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PSICOSOMATICA

PSICOSOMATICA. GABRIELE GALLO. Iniziamo questa relazione parlando di quando, come e perché nasce la Medicina . Se facciamo mente locale, vediamo che la Medicina nasce come una Filosofia , in primis, nasce insieme alla Filosofia ed alle antiche arti astrologiche ed astronomiche;

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PSICOSOMATICA

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Presentation Transcript


  1. PSICOSOMATICA GABRIELE GALLO

  2. Iniziamo questa relazione parlando di quando, come e perché nasce la Medicina. • Se facciamo mente locale, vediamo che la Medicina nasce come una Filosofia, in primis, nasce insieme alla Filosofia ed alle antiche arti astrologiche ed astronomiche; • nasce con la filosofia del comportamento (etica), della gestione della Polis, ecc.. • I primi medici non a caso erano dei filosofi, perché sono stati i primi a rendersi conto che c’era un riferimento importante e quindi un nesso che legava logicamente come in alto, così in basso; • guardavano le stelle, il comportamento degli astri, del cosmo tutto e cercavano di vedere e studiarne la Natura; • ed osservando la Natura dell’ Universo, si resero conto che c’erano delle affinità, delle analogie con la Natura dell’Uomo; questo era già un primo livello di Psicosomatica .

  3. La Psicosomatica non è affatto in conflitto con la Medicina: qualsiasi tipo di Medicina, sia Occidentale che Orientale, perché si basa su fatti meccanicistici; • la Cosmologia si basa su fatti che si ripetono, che hanno cicli, ritmi e cadenze, CHE SI BASANO SU DETERMINATI PRINCIPI FISICI (principi fisici – fisiologici del corpo fisico); come esistono le maree, esistono i ritmi circadiani, i cicli endocrini, i ritmi circannuali. • Quindi questi scienziati filosofi erano degli attenti conoscitori della Natura, autori, tutti non a caso di opere “ perì fuseos”, intorno alla Natura delle cose. • In primis dobbiamo parlare di come queste arti maestre appartenevano a uomini che conoscevano come ciò che sta in alto, sta anche in basso ( come in cielo, così in terra, come in psiche, così in soma, con le naturali decodificazioni). La psicosomatica nasce così in tutta la sfera terrestre, Cinesi, Assiri Babilonesi, Greci, ecc.

  4. In Platone, il medico appare l’espressione di una dottrina altamente qualificata e raffinata, ed, al tempo stesso, l’incarnazione di un ethos professionale, una forza culturale, un elemento di guida intellettuale nella vita del popolo. • La posizione elevata della Scienza Medica trova la sua radice nel fecondo conflitto con la Filosofia, che le fa conoscere la metodologia della ricerca e la struttura per cercare di divenire una scienza esatta. • Ma questa “ascesa” trova la sua ragione più profonda in una cultura che esalta il corpo, e primeggia l’anima: prova pratica di questa affermazione la troviamo nella fusione della ginnastica – musica, che costituisce la somma della cultura greca.

  5. L’Arte sanitaria trova la sua forza e la sua efficacia nella metodica filosofica, improntata alla natura: • Infatti la Filosofia naturale, cercando di scoprire la soluzione naturale di ogni fenomeno, riconduce ad ogni effetto una causa, e rileva nella catena delle cause e degli effetti • un ordine universale e necessario, • con la inossidabile fiducia di penetrare i segreti del mondo, attraverso la impregiudicata osservazione delle cose e l’uso della razionalità, fornisce alla medicina, quelle conoscenze scientifiche che sono proprie di una vera scienza. • MEDICINA NATURALE O ANALOGICA. • Parliamo dell’agopuntura e della psicosomatica • Solamente la Medicina greca, alla scuola di Platone ed altri pensatori assertori di leggi universali, potè elaborare un Sistema teorico, e scientifico convincente sul quale ogni altra scienza potesse appoggiarsi.

