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Azienda Sanitaria Locale n° 4 “Chiavarese” Struttura Semplice di Neuropsichiatria Infantile

Azienda Sanitaria Locale n° 4 “Chiavarese” Struttura Semplice di Neuropsichiatria Infantile “La classificazione ICF” Dott. Pierpaolo Rizzo Neuropsichiatra Infantile. Classificazioni IN NPI. DSM IV TR American Psychiatric Association ICD-10 Organizzazione Mondiale della Sanità.

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Azienda Sanitaria Locale n° 4 “Chiavarese” Struttura Semplice di Neuropsichiatria Infantile

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Presentation Transcript


  1. Azienda Sanitaria Locale n° 4 “Chiavarese”Struttura Semplice di Neuropsichiatria Infantile “La classificazione ICF”Dott. Pierpaolo RizzoNeuropsichiatra Infantile

  2. Classificazioni IN NPI • DSM IV TR American Psychiatric Association • ICD-10 Organizzazione Mondiale della Sanità

  3. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Nelle classificazioni internazionali dell’OMS le condizioni di salute in quanto tali (malattie, disturbi, lesioni ecc.) vengono classificate principalmente nell’IDC-10 (International statistical Classification of Diseases and related health problems, 1994), che fornisce un modello di riferimento eziologico.

  4. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) L’ICD-10 appartiene alla famiglia delle classificazioni internazionali sviluppate dall’OMS che forniscono un modello di riferimento che permette di codificare un’ampia gamma di informazioni relative alla salute (es. diagnosi, funzionamento e disabilità, ragioni del contatto con i servizi sanitari) e usa un linguaggio comune standardizzato che permette la comunicazione in materia di salute ed assistenza sanitaria in tutto il mondo, e tra varie scienze e discipline.

  5. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) L’ICD-10 viene incontro alla necessità di una definizione della malattia, in senso categoriale (la malattia c’è o non c’è) Manca però della dimensione funzionale, che descriva quindi l’impatto della malattia sul funzionamento di un settore corporeo nell’insieme del corpo stesso, e della persona all’interno della sua quotidianità.

  6. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Dal 1972 l’OMS iniziò a sviluppare uno schema preliminare riguardante le conseguenze delle malattie, gradualmente reso più esaustivo nella distinzione tra menomazione e sue conseguenze sociali e funzionali. Nel 1974 vennero circolate classificazioni separate per le menomazioni e gli handicap. Nel 1980 nasce dunque la classificazione ICIDH, tradotta in Italia come ‘Classificazione internazionale delle menomazioni, delle disabilità e degli svantaggi esistenziali”

  7. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) L’ICIDH era diviso nei seguenti capitoli: • Parte I: LE CONSEGUENZE DELLA MALATTIA • Parte II: CLASSIFICAZIONE DELLE MENOMAZIONI • Parte III: CLASSIFICAZIONE DELLE DISABILITA’ • Parte IV: CLASSIFICAZIONE DEGLI HANDICAPS

  8. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Nell’ambito delle evenienze inerenti alla salute: Menomazione: qualsiasi perdita o anormalità a carico di una struttura o funzione psicologica, fisiologica o anatomica Disabilità: qualsiasi limitazione o perdita (conseguente a menomazione) della capacità di compiere un’attività nel modo o nell’ampiezza considerati normali per un essere umano Handicap: condizione di svantaggio conseguente ad una menomazione o ad una disabilità che in un certo soggetto limita o impedisce l’adempimento del ruolo normale per tale soggetto in relazione all’età, sesso e fattori socio-culturali

  9. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Parte II: CLASSIFICAZIONE DELLE MENOMAZIONI • Menomazioni delle capacità intellettive • Altre menomazioni psicologiche • Menomazioni del linguaggio • Menomazioni dell’udito • Menomazioni della vista • Menomazioni viscerali • Menomazioni scheletriche • Menomazioni deturpanti • Menomazioni generalizzate, sensoriali e di altro tipo

