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Interventi in situazioni speciali. A cura di Paolo Alfani. Polso femorale. Polso carotideo. Polso brachiale. Determinazione del polso.
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Interventi in situazioni speciali A cura di Paolo Alfani
Polso femorale Polso carotideo Polso brachiale Determinazione del polso Si definisce polso la percezione dei battiti del cuore rilevabili a livello di un’arteria che decorre in superficie e che può essere compressa con la punta delle dita indice e medio, contro un punto osseo Polso radiale
FREQUENZA CARDIACA FORZA RITMO Normale 60/90 min. ritmico aritmico pieno sottile Tachicardia > 100 Bradicardia < 60 POLSO
FREQUENZA RESPIRATORIA RITMO PROFONDITA’ Normale 12/20 min. regolare irregolare profondo superficiale Tachipnea > 25 Bradipnea < 12 Determinazione del respiro RESPIRO
P.A. PRESSIONE ARTERIOSA VALORE NORMALE Max 120/140 Sistolica VALORE NORMALE Min 60/90 Diastolica Ipertensione Max 150 Min 90 Ipotensione Max 90 Min 60
Emorragie Nel paziente traumatizzato l’emorragia è la causa più comune di shock
Posizionamento del laccio emostatico • Utilizzare gli appositi lacci o una striscia di stoffa o altro materiale di fortuna(cravatta o fazzoletto) di larghezza adeguata dai 3 ai 5 cm. non di materiale elastico. • Non usare stringhe da scarpe, lacci emostatici da endovena, fili elettrici, ecc. • Posizionare il laccio a monte della ferita alla base dell’arto. • Stringere il laccio in modo da bloccare il passaggio del sangue. • Non posizionare il laccio in prossimità delle articolazioni. • Non posizionare il laccio in prossimità di fratture o sospette tali. • Posizionare il laccio il più lontano possibile dalla ferita. • Allentarlo ogni 10 minuti per 20/30 secondi. • Non rimuoverlo mai in caso di amputazioni.
Primo soccorso ad una emorragia esterna
Ferite del cuoio capelluto • Medicare senza esercitare una compressione anche se c’è un’abbondante fuoriuscita di sangue. • Non esplorare la ferita. • Non rimuovere eventuali frammenti ossei. • Tenere ferma la testa, possibilmente in posizione neutra. • Applicare eventualmente del ghiaccio.
Ferita penetrante o trapassante • Non esplorare la ferita. • Non rimuovere corpi estranei conficcati. • Eseguire una medicazione occlusiva. • Se la ferita è al torace, la medicazione va chiusa solo su tre lati.
Oggetti conficcati • Non rimuovere l’oggetto conficcato. • Esporre l’area della lesione. • Controllare l’emorragia esercitando pressione ai lati della ferita e non sull’ oggetto. • Immobilizzare l’ oggetto conficcato con una medicazione a tampone e fissarlo con un cerotto a cravatta. • Immobilizzare la zona lesionata come se fosse una frattura.
Avulsione cutanea • Liberare la superficie della ferita da frammenti o altro materiale. • Disporre la cute nella posizione originaria. • Controllare l’emorragia ed eseguire una medicazione compressiva.
Eviscerazione • Non toccare o cercare di riposizionare l’organo fuoriuscito. • Se si tratta di organi addominali flettere le gambe del paziente in modo da limitare la pressione sui muscoli addominali. • Coprire l’organo esposto e la ferita con un involucro di plastica o con un telino sterile imbevuto di soluzione fisiologica. • Eseguire una medicazione ampia e occlusiva ma non coprire la lesione.
Dispnea Posizione semiseduta
Lesioni toraciche Posizione di decubito laterale sul fianco colpito
Edema Polmonare Posizione seduta
per trauma si intende l’insieme di tutte quelle lesioni avvenute in seguito all’azione di agenti fisici esterni all’organismo quali: calore, elettricità ed energia cinetica
contusione si tratta di una lesione chiusa dei tessuti superficiali che si manifesta a seguito di traumi diretti
lussazione Rappresenta la perdita dei rapporti anatomici naturali fra due capi ossei
distorsione Consiste nello spostamento dei capi articolari con perdita temporanea della normale contiguità
frattura Rappresenta la perdita dei rapporti anatomici naturali fra due capi ossei
Le convulsioni costituiscono un evento acuto e improvviso a carico del sistema nervoso centrale caratterizzato da fenomeni motori involontari e generalmente perdita di coscienza.
