Art. 7:il dipendente rispetta le prescrizionicontenute nel Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC), collabora con il Responsabile della prevenzione e segnala (a mezzo del Dirigente) eventualisituazioni di illecitodi cui sia venuto a conoscenza nell'Amministrazione. La segnalazione del Dirigente è rivolta direttamente al Responsabile per la prevenzione. Il destinatario della segnalazioneadotta le misure necessarie atutelare l'anonimato del segnalante.....

  17. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE …..Art. 7: nell'ambito del procedimento disciplinare l'identità del segnalante può essere rivelata soltanto se indispensabile per la difesa dell'incolpato (in quanto la contestazione si basa esclusivamente sulla segnalazione) e soltanto dopo l'audizione dell'incolpato o delle sue memorie difensive. La denuncia è sottratta all'accesso ex art. 22 della L. n. 241/1990. Negli altri casi (cioè quando la contestazione sia supportata da accertamenti ulteriori rispetto alla segnalazione) l'identità del segnalante può essere rivelata solo con il consenso dello stesso segnalante.

  18. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale TRASPARENZA E TRACCIABILITA' Art. 8:il dipendente collaboranell'elaborazione, reperimentoetrasmissione dei dati e documenti sottoposti all'obbligo di pubblicazione sul sito web dell'entenella sezione “Amministrazione trasparente”. Il dipendenteassicura la tracciabilità dei processi decisionali (principio anglosassone dell'accontability), al fine della replicabilità degli stessi(attraverso un adeguatosupporto documentale) che riporti anche le norme osservate e la giurisprudenza prevalente seguita(anche al fine di difendersi da un eventuale giudizio di responsabilità) [in tal senso anche l'art. 9 del Codice generale – DPR n. 62/2013].

  19. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale COMPORTAMENTO NEI RAPPORTI PRIVATI Art. 9:il dipendente, nei rapporti privati, non sfrutta né menziona la posizione che ricopre nell'amministrazione per ottenere utilità che non spettino, né assume altro comportamento che possa nuocere all'immagine dell'amministrazione.

  20. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale COMPORTAMENTO IN SERVIZIO Art. 10:il Dirigente e il Responsabile di servizio garantiscono, ciascuno per quanto di competenza, un'equa e simmetrica ripartizione dei carichi di lavoro ai propri dipendenti. Il Dirigentedeve tener conto anche ai fini della valutazione della performance, della negligenza di alcuni dipendenti o dell'adozione di comportamenti che fanno ricadere su altri dipendenti il compimento di attività di propria spettanza.

  21. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale COMPORTAMENTO IN SERVIZIO …...Art. 10:il Dirigente deve controllare: I permessi di astensione dei propri dipendenti avvenga effettivamente per le ragioni e nei limiti previsti dalle leggi e dai CCNL, evidenziando all'interessato la pratica scorretta; La corretta timbratura delle presenze da parte dei propri dipendenti: le pratiche scorrette devono essere segnalate al dipendente ed all'Ufficio Procedimenti Disciplinari secondo la procedura del Regolamento disciplinare.

  22. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale COMPORTAMENTO IN SERVIZIO …...Art. 10:il dipendente utilizza attrezzature, supporti telematici e telefonici, gli automezzi (senza il trasporto di terzi se non per motivi di servizio) e in generale le risorse in dotazione, esclusivamente per ragioni d'ufficio e con i vincoli posti dall'amministrazione.

  23. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale RAPPORTI CON IL PUBBLICO Art. 11:il dipendente si fa riconoscere attraverso l'esposizione del badge o altro supporto identificativo. Opera con spirito di servizio, correttezza, cortesia e disponibilità e risponde a chiamate telefoniche, posta elettronica e corrispondenza nel modo più accurato possibile, indicando altresì il responsabile del procedimento. Se non competente indirizza l'interessato all'ufficio competente.

