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IL COORDINATORE PEDAGOGICO NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA STATALI DI PIACENZA (L. R. 12/2003 art.19)

IL COORDINATORE PEDAGOGICO NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA STATALI DI PIACENZA (L. R. 12/2003 art.19). Scuole dell’Infanzia 2°- 4°- 5° Circolo di Piacenza 16 novembre 2007 ( a cura del D.S. Graziano Sartori). La metafora.

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IL COORDINATORE PEDAGOGICO NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA STATALI DI PIACENZA (L. R. 12/2003 art.19)

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  1. IL COORDINATORE PEDAGOGICO NELLE SCUOLE DELL’INFANZIA STATALIDI PIACENZA(L. R. 12/2003 art.19) Scuole dell’Infanzia 2°- 4°- 5° Circolo di Piacenza 16 novembre 2007 ( a cura del D.S. Graziano Sartori)

  2. La metafora Come il “Trepponti” di Comacchio (1638) sorge alla confluenza di cinque canali, il progetto di sperimentazione tende a unire cinque soggetti ( istituzionali e non), sia sul piano culturale che operativo : • La Regione Emilia Romagna (il soggetto promotore) • Gli Enti Locali – Provincia e Comune di Piacenza ( i soggetti coordinatori) • Gli Istituti Scolastici Autonomi – docenti e dirigenti ( i soggetti sperimentatori) • Il Coordinatore Pedagogico (l’esperto) • Gli alunni ( i beneficiari, in quanto “utenti finali” del progetto)

  3. La proposta Il progetto di sperimentazione è stato “costruito” insieme, partendo dai seguenti presupposti: • ascolto delle esigenze formative degli operatori scolastici, in particolare, dei docenti; • traduzione delle istanze delle scuole in una proposta organizzativo/didattica fattibile; • capacità di adattarsi al contesto rimodulando periodicamente obiettivi e contenuti; • apporto di interlocutori (responsabili, coordinatori istituzionali, esperto, supervisore) in possesso di qualificate competenze sul piano culturale/professionale; • impegno a garantire condizioni di continuità nel tempo del progetto.

  4. Le ragioni di una scelta Perché l’adesione delle scuole al Progetto di sperimentazione? Perché: • la scuola dell’autonomia ha la necessità, pena il rischio dell’isolamento, di sviluppare/consolidare il confronto con le proposte progettuali del territorio, in una prospettiva di “governance” comunitaria con gli Enti Locali che promuova processi di innovazione metodologico/didattica; • nella scuola statale figure assimilabili al C.P. sono i docenti con Funzioni Strumentali, i quali, tuttavia, non hanno, allo stato attuale, un profilo giuridico e competenze specifiche in materia di leadership; • con l’acquisizione di nuove responsabilità e funzioni organizzativo/gestionali da parte del Dirigente Scolastico, è avvertita la mancanza di una figura come quella dell’ex Direttore Didattico che un tempo si poneva come coordinatore nella elaborazione - attuazione del progetto educativo.

  5. Il progetto è stato elaborato-attuato: in un’ottica di funzionale interdipendenza tra i diversi soggetti istituzionali cointeressati ; in rete tra Circoli (N. 3) e scuole dell’infanzia della città (N. 4); coinvolgendo le insegnanti nel delineare alcune peculiarità professionali che il C.P. doveva possedere per un efficace inserimento nel contesto delle scuole dell’infanzia statali; concordando con le stesse insegnanti l’ambito d’intervento del Coordinatore Pedagogico (lo sviluppo di positive relazioni in sezione e la gestione degli alunni in difficoltà). La gestione condivisa

  6. I risultati • Si è sviluppato uno “spazio” dove i saperi interni delle diverse organizzazioni ( Servizio Sistema Scolastico Prov. PC, Settore Formazione Comune di PC, ISA, Scuole) si sono confrontati in un processo di reciproca conoscenza e di scambio; • la coordinatrice pedagogica incaricata della sperimentazione ha corrisposto pienamente alle attese delle insegnanti in quanto ha saputo integrare conoscenza del contesto della scuola statale e esperienza professionale (è docente della scuola dell’infanzia) alle competenze metodologiche e relazionali richieste dalla funzione; • le insegnanti hanno acquisito strategie di analisi e specifici strumenti metodologici con cui hanno potuto “leggere” in profondità il processo di apprendimento – insegnamento al fine di evidenziarne i punti di forza e le criticità .

  7. Prospettive • Il progetto continuerà anche per l’ anno scolastico 2007/08, grazie all’impegno della Regione E.R. , dell’Amministrazione Provinciale e del Comune di Piacenza e con la piena adesione delle scuole G.Rodari e 2 Giugno (4° Circolo) e della scuola di Gerbido ( 2° Circolo). • Nel corso del corrente anno sarà affrontato anche il tema della continuità con i Nidi attraverso un gruppo ristretto di operatori delle Istituzioni coinvolte . • Come prospettiva a medio – lungo termine, si pone la questione, una volta conclusa la fase sperimentale, del passaggio di testimone o, meglio, di come la scuola possa, al proprio interno, individuare una figura ( docente con funzioni strumentali, collaboratore del D.S.?) in grado di supportare con l’esperienza e le competenze necessarie il lavoro delle insegnanti . • Più in generale si pone il problema della “trasferibilità”di un progetto sperimentale certamente positivo, ma circoscritto, ad un contesto scolastico più vasto come ad esempio quello del Comune di Piacenza.

  8. Orizzonti di senso di una buona sperimentazione “La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero: è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza” Albert Einstein “L’unico vero viaggio di esplorazione non consiste nell’andare in posti nuovi, ma nell’avere altri occhi” Marcel Proust

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