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VOLPINO ITALIANO

VOLPINO ITALIANO. Selezione dei Riproduttori nel contesto delle varie problematiche dell’allevamento. Problematiche dell’allevamento. Problematiche tipologiche : deviazione dal tipo a causa del meticciamento prevalentemente con Kleinspitz

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VOLPINO ITALIANO

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Presentation Transcript


  1. VOLPINO ITALIANO Selezione dei Riproduttori nel contesto delle varie problematiche dell’allevamento

  2. Problematiche dell’allevamento • Problematichetipologiche: deviazione dal tipo a causa del meticciamento prevalentemente con Kleinspitz • Problematichegenetiche: purezza di razza decrescente a seconda della percentuale di sangue Kleinspitz e geni patologici • Problematichesanitarie: PLL, lussazione della rotula, incapacità di monta naturale, mortalità neonatale, ecc • Problematichecommerciali: ideologia del meticciamento per creare più riproduttori ed aumentare il numero di cuccioli solo per guadagnare soldi

  3. Priorità nella Selezione • Tipicità: se non c’è il tipo non c’è la razza, perciò che cane si alleverebbe? Il vero Volpino Italiano od un volpino lontano dai punti cardine dello standard ufficiale? • Genetica: preservazione della purezza di razza garante della tipicità; purificazione delle linee meticciate purché con caratteristiche della testa tendenti al tipo descritto dallo standard; estirpazione delle patologie ereditarie. • Salute: fisica, fisiologica, genetica, riproduttiva, ecc. • Commercio: immettere sul mercato un grosso quantitativo di volpini qualunque anche meticci cioè alloctoni o selezionare qualitativamente dei Volpini Italiani tipici e puri cioè autoctoni?

  4. Punti cardine della Tipicità ESPRESSIONE DI RAZZA AUTOCTONA (secondo lo Standard Ufficiale, confermato dalle testimonianze storiche) data da: • Testa lunga al massimo il 40% dell’altezza al garrese • Muso più corto del cranio (5 a 6,5) • Cranio più largo che lungo (7,3 a 11,5) • Occhi rotondeggianti • Stop ben accentuato ma non troppo • Orecchie lunghe la metà della lunghezza totale della testa e portate alla distanza concessa dal cranio largo; ravvicinate fra loro solo quando il cane è in massima attenzione • Muso ben pieno di substrato osseo, cioè con mandibola ben sviluppata • Tartufo grande e non sporgente oltre il muso, con faccia anteriore ad angolo retto con la faccia superiore

  5. Altre caratteristiche tipiche ed al contempo funzionali del Volpino Italiano autoctono • Pelo di copertura di tessitura vitrea, funzionale contro le intemperie in quanto idrorepellente • Sottopelo abbondante, funzionale per la protezione termica • Coda lunga quasi la metà dell’altezza al garrese, funzionale perché arriva a proteggere il muso dal freddo quando d’inverno il cane dorme acciambellato all’aperto • Posteriore mediamente angolato con tibia più corta del femore, secondo la predisposizione funzionale del galoppatore resistente e del saltatore

  6. Difetti di tipo derivanti dal Kleinspitz • Occhi piccoli con ogiva a mandorla • Stop incassato (tendente ai 90°) • Cranio “a palla” invece che con profilo ovoidale • Orecchie ravvicinate a causa del cranio più stretto • Muso leggero a causa della mandibola carente di ossatura e conseguentemente troppo appuntito, con tartufo molto sporgente

  7. Altri difetti di tipo ed al contempo funzionali derivanti dal Kleinspitz • Pelo di copertura leggero perché di tessitura non vitrea • Sottopelo carente se non addirittura assente per eredità genetica e non per questioni ambientali • Coda corta, talvolta così corta da sembrare un ponpon • Posteriore troppo angolato con tibia molto lunga (tipo Pastore Tedesco in miniatura, cioè trottatore invece che galoppatore), che produce un trotto con molta spinta del posteriore (però sbilanciando il cane in quanto l’anteriore non è adeguato), quindi manifestando un movimento più spettacolare ma non caratteristico del Volpino Italiano