  6. Con Solone si impone la conoscenza della legge che governa la malattia, e il legame indissolubile che unisce la parte al tutto, e ne diviene un presupposto evidente della sua concezione organica. • Solone insegnava che in ogni fenomeno naturale si manifesta o si esprime una sorta di stabile compensazione, e un equilibrio dei diritti delle cose tra loro (concetto che si ritrova nella medicina nelle spiegazioni dei singoli fenomeni fisio-patologici del compenso come indennizzo o come retribuzione),da qui proviene il collegamento con l’isomoiria, secondo il quale lo stato abituale di benessere dell’organismo o dell’intera natura, consiste in un’eguaglianza di rapporti tra gli elementi fondamentali che lo costituiscono. • Per meglio definire il concetto di natura come totalità, voglio riportare un brano del trattato “Sulle arie, le acque ed i luoghi”:

  7. “Chi vuol bene imparare l’arte del medico, deve comportarsi così: • prima di tutto avere sempre presenti le stagioni e gli effetti di ciascuna; • che esse non sono eguali tra loro, anzi del tutto diverse, sia nella loro specifica qualità, che nei modi di trapasso tra l’una e l’altra. • Deve poi osservare i venti caldi e freddi, prima quelli comuni agli uomini di tutte le contrade, poi anche quelli caratteristici di ognuna. • E deve anche considerare gli effetti delle varie qualità di acque. • Come queste differiscano nel gusto o nel grado di gravezza, così anche nei poteri. • Quando arriva ad una città che non conosce, egli si deve prima di tutto dar ragione della posizione di essa di fronte alle correnti d’aria e di fronte al punto di levante • e così pure della condizione delle acque.. e della qualità del terreno.. • Quando conosce la vicenda delle stagioni, e pertanto del clima, ed i movimenti del levarsi e del tramontare degli astri, egli sarà anche capace di prevedere di quale qualità sarà l’intero corso dell’anno • e se questo modo di pensare sembra a taluno troppo da filosofo naturale, costui, se è di quelli che possono appendere qualcosa, avrà modo di persuadersi che l’astronomia può aiutare in grande misura la medicina. • Difatti negli uomini le malattie mutano col mutarsi della temperatura”.

  8. Per Platone il medico è colui che, sulla base della sua conoscenza della natura del sano, conosce anche il contrario di questo, il malato, e può perciò trovare la via di ricondurlo allo stato naturale. • Su questo esempio è calcata l’immagine platonica del filosofo, che può rendere lo stesso servigio all’anima dell’uomo, e alla salute di lei. • Ciò che rende possibile e fecondo il paragone della scienza platonica, la “cura dell’anima”, con la scienza del medico, è un duplice elemento comune: questi due modi del sapere fondano i loro enunciati sulla conoscenza obbiettiva della natura: • il medico sulla nozione della Natura del corpo, • il filosofo sull’intendimento della Natura della Psiche; • ambedue però si dedicano alla ricerca della “composizione” della natura, che si riversa nell’attività pratica, ma anche a ritrovare, nella struttura naturale, sia del corpo sia dell’anima, il principio normativo che guidi l’azione o del medico o del filosofo-educatore. • Questa norma, per quel che riguarda l’esistenza corporea, il medico la chiama “Salute”, e con questo stesso principio, l’etica-politica di Platone si accosta all’anima umana. • I doveri di un uomo –egli dice- dovrebbero rappresentare la falsariga della coscienza di ogni uomo libero e moralmente integro: • doveri che, in altre parole, dovrebbero, necessariamente albergare nello spirito di chi ricerca in se e nei riflessi del mondo esterno (con amore, umiltà e pazienza, ma al contempo con determinata volontà), • la conoscenza del Vero.

  9. La cosiddetta civiltà moderna trova le sue origini da quelle scuole di pensiero greche e latine, che rappresentano ancor oggi la base fondamentale su cui poggia l’intero sistema sociale occidentale. Questa tradizione che ha garantito ad intere generazioni nel corso di secoli e millenni una solida ed incontrovertibile realtà, è stata dapprima costituita ed in seguito continuamente adattata, a seconda delle necessità e fabbisogni di ogni epoca. • L’impronta classica, come ben sappiamo, si basa su principi etici e morali che poco hanno a che fare con l’insegnamento dottrinale e nozionistico dei nostri tempi. La formazione di quella che viene conosciuta come filosofia, nasce con propositi assai più tecnici e pratici di quanto si sappia e si creda, a cui , se non altro, si riconosce innanzi tutto l’importanza della qualità del pensiero. La capacità geniale che diventa capacità di realizzazione. • Di fatto, non si riconosce più quel concetto di Conoscenza Universale, dal quale viene poi estrapolato il termine Università, quale “Centro del Sapere”. Questo scollamento ha causato la spezzettatura di tutto il “Sistema Polis Universale”, è stato personalizzato ed individualizzato fino a renderlo completamente in antitesi con l’espressione del pensiero classico di globalizzazione. • E’ importante oggi che si ristabiliscano i principi dell’uguaglianza, del rispetto, della condivisione e della compartecipazione. E’ importante che si cominci ad attuare una politica di educazione, di formazione alla comunicazione o comunione. E’ determinante che si cominci a creare una politica dell’uomo educato, perché si possa riuscire a far vivere alle generazioni future una Vita più umana e possibile. Una Vita , in cui tutti possano esprimersi con maggiore co-scienza, ovvero con una migliore capacità di comprendere “scientificamente” la Natura che ci circonda.

