1 / 50

Lo studio delle filiere agroalimentari: evoluzione e approcci metodologici.

Lo studio delle filiere agroalimentari: evoluzione e approcci metodologici. Come considerare la dimensione sostenibilità” nello studio delle filiere agroalimentari?. Alessandro Banterle Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale alessandro.banterle@unimi.it

fidelio
Download Presentation

Lo studio delle filiere agroalimentari: evoluzione e approcci metodologici.

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Lo studio delle filiere agroalimentari: evoluzione e approcci metodologici. Come considerare la dimensione sostenibilità” nello studio delle filiere agroalimentari? Alessandro Banterle Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale alessandro.banterle@unimi.it Roma – 29 settembre 2010

  2. Obiettivo e articolazione • Obiettivo: proporre spunti per un dibattito sulle tematiche dell’analisi di filiera, dei relativi approcci teorici e della sostenibilità • Articolazione: • il concetto di filiera  si riesce ad usare una terminologia comune? • gli approcci teorici all’analisi di filiera • l’analisi economica della tracciabilità e gli effetti sull’organizzazione verticale di filiera • la sostenibilità nell’analisi di filiera Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  3. La filiera e il coordinamento verticale Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  4. Concetto di filiera agro-alimentare • secondo Malassis e Ghersi (1995) la filiera rappresenta l’itinerario seguito da un prodotto nell’apparato agro-alimentare  riguarda l’insieme degli agenti (imprese e amministrazioni), delle operazioni che concorrono alla formazione e al trasferimento del prodotto fino allo stadio finale di utilizzo e dei flussi collegati • 2 elementi centrali di analisi: • identificazione di prodotti, itinerari, agenti e operazioni • meccanismi di regolazione  comportamento degli agenti, funzionamento dei mercati, formazione dei prezzi • delimitazione della filiera: piano verticale (altezza); piano orizzontale (larghezza); area geografica; riferimento temporale (Antonelli, 2010) Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  5. Concetto di filiera agro-alimentare filiera può essere anche intesa come struttura composta dalle tappe tecnologiche di produzione, distinte e separabili, associate all’utilizzazione di una determinata risorsa o all’ottenimento di uno specifico prodotto (Saccomandi, 1991) rappresenta una scomposizione del sistema agro-alimentare in senso verticale, per categorie di prodotto il legame fra le diverse fasi tecnologiche è dato da flussi materiali (di materie prime e di prodotti finiti), finanziari, informativi supply chain è la rete di organizzazioni coinvolte, attraverso legami a monte e a valle, nei diversi processi e nelle diverse attività che producono valore nella forma di prodotti e servizi per il consumatore/cliente finale (Christopher, 1998)  consumatore canale di distribuzione è l’insieme delle organizzazioni indipendenti che assumono le funzioni necessarie al trasferimento dei prodotti dal produttore al consumatore (Mariani e Viganò, 2002)  attività commerciali Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  6. Concetti di sistema e settore sistema agro-alimentare: insieme delle attività di produzione e distribuzione dei prodotti agro-alimentari fino al consumatore finale sistema agribusiness: appare più generale rispetto al SAA comprendendo non solo le attività destinate alla produzione di alimenti (food system) ma anche quelle che utilizzano materie prime agricole per produzioni non alimentari (fiber system) (Davis e Goldberg, 1957) settore: insieme di imprese che svolgono attività e processi di produzione simili (fase tecnologica separabile)  rappresenta una scomposizione del SAA in senso orizzontale (settore agricolo, industria alimentare, distribuzione, ecc.) Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  7. Input chimici, biologici, meccanici agricoltura industria alimentare distribuzione distribuzione al dettaglio all’ingrosso ristorazione consumi domestici consumi extra-domestici Il sistema agro-alimentare prodotti freschi Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  8. Sistema agro-alimentare, filiere e settori produttivi Filiera 1 Filiera 2 agricoltura cereali latte Sistema agro-alimentare industria alimentare pane pasta formaggio burro Settori distribuzione Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  9. Concetto di distretto agro-industriale • Distretto agro-industriale (DAI): considera la variabile spaziale nel sistema agro-alimentare, esaminando sistemi territoriali locali specializzati in un determinato prodotto agro-alimentare. • Distretto industriale marshalliano (DIM): Marshall (1927) parla di “concentramento di industrie specializzate in località particolari”. Becattini (1989) e Bellandi (1987) parlano di un’entità socio-economica • area territoriale circoscritta storicamente determinata • specializzazione dell’area in un prodotto/settore • compresenza di una popolazione di imprese (PMI) e di una comunità • scomponibilità del processo produttivo in fasi ed elevate relazioni fra imprese • economie esterne di agglomerazione (ma interne al DIM) • ragionevole stabilità temporale • atmosfera industriale che incide sulla formazione e sulla professionalità • elevata predisposizione all’innovazione tecnologica e all’ottimizzazione per la forte competizione nel DIM • Dal DIM al Network Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  10. Relazioni verticali nelle filiere agro-alimentare settore agricolo offerta transazione scambio domanda offerta industria alimentare offerta offerta transazione scambio domanda domanda ristorazione distribuzione offerta offerta transazione scambio domanda domanda domanda finale consumo extra-domestico consumo domestico Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  11. Coordinamentoverticale nelle filiere agro-alimentari • concetto di coordinamento verticale: “insieme dei modi attraverso cui vengono gestiti gli scambi e coordinati i comportamenti strategici lungo il canale distributivo agro-alimentare” (Sodano, 2004) • modalità di governance delle transazioni: • mercato • forme intermedie • integrazione verticale • principali forme di governance nelle filiere agro-alimentari • strutture di mercato • borsa merci, future markets • mercato ortofrutticolo Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  12. Coordinamentoverticale nelle filiere agro-alimentari • forme intermedie • contratti • accordi interprofessionali • soccida • organizzazioni dei produttori • integrazione verticale • cooperative • integrazione verticale coordinamentoverticale strutture di mercato contratti, accordi, ecc. cooperative integrazione verticale - + Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  13. Gli approcci teorici all’analisi di filiera Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  14. Teorie economiche sul coordinamento verticale • teoria neoclassica • new institutional economics razionalità limitata, conoscenza imperfetta e comportamento opportunistico degli individui • teoria dei contratti modello principale agente • teoria dei costi di transazione (Transaction Cost Economics) di Williamson • teoria del valore di Porter • supply chain management Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  15. Approccio neoclassico • MERCATO - fallimenti limitati a pochi casi • - unica forma di coordinamento(coordinamento gestito dal sistema dei prezzi) • il mercato in concorrenza mediante il prezzo di equilibrio rappresenta il meccanismo di coordinamento fra le preferenze del consumatore e le attività produttive consente di raggiungere la massima efficienza del sistema economico ottima allocazione delle risorse massimo benessere collettivo • AGENTI della filieracomportamento massimizzante, razionalità, informazione perfetta • IMPRESAmera funzione di produzione  • “black box” (scatola nera) contenente tecnologie atte a trasformare le risorse in output Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  16. Caratteristiche “micro” delle fasi delle filiere Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  17. Relazioni verticali nelle filiere agro-alimentari settore agricolo offerta mercato delle commodities differente potere di mercato domanda industria alimentare offerta offerta domanda domanda mercati dei prodotti differenziati distribuzione ristorazione offerta trasmissione del prezzo asimmetrica lungo la filiera offerta domanda consumo finale