  8. GENETICA APPLICATA AL VOLPINO ITALIANO • Preservazione della purezza di razza per garantire tipicità e salute in futuro con: • - Progetto di collaborazione • - Strategie di conservazione • - Tecniche di allevamento • - Programma di selezione

  9. Progetto di collaborazione • Tutti gli allevatori aderenti all’ATAVI devono ovviamente collaborare fra loro con interscambi genetici, pur nei limiti delle proprie disponibilità • L’ATAVI dovrebbe istituire un Albo dei Riproduttori composto da diverse sezioni genetiche e qualitative: • - Sezione A) stalloni e fattrici di punta appartenenti alla linea genetica fondatrice del recupero, che è garante di tipicità e purezza, già comprovati grazie alla visibilità dei loro figli • - Sezione B) stalloni e fattrici come la sezione A ma non ancora comprovati • - Sezione C) stalloni e fattrici da altre linee di sangue alternative • - Sezione D) stalloni e fattrici capostipiti RSR purché veramente rustici • - Sezione E) giovani maschi e femmine interessanti per il ricambio generazionale

  10. Strategie di conservazione • Tutela della linea genetica fondatrice del recupero (la più antica disponibile, risalente al 1968) • Ricerca e valutazione qualitativa delle linee di sangue alternative • Purificazione delle linee di sangue meticciate purché con fenotipo salvabile • Sperimentazione selettiva con riproduttori capostipiti RSR purché veramente rustici

  11. Possibili Capostipiti RSR(Registro Supplementare Riconosciuti) • Soggetti veramente rustici in quanto recuperati in ambiente rurale e nati da selezione massale • Soggetti con genitori iscritti al ROI o al RSR ma con la cucciolata non iscritta per un qualsiasi motivo (diventano capostipiti sulla carta ma hanno una genealogia conosciuta dai loro allevatori) • Soggetti discendenti da linee di sangue incrociate con Kleinspitz (meticci)

  12. Purificazione delle linee di sangue meticciate ma con fenotipo salvabile • Devono avere assolutamente: • - Occhi tendenti al rotondeggiante • - Muso pieno con mandibola ben sviluppata • - Mantello con pelo di copertura di tessitura vitrea • - Se con coda corta vanno accoppiati solo con partners dalla coda di giusta lunghezza

  13. Strumenti di conservazione • Mappatura del genoma del Volpino Italiano di pura razza effettuato soltanto sui soggetti tipici in tutti i punti cardine dello standard • Test DNA per il controllo della parentela tra genitori e figli • Deposito alla Banca del Seme dei maschi ritenuti tipici e puri

  14. Necessità della Banca del Seme • Perché la linea genetica fondatrice del recupero garante di tipicità e purezza di razza autoctona si sta estinguendo nella sua versione al 100% ed è rara anche nella sua percentuale al 50% • Perché un riproduttore attualmente importante potrebbe essere utile anche in futuro quando non sarà più disponibile • Perché potremo restare senza riproduttori utili al miglioramento genetico per un qualsiasi motivo

  15. Tecniche di allevamento • Inseminazione naturale: perché la monta naturale è garante di vigore sessuale utile alla perpetuazione della razza in modo autonomo • Inseminazione strumentale assistita (da veterinario o da tecnico UOFAA, per ottimizzarne la buona riuscita) ammessa solo: • - A) per maschi che hanno già fatto almeno una monta naturale • - B) per maschi che non hanno ancora effettuato una monta naturale purché tipici e puri con particolari pregi di alto livello • - C) nel caso in cui la femmina non consenta la monta naturale

  16. Inseminazione strumentale • Con seme fresco • Con seme congelato: • - per l’estero • - per l’Italia ma solo in caso di notevoli distanze • - per vecchi maschi non più in grado di accoppiarsi in modo naturale • - per maschi deceduti: • - A) all’estero nessun problema burocratico • - B) in Italia i nati da inseminazione strumentale con seme di maschi deceduti non possono essere iscritti direttamente al libro genealogico, perciò dovranno essere presentati in classe RSR per ottenere il Certificato di Tipicità (C.T.), ottenendo così capostipiti RSR (capostipiti burocratici) ma con genealogia conosciuta (non capostipiti genetici)

