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LEZIONE 1

LEZIONE 1. ITALIA: DALLO STATO LIBERALE AL FASCISMO. IL DOPOGUERRA IN ITALIA. Crisi economica postbellica: sviluppo abnorme di alcuni settori industriali; sconvolgimento dei flussi commerciali; deficit gravissimo del bilancio statale; inflazione galoppante. Crisi agraria:

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LEZIONE 1

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  1. LEZIONE 1 ITALIA: DALLO STATO LIBERALE AL FASCISMO

  2. IL DOPOGUERRA IN ITALIA • Crisi economica postbellica: • sviluppo abnorme di alcuni settori industriali; • sconvolgimento dei flussi commerciali; • deficit gravissimo del bilancio statale; • inflazione galoppante. Crisi agraria: - Delusione dei contadini, reduci dalla guerra: spinti ad entrare in guerra dalla promossa della terra ora i contadini si riscoprirono profondamente delusi dallo stato liberale che non era in grado di affrontare il problema della questione agraria.

  3. - La situazione sfociò nell’occupazione delle terre dei proprietari terrieri: lo Stato intervenne ma solo con misure palliative • aumentò sempre più la distanza e il disamore dei contadini verso lo Stato • acuirsi della Questione meridionale • Malcontento classi sociali: • Reduci di guerra ed ex combattenti • Piccola borghesia PERDITA IDENTITÀ SOCIALE

  4. VITTORIA MUTILATA Preghiera di Sernaglia(24 ottobre 1918 sul Corriere della Sera) Vittoria nostra, non sarai mai mutilata. Nessuno può frangere i tuoi ginocchi ne tarparti le penne. Dove corri? Dove Sali?

  5. - Patto di Londra: la Dalmazia è annessa all’Italia, MA Fiume resta all’impero austro-ungarico (vittoria mutilata è definita da D’Annunzio). - Conferenza di Versailles: il presidente Orlando e il ministro degli Esteri Sonnino chiedono l’annessione di Fiume, ma tale richiesta incontra l’opposizione degli alleati. Nell’aprile 1919 Orlando e Sonnino abbandonano Versailles. - La presa di Fiume nel settembre 1919: reparti militari ribelli sotto il comando di D’annunzio occupano Fiume. IMPRESA DI FIUME

  6. PARTITI POLITICI • PARTITO LIBERALE: mostrerà tutta la sua debolezza, tanto che in tre anni si avranno cinque ministeri diversi: • Nitti (1919-1920) • Giolitti (1920-1921) • Bonomi • 2 ministeri Facta • PARTITO SOCIALISTA (sorto nel 1892) e diviso al suo interno nelle componenti dei: • massimalisti • riformisti (Turati)

  7. PARTITO POPOLARE ITALIANO – 1919 Fondatore: - don Luigi Sturzo Programma: - partito aconfessionale - interclassista - riforma tributaria e fiscale

  8. Nasce a Predappio nel 1883 Fervente socialista (vicino alle posizioni dei rivoluzionari) 1912 direttore del quotidiano socialista l’Avanti dà al giornale una connotazione rivoluzionaria Posizione interventista in contrasto con le direttive del partito e per tale motivo è stato espulso Fonda il suo giornale IlPopolo d’Italia BENITO MUSSOLINI

  9. MOVIMENTO DEI FASCI DI COMBATTIMENTO • FONDATORE: MUSSOLINI BENITO • 23 MARZO 1919 PIAZZA SAN SEPOLCRO A MILANO • PROGRAMMA: movimento eterogeneo, che accoglieva esigenze diverse. - Puntava in primo luogo sull’appoggio di nazionalisti e conservatori, a loro volta sostenuti dai reduci e dai ceti medi colpiti dalla crisi. - politicamente si collocava a sinistra - antimonarchico e anticlericale - principali nemici i socialisti

  10. insieme di oggetti uguali strettamente uniti e legati così da sembrare un unico oggetto. Ripreso dall’antica Roma dove era simbolo del potere dei magistrati simboleggia sia l’unità del popolo, sia l’autorità posseduta nel suo insieme dal popolo stesso SIMBOLO FASCISMO

  11. POLITICA: ELEZIONI 1919

  12. - SUCCESSO DEI PARTITI DI MASSA. - ELEZIONI TENUTE COL METODO DELLA RAPPRESENTANZA PROPORZIONALE • SITUAZIONE DI STALLO: SOLO SE POPOLARI E SOCIALISTI SI FOSSERO ALLEATI AVREBBERO POTUTO SCONFIGGERE I LIBERALI • DIVERGENZE TROPPO FORTI PER UN’ALLEANZA