  10. Ora l’analisi del sangue è una analisi fondamentale che ci permette di capire tante cose, inerenti lo stato fisico della persona; un buon conoscitore di queste arti maestre saprebbe riconoscere, per esempio, come la bilirubina o le transaminasi hanno a che fare con un certo tipo di biliosità,cioè con un certo tipo di caratterialità, quindi con un certo tipo di emozione. • L’analisi ematica ci permette di fare una analisi endocrinologica e da questa ci è possibile stabilire che tipo di personalità c’è in quel determinato momento, quale stato evolutivo e quale stato emozionale sta vivendo il soggetto in quel determinato momento. • Quindi ciò significa che quando andiamo a fare un’analisi del sangue, in questo caso,abbiamo l’opportunità di conoscere abbastanza di questo individuo, sia sotto l’aspetto, diciamo, della sua personalità, cioè del suo codice genetico,, sia della sua parzialità, cioè in quel determinato momento. CHI E’ QUESTA PERSONA E COME STA VIVENDO IL SUO ESSERE: ovviamente la Psicosomatica, che è una filosofia in continua espansione, in continuo movimento, ci permette, attraverso le innumerevoli modalità di rappresentazione, ed anche di uso, di valutare ad ampio spettro tutte le manifestazioni della vita e della vita di chiunque. • E’ QUINDI UNO STRUMENTO DI VALUTAZIONE.

  11. Parlando, ovviamente, in questo caso della malattia, possiamo cominciare a capire le manifestazioni della vita, del soggetto con cui si viene a contatto; • naturalmente non è che la psicosomatica diminuisca il valore dell’analisi fatta in modo tradizionale ed ortodosso dalla nostra Medicina Occidentale,però aggiunge qualcosa in più; • perché per fare delle buone analisi, non possiamo prescindere, non contemplare tutte le altre situazioni , che possono modificare in modo temporaneo o definitivo ( acuto o cronico) lo status quo. • Questo è un primo importante passo: quindi è importante e fondamentale la Medicina allopatica, ortodossa, Galileiana; ma non dimentichiamoci che c’è un’altra lettura che va fatta , per avere molti più parametri, per una valutazione più globale. • Ma tutto ciò perché accade? Perché man mano che siamo andati a guardare nel profondo, proprio perché è complicato guardare e specializzarsi nei vari meandri sconfinati della medicina della Natura. • Parlare di medicina, vuol dire parlare della Natura e si rende sempre più necessario, man mano che si va avanti, specialmente per ciascuno nella sua branca; • ma allora troppo facilmente perdiamo la cognizione dell’insieme: quindi la spezzettatura del sapere, da una parte favorisce l’introspezione, ma da un’altra non consente l’identificazione della malattia, per quella che essa veramente è. • SI E’ GUARDATO MOLTO NELL’INFINITAMENTE PICCOLO, TRASCURANDO L’INFINITAMENTE GRANDE…