  24. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale RAPPORTI CON IL PUBBLICO …..Art. 11: nelle trattazione delle praticheil dipendente osserva l'ordine cronologico, salvo diverse esigenze di servizio. Non rifiuta con motivazioni generiche prestazioni a cui sia tenuto, rispetta gli appuntamenti con i cittadini e risponde senza ritardo ai reclami. Il dipendente: rispetta gli standard di qualità contenuti nelle carte dei servizi; non anticipa l'esito di decisioni o azioni proprie o altrui inerenti all'ufficio; fornisce informazioni su procedimenti conclusi o in corso e fornisce copie nel rispetto delle disposizioni di legge e del Regolamento sul diritto di accesso;......

  25. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale RAPPORTI CON IL PUBBLICO …..Art. 11: osserva il segreto d'ufficio e la normativa in materia di tutela e trattamento dei dati personali, motivandoin tal senso il diniego al rilascio di informazioni o copie di documenti.

  26. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER I DIRIGENTI Art. 12 - Il Dirigente, all'atto del conferimento dell'incaricoealmeno una volta l'annoa partire da dicembre 2013,comunica all'ente: le partecipazioni societarie che possono porlo in conflitto d'interessi con la funzione pubblica che svolge; se ha parenti o affini entro il secondo grado, coniuge o convivente che esercitano attività politiche, professionali o economiche che li pongano in contatti frequenti con il servizio che dovrà dirigere o che siano coinvolti nelle attività inerenti il servizio; la propria situazione patrimoniale; le dichiarazioni annuali dei redditi soggetti all'IRPEF.....

  27. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER I DIRIGENTI …..Art. 12 - Il Dirigente: persegue gli obiettivi assegnati; adotta uncomportamentoorganizzativo adeguato,imparziale nei rapporti con colleghi, collaboratori e destinatari dell'azione amministrativa; vigila affinché le risorse assegnate al suo settore siano utilizzate esclusivamente per fini istituzionali e non per fini personali; cura il benessere organizzativo nella struttura, favorendo l'instaurarsi di rapporti cordiali e rispettosi tra i collaboratori; assume iniziative per la formazione e l'aggiornamento del personale, la circolazione delle informazioni, la valorizzazione delle differenze di genere, di età e di condizioni personali;....

  28. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER I DIRIGENTI …..Art. 12 valuta il personale assegnato con imparzialità; intraprende tempestivamente le iniziative necessarie in caso di illecito (procedimento disciplinare, denuncia all'autorità giudiziaria penale, segnalazione alla Corte dei Conti, tutela del dipendente denunciante); vigila sul rispetto delle norme in materia di incompatibilità, cumulo di impieghi e incarichi di lavoro dei propri collaboratori; favorisce la diffusione di buone prassi ed evita che si diffondano notizie false in riferimento all'organizzazione, all'attività ed ai dipendenti.

  29. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale CONTRATTI E ALTRI ATTI NEGOZIALI Art. 13: Il dipendente nella conclusione di accordi o contratti per conto dell'amministrazionenonricorreallaintermediazione di terzi, né promette o corrisponde per ciòalcuna utilità, salvonel caso di ricorso alla intermediazione professionale. Il dipendente non conclude per conto dell'amministrazione contratti di “appalto per lavori, servizi e forniture”, nonchè contratti di “finanziamento” e di “assicurazione”con imprese con le quali,nel triennio precedente,abbia stipulato contratti a titolo privato o ricevuto altre utilità(salvi i contratti stipulati a mezzo formulari: art. 1342 c.c.): se in tali casi l'amministrazione concluda il contratto il dipendente deve astenersi dal partecipare alle attività riguardanti l'esecuzione dello stesso, dandone atto in un verbale scritto.....

  30. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale CONTRATTI E ALTRI ATTI NEGOZIALI …..Art. 13: Il dipendente che conclude accordi o contratti a titolo privato(salvi i contratti stipulati a mezzo formulari: art. 1342 c.c.) con persone fisiche o giuridiche private con le quali abbia concluso, nel triennio precedente, per conto dell'amministrazione contratti di “appalto per lavori, servizi e forniture”, nonché contratti di “finanziamento” e di “assicurazione” ne informa per iscritto il Dirigente e il proprio Responsabile di Servizio. Se le situazioni descritte riguardano il Dirigente questi informa per iscritto il Segretario Generale. Il dipendente che riceva dai partecipanti a procedure negoziali rimostranze (orali o scritte) informa tempestivamente il proprio superiore.