  10. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Parte III: CLASSIFICAZIONE DELLE DISABILITA’ • Disabilità nel comportamento • Disabilità nella comunicazione • Disabilità nella cura della propria persona • Disabilità locomotorie • Disabilità dovute all’assetto corporeo • Disabilità nella destrezza • Disabilità connesse a particolari circostanze • Disabilità in particolari capacità • Altre restrizioni all’attività

  11. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Parte IV: CLASSIFICAZIONE DEGLI HANDICAPS: • Handicap nell’orientamento • Handicap nell’indipendenza fisica • Handicap nella mobilità • Handicaps occupazionali • Handicap nell’integrazione sociale • Handicap nell’autosufficienza economica • Altri Handicaps

  12. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Nel 1993 si inizia un processo di revisione dell’ICIDH, secondo i seguenti principi: • Funzionalità rispetto alle esigenze dei diversi Paesi, settori e discipline sanitarie • Semplicità d’uso per i professionisti • Utilità nella pratica di identificazione dei bisogni di assistenza sanitaria per la predisposizione dei programmi di intervento • Possibilità di visionare coerentemente i processi coinvolti nelle conseguenze delle condizioni di salute, in funzione di una risposta adeguata ai bisogni generati • Sensibilità alle differenze culturali • Utilizzo complementare alle altre classificazioni dell’OMS

  13. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) La versione riveduta ed intitolata ICIDH-2 (bozza beta-2) del 1999 può essere considerata l’anteprima dell’ICF, nell’impostazione. Insieme ai tre livelli di classificazione precedentemente usati (menomazione, disabilità, handicap), si inseriscono i fattori contestuali (esterni-ambientali ed interni-personali). Si parla però dei termini ‘ombrello’: “Funzionamento” e “Disabilità”, che coprono tre dimensioni: 1) le funzioni e la struttura del corpo, 2) le attività, 3) la partecipazione

  14. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Nel 2001 viene pubblicata la classificazione ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute), come modello di riferimento per la descrizione della salute e degli stati ad essa correlati. I domini in essa descritti sono 1) Funzioni e Strutture Corporee e 2) Attività e Partecipazione. In quanto classificazione, l’ICF raggruppa sistematicamente diversi domini di una persona in una data condizione di salute (es. quello che una persona con una malattia o disturbo fa o può fare)

  15. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) “Funzionamento”: termine ombrello che comprende tutte le funzioni corporee, le attività e la partecipazione. “Disabilità”: termine ombrello per menomazioni, limitazioni dell’attività o restrizioni della partecipazione. L’ICF elenca anche i fattori ambientali che interagiscono con tutti questi costrutti.

  16. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Complementarietà tra ICF e ICD-10 Entrambi partono dai sistemi corporei: le menomazioni si riferiscono alle strutture e alle funzioni corporee, che generalmente sono elementi del processo patologico, e quindi figurano anche nell’ICD-10. Ciononostante, mentre l’ICD-10 considera le menomazioni (come segni e sintomi) in quanto elementi di una costellazione che dà forma ad una malattia (o talvolta come motivi per contattare i servizi sanitari), l’ICF le considera come problemi delle funzioni corporee associate alle condizioni di salute.

  17. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Complementarietà tra ICF e ICD-10 Due persone con la stessa malattia possono avere diversi stati funzionali. Due persone con lo stesso stato funzionale non hanno necessariamente la stessa malattia. L’utilizzo congiunto dei due manuali accresce la qualità dei dati. (in ambito medico l’utilizzo dell’ICF non può prescindere dall’effettuare le normali procedure diagnostiche, mentre per altri impieghi è possibile utilizzare il solo ICF)