  12. A questo punto dobbiamo dire che cosa è la malattia; è uno strumento che crea una modificazione, che consente al corpo una modificazione. Così come un virus, un batterio è in continua ricerca di una modificazione che gli consenta di vincere le resistenze, di vincere tutti gli ostacoli che normalmente anche la stessa scienza gli oppone; cerca una forma di evoluzione, una forma di adattamento che gli consenta comunque di superare le difficoltà. • Se quindi riusciamo ad entrare in questo ordine di idee, possiamo riuscire a capire che la malattia, in effetti non è altro che uno strumento, forse ad i nostri occhi subdolo, ma uno strumento per evolvere il corpo. ( l’inconscio non possiede la nozione del morire, ed orienta pertanto tutte le trasformazioni somatiche, al fine di mantenere l’omeostasi, anche quando questo risulti clinicamente come una grave patologia.) • Anche passando attraverso patologie che rendono deformi, storpi, ciechi, che rendono menomati in qualsiasi modo, la malattia resta uno strumento che cerca una via di adattamento, prima di tutto nella forma. Per esempio un batterio cerca un adattamento nel corpo, cerca un’ospitalità per avere una sua ragione di esistere, di essere, una sua ragione per modificare le strutture circostanti. La natura ha avuto la sua espansione in tutti i regni, prima quello minerale, poi quello vegetale e quindi quello animale, proprio grazie a queste continue ed infinite modificazioni delle strutture genetiche, delle strutture del DNA, continue mutazioni, che dobbiamo innanzitutto comprendere ed accettare, perché noi attraverso le mutazioni , veniamo a contatto con fattori esterni, eterogenei, che comunque entrano in noi, e da esogeni, divengono endogeni, venendo quindi a far parte del nostro bagaglio, anche a livello di bagaglio di informazione. Come dire che i batteri, che oggi sono considerati saprofiti, una volta non erano dentro di noi, ma fuori di noi; entrando a far parte del nostro organismo, ci aiutano, in questa comunione di beni, a sviluppare sempre di più la vita dell’ Uomo insieme nella Natura. • Tutto ciò è importante perché cominciamo a dire che la malattia, come tutti i mali che non vengono per nuocere, ha una importanza, non nel disegno del soggettivo, ma ha una sua importanza nel disegno globale della Natura.

  13. Questo globale è appunto la Natura dell’uomo, dell’umanità; come l’uomo si dovrà evolvere, come l’uomo si dovrà adattare alle condizioni nuove della Natura stessa, per far fronte, per farsi sempre più forte alle nuove intemperie, alle quali si dovrà inevitabilmente scontrare e sottoporre con l’aumentare dei fattori di rischio, attraverso tutti quegli elementi che noi chiamiamo inquinamenti, come quelli alimentari, ambientali, etc. • Questi inquinamenti provocheranno in noi queste necessità, attraverso fattori di adattamento, di adeguarci comunque alle nuove manifestazioni e quindi condizioni della Natura. • La malattia è un segnale che ci fa capire qualcosa, che noi stiamo cercando di adattarci a qualcosa di nuovo, ad un evento nuovo. • A questo punto subentra appunto l’interprete, quello che dovrebbe essere la funzione dello psicosomatologo medico, il quale da buon filosofo, da buono scienziato, dovrà imparare a riconoscere il tipo di segnale, imparare a capire attraverso un esame psico – ematico, dovrà riconoscere il perché di questa modificazione, che sta avvenendo senz’altro in un determinato momento ed in una determinata condizione del soggetto esaminato. • Allora se si vuol continuare a fare soltanto medicina in modo Galileiano ( ma magari fosse solo galileiano, perché Galilei aveva detto che la terra era rotonda, e poi lo hanno fatto smentire); voglio dire l’intento ci vuole sempre e bisogna saper vedere le cose a tutto tondo e Galilei era riuscito a vedere la terra come un tutto, un insieme globale. • Allora se vogliamo vedere solamente in un modo, ci perdiamo la possibilità di fare un’analisi globale; quest’analisi globale, la scienza medica, la filosofia orientale da sempre la considera Medicina Olistica, da olos che in termini medici tradizionali vuol dire psicosomatica, che cioè riesce a comparare entrambi gli aspetti, per consentire al traduttore medico di suggerire al soggetto malato, quali sono le condizioni che sta vivendo in quel determinato momento di adattamento alla vita.. Una volta fatto questo, si facilita la conversione della malattia; perché la malattia, se la vogliamo tradurre poi sotto un aspetto anche più pragmatico,avviene solo e sempre in uno stato di immunodepressione, di una diminuzione della risposta immunologia; quando c’è un deficit, quando ci sono delle situazioni non ottimali, non sufficientemente ottimali; qui ci viene in aiuto inossidabile la Psicoimmunologia ci aiuta ormai da tanto tempo, che ha una storia ormai conclamata, dalla quale è nata la PNEI.( Vedi Bottaccioli)