  31. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale VIGILANZA, MONITORAGGIO E ATTIVITA' FORMATIVE Art. 14 - I “Dirigenti”, le “strutture di controllo interno” vigilano sull'applicazione del Codice di comportamento avvalendosi dell'Ufficio dei Procedimenti disciplinari (UPD). L'UPD, oltre alle funzioni disciplinari di cui all'art. 55-bis del D.Lgs. n. 165/2001, cura, in raccordo con il Responsabile della prevenzione della corruzione,: l'aggiornamento del “Codice”; l'esame delle segnalazioni di violazione del “Codice”; la raccolta delle condotte illecite accertate e sanzionate, con le garanzie di cui all'art.54-bis D.Lgs. n. 165/2001; la diffusione della conoscenza del “Codice”; Il monitoraggio annuale sulla sua attuazione (art. 54 d.lgs. n. 165/2001), la pubblicazione sul sito e la comunicazione all'ANAC (già CIVIT) degli esiti del monitoraggio (art. 1 co. 2 L. n. 190/12).....

  32. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale VIGILANZA, MONITORAGGIO E ATTIVITA' FORMATIVE ….Art. 14 – L'UPD può chiedere pareri all'ANAC per l'attivazione del procedimento disciplinare per violazione del “Codice” (art. 1 co. 2 lett. d) L. n. 190/2012). Nell'ambito dell'attività formativa l'Amministrazione prevede (senza oneri aggiuntivi) apposite giornatedirette a far conseguire ai propri dipendenti la piena conoscenza dei contenuti del “Codice”, nonché unaggiornamento annuale e sistematicosulle misure e sulle disposizioniapplicabili in ambito di “trasparenza e integrità”.

  33. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale RESPONSABILITA' PER VIOLAZIONE DEL “CODICE” Art. 15 – La violazione dei doveri del “Codice” (come del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione) integra comportamenti contrari ai doveri d'ufficio ed è fonte di “responsabilità disciplinare”, fatti salvi, altresì, gli estremi per la responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile. La violazione è valutata, ai fini dell'irrogazione della sanzione, con riguardo alla gravità del comportamento e l'entità del pregiudizio (anche morale) al decoro o al prestigio dell'ente, accertati a seguito di procedimento disciplinare. Le sanzioni sono quelle previste dalla legge, dai regolamenti e dai contratti collettivi.

  34. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale RESPONSABILITA' PER VIOLAZIONE DEL “CODICE” ….Art. 15 – Le sanzioni espulsive possono essere applicate nei seguenti casi: violazione art. 3 in caso di non modicità del valore del regalo correlato al compimento di un'attività d'ufficio; violazione art. 4 co. 2; violazione art. 13 co. 2 primo periodo; recidiva degli illeciti di cui all'art. 3 co. 6, art. 5 co. 2 (esclusi i conflitti meramente potenziali), art. 12 co. 8 primo periodo. Resta ferma la comminazione dellicenziamento senza preavvisoelealtre ipotesi di responsabilità disciplinarenei casi previsti da leggi, regolamenti e CCNL.

  35. Formazione per la prevenzione del rischio di corruzione24 e 25 marzo 2014dott.ssa Anna Maria Guglielmi – Segretario Generale DIFFUSIONE DEL CODICE Art. 16 – Del “Codice” è data ampia diffusione attraverso: la pubblicazione sul sito istituzionale; la trasmissione per mail ai dipendenti ed ai titolari di contratti di consulenza o collaborazione a qualsiasi titolo, ai titolari di organi e di incarichi negli uffici di diretta collaborazione dei vertici politici dell'ente, ai collaboratori a qualsiasi titolo (anche professionale)di imprese fornitrici di servizi in favore dell'ente; la consegna al dipendente che lo sottoscrive all’atto dell’assunzione (prima era meramente allegato al contratto collettivo). In prima applicazione è stato sottoscritto da tutti i dipendenti già in servizio presso l'ente.

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