  18. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Malattia e disabilità Sono due costrutti distinti che possono essere considerati indipendentemente: Malattia (es. morbillo): possiede un agente eziologico e una patogenesi specifica Disabilità (es. rash cutaneo): limitazione delle attività quotidiane, o il fatto che alla persona è vietato l’accesso a scuola per impedire il contagio I due costrutti possono non essere legati da una relazione biunivoca predittibile in quanto ciascuno di essi ha caratteristiche indipendenti

  19. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Scopi dell’ICF • Fornire una base scientifica per la comprensione e lo studio della salute, delle condizioni, conseguenze e cause determinanti ad essa correlate • Stabilire un linguaggio comune per la descrizione della salute e delle condizioni ad essa correlate allo scopo di migliorare la comunicazione tra i diversi utilizzatori (operatori sanitari, ricercatori, esponenti politici, popolazione, incluse persone con disabilità) • Rendere possibile il confronto tra dati raccolti in Paesi, discipline sanitarie, servizi e in periodi diversi • Fornire uno schema di codifica sistematico per i sistemi informativi sanitari

  20. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Applicazioni dell’ICF L’ICF è stato usato ad esempio come strumento • Statistico • Di ricerca • Clinico • Di politica sociale • Educativo Date le proprietà dell’ICF, viene usato anche in ambito assicurativo, della previdenza sociale, del lavoro, dell’istruzione, dell’economia, della legislazione e delle modificazioni ambientali

  21. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Proprietà dell’ICF • Universo dell’ICF: racchiude tutti gli aspetti della salute umana ed alcune componenti del benessere rilevanti per la salute, e li descrive come domini della salute e domini ad essa correlati. Non copre circostanze ad essa non correlate, come quelle causate da fattori socioeconomici. L’ICF non riguarda solo i disabili, ma tutta la poplazione • Struttura dell’ICF: organizza le informazioni in 2 parti, una si occupa di Funzionamento e Disabilità, l’altra dei Fattori Contestuali. Ogni parte è composta di 2 componenti

  22. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Proprietà dell’ICF • Componenti del funzionamento e delle disabilità: La componente del Corpo comprende due classificazioni, una per le funzioni dei sistemi corporei, l’altra per le strutture corporee. I capitoli sono organizzati in base ai sistemi corporei La componente di Attività e Partecipazione comprende la gamma completa dei domini che indicano gli aspetti di funzionamento da una prospettiva sia individuale che sociale

  23. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Proprietà dell’ICF • Componenti del funzionamento e delle disabilità: Tali componenti possono essere espresse in due modi: da un lato possono essere usate per indicare problemi (disabilità), dall’altro possono indicare aspetti problematici della salute e degli stati ad essa correlati (funzionamento). Tali componenti vengono interpretate attraverso quattro costrutti separati ma correlati, e resi operativi utilizzando i qualificatori; le funzioni e le strutture possono essere classificate attraverso cambiamenti nei sistemi fisiologici o in strutture anatomiche. Per la componente Attività e Partecipazione sono disponibili 2 costrutti: capacità e performance.

  24. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Proprietà dell’ICF • Componenti dei fattori contestuali: La prima è un elenco di Fattori Ambientali, organizzati secondo un ordine che va dall’ambiente più vicino alla persona a quello più generale. I Fattori Personali sono l’altra componente, ma non sono classificati, a causa della grande variabilità sociale e culturale ad essi associata Il funzionamento e la disabilità di una persona sono concepiti come una interazione dinamica tra le condizioni di salute e i fattori contestuali. I Fattori Ambientali rappresentano la funzione facilitante o ostacolante che il mondo fisico o sociale e degli atteggiamenti può avere sulle persone

  25. Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) Proprietà dell’ICF • Unità di classificazione: l’ICF classifica la salute e gli stati ad essa correlati. Le unità di classificazione sono quindi le categorie interne ai domini della salute. Pertanto l’ICF non classifica le persone, ma descrive la situazione di ciascuna persona all’interno di una serie di domini della salute. La descrizione viene inoltre sempre effettuata all’interno del contesto dei fattori ambientali e personali. • Presentazione dell’ICF: esistono due versioni dell’ICF, quella completa fornisce una classificazione a quattro livelli di approfondimento, che possono essere raggruppati in un sistema di classificazione di livello superiore che include tutti i domini in un secondo livello. Il sistema a 2 livelli è disponibile nella versione ridotta.