  18. Approccio neoistituzionale • MERCATO presenza di fallimenti  costi di transazione • AGENTIdella filiera - razionalità limitata • - conoscenza imperfetta • - comportamento opportunistico • IMPRESA struttura coordinativa di governo, istituzione, organizzazione • Secondo Coase (1937) non sempre il governo tramite il mercato è senza costo  se il costo d’uso del mercato per una transazione è maggiore del costo della burocrazia di impresa  impresa sostituisce il mercato (Sodano, 2004) • “Il funzionamento del mercato comporta un certo costo e, formando un’organizzazione e permettendo a un’autorità (imprenditore) di dirigere le risorse, possono essere risparmiati taluni costi di contrattazione”(Coase, 1973) Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  19. Teoria dei contratti • in presenza di specificità delle risorse il mercato viene sostituito da contratti di lungo periodo se il contratto non è efficace nell’evitare comportamenti opportunistici si va verso l’integrazione verticale • obiettivo: determinare il contratto ottimale per il governo delle transazioni • teoria dei contratti incompleti e impliciti • teoria dell’agenzia  modello principale agente • modello principale agente  asimmetria informativa  la parte che offre il contratto (principale) ha poche informazioni rispetto alla parte che accetta (agente)  comportamento opportunistico • problemi di adverse selection e di moral hazard Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  20. Transaction Cost Economics • Obiettivo • scegliere la forma di governo delle transazioni (cioè degli scambi dei beni) più efficiente  minimizzazione dei costi di transazione • Costi di transazione • costi di informazione • costi di negoziazione • costi di monitoraggio • Caratteristiche della transazione • grado di frequenza (ricorrente, occasionale) • grado di incertezza • grado di asset specificity(investimento non specifico, misto, idiosincratico) • Forme di governance delle transazioni • mercato • forme ibride • gerarchia o integrazione verticale Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  21. Transaction Cost Economics • Caratteristiche della transazione • asset specificity • incertezza • frequenza • Costi di transazione • informazione • negoziazione • monitoraggio CT = f (AS, I, F) + + - Forme di governance mercato, forme ibride, gerarchia Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  22. Teoria della catena del valore di Porter • deriva dal modello del vantaggio competitivo posizione occupata dall’impresa nel settore rispetto ai concorrenti  3 strategie competitive • la catena del valore rappresenta uno strumento per analizzare le risorse strategiche dell’impresa • attività primarie  apportano un contributo rilevante all’incremento di valore • attività di supporto • impresa è un sistema di attività interdipendenti orientato alla creazione di valore per il cliente • l’estensione del concetto di catena del valore ai rapporti con le imprese fornitrici e con i clienti porta al sistema di valore  filiera  analisi strategica rivolta ai diversi agenti economici che collaborano per la creazione di valore (Antonelli, 2010) Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  23. Supply chain management • contesto: diffusione di rapporti collaborativi fra imprese e gestione coordinata delle filiere  strutture organizzative collettive  reti di imprese • accordi formali (franchising, consorzi, ecc.) • accordi informali (distretti industriali, ecc.) • obiettivo:rivisitare teorie e metodi adattando le analisi alle esigenze organizzative dei reali sistemi di imprese • sviluppa la catena del valore di Portere l’analisi strategica degli approvvigionamenti e della logistica • si riferisce al “coordinamento esteso delle operazioni lungo l’intero processo di offerta che tende a sostituirsi al mercato e all’integrazione verticale come strumento di gestione dei flussi produttivi e di scambio” (Schary & Skiott-Larsen, 2001) • il valore per le imprese deriva da miglioramento dell’efficienza per innovazione tecnologica e razionalizzazione gestionale e da nuovi contenuti strategici in relazione ai clienti finali • importanza della logistica e delle tecnologie dell’informazione Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  24. L’analisi economica della tracciabilità e gli effetti sull’organizzazione verticale di filiera Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  25. Il concetto di rintracciabilità • Art. 18 del Reg. CE 178/2002) È disposta in tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione la rintracciabilità degli alimenti e dei mangimi destinati alla produzione alimentare e di qualsiasi altra sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime • Norma UNI 10939 È la capacità di ricostruire la storia e di seguire l’utilizzo di un prodotto mediante identificazioni documentate, relativamente ai flussi materiali ed agli operatori di filiera; • altri esempi: AFNOR V01 020, BSI 85:2000, ISO 22005:2005 • a seconda dei paesi sistemi di tracciabilità basati su • standard privati (es. ISO 22005:2005)  volontari  incentivi derivanti dal mercato • regolamentazione pubblica  obbligatoria Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  26. Reg. 1760/2000  filiera delle carni bovine Reg. 178/2002  tutti gli altri prodotti Politica UE tracciabilità obbligatoria ISO UNI BSI AFNOR Standards nazionali/internazionali tracciabilità volontaria ricostruire il percorso di un prodotto lungo la filiera Sistemi di traccabilità nell’Ue Dopo Libro Bianco (COM(719)1999) nell’UE 2 livelli di tracciabilità Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  27. Sistemi di tracciabilità nell’Ue Diverse tipologie di sistemi di tracciabilità in base a : • ammontare di informazioni registrate • settori e soggetti coinvolti • la dimensione dell’unità tracciata 1. Tracciabilità di filiera obbligatoria Reg. 178/2002 registra i fornitori e i clientilungo la filiera attraverso una specifica procedura documentale  insieme degli agenti