  17. Programma di selezione • Selezionare per: • - Tipicità autoctona • - Purezza genetica aborigena • - Salute • - Non per solo commercio

  18. Patologie: PLL e Rotula • PLL = mettere in riproduzione i CARRIER solo se ritenuti utili all’allevamento per le loro caratteristiche di tipicità (ovviamente non carrier x carrier) • Rotula = prassi della displasia dell’anca: • - non far riprodurre i casi gravi • - casi leggeri e medi accoppiati solo con esenti • Nota: la lussazione della rotula nel Volpino Italiano non è automaticamente indice di meticciamento perché è una patologia presente in tutte le razze di piccola taglia (come le displasie dell’anca e del gomito sono presenti in tutte le razze di grande taglia)

  19. Situazione genetica attuale PLL • Gli ultimi “superstiti” al 100% di sangue della linea genetica fondatrice testati nel DNA per il gene della PLL risultano: • - Ettorefieramosca della Genzianella = CLEAR • - Erasmogattamelata d. Genzianella = CLEAR • - Naomicampbell della Genzianella = CLEAR • - Zenzero della Genzianella = CLEAR

  20. Metodi di Riproduzione • Selezione Massale = tra soggetti rustici in ambiente rurale che si accoppiano fra loro senza intervento dell’allevatore • Selezione Individuale = effettuata dall’allevatore in base a: • - selezione tipologica • - selezione sanitaria

  21. Selezione sanitaria • Selezionepatologica: controllo o estirpazione genetica delle patologie ereditarie (PLL, lussazione della rotula, ecc.) • Selezionefisiologica: mantenimento al più alto livello della rusticità perché favorisce al meglio le funzioni fisiologiche

  22. Funzionalità fisiologica dell’organismo grazie alla rusticità • Resistenza alle malattie • Longevità • Regolarità della muta del mantello • Maturità sessuale • Capacità di monta naturale • Attitudine al parto naturale • Attitudine all’allattamento e cura dei cuccioli neonati

  23. Selezione tipologica • Selezionefenotipica: basata sui caratteri morfologici e biologici (costituzionali) che caratterizzano il tipo, la struttura e la funzionalità (funzione climatica [contro le avversità meteorologiche] e funzione dinamica [in movimento]); il tutto contenuto nel genotipo • Selezioneparatipica: basata sui caratteri condizionati dalle pressioni ambientali ed alimentari che possono apportare modifiche temporanee o permanenti a seconda della situazione di vita di un individuo o di un gruppo

  24. Fattori ambientali ed alimentari Influiscono su caratteristiche anche importanti per la tipicità rendendole: - “ipostasiche” (cioè presenti nel patrimonio genetico ma non manifeste) - “epistasiche” (cioè manifeste) Fra cui la caratteristica più influenzata è il mantello: • tessitura vitrea del pelo di copertura alterata • sottopelo più o meno carente

  25. Fattori ambientali ed alimentarinegativi per il mantello • Passare l’inverno in ambiente riscaldato • Bagni frequenti • Spazzolate frequenti molto a fondo nel sottopelo • Uso frequente di prodotti cosmetici • Cibo industriale (che danneggia anche la dentatura) • Tutto ciò influisce negativamente sull’aspetto rustico del Volpino Italiano

  26. Cosa non è la rusticità? • La mortalità neonatale non indica scarsa rusticità perché anche nel lupo, che è senza dubbio un animale molto più rustico del cane domestico, c’è una perdita di cuccioli del 30% (fonte Associazione Italiana Wilderness) • Non è detto che i volpini italiani di taglia grande (maschi: 31 cm ed oltre; femmine 29 cm ed oltre) siano di conseguenza più rustici

  27. Eventuali problemi dei soggetti di taglia grande • Hanno conseguentemente ossa più lunghe, perciò più facili a rompersi se non sono di spessore adeguato (le ossa del Volpino Italiano, se si rompono, raramente si aggiustano) • Lo spessore osseo deve quindi essere maggiore appesantendo l’impalcatura scheletrica (con minore funzionalità caratteristica di galoppatore e saltatore) • Non è detto neppure che l’ossatura di spessore maggiore sia robusta perché potrebbe non essere piena ma spongiosa, perciò molto debole