  26. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF DEFINIZIONI: nel contesto della salute le funzioni corporee sono le funzioni fisiologiche dei sistemi corporei (incluse le funzioni psicologiche) le strutture corporee sono le parti anatomiche del corpo (organi, arti e loro componenti) Le menomazioni sono problemi nella funzione o nella struttura del corpo, intesi come deviazione o perdita significative L’attività è l’esecuzione di un compito o di un’azione da parte di un individuo La partecipazione è il coinvolgimento in una situazione di vita Le limitazioni dell’attività sono le difficoltà che un individuo può incontrare nell’eseguire delle attività Le restrizioni della partecipazione sono i problemi che un individuo può sperimentare nel coinvolgimento delle situazioni di vita I fattori ambientali costituiscono gli atteggiamenti, l’ambiente fisico e sociale in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza

  27. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FUNZIONI E STRUTTURE DEL CORPO • Sono classificate in due sezioni distinte, concepite per essere usate in parallelo: ad es. le funzioni corporee comprendono sensi umani fondamentali come la ‘funzione della vista’, e i loro correlati strutturali esistono in forma di ‘occhio e strutture correlate’ • Il termine ‘corpo’ si riferisce all’organismo umano nella sua interezza, quindi include il cervello e le sue funzioni, ovvero la mente. Le funzioni mentali (o psicologiche) sono perciò classificate nelle funzioni corporee • Sono classificate secondo i sistemi corporei: pertanto le strutture non sono considerate come organi • Per menomazioni si intendono anomalie, difetti, perdita o altra anomalia significativa; pur correlata con le conoscenze biologiche tissutali/cellulari/subcellulari/molecolari, la classificazione non contempla questi livelli

  28. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FUNZIONI E STRUTTURE DEL CORPO • Le menomazioni rappresentano una deviazione rispetto agli standard accettati nello status biomedico del corpo, e la definizione dei loro elementi costitutivi è intrapresa da persone qualificate a giudicare il funzionamento fisico e mentale rispetto a tali standard • Le m. possono essere temporanee o permanenti; progressive, regressive o stabili; intermittenti o continue. La deviazione dalla norma può essere lieve o grave e può fluttuare nel tempo (tali caratteristiche sono rilevate nei codici, attraverso i qualificatori dopo il punto) • Le m. non sono contingenti all’eziologia o al modo in cui si sono sviluppate (es. la perdita della vista o di un arto può derivare da un’anomalia genetica o da una lesione). La presenza di una menomazione implica una causa, che può non essere sufficiente a spiegarla. Inoltre, dove c’è una m. vi è anche una disfunzione nelle funzioni o strutture, che però può essere correlata ad altri disturbi, malattie, stati psicologici

  29. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FUNZIONI E STRUTTURE DEL CORPO • Le m. possono essere una parte o espressione di una condizione di salute, ma non necessariamente indicano la presenza di malattia • Il concetto di m. è più ampio e comprensivo rispetto a quello di disturbo o malattia (es. perdita di un arto) • Da una m. possono risultarne altre (es. assenza di forza muscolare danneggia il movimento; funzioni cardiache correlate a deficit respiratorio; percezione deficitaria può correlarsi con le funzioni del pensiero) • Alcune categorie si sovrappongono con l’ICD-10, ma con scopi diversi • Le m. sono classificate nelle categorie appropriate utilizzando criteri di identificazione definiti: a) perdita o assenza, b) riduzione, c) aumento o eccesso, d) deviazione • I fattori ambientali interagiscono con le funzioni corporee (es. qualità dell’aria e respiro, luce e vista, suoni e udito, stimoli distraenti e attenzione, conformazione del terreno ed equilibrio)