  13. UNINOMINALE E PROPORZIONALE: DUE SISTEMI A CONFRONTO

  14. GOVERNO GIOLITTI • Giugno 1920: dopo il ministero Nitti, è chiamato l’ormai ottantenne Giovanni Giolitti. • 12 novembre 1920 Trattato di Rapallo: l’Italia conserva Trieste, Gorizia e l’Istria. La Dalmazia passa alla Jugoslavia. Fiume è dichiarata città libera, diventerà italiana nel 1924. • Limiti del disegno giolittiano: non rende operanti i progetti di tassazione dei titoli azionari e dei profitti di guerra; non ridimensiona le spinte rivoluzionarie del movimento operaio; il centro della lotta politica non è più il parlamento, quanto le segreterie dei partiti, le centrali sindacali e le piazze. • Scontri sindacali: industriali del settore metalmeccanico vs categoria operaia (Fiom); occupazione delle fabbriche; dalle attese rivoluzionarie al compromesso sindacale. • Gennaio 1921 Congresso del Psi a Livorno: nasce il Partito Comunista Italiano

  15. FASCISMO AGRARIO Fine del 1920 e inizio del 1921: mutamento del fascismo da radical-democratico a struttura paramilitare (squadre d’azione).

  16. CLASSI SOCIALI CHE APPOGGIANO IL FASCISMO • Reduci di guerra: cresceva sempre più la loro ostilità verso gli operai e la borghesia arricchita (pescicani) • Arditi di guerra • Piccola borghesia vessata dalla crisi • Nazionalisti • Imprenditoria agraria

  17. ERRORE GIOLITTI • Inserimento del Movimento dei Fasci nei BLOCCHI NAZIONALI. • FINE: arginare i socialisti e i popolari (partiti di massa) • Nelle elezioni del 1921 Giolitti, involontariamente, COSTITUZIONALIZZERÀ i fascisti • NOVEMBRE 1921: Mussolini trasforma il Movimento dei Fasci nel Partito Nazionale Fascista (PNF): era un passaggio della svolta moderata con cui Mussolini cercava di presentarsi come leader credibile e affidabile.

  18. POLITICA: ELEZIONI DEL 1921

  19. MARCIA SU ROMA • La Marcia su Roma (inizia il 27 ottobre) colpisce lo Stato nella piena crisi del partito liberale. • Facta si dimette il 28 ottobre. • Il Re, il 28 ottobre, rifiuta di firmare lo stato d’assedio e il passaggio dei poteri alle autorità militari. • Il 30 ottobre è pronto il Governo guidato da Mussolini. Partecipano, oltre ai fascisti, anche liberali giolittiani, liberali di destra, democratici e popolari

  20. FASCISMO E CHIESA CATTOLICA • Pio XI eletto nel febbraio 1922. • Mussolini abbandona l’anticlericalismo del primo periodo. • La riforma scolastica varata nel 1923 prevede l’insegnamento della religione alle elementari. • La prima vittima dell’avvicinamento tra Chiesa e fascismoè il PPI: Don Sturzo è costretto a dimettersi dopo il congresso di Torino (1923), poi nel 1924 va in esilio.

  21. QUADRI SINTETICI FATTI STORICI – ECONOMIA – SOCIETÀ - CULTURA

  22. FATTI STORICI

  23. ECONOMIA

  24. SOCIETÀ

  25. CULTURA

  26. Malcontento sociale Crisi dei partiti tradizionali e ascesa dei partiti di massa Mito della vittoria mutilata Ceti medi: paura del comunismo Operai: biennio rosso Delusione dei reduci Sottovalutazione del fenomeno fascista (liberali, Giolitti) Divisioni nel Partito socialista Violenzasquadristica Nazionalismo SINTESI CONCLUSIVA Crisi economica del primo dopoguerra Crisi politica del primo dopoguerra PRESA DEL POTERE DA PARTE DEL FASCISMO

  27. FASE LEGALITARIA 1922-1924 • Governo di coalizione (fascisti, liberali, popolari) con a capo Mussolini che godeva del consenso della corte e del sovrano. • I fiancheggiatori non comprendono le intenzioni di Mussolini neppure a fronte dell’arrogante discorso tenuto in Parlamento: Potevo fare di quest’aula un bivacco di manipoli. Potevo sprangare il Parlamento e costituire un governo esclusivamente di fascisti. Potevo, ma non ho, almeno in questo primo tempo, voluto. • Atteggiamento ambivalente: da un lato moderato, dall’altro aggressivo e violento

  28. IL FASCISMO SI RAFFORZA • La nuova legge elettorale maggioritaria (legge Acerbo, luglio 1923) assegna i 2/3 dei seggi alla lista maggioritaria (con almeno il 25% dei voti), il resto viene suddiviso con il metodo proporzionale. • Alle elezioni del aprile 1924 alcuni liberali come Salandra e Orlando si presentano assieme ai fascisti nelle liste nazionali (come nel blocco nazionale del 1921 ma a parti invertite, questa volta dominano i fascisti). • Le altre liste sono divise, si presentano ognuna per proprio conto, e si condannano a una sconfitta sicura. • Infatti alle elezioni del 1924 le liste nazionali ottengono più del 65% dei voti e ¾ dei seggi con la seconda lista.

