1 / 40

Analisi dati sperimentali e principi di modellazione tramite identificazione

Analisi dati sperimentali e principi di modellazione tramite identificazione. Carlo Alberto Avizzano – carlo@sssup.it Corso di Simulink L2 - A.A. 2008/2009. Introduzione.

elma
Download Presentation

Analisi dati sperimentali e principi di modellazione tramite identificazione

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Analisi dati sperimentali e principi di modellazione tramite identificazione Carlo Alberto Avizzano – carlo@sssup.it Corso di Simulink L2 - A.A. 2008/2009

  2. Introduzione • Sensori e sistemi si dicono ideali se producono comportamenti e leggono grandezze in maniera aderente a un modello teorico senza alcun errore sui parametri e di misura. • Durante i corsi di controllo si immagina solitamente di poter disporre di sensori e sistemi ideali (semplificazione). • Tuttavia eccetto che nelle simulazioni, questi sistemi non sono realistici e quando possibile il comportamento dei sensori e dei sistemi va modellato tramite una campagna di acquisizione dati.

  3. Obiettivi X=0:0.1:10 Y=sin(X)+X-0.2*X.*X+ X.*sin(X) Z=rand(1,101)*2; plot (X,Y,X,Y+Z-1,'.',X,Y+1,X,Y-1) grid Si necessitapertantodipotercaratterizzareilcomportamentodi un sensorequando I segnalisorgenti non sonopiu’ modellabili come valoricerti. La misuraporta I sistemi a interagire con unarealta` in cui tutti I segnalisonosoggetti ad un disturbodettorumoreche ne alterailvaloreteorico

  4. Obiettivi • In molti casi sperimentali il processo di design del controllore dipendera` dalla corretta identificazione del sistema in studio e da una sua modellazione con strutture e parametri adeguati • Si tratta quindi di elaborare dati dalla conoscenza a priori e quella sperimentale che possiamo testare sul sistema da controllare. • In tutti i casi rumore, vincoli sul segnale o altre fonti esterne potranno disturbare l’acquisizione corretta di dati dal modello. • Modellare il comportamento lineare/non lineare di un algebricita` (interpolazione/regressione) • Modellare il comportamento lineare(/non lineare) di un sistema dinamico (identificazione) • Modellare il comportamento sequenziale di un sistema complesso (machinelearning)

  5. Il training set • In tutti i casi di cui sopra si partira` sempre da un set di addestramento sulla base del quale potremo manipolare le informazioni a nostra conoscenza per renderle adeguate a quelle del modello.

  6. Curva caratteristica • La caratteristica di funzionamento(o relazione di taratura statica o funzione di taratura), è la relazione che lega fra loro i valori della grandezza in uscita dallo strumento a quelli in ingresso, stabilendo una corrispondenza tra i valori di lettura dello strumento e i risultati della misurazione. Nel funzionamento, la catena di misura è quindi caratterizzata dalla sua funzione di trasferimento, ovvero dal legame che unisce il segnale d’ingresso x con il segnale d’uscita y: y= f(x)

  7. Approssimazioni di Linearità • Vi sono diversi tipi di approssimazioni: • linearità riferita allo zero (zerobasedlinearity): la retta di riferimento passa per l’estremo inferiore della curva di taratura, corrispondente all’estremo inferiore del campo di misura, ed è tracciata in modo da rendere minimo il più elevato (in valore assoluto) degli scostamenti; • linearità riferita agli estremi (end pointlinearity): la retta di riferimento congiunge i due estremi della curva di taratura corrispondenti ai due estremi del campo di misura; • linearità secondo i minimi quadrati (leastsquareslinearity): la retta di riferimento è quella che corrisponde al valor minimo della somma dei quadrati degli scostamenti; • linearità indipendente (independentlinearity): la retta di riferimento è quella che rende minimo il più elevato (in valore assoluto) degli scostamenti.

  8. Misura Supponendodisuddividerel’intervallodimisura in N punti, ildiagrammaditaraturadisolitoriporta al postodellanuvoladipuntiacquisitiunalinea continua detta ‘curvaditaratura’.

  9. Rettaditaratura Nelcaso in cui un sensoreabbia un comportamento quasi lineare, risultapossibiledefinireunacurvaditaraturalineare Y=Au + B Il metododiricercasifatramiteunatecnicadefinitadeiminimiquadrati

  10. Metododeiminimiquadrati I valorideiparametrisiscelgonoquindi in maniera tale daminimizzare la sommadegliscartiquadratici. Larisoluzionediquestoproblemasiottieneimponendo le due derivate parzialiuguali a zero

  11. Soluzionespecifica

  12. Cosasuccederebbe in un caso del 2 ordine Vi sonotreparametri e tre derivate parziali, chesirisolvono con l’inversionediunamatrice 3x3.