  30. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF

  31. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE • I domini per queste componenti sono presentati in un unico elenco che copre l’intera gamma delle aree di vita (dall’”apprendimento basilare” o “guardare” ad aree composte quali “interazioni interpersonali” a “lavoro”). La componente può essere utilizzata per indicare attività (a) o partecipazione (p) o entrambi. I domini sono qualificati dai due qualificatori performance e capacità; le informazioni raccolte dall’elenco forniscono una matrice di dati senza sovrapposizioni o ripetizioni • Il qualificatore performance descrive ciò che fa un individuo nel suo ambiente attuale; dato che ciò implica un contesto sociale, può essere considerata come ‘coinvolgimento in una situazione di vita’ o ‘esperienza vissuta’ delle persone nel contesto reale in cui vivono. Tale contesto include i fattori ambientali.

  32. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF

  33. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE • Il qualificatore capacità descrive l’abilità di un individuo di eseguire un compito o un’azione, con lo scopo di indicare il più alto livello probabile di funzionamento che una persona può raggiungere in un dato dominio, in uno specifico momento. Per valutare un’abilità sarebbe necessario un ambiente ‘uniforme’ o ‘standard’. Il divario tra capacità e performance riflette la differenza di impatto tra ambiente attuale e uniforme. • Entrambi i qualificatori possono essere utilizzati ulteriormente con e senza ausili o assistenza personale; questa codifica può indicare fino a che punto il funzionamento dell’individuo sarebbe limitato senza ausili o assistenza • Le limitazioni o restrizioni (discordanze tra performance osservata e quella attesa) sono valutate rispetto ad una norma comunemente accettata. La stessa norma è usata per la capacità, in modo da apportare modifiche nell’ambiente per migliorare la performance.

  34. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF ATTIVITA’ E PARTECIPAZIONE • Un problema con la performance può derivare dall’ambiente sociale, anche in assenza di menomazioni; ad es. un individuo sieropositivo per HIV senza sintomi o disturbi può non presentare menomazioni o avere capacità sufficienti per lavorare, ma non poterlo fare a causa di mancato accesso ai servizi, discriminazione, stigmatizzazione • È difficile distinguere tra ‘attività’ e ‘partecipazione’ basandosi sui domini nella componente Attività e Partecipazione; l’ICF fornisce un unico elenco che può essere usato per differenziare le attività e la partecipazione nei loro contesti operativi

  35. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FATTORI CONTESTUALI Rappresentano l’intero background della vita e della conduzione dell’esistenza di un individuo. Essi includono due componenti: i Fattori Ambientali e i Fattori Personali - che possono avere un impatto sull’individuo con una condizione di salute e sugli stati di salute ad essa correlati di quell’individuo.

  36. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FATTORI CONTESTUALI Fattori Ambientali Comprendono l’ambiente fisico, sociale e degli atteggiamenti in cui le persone vivono e conducono la loro esistenza; sono esterni agli individui e possono influenzare positivamente o negativamente la partecipazione dell’individuo come membro della società, le capacità di eseguire azioni o compiti, il suo funzionamento, la struttura del suo corpo

  37. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FATTORI CONTESTUALI Fattori Ambientali Sono organizzati in due livelli: • Individuale: l’ambiente personale dell’individuo (casa, luogo di lavoro, scuola ecc.), include le caratteristiche fisiche e materiali di tale ambiente • Sociale: le strutture sociali formali e informali, i servizi e le principali interazioni nella comunità o nella società che hanno un impatto sugli individui. Include organizzazioni e servizi correlati all’ambiente di lavoro, attività della comunità, servizi statali, di comunicazione e trasporto, reti sociali informali e leggi, regole formali ed informali, ideologie…

  38. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FATTORI CONTESTUALI Fattori Ambientali Interagiscono con le componenti Funzioni e Strutture Corporee e Attività e Partecipazione. La disabilità viene definita come la conseguenza o il risultato di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo e i fattori personali, e i fattori ambientali che rappresentano le circostanze in cui vive l’individuo A causa di ciò, ambienti diversi possono avere diverso impatto sullo stesso individuo con una certa condizione di salute: un ambiente con barriere o senza facilitatori limiterà la performance dell’individuo, altri ambienti più facilitanti potranno favorirla.