  14. La psicosomatica è una branca della psicologia che si occupa da tempo sui “legami” e sui rapporti di causa-effetto, tra le malattie e la loro origine psicologica. Gli aspetti simbolici e tangibili della malattia, rappresentano in effetti (per effetto) un concetto ben preciso della causa che ha manifestato il disturbo. • Spesso si riconosce il MalEssere soltanto nella forma (nella sua manifestazione patologica), più che nell’essenza psicologica che l’ha invece determinata. Se consideriamo che ogni “disturbo” è sintomo di un “segnale” sbagliato, possiamo dunque dire che il corpo umano si comporta come un’antenna che riceve (ed emette) segnali imperfetti. • Questa scienza è sempre più tenuta in considerazione anche nel campo della scienza quella sperimentale e cioé quella che più si conosce e che si limitava fino a ieri, a studiare soltanto gli effetti fenomenici delle cose. • Le nuove formule comparative tra le scienze concettuali (psicologia etc) e sperimentali conosciute, sta portando via via ad un gran numero di metodologie di analisi e di sviluppo che saranno la base per questa nuova scienza del futuro. • Una certa area della psicologia, si diceva, può aiutare assai bene a spiegare certe situazioni in cui la natura si muove in maniera non normale o come qualcuno sostiene in modo paranormale. Possiamo dire che questa scienza, è in effetti l’unica che si “muove” differentemente da tutte le altre che si basano ormai quasi esclusivamente sulla sperimentazione in laboratorio, quindi assoggettata all’esigenza della fenomenologia conclamata e da tutti ripetibile. • Gli studi che si stanno effettuando un po’ in tutte le parti del nostro globo, stanno facendo emergere con maggiore evidenza, il rapporto, ancora per molti versi sconosciuto, tra il mondo della psiche e quello della materia e questo, in un certo qual modo, riavvicina le concezioni filosofiche e scientifiche del passato al nostro mondo evoluto di oggi (?).

  15. Tutti i grandi uomini di scienza che l’antichità ci racconta, erano prima di tutto filosofi. Essi conoscevano la scienza della logica (assai diversa da quella moderna), che comprendeva l’uso analitico e geometrico del pensiero concreto e lo applicavano nella forma con vera maestria. • Possiamo dire che le tutte scienze, anche quelle moderne, sono state già conosciute e sperimentate nel passato con quelle tecniche essenziali che oggi non vengono più contemplate a causa della complessità delle strutture dogmatiche che la scienza stessa sancisce. • Ciò che si è purtroppo perduto è la conoscenza e capacità che viene chiamata intuizione, quell’arte scientifica che non si può spiegare nei comuni laboratori di ricerca... • Se dunque la difficoltà vera della scienza è sempre stata una, di comprendere ciò che non si vede, oggi come nel passato vi è un reale recupero del valore intuitivo che permette di cucire e “vedere” le dverse dimensioni o stati di coscienza, i diversi stadi o punti di osservazione. • Si vuol cercare dunque di portare in luce ed in modo efficace e pratico, quell’antica arte dell’uso intelligente e cosciente, sia per un miglior uso individuale, sia per un miglior modo di sperimentare “naturalmente” i mille segreti della natura manifesta ed immanifesta. Si parla ovviamente di quella che Kant descriveva come la ragion pura che è indubbiamente il livello di cognizione oggettiva del mondo naturale della vita.

  16. Sulla base di uno studio condotto con l’aiuto di altri collaboratori, posso testimoniare anche se con una metodologia personalizzata che con l’atteggiamento “filosofico” speculativo-razionale-etico, si possono vedere le cose in modo assai diverso. L’intuito (occhio della mente) viene utilizzato come strumento di analisi, e la conoscenza (occhio del cervello) come mezzo di confronto o paragone. L’intuito è basilare ed utile al ricercatore come può essere la bussola per un navigante. • Il progresso della scienza ed il continuo evolversi della tecnologia ha però cambiato il volto di tutto il sistema di ricerca e del suo significato primitivo e la sperimentazione scientifica, con la sua sempre più evidente necessità di protocollare secondo parametri rigidi e standard, non permette quasi più la possibilità di spaziare nel mondo immaginifico delle ipotesi, campo nel quale trovano invece sede le più fervide e lucide intuizioni. Se da un lato dobbiamo ringraziare il notevole apporto qualitativo della vita, dovuto proprio grazie all’espandersi della ricerca (secondo i canoni odierni), dall’altro dobbiamo anche riconoscere che la formazione scientifica speculativa-razionale è venuta un po’ a mancare. • Il dogma è certamente il peggior nemico del ricercatore e perciò non è assolutamente pensabile che un vero studioso possa dare sempre per implicito ed assoluto che tutte le teorie formulate da altri siano sempre del tutto esatte. Il saper mettere sempre tutto in discussione è sintomo di capacità analitica e non di superbia. Le novità, si sa, non vengono mai accettate con simpatia e questo penalizza ogni settore di ricerca e di studio.