  13. SoluzioneMatlab X=0:0.1:10; Y=3.1+5.2*X; Ym=3.1+5.2*X+(rand(1,101)-0.5)*4.5; [AB,C]=polyfit(X,Ym,1) Yr= AB(2)+AB(1)*X; plot (X,Y,X,Ym, '.',X,Yr); AB = 5.1200 3.4997

  14. Approccio statistico

  15. Il comandoPolyfit Polyfitesegueunainterpolazioneaiminimiquadratidi un polinomiodigradoqualunque (1== lineare, 2== quadratico,…) Polyfitrestituiscesia I parametrideicoefficientipolinomialisia la matricedicovarianzadeicampionirispettoallaretta data

  16. Misura di variabili • La misura di una variabile e’ una lettura soggetta ad differenti tipologie di errori e che per sua natura viene gestita quindi tramite metodologie statistiche. • In particolare si introduce il concetto di funzione di densita’ distribuzione della lettura P(x) che descrive la probabilita` che a una lettura di un sensore corrisponda una determinato valore del misurando. • L’integrale della densita’ di probabilita’ e’ detta funzione cumulata T(x) e’ corrisponde alla probabilita’ che data la lettura x (evento) il misurando sia minore o uguale all’evento Pr(X<=x)

  17. Distribuzioni Frequenti Errore costantemente distribuito indipendente Errore a rampa Errore Gaussiano o normale (Teorema del limite centrale) Esempio Quantizzazione e Integrali

  18. Operatori

  19. Riassuntodiregole

  20. Relazioni tra minimi quadrati e probabilita’ Perche’ si usa il metodo dei minimi quadrati? Che senso ha nell’ottica della misura che abbiamo descritto Proviamo a calcolare la probabilita’ di N misura congiunte supposte indipendenti e cerchiamo quale sia la soluzione ottima (piu’ probabile)

  21. Identificazione di algebricita’ non lineari • Modelli parzialmente strutturati (esempio Robot) • Linearita` nei parametri? • No: Punto di stima • Si?

  22. Metodi di identificazione Data-fittingnonlinearettramitei minimi quadrati Xdata: vettore di ingressi (xdata) Ydata: un vettore di osservazioni (ydata) Trovare i parametri “theta” che meglio “adattano” la funzione F(x,xdata) alle osservazioni. lsqcurvefit

  23. Identificazione (matlab) [P,residual] = lsqcurvefit(‘F(xdata,Px…)’,P0,xdata,ydata,[lb,ub,options,P1,P2,…]) P: vettore dei parametri residual: matrice dei residui P0: valore iniziale di P Lb, ub: limiti dell’algoritmo options: opzioni di minimizzazione (vedi help optimset)

  24. Identificazione (matlab) ‘F’: funzione modello memorizzata in un M-file(F.m) functionydata= F(P,xdata,P1,P2,…) ‘F’ puo’ anche richiamare un solver ‘ode’ per risolvere sistemi differenziali

  25. Identificazione di modelli dinamici • Identificazione non parametrica • Modelli strutturali per l’identificazione • Identificazione tramite modelli regressivi

  26. Prerequisiti di identificazione

  27. Operazioni di Make-Up dei dati Operazione Comando • Rimozione dei disturbi a bassa frequenza • Rimozione dei disturbi ad alta frequenza • Rimozione degli outliers • Fill-up di dati mancanti • Sottrazione della media • Detrend del miglior fit lineare • Filtraggio passa alto • Filtraggio passa basso

  28. Detrend a spezzate

  29. Ispezione dei comportamenti frequenziali (fft) ed analisi del tempo di campionamento

  30. IDDataManipulation • iddata - IDDATA(Y,U,Ts) • iddata - IDDATA(Y,U,Ts, ‘FREQS’, Freqs) • BasicOperations • fft/ifft - Transformtimetofrequencyand viceversa. • Collections – getexp, subsref, merge • Manipulation – Resample, nkshift, misdata • Test/Analysis – plot , isnlarx, spa (Spectrum),

  31. IDDataManipulation • detrend - Removetrendsfrom data sets. • delayest - Estimate the timedelay (dead time) from data. • feedback - Investigate feedback effects in data sets. • idfilt - Filter data throughButterworthfilters. • idinput - Generates input signalsforidentification. • isreal - Checkif a data set containsreal data.

  32. Classi di modelli LTI Black-box (i.e. ARX) Modelli non Parametrici

  33. Identificazione non parametrica • Covf(Z,D) – Stima della funzione di covarianza tra Z=[y u] con ritardo D • IMPULSE (IDDATA) – Stima della risposta all’impulso • step (IDDATA) - Stima della risposta al gradino • [ir,R,cl]=Cra(IDDATA,[D,na,plot]) – Stima della risposta all impulso: ir

  34. Modelli LTI tempodiscreti

  35. Alcune definizioni • Model = IDPOLY(A,B,C,D,F,Noise,Ts) • Ts=0 ContinuousTime • A,B,C,D,F Polynoms • B leadingzeros == delays == nk • MIMO => B,F = Matrices • AlsopossibleModel = IDPOLY(SYS) • Polydatareverse the computation • [A,B,C,D,F] = Polydata(Model) • Modelpuo’ essere simulato sim(Model,Udata), impulse(Model)

  36. Modelli ARX

  37. Il comando ARX • Model = arx(data,order) • Order =[nanbnk] • Na = numero poli • Nb = numero zeri • Nk ritardo in ingresso • Se B(z) == 0  nb = 0  arcommand

  38. Errore di predizione (ARX)

  39. Classi Armax • Model= ARMAX(IDDATA,[nanbncnk]) • [nanbncnk] are the orders and delaysoftheARMAX model, accordingto the referenceequation • A(q) y(t) = B(q) u(t-nk) + C(q) e(t)

More Related