  39. Visione d’insieme delle componenti dell’ICF FATTORI CONTESTUALI Fattori Personali Sono il background personale della vita e dell’esistenza di un individuo, e rappresentano quelle caratteristiche che non fanno parte della condizione di salute o degli stati di salute: sesso, razza, età, altre condizioni di salute, forma fisica, stile di vita, abitudini, educazione ricevuta, capacità di adattamento, background sociale, istruzione, professione, esperienza passata e attuale, modelli di comportamento generali e stili caratteriali. NON SONO CLASSIFICATI NELL’ICF.

  40. Modello del Funzionamento e della Disabilità

  41. Modello del Funzionamento e della Disabilità Il diagramma mostra una interazione dinamica tra le varie entità: esiste la possibilità che l’intervento a livello di una entità possa modificare una o più delle altre. L’interazione va in doppia direzione: la presenza di una disabilità può anche modificare la stessa condizione di salute. È necessario esaminare le singole componenti indipendentemente, ed in seguito analizzare le associazioni e relazioni causali tra di esse. Tutte le componenti possono essere utili per descrivere la situazione di salute globale, ad es. si può avere: • Menomazioni senza limiti di capacità (es. deturpazione da lebbra) • Problemi di performance o limiti di capacità senza menomazioni evidenti • Problemi di performance senza menomazioni o limiti di capacità (vedi persona sieropositiva e inserimento in società) • Limiti di capacità senza assistenza (utilizzo di tecnologie per limiti motori) • Influenza causale in senso inverso (mancato uso di arti causa atrofia, istituzionalizzazioni causa perdita di abilità sociali)

  42. Modello del Funzionamento e della Disabilità MODELLO MEDICO E MODELLO SOCIALE • Il modello medico vede la disabilità come un problema della persona, causato direttamente da malattie, traumi o altre condizioni di salute che necessitano di assistenza medica in forma di trattamento individuale da parte di professionisti. La gestione della disabilità mira alla loro cura o all’adattamento ad esse da parte dell’individuo. • Il modello sociale vede il problema come nato dalla società e in primo luogo nei termini di una piena integrazione degli individui nella società. La disabilità non è una caratteristica dell’individuo, ma una complessa interazione di condizioni, molte create dalla società. La gestione della disabilità necessita dunque di azioni sociali, ed è responsabilità collettiva della società implementare le modifiche ambientali necessarie per la piena partecipazione dell’individuo disabile in tutte le aree della vita sociale L’ICF è basato sulla integrazione di questi due modelli opposti: approccio “biopsicosociale”.

  43. USO DELL’ICF ALCUNE CARATTERISTICHE STRUTTURALI IN RAPPORTO AL SUO IMPIEGO • Si adotta un sistema alfanumerico nel quale le lettere b (body), s (structure), d (domain) ed e (environment) denotano rispettivamente Funzioni Corporee, Strutture Corporee, Attività e Partecipazione, Fattori Ambientali. Queste lettere sono seguite da un codice numerico che inizia con il numero del capitolo (una cifra), seguito dal secondo livello (due cifre) e dal terzo e quarto livello (una cifra ciascuno) • Ogni individuo può avere una serie di codici a ciascun livello, indipendenti o correlati • I codici ICF sono completi solo in presenza di un qualificatore, che indica l’estensione di un livello di salute (es. gravità); questo è codificato come uno, due o più numeri dopo il punto (separatore). Senza qualificatori i codici non hanno alcun valore intrinseco