  28. Difetti riscontrabili insoggetti di taglia grande Gli accoppiamenti tra soggetti di taglia grande nell’ambito di una razza portano solo ad accumulare vari problemi: • Aspetto generale grossolano • Temperamento letargico • Minore funzionalità dinamica • Ipofertilità • Sterilità • Tare Cioè si alleva verso l’estinzione (fonte Giorgio de Baseggio, genetista e zootecnico)

  29. Taglia ideale(maschi: 27-30 cm; femmine: 25-28 cm) • Nella riunione per una revisione dello standard ufficiale chiesta dall’ENCI nel 1994, presenti Enrico Franceschetti e Antonio Crepaldi (fui presente su richiesta di Franceschetti), Franceschetti chiese una tolleranza di solo 1 cm, quindi squalifica per i maschi di 32 cm ed oltre e per le femmine di 30 cm ed oltre • L’importante però è la tipicità, che va anteposta alla taglia ed alle altre caratteristiche

  30. Metodi di Selezione • Inbreeding: • - consanguineità strettissima: padre x figlia; madre x figlio; fratello x sorella • - consanguineità stretta: fratellastro x sorellastra; nonno x nipote • Linebreeding: • - consanguineità media: bisnonno x pronipote; cugino x cugina; zio x nipote • - consanguineità larga: trisnonno x pro-pronipote ed oltre • Outbreeding: rinsanguamento con altra linea consanguinea esterna (restando sempre entro un percorso già selezionato e comprovato) • Outcrossing: rinsanguamento con una linea non consanguinea o con un riproduttore di genealogia sconosciuta (rustico e/o capostipite RSR), entrando in un percorso sperimentale • Meticciamento: incrocio con un riproduttore di altra razza, anche se affine

  31. Applicazione del Meticciamento • Se la razza del Volpino Italiano fosse estinta per ricostruirla partendo da razze affini • Se il Volpino Italiano avesse rarissimi riproduttori tipici e sani sul viale del tramonto • Se il Volpino Italiano avesse una caterva di difetti genetici non più risanabili • Altri disastri del genere

  32. Non applicare il meticciamento • Per aumentare il numero di cuccioli da vendere ad incauti clienti • Per creare inutili linee di sangue alternative • Altre idee poco edificanti • Soprattutto non portare i volpini vistosamente meticci in esposizione • Purtroppo il meticciamento avvenuto dal 1985 ha immesso nel Volpino Italiano tanti problemi

  33. Aspetti positivi dell’outcrossing • Rinsanguare con un riproduttore di linea non consanguinea o di genealogia sconosciuta (rustico e/o capostipite RSR) per: • - ampliare la base genetica specialmente in tutte le linee consanguinee • - aumentare fertilità e vigoria sessuale • - aumentare robustezza fisica e fisiologica • - aumentare la taglia dei riproduttori ai limiti minimi • - sperimentare nuove soluzioni alternative

  34. Aspetti negativi dell’outcrossing • Cautela perché l’inserimento di un riproduttore di genealogia sconosciuta può produrre: • - tare ereditarie recessive e difetti congeniti di conseguenza non noti perché non ancora eliminati con la selezione • - alta percentuale di soggetti di scarto dal punto di vista tipologico e morfologico • - anche se si ottiene un figlio campione di bellezza, questo non potrà mai diventare anche un riproduttore miglioratore (razzatore) semplicemente perché non ha un patrimonio genetico selezionato

  35. Aspetti positivi dell’outbreeding • Rinsanguare con un riproduttore di altra linea consanguinea esterna per: • - ampliare la base genetica specialmente in linee consanguinee medie, strette e strettissime • - aumentare fertilità e vigoria sessuale • - aumentare robustezza fisica e fisiologica • - aumentare o diminuire la taglia dei riproduttori ai limiti minimi o massimi • - si evitano sperimentazioni pur se si creano sempre soluzioni alternative