one step backward, one step forward Obbligatoria Reg. 1760/2000 2. Tracciabilità di filiera e di prodotto gestione dei flussi per lotti discontinui Volontaria UNI 10939 • Tracciabilità a livello sia degli operatori della filiera (supply chain traceability) e sia della singola impresa (product traceability)  è possibile ricostruire la storia di un prodotto  rintracciare le singole materie prime agricole Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  28. Supply chain traceability Supply chain and product traceability Agricultural suppliers a b c Agricultural suppliers batch a batch b batch c ? Food processing Food processing batch a batch b batch c 1 2 3 4 Retailers 1 2 3 4 Retailers Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  29. Obiettivi dei sistemi di tracciabilità • tracciabilità obbligatoria • migliorare la sicurezza alimentare • aumentare le informazioni sulla filiera a disposizione dell’autorità competente • favorire una maggiore responsabilizzazione degli operatori • ritirare dal mercato, gli eventuali prodotti non conformi  solo per reg. 1760/2002 nella filiera della carne bovina Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  30. Obiettivi dei sistemi di tracciabilità • tracciabilità volontaria • migliorare la sicurezza alimentare e riduzione del costo delle non conformità in caso di non conformità si ritirano solo i lotti non conformi  migliore gestione del rischio • migliorare la qualità del prodotto • adozione di disciplinari di produzione • attribuzione di specifiche responsabilità • differenziazione del prodotto  origine delle materie prime • valorizzare l’immagine del marchio aziendale e ottenere un premium price • migliorare l’efficienza della supply chain management • adattamento alle esigenze della GDO Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  31. Effetti sul coordinamento verticale di filiera • La tracciabilità volontaria modifica l’organizzazione verticale di filiera e i meccanismi di coordinamento  gestione dei lotti discontinui e disciplinari di produzione • centralizzazione della gestione del sistema azienda leader della filiera  scelta dello standard di riferimento e certificazione, responsabilità della conduzione del sistema, gestione del flusso di informazioni, redazione dei disciplinari, selezione delle imprese, istituzione dei controlli imprese industriali, cooperative, GDO • cambiamenti nei processi per i partner per gestione dei lotti investimenti e costi di gestione del sistema aumento della bilateral dependency • Accordi di filiera formalizzati specifici disciplinari, procedure per la gestione delle informazioni, modalità degli scambi, attribuzione delle responsabilità in caso di non conformità, istituzione controlli Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  32. Tracciabilità e Transaction Cost Economics Nell’approccio neoistituzionale  tracciabilità come istituzione (insieme di regole e procedure) che cambia l’organizzazione delle transazioni nelle filiere  cambia le modalitàdi governance • Caratteristiche della transazione • asset specificity • incertezza • frequenza • Costi di transazione • informazione • negoziazione • monitoraggio Tracciabilità e coordinamento verticale Forme di governance mercato, forme ibride, gerarchia Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  33. Tracciabilità e Transaction Cost Economics • L’implementazione di un sistema di tracciabilità dovrebbe portare a • crescita dell’asset specificity  dovuto all’aumento della bilateral dependency • diminuzione del grado di incertezza • variazione dei costi di transazione, specie dei costi di monitoraggio • tali cambiamenti favoriscono l’adozione di forme ibride  governance delle transazioni basata su accordi di filiera formalizzati  migliora la trasparenza e la responsabilità  per ridurre il rischio di inadempienze  incentivi di prezzo e supporto contrattuale Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  34. Risultati di un’indagine empirica • la tracciabilità volontaria determina una complessiva riorganizzazione della filiera modifiche della governancedipendono dacambiamenti nell’organizzazione delle transazioni e dalle forme di governance esistenti in precedenza • nelle filiere dove erano diffusi gli accordi verbali si rileva un passaggio a contratti formalizzati; • nelle filiere in cui venivano già usati i contratti scritti si registra un rafforzamento dei contratti stessi prevedendo incentivi di prezzo; • nelle imprese integrate verticalmente, includendo le cooperative, non si notano modifiche sostanziali di governance, ma vi possono essere cambiamenti nei processi dovuti all’adozione di specifici disciplinari. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  35. Risultati di un’indagine empirica • L’adozione dei sistemi volontari di tracciabilità dipende dai costi per la messa in atto del sistema e dai benefici che si possono ottenere benefici non riguardano solo il miglioramento della sicurezza alimentare, ma comprendono anche la riduzione dei costi delle non conformità, la garanzia della qualità del prodotto, il rafforzamento della reputazione del marchio, la maggiore efficienza negli scambi • la tracciabilità volontaria appare uno strumento con importanti valenze in termini di coordinamento dei rapporti interni alla filiera, quindi nelle relazioni business to business, al di là di come essa venga percepita dal consumatore. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  36. La sostenibilità nell’analisi di filiera Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  37. Le dimensioni della sustainability • Consumption of energy and sweet water • Waste (packaging and food waste) • Air: CO2 emissions from production & food transportation • Wastewater • Eutrophication • Biodiversity • Soil quality Environmental Social Economic • Food safety • Nutrition & health • Animal welfare • Workplace improvements • Social & ethical conditions • Urban distribution • Open and competitive economy • Economic growth • Work skill investment • Changing patterns of consumption Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  38. