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7.00. Santa Caterina da Siena. Il Dialogo della Divina Provvidenza. Capitolo 24. Io poto i miei servi. Sai che modo io tengo, appena i miei servi si uniscono nel seguire la dottrina del dolce ed amoroso Verbo?. Io li poto, affinché facciano molto frutto,

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Presentation Transcript


  1. 7.00

  2. Santa Caterina da Siena

  3. Il Dialogo della Divina Provvidenza Capitolo 24

  4. Io poto i miei servi

  5. Sai che modo io tengo, appena i miei servi si uniscono nel seguire la dottrina del dolce ed amoroso Verbo?

  6. Io li poto, affinché facciano molto frutto, ed il loro frutto sia provato e non inselvatichisca.

  7. il lavoratore lo pota, perché faccia miglior vino e in maggior copia; Lo stesso si fa del tralcio, che sta nella vite; ma taglia e mette al fuoco quello che non fa frutto.

  8. Così fo io, vero lavoratore: poto con molte tribolazioni i miei servi che stanno uniti a me, affinché facciano frutto più copioso e migliore, e sia provata la loro virtù; quelli invece che non fanno frutto, sono tagliati e messi nel fuoco, come ti ho detto.

  9. Così nutrono e accrescono il seme della grazia, avuto nel santo Battesimo. Quei tali sono dei veri operai che lavorano la loro anima, traendone fuori tutto l'amor proprio, rivoltando la terra del loro affetto per me.

  10. Lavorando la loro, lavorano anche l'anima del prossimo, non potendo lavorare l'una senza l'altra; poiché più volte ti ho detto che tanto il male come il bene si fanno col mezzo del prossimo. Voi dunque siete i miei lavoratori, usciti da me, sommo ed eterno lavoratore, che vi ho uniti e innestati nella vite, per l'unione che io ho fatta con voi nell'Incarnazione.

  11. Tieni a mente che tutte le creature, che hanno in sé ragione, hanno una vigna propria, la quale è unita senza tramezzo alcuno con quella del loro prossimo. Ed è sì grande questa unione, che nessuno può fare bene o male a sé, che non lo faccia pure al prossimo.

  12. fate come una grande vigna, Voi, tutti quanti, formata di tutti i popoli cristiani, poiché siete uniti nella vigna del corpo mistico della santa Chiesa, da cui traete la vita.

  13. In questa vigna è piantata la vite del mio unigenito Figliuolo, in cui dovete essere innestati.

  14. Se non siete innestati in lui, divenite subito ribelli alla santa Chiesa, e siete come mèmbri tagliati dal corpo, che subito imputridiscono.

  15. E' vero però che finché avete il tempo di questa vita, potete levarvi la puzza del peccato col vero dolore e col ricorrere ai miei ministri; essi sono lavoratori che tengono le chiavi del vino, cioè del Sangue uscito da questa vite. Questo Sangue è così fatto, ed è di tanta perfezione, che non può essere privato del suo frutto, per verun difetto del ministro.

  16. Il legame della carità è quello che unisce i miei servi, insieme a vera umiltà, acquistata nel vero conoscimento di se stessi e di me.

  17. Sicché vedi come io vi ho messi tutti a lavorare.

  18. Ed ora di nuovo v'invito, perché il mondo viene già meno, e le spine si sono tanto moltiplicate, che hanno affogato il seme, e non lasciano fare più nessun frutto di grazia.

  19. Voglio dunque che siate veri lavoratori, e che con molta sollecitudine aiutiate a lavorare le anime, nel corpo mistico della santa Chiesa.

  20. A questo vi eleggo, perché io voglio fare misericordia al mondo, per il quale tu tanto mi preghi.

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