Grado dell’ustione • I Grado • Ustione superficiale che interessa solo l’epidermide. • Arrossamento cutaneo talora con lieve edema. • Dolore localizzato • Guariscono da sole e senza cicatrici. • II Grado • L’ustione interessa anche il derma. • Dolore intenso con marcato eritema e formazione di vesciche piene di liquido (flittene) • Guariscono da sole lasciando una lieve cicatrice. • III e IV Grado • Tutti gli strati cutanei sono danneggiati. • Presenti aree carbonizzate o aree bianche e secche. • Anestesia per lesioni delle terminazioni nervose. • Spesso necessario trapianto cutaneo. • Guariscono con cicatrici evidenti.
Valutazione dell’estensione Regola del 9
Cosa fare in caso di ustione • Nel caso in cui l’ agente ustionante sia una sostanza chimica iniziare immediatamente dopo il contatto il lavaggio per la durata di almeno 10/20 minuti. Se il lavaggio inizia in ritardo o dopo alcuni minuti spesso è inutile. • Rimuovere tutto il vestiario ed i materiali costrettivi (anelli, collane ecc…). Nell’ustione da acido vanno rimosse o tagliate tutte le parti elastiche. • Coprire il paziente per evitare la dispersione termica utilizzando i teli isotermici. • Coprire le parti ustionate con teli, meglio se sterili. • Osservare lo scenario e neutralizzare la causa. • Valutare lo stato di coscienza. • Attivare il 118. • Valutare le funzioni vitali. • Lavare la parte ustionata con acqua corrente in modo da abbassare la temperatura corporea.
Cosa non fare in caso di ustione • Non devono essere mai applicati unguenti, spray, creme o ghiaccio, perché ritarderebbero la guarigione. • Non rimuovere mai eventuale materiale o indumenti rimasti attaccati alla cute.
Intervento su un paziente annegato • Successivamente verificare le seguenti possibilità: • Ostruzione delle vie aeree: acqua nei polmoni,materiale estraneo, lesioni della faringe o della laringe. • Arresto cardiaco: susseguente alla mancanza di ossigeno al cuore per l’arresto respiratorio. • Lesioni al capo ed al collo: frequenti negli incidenti in acqua. • Lesioni interne: attenzione alle possibili fratture. • Ipotermia: rappresenta una delle principali complicanze degli annegati. • Cercare sempre di entrare in acqua con mezzi idonei. • Se il paziente è cosciente cercare di tirarlo fuori dall’acqua gettandogli qualcosa. • Se il paziente è incosciente ed è necessario entrare in acqua, dotarsi di qualcosa che galleggi, preferibilmente un corpetto. • AUTOPROTEZIONE!!!
Ipotermia Raffreddamento localizzato (congelamento) Raffreddamento generale (assideramento) • Più si abbassa la temperatura più grave sarà l’assideramento. • Brividi, sonnolenza, respirazione a polso sempre più deboli, fino all’arresto cardio-respiratorio • Riscaldare le zone colpite • Normale formicolio o bruciore
Cosa fare in caso di ipotermia • Mantenere il paziente asciutto. • Utilizzare con attenzione sorgenti di calore, ma non scaldare troppo rapidamente il paziente. • Scaldare prima il tronco, l’ascelle e l’inguine. • Somministrare ossigeno. • Somministrare molto lentamente bevande tiepide e zuccherine, mai alcoliche. • Osservare attentamente i segni vitali. • In caso di rianimazione, proseguirla per un lungo periodo, in quanto il paziente potrebbe rianimarsi in una seconda fase, all’innalzamento della temperatura corporea.