  29. DELITTO MATTEOTTI E SECESSIONE DELL’ AVENTINO • Alla fine di maggio Giacomo Matteotti, alla Camera, svolge una dura requisitoria contro il fascismo contestando la validità dei risultati elettorali. • Il 10 giugno Matteotti è rapito a Roma mentre il cadavere verrà ritrovato 2 mesi dopo. • Il regime si trova isolato. L’opinione pubblica reclama giustizia.

  30. L’atto di denuncia più clamoroso è la secessione dell’Aventino: alcuni gruppi parlamentari abbandonano il Parlamento finché non si fosse ristabilita la legalità democratica. Deputati aventiniani

  31. SIGNIFICATO SECESSIONE DELL’AVENTINO Disse Turati: Noi parliamo da questa aula parlamentare, mentre non v’è più un Parlamento. I suoi eletti stanno sull’Aventino delle loro coscienze, donde nessun adescamento li rimuove, sinché il sole della libertà non albeggi, l’imperio della legge non sia restituito, cessi la rappresentanza del popolo di essere la beffa atroce a cui l’hanno ridotto. SCELTA DI ALTO VALORE MORALE MA POLITICAMENTE DEBOLE ED ERRATA

  32. Il REGIME FASCISTA Il 3 gennaio 1925 Mussolini dichiara chiusa la “questione morale” assumendosi la responsabilità storica politica e morale di quanto avvenuto. Dichiaro qui, al cospetto di questa assemblea e al cospetto di tutto il popolo italiano, che io assumo, io solo, la responsabilità politica, morale, storica di quanto è avvenuto. Se il fascismo è un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere! Il governo è abbastanza forte per stroncare definitivamente la secessione dell’Aventino.

  33. Ad un manifesto degli intellettuali fascisti (Giovanni Gentile) si risponde con un contro-manifesto redatto da Benedetto Croce. • Si ingrossa l’emigrazione politica degli antifascisti: Amendola, Gobetti, Ferrari, Sturzo, Donati. • Nell’ottobre 1925 con il Patto di Palazzo Vidoni il sindacalismo libero riceve un colpo mortale.

  34. LEGGI FASCISTISSIME • Legge 24.12.1925 n. 2263 sulle attribuzioni e prerogative del capo del Governo. • Legge 31.1.1926 n. 100 sulla facoltà del Governo di emanare norme giuridiche. • Legge sindacale n. 563 dell’aprile 1926: ammette solo i sindacati “legalmente riconosciuti” che erano quelli fascisti. • Nel novembre 1926 sono sciolti i partiti antifascisti ed i sindacati socialisti e cattolici. • Legge per la fascistizzazione della Camera (Legge 17.5.1928 n. 1019). E’ la nuova legge elettorale al posto della legge Acerbo. • Il Gran Consiglio (Legge 2693 del 9.12.1928) da organo di partito diventa organo di Stato.

  35. DEBOLEZZA PARTITO LIBERALE • Incapacità gestire la crisi economica e sociale del primo dopoguerra • Mito della “vittoria mutilata” • Cinque ministeri in tre anni (1919-1922) • Errore giolittiano dei “blocchi nazionali” (1921) • Ingenuità dei fiancheggiatori (1922-1924) • Secessione dell’Aventino: una questione morale

  36. DEBOLEZZAPARTITO SOCIALISTA • Divisioni tra riformisti, massimalisti (Menotti Serrati), estremisti di sinistra (Bordiga a Napoli e Gramsci a Torino) • Congresso di Livorno (gennaio 1921) la minoranza di sinistra abbandona il Psi fondando il Partito Comunista Italiano • 1 agosto 1922: lo sciopero legalitario indetto dai socialisti giunge in ritardo e segna la definitiva sconfitta della sinistra • Ottobre 1922: ulteriore scissione. I riformisti guidati da Turati abbandonano il Psi e formano il Psu (Partito Socialista Unitario)

