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SPINOZA (etica: affetti primari e secondari)

SPINOZA (etica: affetti primari e secondari). prof. Michele de Pasquale. Spinoza analizza la condotta umana a partire dai principi della metafisica (la metafisica è finalizzata all’etica) il metodo con cui intende analizzare la condotta umana è quello geometrico:

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SPINOZA (etica: affetti primari e secondari)

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Presentation Transcript


  1. SPINOZA(etica: affetti primari e secondari) prof. Michele de Pasquale

  2. Spinoza analizza la condotta umana a partire dai principi della metafisica (la metafisica è finalizzata all’etica) il metodo con cui intende analizzare la condotta umana è quello geometrico: se gli uomini sono una formazione naturale come tutte le altre, essi sono sottoposti alle leggi comuni dell’universo; le loro azioni sono casi particolari di leggi universali che possono essere studiate con oggettività matematica vuole costruire una geometria delle emozioni

  3. “ La maggior parte di coloro che hanno scritto sugli affetti e sul modo di vivere degli uomini, sembra che trattino non di cose naturali, che seguono le comuni leggi della natura, ma di cose che sono al di fuori della natura. Sembra anzi che concepiscano l’uomo nella natura come un impero nell’impero. Infatti credono che l’uomo sconvolga l’ordine della natura, più che seguirlo, e che abbia sulle proprie azioni un potere assoluto, e che non sia determinato da altro che da se stesso. Attribuiscono poi la causa dell’impotenza e dell’incostanza umana non al comune potere della natura ma a un presunto vizio della natura umana, e perciò la compiangono, la deridono, la disprezzano, o, più comunemente, la detestano; e chi con maggior eloquenza o arguzia sa cogliere l’impotenza della Mente umana passa per uomo divino. Tuttavia non sono i mancati uomini assai illustri (alla cui fatica e operosità riconosciamo di dover molto) che hanno scritto cose eccellenti sul giusto modo di vivere e hanno dato ai mortali consigli pieni di saggezza; ma nessuno, che io sappia, ha determinato la natura e le forze degli Affetti, e che cosa possa fare la Mente per dominarli. So bene che il celeberrimo Cartesio, benché anch’egli abbia creduto che la Mente è dotata di un potere assoluto sulle sue azioni, ha cercato tuttavia di spiegare gli Affetti umani mediante le loro cause prime e, nello stesso tempo, ha cercato di indicare la via per cui la Mente potesse ottenere il potere assoluto sugli Affetti; ma secondo me non ha dimostrato altro che l’acume del suo grande ingegno, come a suo tempo dimostrerò. %

  4. Infatti io voglio tornare a coloro che preferiscono detestare e irridere gli Affetti e le azioni degli uomini piuttosto che comprendere. A costoro sembrerà certamente strano che io mi accinga a trattare dei vizi e delle stoltezze umane secondo il metodo geometrico, e che voglia dimostrare con un ragionamento rigoroso cose che essi proclamano incompatibili con la ragione, vane, assurde, orrende. Ma ecco qual è il mio argomento. Nella natura nulla accade che possa essere attribuito a un suo vizio; infatti la natura è sempre la stessa e la sua virtù e potenza di agire è ovunque una sola e medesima, ossia le leggi e le norme della natura, secondo le quali ogni cosa accade e da una forma si muta in un’altra, sono ovunque e sempre le medesime, e perciò anche il modo d’intendere la natura di tutte le cose, quali che siano, deve essere uno e medesimo, ossia in base alle leggi e alle norme universali della natura. Quindi gli Affetti dell’odio, dell’ira, dell’invidia, ecc., in sé considerati, derivano dalla stessa necessità e virtù della natura, come le altre singole cose; e perciò ammettono determinate cause per mezzo delle quali vengono conosciuti e hanno determinate proprietà degne della nostra conoscenza come le proprietà di qualunque altra cosa di cui la sola contemplazione basta a dilettarci. Tratterò dunque della natura e delle forze degli Affetti e del potere della Mente su di essi, con lo stesso Metodo con cui nelle parti precedenti ho trattato di Dio e della Mente, e considererò le azioni e i desideri umani come se si trattasse di linee, di superfici e di corpi.” (Spinoza, Ethica terza parte)

  5. la libertà è un’illusione, non possiamo sottrarci al determinismo naturale (siamo autodeterminati dalla legge di autoconservazione, dalla ricerca dell’utile) la nostra libertà consiste nel manovrare consapevolmente lo sforzo di autoconservazione che non è possibile eliminare

  6. l’etica di Spinoza è modellata sulla fisica meccanicistica il principio fondamentale è: ogni ente si sforza (conatus) di mantenersi nello stato in cui si trova (è il principio d’inerzia trasposto nell’etica) a livello emotivo questo sforzo è la cupidità, che se diminuisce provoca l’affetto di tristezza, se invece aumenta provoca l’affetto di letizia da questi affetti fondamentali della vita emotiva hanno origine tutti gli altri in primo luogo l’odio (che è la tristezza combinata all’oggetto-male che l’ha provocata) l’amore (la letizia combinata all’oggetto-bene che l’ha provocata)

  7. gli affetti sono detti passioni in quanto procedono da idee inadeguate (il corpo determinato dagli eventi patisce senza conoscere le cause) gli affetti che procedono da idee adeguate sono dette azioni (le idee adeguate possono essere accompagnate solo dalla cupidità e dalla letizia: ogni conoscenza adeguata implicando l’idea di Dio fa desiderare all’uomo il vero bene) l’ideale morale è l’imbrigliamento delle passioni da parte delle azioni (non la soppressione delle passioni perchè esse fanno parte della natura umana) questo ideale si raggiunge vivendo secondo ragione, vale a dire aumentando la conoscenza della natura umana ed esaltando ciò che aumenta la felicità dell’uomo le passioni non si combattono con l’ascetismo, ma provocando una serie di emozioni positive opposte alle passioni

  8. Modificazioni del corpo e idea di questa modificazione: • azioni: affetti di cui siamo causa • passioni: affetti di cui non siamo causa e che quindi subiamo Sentimenti, stati d’animo, emozioni affetti secondari basilari:amore e odio affetti secondari(affetti e passioni derivati dai primari) Bene (ciò che favorisce la conservazione) Male (ciò che ostacola la conservazione)

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