  17. Una branca che ancora stenta ad essere compresa, o meglio (volutamente) accettata, è quella che studia i fenomeni delle variabili, condizioni che difficilmente si verificano e che per tal motivo risulta particolarmente lontano dalle logiche... Nel campo della biogenetica e in quello della fisica in particolar modo, si stanno sempre più orientando sul concetto di studio della materia (in tutti i sensi) secondo parametri e punti di vista diversi, anche concettualmente poco razionali. Questo modo nuovo di interpretare le cose, ha senz’altro portato delle novità sostanziali nella metodica e nella filosofia pratica della ricerca stessa. • Così come un po’ in tutti i settori della scienza, anche nel campo medico vi sono condizioni che spesso costituiscono condizioni di variabilità. Una cosa che assume diverse forme, ma che rimane inalterata nella sua vera essenza, rappresenta un concetto difficile da accettare e soprattutto da dimostrare in laboratorio. E’ soltanto questione di tempo! Poco! La verità e che cambierebbero molti parametri di concezione e valutazione delle patologie, se con questo termine si vuol indicare uno stato di malattia ovvero di MalEssere. • E’ strano che in un mondo in cui sono state ufficializzate materie così intangibile come la psicoanalisi, o la meccanica quantistica, ad es., si possa trovare ancora così tanto ostracismo nei confronti della ricerca medica che tiene in considerazione tutte le variabili o modificazioni di uno stato psico-fisico. Queste variabili sono ancora troppo spesso dimenticate o per lo meno conosciute e comprese nella giusta “forma” per l’appunto.

  18. Anche le patologie riconosciute dalla letteratura classica possono infatti subire delle modificazioni strutturali, ma non sostanziali, nella forma. Pare però che sia più facile classificare con nomi nuovi ogni tipo di manifestazione patologia, piuttosto che imparare a comprendere come una stessa patologie può assumere aspetti anche assai diversi, apparentemente (si noti quante nuove classificazioni patologiche vengono nominate con i nomi dei medici che l’hanno documentate). • A tal proposito voglio parlare proprio dello studio condotto dalla mia equipe sugli effetti reflessogeni degli stati psico-neuro-endocrini sulla pelle, studi già avviati per quello che io so, dal Professor Caligaris (primario neurofisiologo all’Università La Sapienza) già nel secondo decennio del ‘900. Sulle basi conosciute e su altre ancora in ulteriore elaborazione, posso dire di aver personalizzato una metodologia rapida ed efficace nella diagnosi e nella cura della malattia secondo i parametri più nuovi della psicosomatica. Oggi esercito la mia professione di ricercatore universitario presso la Clinica Dermatologica dell’Università La Sapienza di Roma, dove conduco per l’appunto le mie ricerche su quella che chiamo per l’appunto Psicodermatologia.

  19. La psicodermatologia è, come dicevo, uno studio certamente non nuovo, poiché si tratta sostanzialmente di una branca della psicosomatica che si basa essenzialmente sul sistema di identificazione della causa (specifica) del MalEssere da cui deriva la malattia stessa (aspecifica) e ovviamente sulla risoluzione del problema patologico psico-somatico. • Si tratta dunque di un atteggiamento metodologico che non si oppone, ma al contrario, affianca la medicina ufficiale per determinare una più efficace guarigione. • Possiamo perciò dire che questa strada, se affiancata alla metodologia scientifica e tecnologica, può senz’altro apportare ulteriori benefici e risultati lì dove c’è malattia e sofferenza. • Ogni malattia essendo il sintomo inequivocabile di un disagio interiore, rappresenta un monito ma anche una speranza per chi soffre. Essere consapevoli delle cause psicologiche da cui derivano le malattie, aiuta certamente ad intraprendere la via del Ben Essere. • Ecco perché si rende necessario un più approfondito rapporto tra il medico e la “natura” della malattia del paziente. Ecco perché si ritiene importante che ci sia una maggiore vicinanza tra il mondo delle cause (pensiero) e quello degli effetti (corpo). • Un giorno, grazie ad una maggiore “sensibilità” del medico, si avrà la possibilità non solo di curare il malato, ma, anche di educarlo alla vita.