  37. LEZIONE 2 LA COSTRUZIONE DEL REGIME FASCISTA

  38. PATTI LATERANENSI – 11-2-1929 • Un trattato internazionale con cui la Santa Sede riconosceva lo Stato Italiano e lo Stato italiano riconosceva la sovranità dello Stato della Città del Vaticano. • Una convenzione finanziaria in cui l’Italia si impegnava a pagare un’indennità a titolo di risarcimento per la perdita dello Stato pontificio; • Un concordato che regolava i rapporti interni fra Chiesa e il Regno d’Italia (i sacerdoti esonerati dal servizio militare; i preti “spretati” esclusi dai pubblici uffici; il matrimonio religioso ha effetti civili; l’insegnamento della religione cattolica è il “fondamento e coronamento” dell’istruzione pubblica; le organizzazioni giovanili cattoliche possono continuare a svolgere le loro attività, purché sotto il controllo della gerarchia ecclesiastica e al di fuori di ogni partito, ecc.).

  39. IL REGIME E IL PAESE L’immagine dell’Italia fascista: un paese largamente fascistizzato: 1) ritratti di Mussolini esposti nelle scuole, negli edifici pubblici e per le strade. 2) Emblema del fascio littorio, simbolo del regime, affisso su edifici pubblici, monumenti, copertine dei libri, ecc. 3) Muri istoriati da scritte guerriere. 4) Grandi folle mobilitate nelle ricorrenze fasciste o per i discorsi del duce.

  40. LE CONDIZIONI DEL PAESE REALE 1) la popolazione passa da 38 milioni (1921) a 44 milioni nel 1939. 2) Si accentua l’urbanizzazione. 3) Gli addetti all’agricoltura calano dal 58 al 51%, gli occupati nell’industria passano dal 23 al 26.5% e gli addetti al terziario dal 18 al 22%. 4) È un paese ancora fortemente arretrato (il reddito medio di un italiano è la metà di quello di un francese, un terzo di quello di un inglese, un quarto di quello di uno statunitense). 5) L’italiano medio si nutre di farinacei, mangia carne e beve latte in quantità tre volte inferiori a quelle di un inglese o di un americano. 6) L’italiano medio considera beni di lusso il caffè, il tè e lo zucchero.

  41. 7) La politica demografica: aumentati gli assegni famigliari dei lavoratori, favorite le assunzioni dei padri di famiglia, istituiti premi per le coppie più prolifiche, imposta tassa sui celibi, ostacolato il lavoro femminile, ecc. 8) Il regime mira a creare un uomo nuovo, inquadrato nelle strutture del regime, sensibile agli appelli del capo e pronto a combattere per la grandezza della nazione. 9) Maggior successo presso la media e la piccola borghesia, favorita dalle scelte economiche fasciste, più sensibile ai valori esaltati dal fascismo e più disposta a metterli in pratica. 10) La fascistizzazione tocca solo superficialmente le classi popolari e l’alta borghesia nel profondo dei rispettivi schemi mentali e delle proprie strutture sociali.

  42. CULTURA, SCUOLA, COMUNICAZIONE DI MASSA • La riforma Gentile (1923): severità negli studi, primato delle discipline umanistiche, stretta sorveglianza sugli insegnanti, controllo dei libri scolastici, imposizione di testi unici per le elementari.

  43. Università (1931) = giuramento di fedeltà al regime (su 1200 soltanto 10 rifiutano di giurare); sostanziale adesione al regime dell’ambiente dell’alta cultura (Volpe, Mascagni, Piacentini, ecc.). Controllo della stampa: controllo stretto e soffocante con censura e precise direttive sul merito degli articoli. La sorveglianza sulla stampa è esercita dal Minculpop e personalmente da Mussolini. Radio: 1927 nascita dell’EIAR (progenitore della Rai). La radio è dal 1935 il canale essenziale di propaganda (notiziari politici, canzonette, sceneggiati radiofonici, ecc.).

  44. Il cinema: - film d’evasione e cinegiornali prodotti dall’Istituto Luce (1924) - Mostra del Cinema di Venezia.

  45. FIGLI DELLA LUPA

  46. OPERA NAZIONALE DOPOLAVORO

  47. POLITICA PROTEZIONISTICA Quota 90: politica di rivalutazione della lira (90 lire/1 sterlina) Tutela del mercato interno Perdita di competitività settore delle esportazioni SETTORE AGRICOLO: autarchia nel settore cerealicolo (Battaglia del grano) CORPORATIVISMO (Carta del Lavoro 1927) Ripresa delle corporazioni medievali con l’intento di superare il conflitto tra imprenditori e operai Il corporativismo non sarà mai concretamente realizzato POLITICA ECONOMICA:ANNI 1925-1930

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