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  39. Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  40. Greenhouse gas emission of UK food chain levels Source: DEFRA, 2007 Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  41. Energy use of food chain levels Source: LCA Food Database Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  42. Food miles of fresh produce from US-domestic production for consumption in Iowa Source: Leopold Center for Sustainable Agriculture Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  43. Eco-efficiency of Braeburn apples in April and November Source: BASF (2009) Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  44. Problematiche della sostenibilità • comunicazione al consumatore  il labelling migliora la consapevolezza del consumatore sulle caratteristiche del prodotto legate alla sostenibilità  rischio di sovraddosaggio di informazioni  a quali la priorità? • il concetto di sostenibilità può essere integrato nella visione strategica d’impresa: rappresenta una forma di innovazione e di differenziazione del prodotto • la sostenibilità viene definita come attributo fiducia: le caratteristiche del prodotto e del processo di produzione non sono note ai consumatori neanche dopo il consumo • certificazioni di parte terza indipendente, presenti in etichetta, trasformano un attributo “fiducia” in un attributo “ricerca” (le caratteristiche del prodotto sono note ai consumatori prima dell’acquisto), riducendo l’assimetria informativa Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  45. Problematiche della sostenibilità • Gli attributi del prodotto legati alla sostenibilità possono influenzare il coordinamento verticale della filiera • La reorganizzazione dei rapporti di filiera comporta cambiamenti nelle forme di governance delle transazioni e l’adozione di disciplinari di filiera • Con riferimento all’economia dei costi di transazione, ogni cambiamento nell’organizzazione della filiera puo’ portare ad una dipendenza bilaterale tra gli attori della filiera, una riduzione dell’asimmetria informativa e l’adozione di contratti o altre forme ibride per i rapporti di filiera Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  46. Esempi di certificazioni MSC Marine Stewardship Council promotes responsibility in the development of seafood resources (wild-catch fisheries) Friend Of The Sea is dedicated to the conservation of marine habitats and resources (both farmed fish and wild-caught) Dolphin Safe which has led to a 95% reduction in the dolphin and marine mammal mortality caused by tuna fishing Best Alliance in cooperation with the German Rewe Group guarantees a sustainable production of strawberries, peppers and grapes Rainforest Alliance has the mission to conserve tropical forests and biodiversity, and to ensure sustainable farmer livelihoods in producing tea, coffee, cocoa and fruits Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  47. Esempi di certificazioni UTZ Certified - Good Inside which provides standards for a responsible production of coffee, cocoa and tea RSPO - Round Table on Sustainable Palm Oil which aims at conserving tropical forests in palm oil production RTRS - Round Table for Responsible Soy which promotes a sustainable production of soybean SAI - Sustainable Agricolture Initiative which provides sustainable agriculture involving all the agents along the supply chain Fairglobe promotes fair trade for products such as orange juice, coffee, cocoa, sugar Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  48. Il caso di Best Alliance-Rewe • It brings together the most important agents along the supply chain to develop joint standards that guarantee sustainable production • The Rewe Group is driving the reorganisation of its fruit and vegetable procurement chains through contract farming in order to secure stable and sustainable volumes of strawberries, peppers and grapes. • The project led to: • a reorganisation of the chain relationships among the economic partners • a higher bilateral dependency among the supply chain agents • a reduction in product uncertainty • an increased degree of vertical coordination • CARBON FOOTPRINT study of a 500 g punnet of Spanish “Best Alliance strawberries” 448,3 g CO2e • Raw Material (0,2%), Production (40,6%), Distribution (31,2%), • Shopping Tour (14,6%), Product Use (1,4%), Recycling/Disposal (12,0%) Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  49. Il caso dei prodotti ittici • apply only to wild-catch fishery • the certification includes a fishery method assessment and a so-called chain-of-custody evaluation for the fishery product supply chain • requires to respect specific rules set out in the contracts made between fishers and buyers • in Germany, Switzerland and England tuna can only be sold if it is certified Dolphin Safe • it certifies products both farmed and wild-caught • contracts between fishers/producers and buyers are not compulsory • traceability is run by on-site auditors at the time of the first audit. Continuous surveillance is run by the certification body Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

  50. Principali manuali italiani di Economia Agro-alimentare Cesaretti G., Mariani A. , Sodano V. (1994): Sistema agroalimentare e mercati agricoli, Il mulino, Bologna Fanfani R. (2009): Il sistema agroalimentare in Italia, Ed. agricole, Milano Malassis L., Ghersi G. (1995): Introduzione all’economia agroalimentare, Il Mulino, Bologna Mariani A. e Viganò E. (a cura di) (2002): Il sistema agroalimentare dell’Unione europea, Carrocci, RomaSaccomandi V. (1999): Economia dei mercati agricoli, Il mulino, Bologna Sodano V. (2004): Strumenti di analisi per l’economia dei mercati agroalimentari, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli Dipartimento di Economia e Politica Agraria, Agro-alimentare e Ambientale

More Related