  20. Occorre innanzi tutto adottare un atteggiamento diverso da parte del medico che dovrà cominciare ad “offrire” la propria esperienza a chi “soffre” la propria esistenza. • Ci auguriamo che presto la gente impari a chiedere di più al medico e che per prima comprenda che malattia significa MalEssere. • La poca coniugazione tra tutte le applicazioni delle conoscenze scientifiche, le strutture burocratiche, hanno permesso un’esagerata frammentazione delle conoscenze stesse, favorendo così il decadimento del principio primo del concetto di ricerca: scienza e coscienza. • Questi valori sopra citati, hanno purtroppo un sapore troppo antico e filosofico e perciò poco pratico per la nuova classe scientifica. E’ inutile dire che tutto questo ha comportato un effetto inevitabile, il decadimento del valore delle cose. Soprattutto nell’ambiente medico si può purtroppo riconoscere che si è arrivati anche dimenticare spesso le basi fondamentali del giuramento di Ippocrate... • Al di là di certi discorsi che potrebbero essere fraintesi come moralistici, c’è da osservare come questo impoverimento e spezzettamento della conoscenza medica, ha di fatto provocato una stasi profonda e pericolosa. • La ricerca non deve squalificare il valore sperimentale di ogni possibile formula applicativa, ma al contrario, deve imparare a promuoverla non più in maniera compartimentale, come ci si ostina ancor oggi a fare ma, in maniera più globale. Imparare cioè a guardare le cose sotto più punti di vista.

  21. La psiche dell’uomo raccoglie tutte le impressioni dal mondo circostante e le registra sotto forma di “esperienze” nella mente. • Tali esperienze possono spesso non essere capite o accettate dalla mente stessa (personalità), la quale emetterà un segnale a quell’ente preposto alla raccolta ed alla decodificazione (fisiologica) che è il cervello. • Quest’ultimo, in base alla qualità del segnale più o meno “puro” ricevuto dalla mente, elaborerà un altro tipo di segnale che sarà trasmesso e raccolto attraverso tutte le terminazioni nervose. • La pelle che è lo strato finale (schermo) rende così possibile la lettura (proiezione) di tutte queste informazioni elettriche (pellicola).

  22. A questo punto lo psicologo è colui che può coniugare questo lavoro; risulta evidente che grazie a questa opera, un paziente che viene a contatto con un medico che ragiona in questo modo, avrà la possibilità di sentire l’impulso di andare avanti, l’impulso di entrare sempre più nelle parti intime del proprio essere; a quel punto perché vuole indagare, vuole entrare nelle parti più intime? Perché capisce che, più entra nel vivo del suo gioco, più lui effettivamente si sta evolvendo; più entra in sintonia con il proprio sé, più entra in armonia con la parte più profonda della propria mente; e la mente , che sappiamo essere collegata al cervello, che è quello che da gli impulsi, colui che decide se essere stressato o no; quando il cervello dice “tutto suona in modo coerente”, significa praticamente che sta andando verso la conoscenza del proprio sé, quindi sta andando ad evolversi. • Nel momento in cui ciò non avviene, questa evoluzione viene impedita da un qualsiasi fattore, noi sappiamo che si scatena quello che chiamiamo stress, che è un primo livello, l’anticamera di quello stato interiore che conosciamo bene come depressione mentale.