  36. Aspetti negativi dell’outbreeding • Serve pur sempre cautela, anche se meno, perché si inserisce un riproduttore di genealogia conosciuta, evitando: • - tare ereditarie recessive e difetti congeniti (se ci fossero sarebbero noti ma possono essere già stati eliminati con la selezione) • ma: • - pur con percentuale più bassa ci saranno sempre soggetti di scarto dal punto di vista tipologico e morfologico • - se è più facile ottenere un figlio campione di bellezza, che potrà anche diventare un buon riproduttore, seppur non miglioratore (razzatore), comunque non porterà un patrimonio genetico selezionato e probabilmente non sarà ancora ben compatibile

  37. Aspetti positivi del linebreeding • Effettuare un accoppiamento in consanguineità media o larga per: • - ottenere nel pronipote le caratteristiche ed i pregi migliori di un bisnonno o un trisnonno • - fissare le caratteristiche ed i pregi migliori di una linea di sangue che si è un po’ diluita nelle ultime due generazioni • Oltre che: • - serve meno cautela perché si inserisce un riproduttore di genealogia conosciuta già selezionato, perciò: • - - non ci saranno tare ereditarie recessive e difetti congeniti (in quanto già eliminati con la selezione) • - - ci saranno pochi soggetti di scarto dal punto di vista tipologico e morfologico • - - è più facile ottenere un figlio campione di bellezza, che potrà anche diventare un riproduttore miglioratore (razzatore), comunque con un patrimonio genetico selezionato e compatibile

  38. Aspetti positivi dell’inbreeding • Effettuare un accoppiamento in consanguineità stretta o strettissima per: • - fissare le caratteristiche ed i pregi migliori di un genitore o un nonno • - fissare le caratteristiche ed i pregi migliori di una linea di sangue migliorata nelle ultime generazioni • Oltre che: • - serve molto meno cautela perché si inserisce un riproduttore di genealogia conosciuta già selezionato, perciò: • - - non ci saranno tare ereditarie recessive e difetti congeniti (in quanto già eliminati con la selezione) • - - ci saranno pochissimi soggetti di scarto dal punto di vista tipologico e morfologico • - - è più facile ottenere un figlio campione di bellezza, che potrà anche diventare un ottimo riproduttore miglioratore (razzatore), comunque con un patrimonio genetico selezionato e molto compatibile

  39. Aspetti negativi della consanguineità • - fissa anche le caratteristiche peggiori ed i difetti di un antenato • - fissa anche le caratteristiche peggiori ed i difetti di una linea di sangue • - fissa anche eventuali tare ereditarie recessive e difetti congeniti, perciò ci potranno essere tanti soggetti di scarto dal punto di vista sanitario

  40. Applicazione della consanguineità • Come filtro del patrimonio ereditario: • - scartando i soggetti tarati • - Accoppiando fra loro soggetti: • - - puri, rustici e tipici • - - sani, fertili, vigorosi (sessualmente) e vivaci • - - robusti e funzionali in termini fisiologici

  41. Quando e quanto si può applicare la consanguineità • Serve buon senso • Bisogna essere obiettivi sul reale valore zootecnico dei propri soggetti • Destinare alla riproduzione specialmente in consanguineità solo i soggetti veramente utili all’allevamento • Se allevando in consanguineità si produce scarsa qualità e prevalgono i difetti conviene abbandonare subito quel programma di selezione perché risulta errato

  42. Come lavorare in consanguineità • Creando linee di sangue diverse • Mantenendo la fertilità nelle diverse linee di sangue create con il ricorso all’outbreeding e/o all’outcrossing • Non fare consanguineità su un soggetto difettoso e/o meticcio • Fare consanguineità solo su un soggetto sano, funzionale, puro, rustico e tipico • - tra questi: fare consanguineità solo su un soggetto di alto livello tipologico e morfologico • La consanguineità comunque è un mezzo e non la causa di problematiche: bisogna scartare i soggetti tarati

  43. Obiettivi a breve termine • Diminuire i soggetti carrier (PLL) • Verificare se il gene PLL della OFA corrisponde al gene dei soggetti ciechi italiani • Redigere il genoma dei volpini italiani puri (non di volpini qualsiasi) • Purificare le linee di sangue meticciate con accoppiamenti mirati • Preservare i soggetti puri • Aumentare la rusticità • Valorizzare la tipicità • Riunire al massimo livello rusticità e tipicità

  44. Recente massimo esempio di rusticità

  45. Recente massimo esempio di rusticità e tipicità

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