  44. USO DELL’ICF ALCUNE CARATTERISTICHE STRUTTURALI IN RAPPORTO AL SUO IMPIEGO • Tutte le componenti classificate sono quantificate usando la stessa scala. I qualificatori appropriati (in parentesi nell’esempio) vanno scelti secondo il relativo dominio di classificazione (xxx sta per il numero del secondo livello) xxx.0 NESSUN problema (assente, trascurabile…) 0-4% xxx.1 problema LIEVE (leggero, piccolo…) 5-24% xxx.2 problema MEDIO (moderato, discreto…) 25-49% xxx.3 problema GRAVE (notevole, estremo…) 50-95% xxx.4 problema COMPLETO (totale…) 96-100% xxx.8 non specificato xxx.9 non specificato

  45. USO DELL’ICF ALCUNE CARATTERISTICHE STRUTTURALI IN RAPPORTO AL SUO IMPIEGO • Nel caso di fattori ambientali, il primo qualificatore può essere utilizzato anche per indicare sia l’influenza positiva (facilitatori) nell’ambiente, sia quella negativa (barriere), la prima viene indicata dal segno + (es. e1 10+2 = prodotti o sostanze per il consumo personale +2) • La descrizioni dei domini di salute e quelli ad essa correlati si riferisce al loro uso in un dato momento. È possibile descrivere una traiettoria nel tempo registrando i punteggi in momenti diversi • Nell’applicazione dell’ICF alla vita reale, un numero da 3 a 18 codici è adeguato per descrivere un caso di secondo livello di dettaglio (3 cifre). In genere la versione più dettagliata di 4° livello è esata in servizi specialistici (risultati riabilitazione, ambito geriatrico), mentre la classificazione a due livelli può essere usata per studi di popolazione e per la valutazione di outcome clinici.

  46. USO DELL’ICF

  47. USO DELL’ICF

  48. LA CLASSIFICAZIONE ICF-CY(per bambini ed adolescenti) Nel 2007 viene messa a punto la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute per Bambini e Adolescenti (ICF-CY). Tale necessità deriva dal fatto che in questa fascia di età le manifestazioni di disabilità e le condizioni di salute sono diverse nella loro natura, intensità e impatto, da quelle degli adulti. Bisogna dunque tener conto di tali differenze in modo che il contenuto della classificazione rifletta i cambiamenti associati allo sviluppo e colga le caratteristiche dei differenti ambienti e gruppi di età.

  49. LA CLASSIFICAZIONE ICF-CY(per bambini ed adolescenti) A partire dall’ICF, l’ICF-CY è stato sviluppato tramite: • Modifica o ampliamento delle descrizioni • Assegnazioni di nuovo contenuto a codici inutilizzati • Modifica dei criteri di inclusione e di esclusione • Ampliamento dei qualificatori per consentire l’inclusione di aspetti legati allo sviluppo del bambino L’ICF-CY copre la fascia d’età dalla nascita al diciottesimo anno.

  50. LA CLASSIFICAZIONE ICF-CY(per bambini ed adolescenti) PUNTI CRUCIALI • Il bambino nel contesto della famiglia Lo sviluppo è un processo dinamico di passaggio progressivo dalla dipendenza dagli altri in tutte le attività, alla indipendenza e alla maturità fisica, sociale e psicologica. Il ruolo dell’ambiente fisico e sociale è dunque cruciale • Il ritardo evolutivo È definito dalle variazioni nella comparsa di funzioni e strutture corporee o nella manifestazione di abilità evolutive, e spesso serve come base per identificare i bambini maggiormente a rischio di disabilità. L’introduzione di tale concetto come qualificatore permette di documentare l’estensione o la grandezza dei ritardi nella comparsa di funzioni, capacità, nell’esecuzione di attività o nella partecipazione di un bambino.

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