  23. La depressione è l’antitesi della espressione; se noi vogliamo portare a sviluppare la guarigione, necessariamente dobbiamo andare a sviluppare la conoscenza più interna del nostro sé, anche a costo di ammalarci, che tanto la malattia è lo strumento che serve per svegliarci; se noi curiamo la malattia senza svegliarci, è come se noi stessimo riparando un cassetto, ma dimenticandoci che ce ne sono altri che di li a poco si romperanno, sempre che non siano già rotti; allora questa storia dovrà pur finire; noi dobbiamo cercare di rimettere a posto tutto il mobile, che è la nostra esistenza psicosomatica, psicofisica, ma come? Cercando di andare a rimettere a posto tutti i nostri cassetti, dove ci sono le parti più nascoste del nostro vissuto, della nostra vita. • Quindi la malattia è una strategia, che ci consente di sentire l’impulso, la necessità di andarci a scoprire, di andarci a svelare a noi stessi chi siamo, da dove veniamo, cosa dobbiamo fare. Una volta che noi entriamo coerentemente in linea con questa rotta, ovviamente, ci stiamo autoeducando, ci stiamo evolvendo. Quindi la malattia è una strategia che ci porta inevitabilmente a sentire l’impulso per educarci, per essere nella giusta sintonia. • Cosa ci dimostra che questa è la realtà? Il fatto che quando ci ammaliamo, tutti quanti, anche i più laici, anche i più atei, anche i più anarchici,sentono la spinta a volersi proteggere attraverso una preghiera, attraverso una fede. E’ proprio questo impulso che è dentro di noi che ci chiede di correggere i nostri errori: un impulso atavico, che ognuno di noi ha, e che purtroppo per mala educazione, non ci portiamo avanti come strumento primario. In parole povere il medico non può non assolvere anche questa funzione di educatore.

  24. Quindi tutti quanti i medici hanno il dovere, oltre la facoltà, di porsi come educatori; se lo devono sempre ricordare. Ogni volta che entra un malato, vien data loro la possibilità di salvare una vita. Allora , se si vuole considerare la medicina in modo ippocratico, e non solo secondo i modelli ippocratici, che tra l’altro è stato un grande psicosomatologo, il precursore della medicina psicosomatica, bisogna far si che ci si consideri come degli strumenti; è vero che non tutti sono in grado di porsi in modo psicosomatico, ovvero non tutti sono in grado di porsi come ultraspecialisti, ma tutti hanno studiato la medicina. E nella medicina non può non essere contemplata anche l’educazione medica,, e l’educazione medica, abbiamo visto, è anche l’espressione della psicosomatica, perché la medicina è già di per sé quella filosofia della psicosomatica, nasce insieme alla psicosomatica. • Tutto ciò deve sempre avvenire senza che l’operatore medico perda mai la visione dell’insieme, del globale.

  25. . A questo proposito le medicine complementari, ed anche qui dobbiamo dirlo, a differenza di quanto si voglia fare intendere, non sono medicine olistiche: quando si parla di medicina olistica si parla di tuttologia. Praticare agopuntura, omeopatia, osteopatia, conoscerne anche più di una medicina complementare, non vuol dire necessariamente conoscerle tutte, comprese la medicina tradizionale. • Quando ci si ostina a voler curare solo con i mezzi che si sono conosciuti, senza affidarsi ad altre culture, ad altre metodologie, che possono rivelarsi più adatte, questo non genera un medico olistico, ma un medico che si comporta più o meno come un allopata, che conosce solo quel tipo di medicina: questa è una metodica unicistica. • Ora le medicine complementari si possono sempre inserire, perché sappiamo perfettamente che, non solo sono state quelle, che per prime hanno accettato l’uomo in tutta la sua globalità, se non altro a livello concettuale, e poi a livello speculativo, filosofico ne parlano più o meno tutti, ma possiamo che purtroppo anche loro, come molti allopati, non hanno una effettiva conoscenza di questa filosofia, che non è solo una filosofia, ma è una vera scienza ( Psicosomatica), che è quello strumento che sta a monte di tutto e che va a completamento di qualsiasi altra forma di medicina. Quando si parla di Psicosomatica, ribadisco, si parla anche inevitabilmente di Medicina, e la medicina va intesa sotto forma cosmogonia: c’è tutta una struttura geometrica, matematica, algoritmica ed è necessario imparare a capire questi linguaggi.

  26. In sostanza non importa quale metodica, l’importante è che non si perda mai la visione d’insieme. • Per farla breve in ogni ambulatorio, in ogni reparto, soprattutto negli ospedali, non può non esserci anche l’appoggio, non dello psicologo, ma perché qui parliamo di un’altra cosa, che non è la psicologia, ma dell’apporto dello psicosomatologo, ovvero di uno specialista che sa lavorare contemporaneamente su due canali, come su un canale stereo; se ascolto la musica solamente su un canale, la sento mono, il che può anche essere buono, può essere efficace la resa, ma ascoltando in stereo, significa avere contemporaneamente due canali che dicono esattamente la stessa cosa, ma ti rendono il suono molto più efficace, e conseguentemente la qualità risulta decisamente superiore.

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